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Katana Zero, la recensione

Uno stealth action con elementi platform che ci cala nei panni di un infallibile assassino, ecco Katana Zero e la sua recensione.

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   21/04/2019
Katana Zero
Katana Zero
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I primi momenti di Katana Zero possono trarre in inganno, apparendo come un semplice action platform con elementi stealth sotto una superficie grafica che non presenta particolari caratteristiche peculiari, in mezzo alla grande quantità di giochi 2D con grafica pixellosa. Tuttavia, basta provare i primi schemi per ritrovarsi risucchiati in un meccanismo perfetto, fatto di tempismo, velocità di esecuzione e strategia, in grado di esaltare il giocatore facendolo calare nei panni di un infallibile assassino samurai armato di katana. Si scopre ben presto, peraltro, che questo gameplay ottimamente strutturato si basa anche su un sostrato narrativo di un certo interesse, in grado di proporre dialoghi per nulla banali e situazioni alquanto bizzarre, inserendo il tutto all'interno di una cornice futuristica pseudo-cyberpunk che fa un ottimo lavoro nel compattare l'esperienza di gioco in un racconto ritmato e interessante. C'è chiaramente un po' di Hotline Miami al suo interno e alcune soluzioni ricordano addirittura il buon vecchio Viewtiful Joe, ma il composito mix di elementi alla base di Katana Zero, protagonista di questa recensione, funziona in maniera pressoché perfetta, almeno finché dura.

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In un mondo del futuro appena uscito da una lunga guerra tra due opposte fazioni che ha lasciato segni in tutta la civiltà, misteriose organizzazioni occulte sembrano prendere parte a giochi di potere sulla pelle di una popolazione soggiogata e tenuta all'oscuro di tutto. Protagonista della storia è un assassino vestito come un samurai e armato di katana che viene comunemente chiamato "The Dragon", veterano di guerra ma completamente privo di memoria come conseguenza di una grave ferita. Oppure no? Nonostante il gameplay sia tutto impostato sull'azione, la narrazione è costruita con una notevole maestria e comprende allucinazioni, incubi, deliri, sessioni dallo psicanalista e telefonate misteriose, il tutto per instillare costantemente il dubbio su quello che pensiamo di essere e addirittura sul fatto che ciò che stiamo vedendo sullo schermo stia realmente accadendo, in una progressiva caduta delle certezze e scoperta di nuovi e oscuri retroscena. Si parte con l'essere dei semplici sicari che eseguono ordini senza fare domande ma si finisce per ritrovarsi in un vortice di questioni esistenziali che portano a conseguenze e situazioni veramente inaspettate, anche grazie al particolare sistema di dialogo che consente di scegliere varie possibilità di interazione e atteggiamento da adottare.

Maestro di spada

La storia è ben più che un semplice contorno in Katana Zero e contribuisce fortemente a caratterizzare il gioco infondendo un'atmosfera tutta particolare, che forse il suo aspetto potrebbe non far emergere più di tanto, ma è sicuramente il gameplay il fulcro di tutta l'esperienza. L'azione viene proposta come se fosse una continua pianificazione di mosse da attuare per affrontare ogni livello fino a trovare la soluzione definitiva: ecco perché, invece di un "game over", la morte del protagonista porta con sé la scritta "No, questo non funzionerebbe" e ci riavvia all'inizio dello schema. Capiamo così che quello a cui stiamo assistendo a una sorta di schema mentale del protagonista e che la vera azione corrisponde solo alla run in cui effettivamente riusciamo a completare il livello, che viene prontamente registrata su videocassetta per poter essere rivista per intero, in una soluzione bizzarra ma che trova spiegazione all'interno della strana cornice narrativa di Katana Zero. In ogni caso, è un sistema che funziona benissimo sia per stimolare a continuare a tentare, visto che i checkpoint sono ravvicinati e le perdite di tempo ridotte praticamente a zero (proprio come accade in Hotline Miami), sia per incrementare l'esaltazione di una sequenza eseguita particolarmente bene con la possibilità di potersela rivedere registrata, oltre a trovare poi giustificazione nella storia.

