Il quinto episodio di Moon Knight sarebbe stato un'ora di grandissima televisione... se solo non fosse stato anche il penultimo di una serie che ancora non si è capito cosa voglia essere. Prendendo in prestito le parole immortali del dottor Ian Malcolm, fino alla settimana scorsa ci siamo chiesti se fosse "previsto che si vedesse Moon Knight, in questa serie che si intitola Moon Knight", ma Disney+ continua a fare orecchie da mercante e tutt'ora non siamo riusciti a inquadrare la sua esistenza in seno alla cosiddetta Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
Vogliamo chiarire una cosa, già che ci siamo. Che Moon Knight possa essere completamente slegata dal MCU, ci può anche stare. Per alcuni è addirittura meglio così. Ma il grande affresco dei Marvel Studios si è sempre basato su un motto da quando ha cominciato a svilupparsi oltre quell'Iron Man del 2008: "It's all connected", è tutto collegato. È la sua principale caratteristica, proprio come nei fumetti Marvel che traspone in carne e ossa e computer grafica. Se gliela togliamo, resta un prodotto che deve reggersi sulle sue gambe con un'identità forte e decisa: paradossalmente, Moon Knight, che dovrebbe averne almeno tre, non sembra averne neanche una.
Come al solito, occhio agli spoiler: cercheremo di restare vaghi, ma nella nostra recensione dell'episodio 1x05 di Moon Knight potrebbe esserci qualche anticipazione. Magari leggetela dopo aver visto la puntata e fateci sapere cosa ne pensate.
Un dramma famigliare
Un nome: Oscar Isaac. Sul talento dell'attore guatemalteco c'erano pochi dubbi già da tempo, ma questo episodio conferma la sua versatilità. Isaac praticamente ne regge sulle proprie spalle l'intera durata, confrontandosi con sé stesso in una situazione che mette finalmente faccia a faccia le due personalità che abbiamo conosciuto finora: Steven Grant e Marc Spector.
L'episodio è quello che si definirebbe un "character study", anche non si capisce dove finisca quello di Marc e inizi quello di Steven. Finora abbiamo passato più tempo con quest'ultimo e lo abbiamo visto "crescere" nel corso di quattro settimane. Steven ha iniziato la storia come un uomo spaesato e confuso in una situazione più grande di lui e pian piano ha tirato fuori gli attributi, restando però una mite voce della ragione. Il nuovo episodio gioca quindi sull'attrito fra i caratteri diversi di Marc e Steven: mentre il primo viene a patti coi suoi ricordi, l'altro deve fare i conti con una terribile verità.
L'episodio è un vero pugno nello stomaco per chi ha avuto genitori violenti o lutti in giovane età. In questo senso, il dramma di Marc è umano e riconoscibile: Rebecca Kirsch e Matthew Orton, che firmano il copione, sono riusciti finalmente a stabilire un'empatia tra protagonista e spettatore, ma forse è troppo poco e troppo tardi. Nella Duat abbiamo visto le vittime di Marc, ma abbiamo passato davvero pochissimo tempo in compagnia di quest'ultimo per inquadrare i suoi tormenti o il suo senso di colpa. Per come stanno le cose, quei fantasmi a noi appaiono come comparse o nemici generici che i nostri affrontano brevemente negli ultimissimi minuti e non ci trasmettono nulla di più.
Certo, non tutti elaborano un dramma famigliare generando una personalità secondaria - se non di più, eh - per poi ritrovarsi pure a fare da avatar per un dio egizio con manie di grandezza. L'episodio 5 di Moon Knight è, insomma, la vera e propria origin story di questo supereroe che però abbiamo visto in azione davvero pochissimo: non è un problema che ce l'abbiano raccontata a serie cominciata, ma a ridosso dalla fine.
