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Rainbow Six Extraction, la recensione dello shooter multiplayer cooperativo dalla difficoltà hardcore

Nato da una modalità aggiuntiva di Rainbow Six Siege, Ubisoft lancia sul mercato un nuovo shooter multiplayer cooperativo: la recensione di Rainbow Six Extraction!

RECENSIONE di Pierpaolo Greco   —   21/01/2022

Nel lontano 2018 il team di sviluppo di Rainbow Six Siege ebbe una piccola ma dirompente idea: distribuire una modalità limitata nel tempo in grado di trasformare lo shooter multiplayer a squadre iper competitivo, in un titolo cooperative dove un gruppo ristretto di giocatori doveva vedersela con un virus mutante controllato dal computer. Una sorta di Left 4 Dead estremamente più tattico e, se possibile, ancora più hardcore e brutale, visto che di base la gestione della distruttibilità e dei danni rimaneva fortemente dipendente da quanto visto nel titolo originale Ubisoft.

I giocatori apprezzarono, qualche novizio si avvicinò addirittura per la prima volta al gioco e l'iniziativa venne promossa un po' ovunque, lasciando aperta la speranza che quello fosse solo il primo passo per qualcosa di più strutturato. E in qualche modo così è stato, visto che appena un anno dopo il publisher francese annunciò Rainbow Six Quarantine: uno spin-off stand-alone che proprio a partire da quella modalità a tempo, prometteva di offrire un gioco a sé stante con un focus sul PvE, ovvero su un gruppo ristretto di giocatori che doveva vedersela con una minaccia gestita dall'intelligenza artificiale.

Poi ci fu la pandemia da Covid, o magari qualche problema di sviluppo e design; nessuno ce lo dirà mai davvero, ma dopo un lungo silenzio radio, almeno 3 sostanziali rinvii e un inevitabile cambio di titolo, ora possiamo finalmente giudicare Rainbow Six Extraction con la nostra recensione che ci ha tenuti impegnati più a lungo del previsto per poter finalmente emettere un verdetto su questa esperienza complessa, stratificata, talvolta proibitiva e, ci auguriamo, supportata nel tempo da Ubisoft esattamente come sta succedendo, ancora oggi, con Siege. Il punto di partenza realizzato da Ubisoft è infatti interessante, sicuramente coinvolgente, ma ha troppe sbavature e limitazioni per poter essere considerato anche un punto di arrivo.

Ora seguiteci che vi spiegheremo nel dettaglio cosa funziona e cosa invece ci ha lasciato più interdetti in Rainbow Six Extraction.

La storia di un’invasione poco chiara

La distruttibilità degli scenari è un elemento cruciale del gameplay di Rainbow Six Extraction
La distruttibilità degli scenari è un elemento cruciale del gameplay di Rainbow Six Extraction

Sul fronte narrativo Rainbow Six Extraction offre molto poco di sorprendente: una non meglio definita razza aliena, gli Archei, ha scelto di assaltare la Terra attaccando una serie di città e strutture. Le motivazioni non sono note, tantomeno risultano chiare le modalità di conquista: ciò che conta è che dove arrivano gli alieni si forma una strana poltiglia nerastra, l'Archeloma, capace di rallentare e, sul lungo periodo, intossicare gli umani e in grado anche d'indurirsi a dismisura per proteggere l'habitat naturale dell'extraterrestre. Chiaramente l'assalitore è anche capace di riprodursi senza sosta tramite i nidi che si sviluppano nelle zone presidiate dalla materia nera.

Ma l'umanità non si è fatta cogliere impreparata: la squadra Rainbow dopo anni di addestramento e attività sul campo per fermare ogni minaccia terroristica viene ristrutturata sotto un nuovo vessillo mondiale: la REACT, un'associazione il cui unico scopo è quello di raccogliere ogni informazione possibile sull'invasore, studiare le contromisure migliori e poi mettere in campo le forze più esperte per contrastare la minaccia. E indovinate un po' chi guiderà questa organizzazione dalle risorse illimitate?

