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La Mulana 1 & 2, la recensione

A distanza di diversi anni, La-Mulana 1 & 2 arrivano insieme su console e sono ancora due piccoli capolavori

RECENSIONE di Giorgio Melani   —   10/03/2020

Sono passati tipo 15 anni dalla prima pubblicazione di La-Mulana, all'epoca un gioco talmente underground da non essere nemmeno arrivato in occidente, e nel frattempo la serie ha raggiunto una notevole notorietà, dunque è probabile che sappiate già bene cosa aspettarvi da questa recensione di La-Mulana 1 & 2 su Xbox One. Un breve excursus storico per far capire da cosa derivano i due titoli in questione: il primo La-Mulana uscì nel 2005 su PC come freeware e rimase confinato soprattutto in territorio nipponico, salvo raggiungere qualche pioniere occidentale espandendosi poi maggiormente grazie a una patch in inglese. La distribuzione globale giunse solo tra il 2011 e il 2012 con l'approdo su WiiWare e su PC di una versione interamente riveduta e corretta, una sorta di remaster generale del primo capitolo. Il successo di questo ha aperto la strada a La-Mulana 2, finanziato attraverso un Kickstarter nel 2014 e pubblicato inizialmente nel 2018. Infine, il lancio sulle piattaforme attuali giunge in questi giorni con la raccolta La-Mulana 1 & 2, che ripropone entrambi i capitoli insieme in un pacchetto fisico da collezione, disponibili peraltro anche separatamente in versione digitale.

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La-Mulana è uno dei migliori prodotti della scena indie giapponese, che prosegue parallelamente ma in maniera che si potrebbe definire concettualmente diversa da quella occidentale, sebbene le suddivisioni geografiche nell'attuale industria videoludica abbiano ormai poco senso. C'è però qualche caratteristica che ci porta a parlare di una particolare identità per il panorama underground nipponico: quello che si nota spesso, come in questo caso, è un forte legame con la tradizione classica del videogioco locale, una ricerca di soluzioni e stilemi storici e la volontà di riproporre delle sfide in grado di risultare impegnative come quelle dell'epoca 8-bit, ma filtrate attraverso un gusto più moderno e soprattutto una certa consapevolezza della maturità raggiunta dal medium. Questa visione porta a giocare con la narrazione e con elementi da meta-gioco, pur rimanendo saldamente ancorati a meccaniche solide e tremendamente impegnative. L'abbiamo visto con Cave Story, vero e proprio "padre" dei doujin e della scena indie nipponica, con Downwelle chiaramente con La-Mulana, che torna in forma completa e in un pacchetto doppio che sarebbe meglio non farsi sfuggire.

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Il primo capitolo di La-Mulana venne recensito su queste pagine nel 2012 e la valutazione sostanzialmente resta invariata nonostante gli anni passati. Questo perché, com'è evidente, questo gioco tende a trascendere una collocazione temporale precisa, sia per quanto riguarda l'aspetto estetico che soprattutto il suo gameplay. Si potrebbe definire un metroidvania ante litteram, visto che alla sua uscita originale, vicina peraltro a quella dell'altro esponente celebre del genere ibrido, Cave Story, tale sotto-genere non era ancora stato identificato in maniera nota come adesso e di certo non era così diffuso. Rappresenta però un esempio particolarmente calzante di quel misto di tipologie di gioco: è un platform 2D molto impegnativo, basato sul combattimento contro numerosi nemici che affollano i livelli all'interno di un'ampia mappa interconnessa, con la possibilità di aprire passaggi in seguito all'acquisizione di nuove abilità da parte del protagonista.

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L'obiettivo originale era di omaggiare i classici dell'MSX e in particolare Maze of Galious, ma soprattutto con il remake si è notevolmente arricchito ed espanso in termini di contenuti e meccaniche di gioco. Il protagonista è Lemeza, un archeologo/avventuriero armato di frusta che si ritrova ad esplorare rovine di antiche civiltà alla scoperta di numerosi misteri. Se l'idea può sembrare derivativa è perché in effetti lo è e anche in maniera volutamente palese, essendo anche questo un elemento di recupero dei classici del passato, ma il tutto è filtrato anche in un'ottica umoristica, prendendosi gioco dei cliché del genere avventura sia sul fronte cinematografico che soprattutto videoludico.