Ippopotami e dottori
Praticamente l'intero episodio ruota intorno ai flashback con Oscar Isaac: sparisce anche Layla, ma torna Ethan Hawke a interpretare il dottor Harrow. Si tratta, in effetti, di un riferimento alla prima apparizione originale del personaggio nei fumetti di Moon Knight: qualche settimana fa vi abbiamo spiegato che i Marvel Studios hanno scelto un nemico apparso pochissimo nella storia editoriale del Pugno di Khonshu, trasformandolo in un santone quando in principio era effettivamente un medico specializzato nello studio del dolore. Nel quinto episodio il flemmatico Hawke lo interpreta come una proiezione di Marc e Steven che immaginano la Duat come un ospedale psichiatrico.
La Duat era in effetti l'anticamera dell'Aldilà per gli egizi: i morti venivano giudicati dalla bilancia di Anubi e se il peso del loro cuore corrispondeva a quello della piuma di Ma'at, allora era concesso loro di trapassare nel regno dei morti vero e proprio. In caso contrario, scomparivano completamente nel nulla, che era un destino ancora peggiore della morte.
Con tutta questa mitologia egizia di cui parlare, la serie TV ha sacrificato tantissimo un altro aspetto rilevante del personaggio di Moon Knight nei fumetti: le sue origini ebraiche. E dire che nelle settimane precedenti all'uscita del primo episodio, si era letto che sarebbero state molto importanti. L'episodio 5, invece, rivela quasi di straforo che la famiglia Spector fosse ebrea. Nei fumetti questo aspetto è importante perché Elias Spector è un rabbino sfuggito ai nazisti e Marc scopre che un altro rabbino loro amico è in realtà un cacciatore di ebrei. Gli autori della serie TV hanno praticamente cancellato questa parte un po' anacronistica del personaggio per ricondurre i suoi traumi infantili alla morte del fratellino (che nei fumetti, per assurdo, sarebbe diventato prima un mercenario a sua volta e poi un cattivo noto come Shadow Knight).
Le origini rimaneggiate tutto sommato non ci disturbano così tanto, ma l'episodio finale dovrà rispondere a due domande. La prima: che ne sarà di Steven? È davvero scomparso, lasciando il campo libero a Marc? Questo significherebbe che non vedremo più il suo alter ego in costume, Mister Knight? E poi: perché a giudicare Marc/Steven abbiamo trovato la buffa Taweret in computer grafica e non Anubi? Che ne è stato del dio sciacallo? Tra parentesi: plauso agli effetti speciali, perché il modello in computer grafica di Taweret era davvero convincente, così come le riprese della nave che solca il mare del deserto nello scenario ultraterreno.
A parte questo, però, Moon Knight 1x05 conferma sempre di più la nostra opinione che la serie - contrassegnata come Limited da Disney+ e quindi apparentemente vincolata a un'unica stagione - sia stata un vero spreco di talenti e risorse. La corsa finirà la prossima settimana, quando scopriremo se l'ultimo episodio - che dovrebbe essere più lungo del solito - riuscirà a chiudere in maniera efficace questa strana parentesi televisiva o se si risolverà nell'ennesima scazzottata a suon di effetti speciali. Se non altro rivedremo Isaac in costume.
Conclusioni
Il quinto episodio di Moon Knight è girato benissimo e recitato anche meglio e apprezziamo la scelta coraggiosa di prendere le distanze dai cinecomic con qualcosa di molto più maturo e comprensibile come i traumi e la violenza domestica, ma una narrativa di questo tipo avrebbe avuto senso in una stagione più lunga e in un momento che non fosse l'anticamera del gran finale. Sarà dura risolvere tutto in un solo episodio, ma la prossima settimana saremo in prima fila per capire soprattutto quale futuro potrebbe avere Moon Knight nella Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
PRO
- Oscar Isaac è anche più gigantesco del solito
- È l'origin story di Moon Knight
CONTRO
- L'identità in costume continua a vedersi veramente poco
- Niente più Mister Knight!?