Potremmo fermarci qui nel riepilogare e raccontare quella che è la storia alla base di Rainbow Six Extraction e questo vi dovrebbe permettere di capire, in un attimo, che il nuovo titolo di Ubisoft non punta su una trama scoppiettante, un arco narrativo intenso e stratificato o su chissà quali colpi di scena: non c'è neanche una vera e propria campagna, ma tutto si basa sulla ripetizione ad libitum di uno specifico loop di gameplay essenziale per la progressione del proprio account e quindi per lo sblocco di ulteriori contenuti che arricchiscono questa struttura.

Chi vuole approfondire le vicende narrative può farlo attraverso una lunga serie di obiettivi secondari da svolgere durante le partite che portano al progressivo sblocco di un codex ricco d'informazioni sui nemici, gli operatori, le armi, l'equipaggiamento e l'evoluzione dell'assalto alieno.

Un gameplay ripetitivo ma coinvolgente

Uno degli Archei più avanzati è in grado di mimare il comportamento dell'operatore Sledge
Uno degli Archei più avanzati è in grado di mimare il comportamento dell'operatore Sledge

Giusto per essere ancora più chiari, Rainbow Six Extraction è uno shooter in prima persona che si basa su dinamiche e meccaniche tipiche degli action multiplayer ma con una fortissima propensione alla tattica e alla strategia di squadra. Il titolo, pur richiedendo costantemente una connessione, può anche essere giocato in solitaria ma è disegnato e strutturato per offrire il massimo del suo divertimento a una squadra composta da 3 giocatori che dovrà vedersela con una serie di missioni di difficoltà crescente, all'interno di una spedizione in un territorio assediato dagli alieni Archei, per poi procedere all'estrazione una volta completati gli obiettivi.

Il loop di gameplay è estremamente interessante: all'avvio di una nuova partita, ai giocatori vengono offerte 3 missioni estratte casualmente da un pool di una dozzina di diversi obiettivi. Queste vanno affrontate in sequenza, una per volta e una dopo l'altra, all'interno di 3 differenti aree della mappa selezionata. Il team arriverà nella prima sezione, cercherà di portare a termine il compito e, a quel punto, dovrà scegliere se procedere alla zona successiva passando attraverso una camera stagna che offre qualche secondo di riparo e, di fatto, blocca la possibilità di ritornare sui suoi passi, oppure di procedere all'estrazione per mettere in salvo l'esperienza accumulata fino a quel punto.

Ogni missione successiva è tendenzialmente più difficile della precedente perché il numero di nemici aumenta e l'area si fa più impervia; inoltre alcuni obiettivi possono essere falliti se i giocatori non si comportano in modo rapido e adeguato, ma questo non pregiudica in alcun modo la possibilità di procedere allo spezzone successivo. La parte più interessante è però la componente tattica e il grado di sfida di Extraction che risultano mutuati dall'esperienza che Ubisoft ha maturato con Siege. Man mano che il livello di difficoltà sale infatti, diventa via via più cruciale procedere con grande attenzione adottando ove possibile un approccio stealth visto che bastano pochissimi colpi per morire e soprattutto un rumore di troppo può risvegliare alieni e nidi e dare il via a un assalto massiccio del nemico che, nella migliore delle ipotesi, lascia i 3 membri del team in pessime condizioni di salute.

La torretta di Tachanka offre un prezioso riparo contro gli Archei più coriacei
La torretta di Tachanka offre un prezioso riparo contro gli Archei più coriacei

Inoltre il gioco presenta un'altra dinamica che aggiunge pepe all'azione: se si finisce a terra e non si viene risollevati per tempo da un compagno, oppure si subisce una seconda ferita mortale, il proprio operatore viene ricoperto da una schiuma salvifica ed entra in una sorta di stasi, venendo escluso dal resto del match. A quel punto sarà compito dei compagni ancora vivi, scegliere il da farsi: fuggire il più rapidamente possibile all'estrazione, oppure caricarsi in spalla il compagno addormentato nel tentativo di estrarre anche lui, o magari lasciare il soldato ferito nella zona di estrazione e procedere alla successiva camera stagna per tentare di portare a termine un altro obiettivo.

