Tra il 2001 e il 2004, anni in cui vennero pubblicati per la prima volta, su Game Cube, Pikmin e relativo sequel, il concetto di Nintendo Difference era più cavalcato che mai. Da una parte serviva al reparto marketing dell'azienda nipponica per sottolineare la differente cultura che guidava la creazione e lo sviluppo delle produzioni interne rispetto a quelle della concorrenza. Dall'altra, tornava utile agli irriducibili fan della Grande N per controbattere alla scarsità di titoli terze parti che arricchivano la softeca dell'amata console a 128-bit.
In quell'epoca ricca di esperimenti e titoli bizzarri, periodo storico anticipatore della generazione targata Wii e Nintendo DS in cui la sbandierata "difference" si sarebbe tradotta in un'autentica rivoluzione con conseguente rottura di tutto ciò che proponevano Sony e Microsoft, Shigeru Miyamoto e compagni diedero (l'ennesima) prova di tutto il loro estro creativo.
Tra simulatori di flipper con comandi vocali, Odama, e giochi di formazione il cui l'unico scopo era di risanare un debito stratosferico accumulato, GiFTPiA, il papà di Super Mario trovò anche tempo e modo di tradurre in poligoni e texture le sue fantasie partorite osservando la vita animale e vegetale del suo giardino. Una visione quasi onirica, che prese le dimensioni di una coppia di strategici all'apparenza edulcorati, che in realtà nascondevano un gameplay profondo, oltre che uno spiccato gusto per il macabro.
Dopo vent'anni dopo e un adattamento per Wii, i primi Pikmin sono ancora in grado di ammaliare e divertire? Rappresentano un gustoso antipasto in vista di Pikmin 4? Tutte le risposte che cercate sono contenute nella recensione di Pikmin 1 + 2 HD.
Invecchiare con stile
Ritrovarsi dopo così tanto tempo nuovamente nei panni del Capitan Olimar può regalare brividi di emozione ai videogiocatori più attempati che, per un motivo o l'altro, non hanno avuto più l'occasione di giocare a Pikmin 1 e 2 dopo la loro pubblicazione originaria. Sin dall'avvio della prima partita si è quasi inspiegabilmente spinti a compiere azioni, a svolgere compiti in sequenza, a preoccuparsi di fattori specifici seguendo l'istinto, affidandosi a una memoria muscolare sopita, ma tutt'altro che estinta. Il sorriso, persino la lacrima carica di nostalgia è quasi inevitabile per chi ai tempi del Game Cube era poco più che un ragazzino. Quelle musiche, certe animazioni, il riesplorare alcuni scenari, il doversi confrontare con gli esemplari di una fauna poco amichevoli con i Pikmin e Olimar, regala brividi a fior di pelle, tanto più intensi quanto più si è amata, all'epoca, la coppia di giochi prodotti da Shigeru Miyamoto.
Per chi non avesse idea di cosa siano Pikmin 1 e 2, parliamo sostanzialmente di due strategici in tempo reale in cui, nei panni del Capitano Olimar, dovrete farvi aiutare da buffe creature per metà animali e metà vegetali per recuperare, in scenari abitati da creature poco amichevoli, alcuni oggetti utili alla sua causa.
Come in un qualsiasi RTS dovrete quindi guidare le truppe in combattimento, all'esplorazione, al recupero di carcasse di nemici e pillole necessarie per rinfoltire le fila. Ma se in altri congeneri lo si fa a partire da una comoda visuale isometrica, completamente distaccati dall'azione vera e propria, qui sarete scaraventati sul campo, controllando direttamente Olimar, a impartire ordini e preoccupandovi che nessuno si metta nei guai o finisca tra le fauci di un predatore.
Il primissimo capitolo, anche per forza di cose, è quello che supera meno brillantemente la prova del tempo. L'adattamento, esattamente come per il sequel, non ha apportato novità in termini contenutistici, né è stata prevista una profonda rivisitazione grafica. La bassa definizione delle texture si palesa soprattutto sullo schermo grande della TV, mentre l'aggiornamento della rapporto dello schermo, che passa dagli originali 4:3 agli odierni 16:9, ha prodotto qualche piccolo problema di proporzioni dell'interfaccia di gioco.
Nulla di così grave, né di così impattante, beninteso. Grazie a un frame rate granitico, a modelli poligonali tutto sommato ben confezionati e allo stile artistico adottato dal gioco, Pikmin non sfigura particolarmente neanche oggi, soprattutto in modalità portatile, dove si notano meno gli elementi su schermo a bassa definizione.
Dove inizia a farsi sentire il tempo che avanza è nei controlli. Utilizzando pulsanti e leve si nota una certa legnosità di fondo, oltre alla quasi totale ingovernabilità della telecamera, davvero difficile da gestire soprattutto per quanto riguarda lo zoom. Utilizzando gli accelerometri dei Joy-Con, ereditando quindi la configurazione già vista all'opera su Wii, il lancio dei Pikmin avviene con molta più naturalezza e precisione, ma vi lamenterete oggi come allora per la difficoltà con cui indirizzerete la truppa di piccoli aiutanti alle vostre spalle, soprattutto nei passaggi più stretti e pericolosi, in cui si rischia sempre qualche dolorosa perdita per l'impossibilità di gestire meglio la folla.
L'obbligo di completare la missione entro trenta giorni virtuali causa ancora la stessa ansia di sempre e impone al videogiocatore completista un livello di perfezione davvero asfissiante. Bisogna avere le idee chiare, pensare in fretta alla mossa successiva, perdere meno Pikmin possibile quando lo scontro diventa inevitabile. Come in passato, la tripartizione delle truppe in rossi, forti nel combattimento, gialli, gli unici in grado di trasportare bombe, e blu, dotati di branchie, incentiva l'utente a sfruttare al meglio le unità a propria disposizione.
