A questo punto è abbastanza chiaro che ci siano stati dei problemi nella realizzazione di Obi-Wan Kenobi. Intoppi forse causati dalla pandemia, tra le altre cose, che nelle settimane si sono fatti sempre più evidenti soprattutto perché è diventato quasi un gioco scovare i difetti della nuova serie TV su Disney+ abbandonando ogni pretesa di intrattenimento. La settimana prossima cercheremo di ragionare sulla stagione nella sua interezza, mentre parleremo dell'ultimo episodio, ma per adesso dobbiamo ammettere che c'è stata sicuramente molta più noncuranza rispetto a una produzione come The Mandalorian, e la cosa che stupisce di più è il fatto che Obi-Wan Kenobi sia incentrata su un personaggio iconico, amatissimo e peraltro interpretato da un attore straordinario in veste pure di producer.
L'alternanza di pro e contro in ogni episodio, come abbiamo detto la scorsa settimana, è... frustrante. Questo penultimo appuntamento sulla carta sarebbe stato ottimo a tutto tondo, non fosse stato per alcuni aspetti controversi che finiscono per indebolire lo spettacolo in generale. Vediamoli insieme nella nostra recensione di Obi-Wan Kenobi 1x05 e, come al solito, state attenti perché alla nostra analisi servirà per forza qualche spoiler.
Maestri e Padawan
I fan di Star Wars sicuramente apprezzeranno i flashback che costellano l'episodio e che riportano in scena Hayden Christensen nel ruolo di Anakin Skywalker ai tempi di Episodio II, nelle scene in cui Vader ricorda una sessione di addestramento, e di Episodio III, con una reinterpretazione della strage nel Tempio dei Jedi. Per quel poco che si vede, Christensen è riuscito a trasmettere i toni e la spavalderia di Anakin a vent'anni di distanza, ma non possiamo biasimare chi ha notato le rughe nella scena dell'addestramento - negli altri flashback, Anakin tiene il cappuccio alzato e il viso in penombra - dato che Lucasfilm avrebbe potuto ricorrere alla computer grafica come fatto in The Mandalorian con il Luke Skywalker di Mark Hamill. Bisogna ammettere che Christensen si porta bene i suoi anni, ma quell'Anakin è decisamente più vecchio rispetto allo stesso personaggio che abbiamo conosciuto ne L'attacco dei cloni.
Detto ciò, vedere Maestro e Padawan affrontarsi in duello, anche se soltanto per addestramento, è stato molto divertente, anche perché è servito a ricordare agli spettatori più smemorati che tipo era Anakin. Non bisogna dimenticare, infatti, che al di là dei film prequel, ci sono state varie stagioni di Star Wars: The Clone Wars che hanno lavorato sul personaggio e, a questo punto, ci sembra opportuno sottolineare quanto le serie TV di Star Wars attingano a quell'immaginario.
Il rapporto tra Maestro e Padawan è un tema centrale in questo episodio, nonché risolutivo sotto diversi aspetti, anche se bisognerebbe spiegarlo meglio al direttore del doppiaggio italiano, che è stato capace di autorizzare uno svarione monumentale quando Reva, rivolgendosi a Obi-Wan e, riferendosi ad Anakin, esclama: "Eri il suo Padawan!". Naturalmente la battuta originale è "He was your Padawan" e i sottotitoli italiani sono corretti, quindi è proprio un errore di doppiaggio.
Ma parliamone di questa Reva, tanto vituperata in rete e nella vita reale. Su queste stesse pagine abbiamo lamentato più volte la sua piattezza come antagonista, a discapito della prova attoriale di Moses Ingram, ma certo non condividiamo gli improperi razzisti che l'hanno travolta. L'episodio 5 in un certo qual modo ripara alla caratterizzazione lacunosa della Terza Sorella spiegandone, finalmente, le motivazioni. Che erano anche abbastanza scontate - diciamo che l'avevamo capito tutti fin dal primo episodio? - e non proprio convincenti, ma nel contesto funzionano e quantomeno giustificano la sua rabbia e i suoi metodi. Ora bisognerà capire che direzione prenderà il personaggio, soprattutto se è vero che Disney+ sta valutando una miniserie incentrata su di lei.
