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Moons of Madness, la recensione su PlayStation 4

L'orrore ambientato su Marte arriva anche su PlayStation 4

RECENSIONE di Simone Pettine   —   24/03/2020

Quando Lovecraft incontra il pianeta rosso, nasce la nostra recensione di Moons of Madness su PlayStation 4. La storia del gioco la conoscete, e se non la conoscete la ricorderemo: lo scorso anno gli sviluppatori di Rock Pocket Games e Dreamloop Games hanno rilasciato poco prima di Halloween un videogioco horror in prima persona dalla componente fortemente esplorativa. Un mix delle tematiche affrontate dallo scrittore di Providence e degli ambienti di gioco e atmosfere del franchise Dead Space. Se questi brevi accenni vi stuzzicano non poco, sarete felici di sapere che finalmente la versione per console è pronta. Moons of Madness arriva su PlayStation 4, anche se leggero ritardo, ma con la tensione e claustrofobia che nel porting si sono conservate perfettamente, come state per leggere.

Trama

Al centro della trama di Moons of Madness vi è l'orrore cosmico di H. P. Lovecraft, l'autore dei celebri racconti e romanzi brevi basati su una cosmogonia tutta perversa e particolare: approfittatene per recuperare la nostra recensione di Call of Cthulhu su PlayStation 4 e ne saprete subito di più. Moon of Madness insiste su questo aspetto dei racconti di Lovecraft: la paura. La paura legata ad esseri mostruosi che vivono al di là del cosmo e della realtà, in territori inconoscibili alla mente umana (se non tramite l'ausilio della follia).

Moons of Madness, la recensione su PlayStation 4

La narrazione vera e propria viene condotta dal punto di vista di Shane Newehart, un semplice tecnico al lavoro presso una stazione marziana. L'uomo è arrivato su Marte, e una compagnia tra tante sta effettuando degli studi sul pianeta rosso per sfruttarne al meglio le risorse e se possibile trovare dell'acqua - o almeno questa è la versione ufficiale della faccenda. Ad un certo punto, però, Shane comincia a vedere cose che non dovrebbero essere lì. Figure strane che si aggirano per il pianeta disabitato e arido, fugaci apparizioni nella base, e via via un crescendo tra la paranoia e il pericolo concreto.

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La dimensione psicologica e la claustrofobia la fanno da padrone, in Moons of Madness, ma non si tratta di un titolo eccessivamente spaventoso: anche grazie alla presenza degli ottimi sottotitoli in lingua italiana, il videogioco è perfettamente fruibile anche a luci spente, sorvolando su pochi scare jump facilmente prevedibili. Anzi, dal punto di vista del gameplay vero e proprio presenta anche delle idee parzialmente originali, a fronte di una rigiocabilità praticamente assente.

Gameplay

Moons of Madness è un'avventura horror in prima persona: un orrore cosmico, come è stato definito dagli sviluppatori, l'incontro tra Lovecraft e Marte. La componente esplorativa è alla base stessa del gameplay, e in alcuni frangenti è innegabile l'anima da walking simulator della produzione (ma un walking simulator almeno interessante). Shane si sposta lungo prevedibili corridoi, e in aree chiuse o aperte comunque estremamente contenute. Difficile perdersi, difficile non capire dove andare o cosa fare, anche grazie all'ausilio del navigatore da polso.

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Il navigatore permette al protagonista di interagire con l'ambiente circostante. Le sue funzioni sono fondamentalmente due: impedisce di smarrirsi, indicando sempre la via da seguire (beh, quasi sempre, come capirete giocando); permette di connettersi alla rete della base marziana, così da interagire ai vari meccanismi, veicoli, computer e strumenti presenti.

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Il navigatore riveste un ruolo chiave anche nella risoluzione dei piccoli puzzle ambientali disseminati un po' ovunque: solitamente si tratta di trovate ingegnose, ispirate e ben riuscite, il cui livello di difficoltà ovviamente non raggiunge delle vette inarrivabili, ma neppure si attesta sulla semplicità spicciola di tante produzioni frettolose. Richiedono dunque il giusto tempo per essere completati, e la giusta analisi di oggetti e mondo di gioco presenti.

Trofei PlayStation 4

Moons of Madness approda su PlayStation 4 con trofei particolarmente preziosi, incluso il Trofeo di Platino. Ottenerlo sarà estremamente semplice e lineare: basterà completare la narrazione e scoprire gli oscuri segreti dello spazio.

La conversione su PlayStation 4

A suo tempo la redazione recensì Moons of Madness su PC, dove tecnicamente parlando si comportava piuttosto bene. Adesso abbiamo avuto modo di testarlo su una PlayStation 4 Pro e possiamo confermare che il porting è riuscito perfettamente: nessun calo di frame rate, una grafica il più delle volte notevole e pulita, è insomma tutto perfettamente in ordine, bello da vedere, ed angoscioso da sentire.

Moons of Madness, la recensione su PlayStation 4

A voler fare i fiscali a tutti i costi, in due soli momenti ci siamo trovati in difficoltà con la conversione su PlayStation 4 di Moons of Madness. In una sequenza, durante una fuga da qualcosa che non vogliamo raccontarvi, ci siamo incastrati in una parete: non c'è stato nulla da fare se non ricaricare il salvataggio più recente (per fortuna i livelli sono brevi, e Moons of Madness salva spesso automaticamente). In un altro caso, il caricamento ha impiegato più o meno una mezza eternità prima di farci tornare a giocare. Ma è tutto qui: due soli episodi in un'avventura che comunque vi porterà via almeno cinque ore del vostro tempo. Forse qualcosa in più se vorrete cercare proprio ogni documento per capire tutto; forse qualcosa in meno se lo conoscete già e andate di fretta.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 4
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
7.5
Lettori (11)
6.6
Il tuo voto

Moons of Madness è un'avventura horror in prima persona ambientata nello spazio. I suoi scenari claustrofobici e un citazionismo corretto e non troppo invadente dell'opera di H. P. Lovecraft lo rendono un prodotto adatto ai fan e non dello scrittore di Providence; in generale dovrebbero dargli una possibilità tutti gli amanti dei titoli angoscianti in cui si cammina ed esplora molto, a metà tra il surreale e l'incubo. Non mancano comunque trovate interessanti lato gameplay, come la gestione della propria tuta spaziale con ossigeno, il palmare da polso per interagire con gli oggetti, e i puzzle ambientali. Ottima anche la conversione su PlayStation 4, che ci ha dato un paio di problemi solo in rare situazioni.

PRO

  • Ottima conversione
  • Riferimenti a Lovecraft intelligenti e ben dosati
  • Giusta alternanza tra esplorazione ed enigmi

CONTRO

  • Breve, seppur intenso
  • Nessun nuovo contenuto o bonus
  • Scarsa rigiocabilità