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Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten, la recensione dell’ultimo gioco della serie Utawarerumono

Con questa recensione, Monochrome Mobius debutta anche in Europa: la recensione a base di Giappone feudale, misteri da svelare e combattimenti a turni.

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten, la recensione dell’ultimo gioco della serie Utawarerumono
RECENSIONE di Simone Pettine   —   01/09/2023

Gli anniversari sono sempre l'occasione giusta per tornare sul mercato e proporre qualcosa di nuovo (o di vecchio, ma rinnovato) ai propri fan. Questa volta è il turno del franchise Utawarerumono, forse alla maggior parte dei lettori del tutto sconosciuto, benché in realtà negli ultimi anni sia riuscito a ritagliarsi, anche in Occidente, una nicchia di cultori fedelissimi. Gli stessi cultori che certo non furono felici, lo scorso anno, di apprendere della "pubblicazione ritardata" di Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten su territorio europeo.

Monochrome Mobius è, infatti, disponibile in Giappone già dal novembre 2022, mentre noi abbiamo dovuto attendere quasi un anno intero per la localizzazione (in lingua inglese) e l'annessa distribuzione. Tant'è, a breve potrete accompagnare Oshtor e Shunya nelle rispettive avventure per il continente; cosa che noi abbiamo ovviamente già fatto per la recensione di Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten, motivo per cui siamo qui per raccontare e valutare gli aspetti salenti della produzione, in modo che possiate sapere che cosa vi aspetta (ammesso che abbiate resistito alla tentazione di fruire dell'intera avventura in lingua originale su YouTube o Twitch).

La trama di Monochrome Mobius e la ricerca del proprio padre

Il protagonista di Monochrome Mobius
Il protagonista di Monochrome Mobius

Leggete senza temere alcuno spoiler: spenderemo qualche parola sulla trama di Monochrome Mobius proprio perché quest'ultima rappresenta uno degli aspetti più riusciti dell'intera produzione. Una volta tanto - non è infatti così scontato - la narrazione principale fa da vero collante, sensato, agli incontri tra personaggi principali e secondari, ospitando in uno sfondo coerente le rispettive vicende personali e le loro ambizioni. Il tema fondamentale resta comunque la ricerca del proprio padre, e coinvolge direttamente il protagonista, Oshtor (anche se assume naturalmente anche significati simbolici).

La premessa narrativa è facilmente riassumibile. Oshtor vive con la madre e la sorella più piccola in un paese di frontiera della regione di Ennakamuy, in una sorta di Giappone feudale intriso di magia e mostri, nonché fortemente influenzato dalla cultura Ainu. Un giorno, mentre cerca di risolvere un problema locale nella sparizione di alcune provviste, incontra Shunya, guerriera abile con la katana tanto quanto Oshtor. In modo allusivo ma comprensibile, Shunya svela al ragazzo che il padre, da tempo creduto morto, è in realtà ancora vivo, anche se la sua posizione è attualmente sconosciuta.

Comincia così un viaggio che condurrà entrambi - con l'aggiunta degli altri membri del party - nel paese di Arva Shulan, misteriosamente assente sulle mappe del regno; la ricerca del genitore si ricollegherà alla trama principale mostrata nel filmato di apertura, in cui Shunya attraversa un portale proprio per cercare aiuto nel momento dell'assalto della casata nemica. Nonostante alcuni momenti più o meno prevedibili, la storia di Monochrome Mobius è davvero interessante, oltre che longeva - per arrivare al finale (aperto, e forse per un motivo...) -impiegherete anche cinquanta ore, se vi dedicherete a tutte le missioni secondarie.

Un plauso va anche alla caratterizzazione dei personaggi, almeno di quelli principali: oltre a Shunya e Oshtor, anche la giovane Munechika e lo spadaccino Mikazuchi mostrano una personalità coerente ma non stereotipata, che andrà arricchirsi di ulteriori sfaccettature grazie alle vicende vissute. Lo stile narrativo resta comunque quello nipponico, dunque (anche se meno invasivi rispetto al solito) aspettatevi anche qualche siparietto meno riuscito, ma "necessario" al genere di riferimento.

Gameplay: combattimenti a turni e… uno strano anello

I combattimenti non sono tutto: servirà anche tanta esplorazione per proseguire in Monochrome Mobius
I combattimenti non sono tutto: servirà anche tanta esplorazione per proseguire in Monochrome Mobius

Monochrome Mobius presenta la struttura di un RPG con combattimenti a turni, tutto rigorosamente in 3D - le uniche sequenze in due dimensioni sono riservate alle numerosissime fasi di dialogo, in stile visual novel. L'alternanza tra le visuali, ad ogni modo, non reca fastidio, e corrisponde bene alle attività che in fondo il titolo propone, vale a dire l'esplorazione degli ambienti, i combattimenti contro mostri e nemici umani, infine l'interazione tra i vari personaggi necessaria affinché la trama possa proseguire.