Il problema è che la sua sottotrama è stata confusa fin dall'inizio, con una serie di trovate discutibili che, alla fine, ci sono apparse anche inconcludenti, a cominciare dalla morte del Grande Inquisitore, su cui ci siamo scervellati per settimane - il Pau'an sarà ancora vivo e vegeto, anni dopo, in Star Wars: Rebels - e che si è risolta nel modo più banale di tutti, dato che Reva è stata Grande Inquisitrice per meno di 30 minuti.
Problemi di regia
C'è un altro Maestro di cui dovremmo parlare, e non è Obi-Wan che, in questo episodio, strano a dirsi, fa molto poco, tranne dispensare consigli e studiare una strategia incauta che alla fine funziona solo perché la sceneggiatura voleva che così fosse. Nel mondo reale, nessuno avrebbe preso metà delle decisioni di questo episodio, ma ci teniamo a ribadirlo: Star Wars non è il mondo reale. È fiction per famiglie. Intrattenimento per tutti. Gli autori vogliono raccontare una storia che, oltretutto, ricade in certi canoni precisi ed è sempre proiettata alla vittoria delle forze del bene e della speranza. Aspettarsi mutilazioni, sangue e violenza visiva o verbale è totalmente senza senso. Se è questo che cercate, spiace informarvi che non avete capito cosa sia Star Wars.
Anche tutte queste lagne sulla piccola Leia, sulla Disney che vuole vendere Star Wars ai bambini, lasciano il tempo che trovano. Un nome: Jar-Jar Binks. Un film: La minaccia fantasma. Erano i primi anni 2000 e Star Wars ce l'aveva ancora George Lucas. E non è che le sue trilogie fossero piene di sangue e viscere.
Fatta questa premessa, è chiaro che la produzione abbia cercato di alzare l'asticella per "vendere" un Darth Vader in carne e ossa più minaccioso di quello che abbiamo conosciuto nella trilogia originale. Abbiamo visto Vader in altre occasioni - per esempio in Rogue One e in Star Wars: Rebels - e Lucasfilm ha continuato a trasformarlo in una forza della natura, quando nei film di Lucas era sostanzialmente un ottimo guerriero e basta. Il Capitolo 5 di Obi-Wan Kenobi supera la strage di qualche settimana fa con un duello in cui vediamo Vader combattere col puro potere del fanservice, deviando e parando i colpi di spada laser con la Forza, senza neppure accendere la sua iconica arma per gran parte del tempo.
Sarebbe un momento strepitoso, se a indebolirlo non ci fosse una coreografia goffa e una regia davvero piattissima. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che un grosso problema di Obi-Wan Kenobi è proprio questo: la regia. Non tanto il budget o la post-produzione, che potrebbero essere stati menomati dalle restrizioni sanitarie, anche se a questo punto sarebbe stato meglio rimandare la serie come fatto con Andor o Ms. Marvel.
Nell'episodio ci sono dei momenti che hanno un potenziale enorme, ma che soffrono problemi tecnici come l'abuso della shaky camera, un'illuminazione insoddisfacente, una regia monotona e poco creativa. Il duello di cui parlavamo ne è un fulgido esempio, ma anche la scena che lo precede e che ci ha ricordato il videogioco Star Wars: Il potere della Forza, ha la capacità di partire in quarta, galvanizzare lo spettatore e poi farlo scoppiare a ridere con un risvolto narrativo abbastanza ridicolo che sarebbe bastato camuffare con un lavoro migliore nelle inquadrature.
Lo stesso si può dire per il momento introspettivo dedicato a Tala: è una scena molto bella, ma si ha la netta sensazione che manchi qualcosa, che forse la serie non abbia esplorato a sufficienza il suo rapporto col droide NED-B, o che non ci sia stata una coordinazione migliore tra regista e autori.
Conclusioni
Obi-Wan Kenobi continua a essere una serie TV con dei problemi, ma alla fine dipende tutto dalla sensibilità del singolo spettatore e dal peso che gli si dà. Dobbiamo ammettere che col passare delle settimane la nostra mente critica ha cominciato a scovarli più spesso, forse perché tutto questo parlarne ha finito col predisporci alla ricerca dei difetti tecnici, che possono essere più o meno evidenti. A scanso di equivoci, Obi-Wan Kenobi 1x05 è un gran bell'episodio, ma non possiamo fare a meno di pensare che nelle mani di un regista più capace, e forse in un momento meno complicato, sarebbe potuto essere molto di più.
PRO
- I flashback
- Darth Vader scatenato
CONTRO
- L'assurdo scivolone nel doppiaggio italiano
- Una regia debole che sminuisce le scene migliori