Ciò che non è invecchiato di un giorno, semmai, è proprio l'efficacia del gameplay che lavora in combinazione con un design dei livelli e con un bestiario di nemici ancora oggi sorprendente. La genialità con cui Nintendo è riuscita a confezionare una mezza dozzina di scenari, riempiendoli di sentieri più o meno celati alla vista e di famelici animaletti golosi dei nostri Pikminm, è lampante oggi come ieri. Al di là dell'imperante e opprimente limite di tempo imposto dall'avventura, il primo capitolo della serie si dimostra un RTS godibilissimo, brillante, impegnativo pur essendo comunque alla portata anche dei neofiti del genere.
Pikmin 2, un sequel con ancora molto da dare
Pikmin 2, dal canto suo, si dimostra tanto più un gioco al passo con i tempi. Svincolato com'è da qualsiasi limite di tempo entro cui completare l'avventura, introduce tre novità< in termini di gameplay che rendono ancora più profonda, sorprendente e appassionante la formula di gioco.
La prima è la possibilità di cambiare in qualsiasi momento il personaggio controllato. Loulie, infatti, in questo sequel accompagnerà il buon Olimar nella sua missione di raccolta di tesori sul pianeta dei Pikmin, spedizione necessaria per estinguere il debito accumulato dall'azienda per cui lavorano i due. Il level design è ovviamente declinato alla presenza di due eroi controllabili e, con la complicità delle capacità strategiche del videogiocatore, amplia il ventaglio di azioni e operazioni coordinate possibili e spesso necessarie per spianarsi la strada nelle varie ambientazioni.
Secondariamente sono state aggiunte due nuove tipologie di unità. Da una parte abbiamo i tarchiati e piazzatissimi Pikmin viola, forzuti e pesanti, ideali nel combattimento o per trasportare facilmente i tesori rinvenuti sul campo. Dall'altra, invece, gli esili Pikmin bianchi, immuni al veleno e persino nocivi se ingurgitati dalle creature ostili, caratteristica alla base di strategie tanto grottesche, quanto efficaci. La presenza di queste due nuove tipologie di aiutanti, che si sommano alle tre del precedente episodio, porta con sé tutta una serie di nuovi ostacoli e problematiche a cui il duo di protagonisti dovrà fare fronte, a tutto vantaggio del level design che, mai come prima d'ora, si apre a soluzioni innovative grazie anche alla presenza dei dungeon.
Slegati dagli scenari più classici, queste ambientazioni, che rappresentano la terza grande novità di Pikmin 2, si snodano in aree e cunicoli piuttosto ampi e intricati, naturalmente abitati da boss particolarmente difficili da abbattere. Grazie al tempo ulteriormente dilatato, l'esplorazione non è mai fonte di stress, nonostante permanga la regola di tornare in superficie prima dell'arrivo della notte. Anche in queste zone, difatti, si dovrà stare bene attenti a rientrare alla base prima del calare del sole, se non si vuole perdere ogni Pikmin lasciato per strada, caratteristica che era già alla base del gameplay del predecessore.
Anche il sequel, in termini di adattamento, non ha subito significative migliorie, né sul piano dei contenuti, né su quello prettamente grafico. L'alta risoluzione gioca il suo ruolo, indubbiamente, ma al di là di un frame rate impeccabile, fanno bella mostra di loro, anche in questo caso, texture sgranate e animazioni non sempre convincenti. Più reattiva la camera, ma si ripresenta immutata la lieve legnosità dei comandi già segnalata nel capitolo originale.
Nonostante qualche piccola sbavatura, nonostante il lavoro di ammodernamento avrebbe potuto essere ben più impattante, il discorso fatto per il prequel vale anche per Pikmin 2. Ci troviamo di fronte a un RTS godibile, originale, geniale, perfettamente in grado divertire e appassionare qualsiasi fan del genere o i neofiti in cerca di una produzione diversa dal solito.
Conclusioni
Pikmin 1 + 2 è il perfetto antipasto in vista di Pikmin 4. Nonostante siamo di fronte a un adattamento che fa il minimo indispensabile, la qualità della coppia di giochi proposta è tale da trovarci tuttora di fronte a due RTS assolutamente godibili oggi come ieri, adatti sia ai fan di lunga data del genere, sia ai neofiti in cerca di un'esperienza diversa dal solito. Nintendo non aveva alcuna intenzione di offrire al suo pubblico un remake, ma certamente una maggior attenzione in più alla veste grafica, o una lieve rifinitura alla telecamera, non avrebbe guastato. Nonostante qualche peccato di vecchiaia, nonostante una certa pigrizia nel proporre la coppia di titoli su Nintendo Switch, level design e gameplay propongono soluzioni geniali al punto da oscurare qualsiasi reticenza sulla produzione della Grande N. Se avete conosciuto la saga solo con il terzo capitolo, se avete deciso di fare vostro Pikmin 4 da totali neofiti, avete più di un buon motivo per recuperare queste due perle del passato. Solo nel caso abbiate già avuto il piacere ai tempi del Game Cube, o più recentemente su Wii, è necessario sondare e soppesare il vostro desiderio di rigiocarvi entrambe le avventure anche su Switch.
PRO
- Due giochi al prezzo di uno
- Gameplay fresco ancora oggi
- Level design scuola Nintendo
CONTRO
- Nessun nuovo contenuto
- Graficamente si sarebbe potuto fare di più