L'aspetto maggiormente originale risiede nella gestione dei combattimenti. È vero che le tipologie di attacco sono abbastanza basilari (per non dire esigue, per quanto riguarda la differenza tra offensive fisiche e abilità speciali), ma la gestione dei turni è sufficientemente stimolante. Questi ultimi, infatti, si alternano in base a un curioso schema ad anelli concentrici, mostrato in ogni momento nel lato superiore sinistro dello schermo: quando l'indicatore di un determinato guerriero raggiunge la sua specifica posizione lungo il cerchio dell'anello, allora la sua azione può essere eseguita. L'elemento strategico consiste nella possibilità di "avvicinare le sovrapposizioni" attaccando prima del previsto, o allontanando continuamente il turno del nemico paralizzandolo con attacchi successivi.

Ed ecco il famoso anello che scandisce i combattimenti di Monochrome Mobius
Ed ecco il famoso anello che scandisce i combattimenti di Monochrome Mobius

È un sistema più difficile da spiegare che da apprendere, complicato naturalmente dalla possibilità di potenziare il proprio equipaggiamento e di apprendere nuove mosse in base ai quattro personaggi del party. L'aspetto negativo di tutto ciò non consiste tanto nel sistema in sé, quando nel livello di difficoltà di Monochrome Mobius, che è davvero tarato verso il basso - anche impostando sin dall'inizio la modalità estrema. Per poter fruire di un vero livello di sfida, fidatevi di noi ed evitate accuratamente i potenziamenti dei vostri eroi, altrimenti non ci vorrà davvero nulla per sconfiggere persino i boss delle varie aree di gioco.

A proposito di pregi e difetti

Ok che la grafica non è tutto ma... quella di Monochrome Mobius avrebbe potuto essere migliore
Ok che la grafica non è tutto ma... quella di Monochrome Mobius avrebbe potuto essere migliore

Abbiamo già elencato tra i pregi di Monochrome Mobius almeno la bontà della narrazione principale e la caratterizzazione dei personaggi: aggiungiamo ora la longevità, notevole per quello che non può comunque essere considerato un tripla A, e la direzione artistica nel suo complesso. Tuttavia, non possiamo non storcere il naso alla presenza di difetti altrettanto notevoli, su tutti quelli riguardante il comparto tecnico.

Passino i filmati nel motore di gioco, così come le sequenze in due dimensioni, ma l'esplorazione di villaggi e di terre selvagge è davvero fiaccata da pochissimi elementi a schermo, da una grafica a tratti vecchia di due generazioni e da un design dei mostri quantomeno discutibile. Aggiungiamo anche che, eccezion fatta per i combattimenti, la "linearità" di Monochrome Mobius risponde a tutti gli elementi di prevedibilità insiti nel genere: si visita un villaggio, si combattono mostri per salire di livello, si seguono i dialoghi, si potenzia il party e si ricomincia, senza veri e propri spunti aggiuntivi. Va detto che, ormai, forse i fruitori avranno anche smesso di cercarli.

Conclusioni

Versione testata PlayStation 5
Digital Delivery Steam, PlayStation Store
Prezzo 59,99 €
Multiplayer.it
6.0
Lettori (2)
8.2
Il tuo voto

Monochrome Mobius: Rights and Wrongs Forgotten è un RPG che può vantare essenzialmente due frecce al proprio arco: la storia e la caratterizzazione dei personaggi. Tutto il resto funziona, ma è mutuato da una miriade di titoli pressoché identici: esplorazione, "livellamento", interazioni con il villaggio del momento, potenziamenti di vario tipo all'equipaggiamento e alle abilità. Di originale c'è almeno la gestione del sistema di combattimento, affidata ad uno schema ad anello, che comunque avrebbe potuto essere maggiormente approfondito, complice anche l'estrema semplicità con cui è possibile portare a termine, in pochi secondi, qualsivoglia combattimento. I fan di Utawarerumono, comunque, lo adoreranno, così come chiunque è in grado di perdonare anche i più evidenti difetti della persona amata. Oshtor e Shunya ringraziano.

PRO

  • Storia intrigante
  • Personaggi ben caratterizzati
  • Longevo

CONTRO

  • Tecnicamente molto debole
  • Livello di difficoltà quasi inesistente
  • Tante meccaniche e idee, ma quasi tutte già viste (e meglio)