Laddove per qualche motivo il proprio operatore rimane invece sul campo di battaglia avvolto nella schiuma, questo diventerà inutilizzabile fino al momento in cui sceglieremo di affrontare un'altra volta la stessa area di gioco e, a quel punto, avremo accesso a una missione dedicata di salvataggio. Se questa andrà a buon fine, il soldato tornerà a nostra disposizione, in caso contrario subirà una penalità importante in termini di esperienza.

Tutta questa dinamica di progressione e gestione del grado di sfida è sicuramente l'elemento più coinvolgente di Rainbow Six Extraction, quello che stimola alla rigiocabilità e genera pathos e attenzione nel momento in cui si affrontano le missioni più impegnative con il proprio operatore preferito. Ma allo stesso tempo questo design così peculiare mostra il fianco ad alcune problematiche che affliggono la progressione del gioco.

I contenuti di Rainbow Six Extraction

Le coperture sono fondamentali in Rainbow Six Extraction
Le coperture sono fondamentali in Rainbow Six Extraction

Per spiegare meglio i lati negativi del titolo Ubisoft, è essenziale fare un piccolo passo indietro e approfondire la sua struttura di progressione e la quantità di contenuti presenti. Il gioco offre 18 diversi operatori, tutti ripresi da Rainbow Six Siege con tanto di armamentario, gadget, abilità speciali e, chiaramente, design. Inoltre ci sono 12 diverse mappe, suddivise in 4 scenari di difficoltà crescente: New York, San Francisco, Alaska e Truth & Consequences, la città dove l'invasione ha avuto origine.

Per avere accesso a tutta la mole di elementi di gioco, il titolo offre un doppio sistema di progressione. Da un lato abbiamo il livello dell'account che si potenzia semplicemente giocando e permette di avere accesso alle nuove mappe e quindi ai livelli di difficoltà maggiorati, alle modalità extra relative all'endgame, ai blocchi aggiuntivi di operatori, visto che all'inizio potremo accedere soltanto a un gruppo ristretto degli stessi, e anche ai gadget con cui equipaggiare i soldati che sono di 2 tipi: utilità come l'armatura o il famoso drone di Siege, e da lancio con molteplici tipologie di granate ed esplosivi.

In aggiunta, ogni singolo operatore ha il suo livello di esperienza che, chiaramente, cresce utilizzando proprio quel militare durante le partite e permette di sbloccare ulteriori armi primarie e secondarie e di migliorare l'efficienza in battaglia potenziando la sua abilità speciale.

Mentre il livello generale dell'account aumenta soltanto, quello degli operatori è soggetto agli eventuali rischi incontrati in battaglia di cui vi parlavamo poco sopra. Se il proprio soldato verrà infatti colpito mortalmente durante la partita e non sarà recuperato nel match successivo, subirà una penalità molto consistente che gli farà perdere anche un paio di livelli, rendendolo tra l'altro inutilizzabile per un certo numero di scontri successivi. Inoltre non basta neanche essere molto bravi perché il semplice uso e ferimento di un operatore, gli provoca una sorta di stanchezza da battaglia che lo farà partire con una quantità di vita inferiore allo standard se non decideremo di metterlo a riposo per alcune partite, non selezionandolo. Questa meccanica vale fino al momento in cui raggiungiamo il level cap, impostato a 10, con quell'operatore, ma vi garantiamo che la salita non sarà semplice e indolore.

