Iron Danger ci ha davvero intrigati, come leggerete nella recensione, grazie alla sua originalità di fondo e al voler rischiare a tutti i costi concentrandosi sulle sue meccaniche più peculiari. La somiglianza con altri giochi di ruolo come Divinity: Original Sin 2 o Pillars of Eternity è solo apparente, perché Action Squad Studios, lo sviluppatore, ha scelto di percorrere una via completamente diversa, sicuramente più difficile, ma allo stesso tempo affascinante, tanto che speriamo di veder perfezionato il sistema di gioco in un seguito dal più ampio respiro.
Storia
La storia di Iron Danger segue le vicende di Kipuna, una ragazza il cui villaggio viene attaccato all'inizio del gioco dagli uomini di Northland, una nazione tirannica, violenta e brutale. La situazione appare subito disperata e la fuga per mare sembra essere l'unica alternativa alla morte, dato che Kipuna non ha grosse doti da combattente e comunque non può affrontare da sola un intero esercito. Sulla strada verso il porto però un vecchio pavimento di mattoni crolla sotto ai suoi piedi e la giovane finisce impalata su di un frammento di roccia acuminato. Sembrerebbe essere la fine per lei, senonché una manifestazione spiritica chiamata Aurolith riavvolge il tempo fino al momento prima del crollo del pavimento e la salva. Kipuna torna quindi in vita con ancora nel petto il frammento di roccia, che a quanto pare le ha regalato il potere di manipolare il tempo.
È qui che Iron Danger inizia a svelarsi al giocatore introducendo la trance, sostanzialmente una pausa tattica che consente di al giocatore di programmare le sue azioni, siano esse attacchi, parate, schivate, movimenti, lancio di oggetti e altro ancora, e di riavvolgere il tempo in caso di errori o, addirittura, di morte.
Sopravvissuta, Kipuna s'imbatte nel fabbro Topi, uno dei suoi compagni di viaggio per tutta l'avventura. Da questo momento sarà lui a combattere, sfruttando comunque i poteri di Kipuna. Insieme raggiungeranno il porto e prenderanno una nave con cui andranno a parlare con il saggio Antheor nella capitale, che gli spiegherà cos'è successo a Kipuna e come solo lei possa salvare tutti dalla minaccia incombente, perché unica a poter toccare i cristalli che formano l'Aurolith, necessari per formare una barriera protettiva. Conclusa la parte introduttiva, Iron Danger mostra maggiormente la sua natura da gioco di ruolo, nonché tutti gli sforzi fatti dagli sviluppatori per proporre qualcosa di originale, a partire dal sistema di combattimento.
Manipolare il tempo
All'inizio l'idea della trance può far sembrare Iron Danger estremamente facile. In fondo il potere di riavvolgere il tempo ci rende praticamente immortali, non è vero?
Niente di più sbagliato, perché la manipolazione temporale è sì un grosso vantaggio, ma le forze nemiche sono spesso soverchianti per numero e per stazza degli avversari e altrettanto spesso gli bastano un paio di colpi per mandare a terra uno dei nostri personaggi. Inoltre il sistema è molto più complesso di quello che sembra: ogni nostra azione consuma i cosiddetti battiti cardiaci e può finire per avvantaggiare gli avversari se mal utilizzata. Ad esempio un attacco potente può consumare diversi battiti cardiaci e richiedere un certo tempo di recupero durante il quale il personaggio rimane sostanzialmente scoperto. Inoltre le abilità utilizzabili sono molte, tutte diverse, e vanno ben temporizzate, se non si vuole mancare l'avversario, sia in attacco, sia in difesa, dandogli modo di contrattaccare. La sostanza è che si muore spesso e moltissimi scontri sono tesi come corde di violino, perché oltre a vincere si deve cercare anche di minimizzare i danni, se non si vuole arrivare allo scontro successivo in grosso affanno.
C'è da dire che la soddisfazione di padroneggiare il sistema di combattimento di Iron Danger è davvero altissima e a momenti sembra di essere più davanti a uno strategico che a un gioco di ruolo, considerando anche che per vincere è spesso richiesto di sfruttare elementi dello scenario (trappole, barili esplosivi e quant'altro) e agire nel modo meno avventato possibile.
Gioco di ruolo?
A complicare la situazione ci pensa anche il particolare sistema di crescita dei personaggi, che sostanzialmente non esiste. Kipuna può assegnare punti alle sue abilità alla fine di ogni capitolo del gioco, ma non ha delle caratteristiche vere e proprie da migliorare o dei punti esperienza da accumulare per salire di livello. Anche il bottino è minimalista, nel senso che in giro si trovano oggetti curativi, granate, trappole portatili e poco altro, ma niente armi o corazze. Da un certo punto di vista questo può sembrare un limite, ma in realtà difficilmente il gioco avrebbe funzionato se i personaggi avessero potuto diventare troppo potenti.
Manipolare il tempo appassiona perché il giocatore è sempre cosciente della debolezza delle sue unità, fatto che lo porta ad evitare azioni affrettate e a valutare meglio cos'ha intorno. Vero è che nelle fasi avanzate del gioco si sviluppano delle abilità che facilitano non poco i combattimenti, come il controllo mentale dei nemici, ma in generale il gameplay regge proprio perché non eccede nel rendere il giocatore onnipotente dandogli facili vie di fuga.
Fino a qui Iron Danger sarebbe un gioco eccellente, se non fosse per alcuni difetti che un po' lo frenano. Il più evidente è il lato narrativo, non proprio eccezionale. Il mondo di gioco è ben caratterizzato, tecnicamente è ottimo per il suo livello produttivo, ma la storia raccontata non ha molto mordente e, soprattutto, viene chiusa in modo affrettato.
Altra nota dolente sono gli elementi adventure, ossia i numerosi puzzle di cui è cosparso il gameplay. Il problema non è tanto che siano realizzati male, quanto che la manipolazione temporale li rende superflui, quasi una perdita di tempo, se ci perdonate il gioco di parole. Ad esempio che senso hanno le trappole se è possibile riavvolgere il tempo? Diventano di fatto un continuo trial and error che dopo un po' stanca. Qualche puzzle più intrigante c'è, ma viene messo un po' in ombra dalla semplicità di fondo creata dall'intero sistema, che tanto funziona bene sul campo di battaglia, quanto è claudicante quando applicato ad altri ambiti.
Conclusioni
Iron Danger è un gioco di ruolo atipico che cerca di rimanere il più coerente possibile con il suo concept base, sacrificando tutti quegli elementi che gli sarebbero d'intralcio pur di non tradirlo. Il modo con cui è stata studiata la manipolazione del tempo è ammirevole e funziona davvero bene per i combattimenti, tanto da renderli una delle cose migliori provate quest'anno. Sicuramente un gioco non perfetto, soprattutto per via della storia monca e dei puzzle che risultano un po' troppo trial and error, ma vi consigliamo comunque di provarlo perché è una delle interpretazioni del genere più fresca degli ultimi anni.
PRO
- La manipolazione del tempo funziona bene in combattimento
- Un mix originale di avventura e gioco di ruolo
- Ha dei momenti esaltanti
CONTRO
- I puzzle sono i momenti più deboli
- La storia è monca