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Il protagonista può saltare e sferrare colpi fulminei con la katana, rotolare, muoversi furtivamente, mimetizzarsi e lanciare oggetti ma anche manipolare il tempo, con la facoltà di rallentarlo per schivare e deflettere colpi con la lama o "prevedere il futuro". Quest'ultimo è l'espediente usato per spiegare la capacità del samurai di tentare sempre nuove soluzioni per completare i livelli, un potere conferitogli da una misteriosa droga che gli viene iniettata quotidianamente dall'inquietante psicanalista-boss e che gli consente di vivere e rivivere a più riprese una situazione fino a che non riesce a trovare la giusta soluzione. Non ci sono barre di energia da queste parti: con un colpo si eliminano i nemici ma ne basta uno solo anche per essere uccisi, cosa che comporta il fatto di morire facilmente e spesso. Ci sono dei notevoli picchi di difficoltà nel corso del gioco ma la facilità con cui si torna in partita è disarmante e rende davvero complicato staccarsi e concludere i tentativi, per quanto frustranti possano diventare le sessioni più avanzate. Nemici con abilità e armi differenti richiedono approcci diversi e diventa importante anche la capacità di sfruttare lo scenario a proprio vantaggio fra porte apribili, passaggi alternativi, oggetti da lanciare, elementi in cui nascondersi e sistemi di sicurezza da eludere e magari rivolgere contro i nemici. Insomma, i fendenti con la katana restano l'elemento basilare nell'azione di gioco, peraltro evidenziati da copiose quantità di sangue, ma oltre alla velocità d'esecuzione e alla precisione è necessario anche un certo approccio strategico per sopravvivere.

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Katana uno, nessuno e centomila

Il meccanismo del gameplay è talmente ben studiato che ci si ritrova a volerne di più, considerando che Katana Zero si completa in una quantità di ore piuttosto esigua (siamo tranquillamente sotto le 6 ore), rispetto agli standard odierni. Alcuni elementi del gioco, in grado di creare dei veri e propri colpi di scena, trovano poco spazio per esprimersi al meglio e il tutto sembra essere quasi un'anticipazione di quello che continuerà ad essere sviluppato forse in un nuovo capitolo. La storia c'è tutta, intendiamoci: la narrazione, come abbiamo detto, è ben strutturata e si interseca in maniera notevole con l'azione di gioco e anche con il particolare modo adottato per rappresentarla, tutto fatto di rewind, montaggi e registrazioni come se ci si trovasse di fronte a una vecchia VHS, ma alcuni aspetti potevano forse essere maggiormente approfonditi. In ogni caso il prezzo a cui viene proposto è ben commisurato al valore del gioco, solo che bisogna considerare una durata non particolarmente estesa e con pochi elementi che possano stimolare la rigiocabilità, al di là della volontà di vedere alcune variazioni possibili esclusivamente nell'ambito della storia, in base alle scelte da effettuare durante i dialoghi.

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Lo stile grafico adottato è un classico 2D pixelloso non troppo alternativo o carismatico rispetto agli standard tipici di questo genere in produzioni indie. Scenari e personaggi sono ben particolareggiati e le animazioni, in particolare, si distinguono per la loro ricchezza e fluidità, cosa che funziona bene anche per rafforzare l'esaltazione che deriva dal sistema di combattimento, ma forse a vedere gli screenshot può risultare difficile carpire il carattere piuttosto marcato di Katana Zero, che invece deriva dall'esperienza di gioco tra gameplay e narrazione. Molto particolari invece i numerosi effetti visivi applicati in post produzione, tra distorsioni e aberrazioni cromatiche varie che dovrebbero ricordare alcuni comportamenti tipici dei video analogici su videocassetta - tema ricorrente all'interno di tutto il gioco - oppure veri e propri errori di sistema che ampliano l'effetto di spaesamento di fronte alle situazioni più bizzarre in cui ci pone il gioco. Di ottimo impatto è inoltre la colonna sonora, che accompagna l'azione con opportune atmosfere fra techno e ambient a sottolineare l'ambientazione tendenzialmente cyberpunk. Il gioco purtroppo non è tradotto in italiano, almeno per il momento.

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Conclusioni

Versione testata Nintendo Switch
Digital Delivery Steam, Nintendo eShop
Prezzo 12,49 €
Multiplayer.it
8.5
Lettori (15)
8.6
Il tuo voto

Il gameplay fulmineo ma anche ragionato, con il suo sistema di combattimento esaltante, è l'elemento centrale di Katana Zero, in grado di renderlo un gioco impossibile da mollare finché non si è concluso. Il bello, però, è che l'azione in pieno stile samurai post-moderno è anche perfettamente supportata da una narrazione di ottimo livello, che propone dei momenti alquanto memorabili nelle sue pieghe più strane. Il problema è, casomai, che la conclusione tende ad arrivare un po' prima del previsto, lasciando l'impressione di un potenziale non del tutto espresso, ma nel complesso questo particolare stealth action risulta un'esperienza equilibrata e compatta, dotata di notevole carattere, anche se questo potrebbe non emergere a una prima occhiata veloce.

PRO

  • Gameplay veloce, ragionato ed esaltante
  • Il sistema "one shot one kill" stimola a tornare sempre sul gioco
  • La storia tocca argomenti interessanti ed è narrata in maniera particolare

CONTRO

  • Non dura molto
  • Il sistema di gioco non prevede una grande rigiocabilità
  • Alcune idee e personaggi potevano essere approfonditi meglio