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Lemeza è in grado di colpire i nemici con la frusta e utilizzare un equipaggiamento che si amplia con l'avanzare nel gioco, acquistando nuovi oggetti e sbloccando ulteriori abilità avanzando nell'enorme mappa. Al di là dei boss, che possono essere alquanto impegnativi, i nemici sono minacciosi soprattutto per il loro numero, ma i rischi sono rappresentati in gran parte dalle numerose trappole e dalla disposizione delle piattaforme. Tuttavia, la sfida maggiore è rappresentata dai puzzle, soprattutto perché si presentano sparsi su aree molto ampie e spesso hanno soluzioni e collegamenti poco intuibili. A ben vedere, ci sono molti indizi per capire come agire all'interno delle numerose stanze della gigantesca mappa, ma è spesso necessario sbloccare nuove abilità - in particolare i nuovi software per il computer portatile che funge da supporto costante per Lemeza, nella traduzione di documenti e interpretazione di disegni - per decifrarli. In ogni caso, spesso gli enigmi sono "distribuiti" su varie zone della mappa e non è sempre facile capire immediatamente gli effetti delle nostre azioni. In questo senso, il puzzle design rischia spesso di essere un po' dispersivo, anche se c'è una spiegazione logica in ogni tassello, solo che può diventare chiara solo in un secondo momento, così come capita di capire il senso di alcune nuove acquisizioni in termini di equipaggiamento solo avanzando nella mappa, oppure dover tornare indietro nelle prime aree per sbloccare passaggi semi-dimenticati o poco visibili.

Non è nulla di nuovo, a ben vedere: è semplicemente l'essenza più pura del metroidvania, che fa del backtracking e della connessione totale della mappa i suoi elementi fondanti.

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Sei, sette anni dopo il primo capitolo e dopo l'immancabile campagna di raccolta fondi su Kickstarter conclusa con l'ovvio successo, La-Mulana 2 è giunto sul mercato ed è stato recensito da queste parti con un'ottima valutazione, che anche in questo caso non possiamo far altro che confermare. Meno incisivo del capostipite, per forza di cose, il secondo capitolo ha rappresentato però la perfetta evoluzione del concetto iniziale, migliorato e levigato (ma non troppo) fino a raggiungere una forma-videogioco che inizialmente può sembrare un poco più accessibile e trendy ma che dimostra presto di non rinunciare alle caratteristiche fondamentali della serie, ovvero il senso di sfida, la vastità e la difficoltà. La protagonista questa volta è Lumisa, la figlia di Lemeza che ha seguito le orme del padre diventando anche lei un'archeologa avventuriera e ora si ritrova a dover proprio cercarne le tracce perché il padre a quanto pare è scomparso. Il seguito si prende ancora meno sul serio del capostipite e la cosa appare evidente già dalle prime battute: il complesso di La-Mulana è diventato un'attrazione turistica gestita dal vecchio Xelpud, che nel frattempo sembra aver fatto un bel po' di soldi ed essersi dato a una vita dissoluta, ma sempre con una grande passione per l'informatica (nonché per le donne, e l'avvenenza di Lumisa non passa certo inosservata). Le rovine versano in uno stato pietoso ma questa nuova situazione consente di inserire numerose gag nell'esplorazione della mappa, derivanti dai vari avvisi e informazioni turistiche disseminate in giro. All'interno del consueto labirinto di stanze, corridoi ed enigmi scopriamo inoltre una nuova area responsabile degli oscuri eventi occorsi di recente, ovvero la misteriosa Eg-Lana.

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Anche in questo caso la mappa è enorme, ramificata e stratificata e il gioco fa di tutto per farvi perdere nei suoi meandri. Le stanze sono disseminate da indizi e la progressione del personaggio, che consente l'acquisto di nuovo equipaggiamento e abilità utili, semplificano solo parzialmente l'esplorazione. Il level design può sembrare facilmente convoluto, artificiosamente complesso, rispetto anche a molti metroidvania moderni, anche perché la mappa tende a non fornire indicazioni e questo unito alla dispersività dei puzzle, che si dipanano su diverse stanze e anche aree differenti, può creare confusione ed essere addirittura frustrante. Si tratta di un gioco che richiama veramente uno spirito d'altri tempi e nelle sue stranezze e difficoltà eccessive ricorda soprattutto Castlevania 2: Simon's Quest. Dovete insomma tenere presente questo livello di sfida approcciandovi a La-Mulana 2 e magari accompagnare l'esplorazione con qualche appunto su un foglio di carta, tanto per far capire a che livelli di nostalgia ci troviamo.

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La struttura basata sull'esplorazione tra piattaforme e soluzione di enigmi, il sistema di combattimento incentrato sulla frusta - altro richiamo evidente a Castlevania - l'enormità della mappa che richiede backtracking e continua ricerca sono tutte derivate direttamente dal primo La-Mulana, qui però spinte al parossismo: è vero che il gioco appare più morbido, più curato sotto molti aspetti e meno ruvido, ma preme anche in maniera decisa sugli elementi peculiari del primo, diventando ancora più ampio e ancora più difficile sotto molti aspetti. Un'evoluzione in termini meccanici si ritrova nell'organizzazione dell'interfaccia, che rende più semplice di prima la lettura dei messaggi da parte degli NPC e l'accesso alle app di supporto del portatile, che peraltro sono sottoposte a una forma di micro-gestione a parte vista la necessità di installarle e disinstallarle alla bisogna a causa dello spazio limitato.