Una delle missioni più difficili prevede l'apertura di un portale verso una zona presidiata dagli Archei
Una delle missioni più difficili prevede l'apertura di un portale verso una zona presidiata dagli Archei

Di fatto Rainbow Six Extraction vi obbliga costantemente a cambiare soldato ogni paio di partite portandovi a sbattere la testa contro diversi problemi di bilanciamento. In primis non tutti gli operatori hanno lo stesso grado di utilità in battaglia. La scelta di basarsi su uno shooter competitivo a squadre quale è Siege, con il suo peculiare design, è infatti limitante nel momento in cui devi portarti dietro gli stessi operatori in un titolo PvE. Diverse abilità ci sono sembrate davvero poco utili, mentre altre sono praticamente essenziali e non capiterà di rado di sentirsi inutili durante una partita semplicemente perché si sta utilizzando un operatore di "secondo" livello.

Come se questo non bastasse, siccome le armi utilizzabili sono dipendenti dal livello dell'operatore stesso, per tutta una serie di match sarete praticamente costretti a imbracciare un fucile non di vostro gradimento che, talvolta, infastidisce persino gli altri membri del team. Per farvi un esempio, Doc, uno dei 2 curatori a disposizione, può utilizzare solo un fucile a pompa fino a quando raggiunge il livello 4. Chiaramente uno shotgun non può essere silenziato e vi garantiamo che affrontare una missione, anche a un livello di difficoltà basso, dove ogni colpo che sparate rischia di risvegliare tutti i nemici nell'area, non è il massimo del piacere. E gli altri compagni, soprattutto se incontrati attraverso il matchmaking, faranno di tutto per farvelo notare.

Unite questi 2 elementi - lo sblocco progressivo dell'armamentario e la necessità di ruotare continuamente gli operatori - ed ecco qui che in Rainbow Six Extraction vi sentirete davvero padroni del match solo quando tutte le variabili si incastrano alla perfezione: quando cioè i vostri operatori preferiti sono a disposizione, li avete fatti crescere abbastanza e il resto del team è composto da persone in grado d'intendere e di volere.

Dovrete essere bravi a capire le tipologie di nemici che state affrontando, il prima possibile
Dovrete essere bravi a capire le tipologie di nemici che state affrontando, il prima possibile

Chiaro, lo abbiamo detto: in Extraction si può giocare anche da soli, o magari in 2 con il proprio amico del cuore, ma anche qui salta fuori qualche problema di bilanciamento. Il titolo Ubisoft, probabilmente per un design che privilegia l'endgame e la sfida di più alto livello, presenta degli imponenti gradini di difficoltà: fintanto che rimanete all'interno delle prime 2 aree, New York e San Francisco, se sarete abbastanza esperti e con il grilletto pronto, potreste riuscire a cavarvela. Ma dall'Alaska in poi, quando cominciano a esserci mutazioni sicure (dei bonus casuali che il gioco attribuisce agli Archei all'inizio di ogni partita e per tutte e 3 le missioni del match) e magari si combinano le quest più difficili, non avrete alcuna possibilità. Giocare con altri 2 compagni diventa obbligatorio e, se per qualche motivo, non sono vostri amici o non si degnano di abilitare la chat vocale o di utilizzare alla perfezione il sistema di ping, preparatevi a rimanerci secchi. E magari proprio a perdere per qualche partita quel vostro operatore preferito ritrovandovi infilati nel vortice frustrante raccontato poco sopra.

D'altra parte anche su questo fronte si percepisce l'eredità di Siege: Extraction non è un gioco che perdona e da un certo punto in poi si trasforma in una sfida hardcore non adatta ai deboli di cuore. Se avrete la pazienza e soprattutto i compagni di squadra adatti, il suo loop di gameplay vi risucchierà e vi darà enormi soddisfazioni non risultando mai stancante nonostante, di fondo, la meccanica sia particolarmente ripetitiva.

