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PUBG, la recensione

A più di sei mesi dal lancio ufficiale di PUBG, torniamo a parlarne approfonditamente con una nuova recensione

RECENSIONE di Emanuele Gregori   —   03/07/2018

Il mercato dei videogiochi è infido, cattivo e spesso poco meritocratico. Questa regola vale più o meno per qualsiasi cosa su questo pianeta, ma quando si tratta di prodotti che hanno la necessità di vendere e perdurare la regola diviene missione, obbligo, al punto di essere l'unica vera fede alla quale sottostare. PUBG (o Playerunknown's Battlegrounds per i più precisi) ha vissuto una duplice vita. Titolo che ha portato all'apice della richiesta del pubblico il genere delle battle royale, è anche quello che più di tutti ha vissuto la concorrenza del cugino scanzonato e senza troppe pretese di realismo. La guerra tra PUBG e Fortnite è stata alla base del mercato videoludico degli ultimi mesi e ha portato con sé grandi conferme e altrettanti punti interrogativi. Lì dove sembrava che l'utenza volesse un'esperienza il più immersiva e verosimile possibile, il titolo di Epic ha cambiato le carte in tavola, grazie a scelte importanti come il cross play su console e la non trascurabile possibilità di essere giocato gratis. Questi elementi hanno spinto i ragazzi coreani di PUBG corp a intraprendere una strada diversa. Mantenendo saldi i propri principi, hanno lavorato per lanciare sul mercato una mappa particolare. Più piccola e frenetica, cambiando tanto dell'approccio al gioco, ma non per questo eliminando le fondamenta tattiche che l'hanno reso il titolo più giocato dello scorso anno.

PUBG, la recensione

Tre mappe e tanti contenuti

Quando abbiamo recensito PUBG lo scorso dicembre, parlavamo di un titolo ancora imbattutto. È vero che la pressione della crescita dell'utenza di Fortnite iniziava a farsi sentire, ma la potenza dei trenta milioni di utenti paganti e il grande successo su piattaforme come Twitch, permettevano a PUBG di ergersi ancora come re incontrastato del suo genere. A poco più di sei mesi di distanza, la fortuna sembra aver voltato il suo sguardo e, se è vero che ancora mantiene uno zoccolo duro di fan e una buona quantità di investimenti per quanto riguarda eventi e tornei, il titolo coreano non gode più del favore del grande pubblico. Non si può certo dire che il gioco sia abbandonato a se stesso. Gli aggiornamenti continuano ad arrivare a cadenza quasi giornaliera, ma sono le aggiunte e le novità vere e proprio a latitare. Ad oggi PUBG è l'unico battle royale in grado di poter contare su ben tre mappe disponibili, con tanto di possibilità di filtrare la propria scelta in base alle preferenze attuali. Lì dove la prima, Erangel, resta ancora la principale scelta dei giocatori; la seconda, Miramar, dopo un primo periodo di eccitazione, ha lasciato spazio alla realtà di un campo di battaglia troppo esteso e spesso foriero di lunghe ed estenuanti scampagnate nel nulla cosmico. È per questo motivo, e per la necessità di riavvicinarsi anche ai giocatori della concorrenza, che nasce Sanhok, terza ed ultima mappa, di ambientazione forestale e tropicale, sensibilmente più piccola e frenetica delle due precedenti. Sempre cento giocatori e la stessa quantità di armamentario sparso per la mappa, ma in un perimetro talmente ridotto da portare i giocatori a scontrarsi pressoché in ogni punto del terreno.