Un pacchetto di gioie e dolori

L'estrema somiglianza tra La-Mulana e La-Mulana 2 diventa ancora più evidente nel nuovo pacchetto onnicomprensivo, dove li troviamo fianco a fianco. L'edizione da collezionisti è però destinata soprattutto a coloro che già apprezzano la serie e hanno intenzione di dedicare uno spazio fisico all'opera di Nigoro con tanto di pacchetto speciale e bonus fisici e tangibili. L'effetto overdose che la raccolta può generare facilmente è dunque ben assimilabile dai cultori. Tutti gli altri potrebbero trovarsi a scegliere tra l'acquisto di uno o dell'altro capitolo e in questo senso la scelta è difficile: il primo capitolo ha la forza incisiva dell'originale, dotato forse di una compattezza maggiore e più contenuto rispetto alle esagerazioni del secondo, ma La-Mulana 2 è sicuramente più curato in ogni comparto, dalla grafica al gameplay, emergendo forse come sintesi migliore dei concetti espressi dalla serie. I due episodi sono molto simili nell'aspetto anche perché il secondo recupera parte delle ambientazioni originali ridisegnandole secondo un nuovo stile, ma questo vale soprattutto per l'inizio, visto che lo sviluppo più profondo dei giochi segue dinamiche diverse e si apre in scenari molto differenti. La scelta tra i due è dunque difficile perché se il secondo è probabilmente il più consigliabile a causa di un aspetto migliore e una maggiore ricchezza di contenuti, è anche vero che spinge ancora di più sulla difficoltà a lungo andare, dunque bisogna essere preparati. Il primo capitolo diventa comunque un must nel caso in cui vi facciate prendere dallo spirito di La-Mulana, ma a quel punto è possibile che consideriate seriamente l'acquisto del pacchetto completo della Hidden Treasure Edition.

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Quello che c'è da tenere sempre presente, tuttavia, è che a dispetto anche del loro aspetto pacioso questi giochi sono estremamente impegnativi, quasi masochistici: in questo senso, sebbene il parallelo sia per molti versi improprio, si può dire che La-Mulana 2 faccia appello a quello spirito incentrato sulla sfida estrema che ha decretato in tempi moderni il successo dei soulslike, quello che alcuni chiamano il "masocore". La difficoltà si unisce qui alla vastità delle ambientazioni e richiama più da vicino la tradizione classica dell'action adventure in 2D d'altri tempi: una cosa che può spiazzare il videogiocatore moderno è la mancanza di tempo dedicato alla preparazione iniziale, dunque. Il tutorial sostanzialmente non c'è, i meccanismi del gioco vanno scoperti mano a mano che ci addentriamo al loro interno, esattamente come accadeva un tempo quando le informazioni erano demandate al libretto di istruzioni e il gioco si limitava a lanciarci nel bel mezzo dell'azione. A proposito, proprio in linea con questo spirito Nigoro ha messo a disposizione una guida ufficiale in digitale di oltre 60 pagine che richiama i buoni vecchi manuali di una volta, studiatevela a questo indirizzo.

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Conclusioni

Versione testata Xbox One
Digital Delivery PlayStation Store, Xbox Store, Nintendo eShop
Multiplayer.it
8.8
Lettori (3)
7.9
Il tuo voto

La-Mulana 1 & 2 sono due perle che qualsiasi giocatore dovrebbe provare, anche solo per capire da cosa si è originato il fenomeno metroidvania e a quali punte qualitative possa aspirare. Sono anche giochi poco accessibili e forse eccessivamente impegnativi, costruiti su un level design punitivo che richiede veramente molta dedizione. Se siete disposti ad affrontare la sfida, i giochi sapranno ricompersarvi con grandi soddisfazioni, così come accadeva un tempo e succede ancora per titoli come i soulslike. Il pacchetto retail con entrambi i capitoli e tutti i bonus extra ha un costo che ovviamente lo rende appetibile soprattutto ai grandi appassionati, ma a tutti gli altri è consigliabile sperimentarne almeno uno (tendenzialmente La-Mulana 2) e valutare poi se sia il caso di provare l'avventura completa, perché almeno un tentativo di entrare in questo meraviglioso mondo crudele andrebbe veramente fatto.

PRO

  • Ampiezza sconvolgente e mappa interconnessa
  • Puzzle impegnativi e stimolanti
  • Caratterizzazione molto ironica e piacevole

CONTRO

  • Può risultare facilmente frustrante
  • Una maggiore chiarezza della mappa non avrebbe guastato
  • I due capitoli sono piuttosto simili, come ambientazioni e struttura