Una grafica semplice ma efficace

Rainbow Six Extraction ha alcune cutscene che approfondiscono l'evoluzione dell'assalto degli Archei
Rainbow Six Extraction ha alcune cutscene che approfondiscono l'evoluzione dell'assalto degli Archei

Rainbow Six Extraction è un gioco leggero, semplice, dritto al punto e questa sua assenza di orpelli si ripercuote anche sul fronte tecnico. Non aspettatevi meraviglie grafiche: anche su questo fronte si capisce alla perfezione come il punto di partenza sia Siege. Il gioco gira fluidissimo sulla configurazione di prova, è risultato sempre stabile e pulito e, pur offrendo molte impostazioni, non presenta le più recenti feature grafiche come ray tracing, DLSS o Super Resolution, pur implementando il supporto nativo a NVIDIA Reflex. Che in un titolo come questo può valere moltissimo.

A non averci convinto completamente è più che altro il design degli Archei: decisamente anonimo, molto derivativo da altri titoli del genere e poco ispirato al punto di essere, specie nelle prime ore di gioco, anche poco leggibile visto che non sempre riuscirete a rendervi conto della tipologia di nemico che state per affrontare a colpo d'occhio.

Un po' di alti e bassi anche nel level design che pur presentando la stessa distruttibilità che ha reso famoso Siege e che può essere in molteplici occasioni utilizzata a proprio favore, si appiattisce molto negli interni, presentando poche differenze stilistiche tra le varie aree a disposizione. È chiaro come il focus dello sviluppatore abbia riguardato maggiormente la geometria delle varie strutture, così da offrire sfide equilibrate in funzione di un'ottima navigabilità degli scenari, però talvolta anche l'occhio vorrebbe la sua parte.

Sempre belli e caratteristici gli operatori, i gadget e tutte le armi a disposizione. Su questo fronte, l'esperienza maturata dal team è semplicemente indiscutibile. Rainbow Six Extraction è inoltre completamente doppiato in italiano ed è incluso al lancio sul Game Pass sia PC che Xbox, oltre a essere perfettamente cross-platform tra tutte le versioni. Questo dovrebbe aiutare non poco un buon matchmaking.

Requisiti di Sistema PC

Configurazione di Prova

  • Processore: AMD Ryzen 5800X
  • Scheda video: NVIDIA GeForce RTX 3080
  • RAM: 32 GB
  • Sistema operativo: Windows 11 a 64 bit

Requisiti minimi

  • Processore: AMD Ryzen 3 1200 a 3.1 GHz o Intel Core i5-4460 a 3.2 GHz
  • Scheda video: AMD R9 290X (4 GB) o NVIDIA GeForce GTX 960 (4 GB)
  • RAM: 8 GB
  • Spazio su disco: 85 GB
  • Sistema operativo: Windows 10 a 64 bit

Requisiti consigliati

  • Processore: AMD Ryzen 5 2600X a 3,6 GHz o Intel Core i5-8400 a 2,8 GHz
  • Scheda video: AMD RX 5600XT (6 GB) o NVIDIA GeForce RTX 2060 (6 GB)
  • RAM: 16 GB
  • Spazio su disco: 9 GB extra per il Texture Pack in altissima risoluzione

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Multiplayer.it
7.7
Lettori (45)
7.2
Il tuo voto

Rainbow Six Extraction è indubbiamente un titolo avvincente, stratificato, complesso ed estremamente soddisfacente. A patto di avere la compagnia giusta per affrontarlo e soprattutto la pazienza necessaria a scalare il suo sistema di progressione che non ci ha completamente convinto anche a causa di una maldestra gestione del bilanciamento. Il suo gameplay sa essere spietato e molto divertente e la ripetitività di fondo delle meccaniche non risulta mai pesante o straniante nonostante la quantità non sterminata di contenuti. Chiaramente non è per tutti: è un'esperienza hardcore che richiede molta dedizione e che avrà bisogno di un grande supporto da parte di Ubisoft per essere longeva.

PRO

  • Intenso, complesso, difficile e quindi soddisfacente
  • Il level design gestisce alla perfezione la ripetitività del gameplay
  • Con il team giusto è davvero divertente

CONTRO

  • La gestione della difficoltà lo rende inadatto al gioco in solitaria
  • Il sistema di progressione non ci ha convinto
  • Non tutti gli operatori e le armi sono allo stesso livello