PUBG, la recensione

Dall'idea di rendere le partite più frenetiche, il risultato di questi mesi di test prima del lancio, è scaturito in qualcosa di inedito per i giocatori di PUBG, ma non per questo si è andato snaturando il rapporto di fiducia creato con quei giocatori che da sempre preferiscono la tattica al delirio più sfrenato. Piccolo agglomerati di casupole lasciano spazio a zone rurali, fino ad arrivare a rigogliose boscaglie che premiano il posizionamento e la conoscenza della mappa. Proprio questa conformazione, aiutata da colline ed avvallamenti, giustifica un lavoro di squadra ed una tattica che restano alla base del gameplay di PUBG. Lavorare sulle operazioni di aggiramento e sulle coperture naturali, rappresentano solo uno degli approcci possibili. E proprio la minore estensione rende difficile pensare di passare interi quarti d'ora a non sparare neanche un colpo. Questo al netto di un singolo problema di ritmo delle partite che, nonostante il lavoro di questi mesi, ancora non risulta del tutto risolto. Spesso e volentieri vi ritroverete in server che si dimezzeranno nel giro di una manciata di minuti, rendendo la fase iniziale e quella finale delle partite un vero massacro. Ciò lascia spazio a sezioni centrali leggermente più lente, che finiscono a volte per spezzare un po' il ritmo dell'azione. Nulla di devastante dal punto di vista dell'esperienza, ma è indubbio che una mappa come Sanhok, pensata per la brevità delle partite e la frenesia dei combattimenti, potrebbe confondere alcuni giocatori nel bel mezzo dei match.

PUBG, la recensione

Grafica e ottimizzazione

Viste le ultime implementazioni, è il caso di fare il punto della situazione su quello che è la grafica di PUBG e sulla sua ottimizzazione. È inutile nascondersi dietro un dito: la natura dei prodotti PC in accesso anticipato ha dato il via ad un sostanziale cambio nell'approccio al mercato. Titoli ben lungi dall'essere completi arrivano su Steam e fanno il bello e il cattivo tempo. Negli ultimi mesi abbiamo visto finalmente l'uscita definitiva di alcuni di questi giochi e PUBG ne è l'esempio più calzante. Dopo un periodo di gestazione brevissimo, durato circa nove mesi, la sua versione definitiva metteva a posto parecchie magagne, regalandoci un titolo non perfetto, ma certamente degno di interesse. Con ulteriori sei mesi sulle spalle, la situazione è andata ancora migliorando ed è difficile credere a quei pochi che ancora lo reputano un gioco ingestibile a meno di avere una macchina della NASA. Non stiamo certamente parlando di un titolo che mette sul piatto una mole poligonale e delle texture da giustificare chissà quale risorsa tecnica, ma proprio per questo, vedere come oggi il gioco giri fluido e senza troppi intoppi, non fa che strappare qualche sorriso. Soprattutto la nuova mappa, complice anche la riduzione dell'estensione, è un piacere per gli occhi. Certamente vi è ancora tanto lavoro da fare dal punto di vista delle animazioni, ma ciò che è funzionale al gameplay gira come dovrebbe. Lo stesso si può dire del comparto audio, migliorato molto da punto di vista della spazialità, ma certamente passabile ancora di taluni accorgimenti.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam
Prezzo 29,99 €
Multiplayer.it
8.0
Lettori (132)
7.6
Il tuo voto

PUBG è ad oggi un gioco maturo, denso di contenuti (sempre mantenendo salda la natura di puro battle royale) e che ha dalla sua la possibilità di fare felici diversi tipo di giocatori. La battaglia (reale) contro Fortnite è difficile e impegnativa, data la natura gratuita e multipiattaforma di quest'ultimo, ma la volontà di rimanere fedeli alla propria visione è ciò che mantiene salda la fedeltà della propria utenza. Tra nuove mappe, nuovi gadget, modifiche sostanziali all'utilizzo di alcuni mirini e personalizzazione estetica sempre più importante, il titolo di PUBG corp merita ancora tutto il vostro interesse. Ammesso che abbiate voglia di dedicare tempo ad un gioco che non punta tutto sull'immediatezza e che richiede ore per essere padroneggiato.

PRO

  • Mantiene tutto il fascino e l'adrenalina che l'hanno reso famoso
  • L'unico che può contare su ben tre mappe disponibili
  • Sanhok è una gioia per gli scontri a fuoco
  • Non mancano nuovi contenuti...

CONTRO

  • ...seppur meno frequenti della concorrenza
  • Il prezzo è ancora oggi il suo peggior nemico sul mercato