Prima di addentrarci nelle profondità della recensione di Subnautica: Below Zero, un piccolo quanto doveroso ripasso. Il primo Subnautica arrivò nel 2018 prendendo gli appassionati di videogiochi in contropiede. Fino a quel momento, di giochi ambientati nelle profondità marine ne avevamo infatti visti molto, molto pochi, e comunque nessuno con un gameplay ricco e sfaccettato come quello che sorregge l'avventura confezionata da Unknown Worlds Entertainment, un team di sviluppo americano che nasce nel 2001 sviluppando mod per l'immortale Half-Life.
Un successo inaspettato
Subnautica divenne in poco tempo un grandissimo successo, uno dei giochi più amati tra le produzioni indipendenti di cui fa chiaramente parte, toccando ad inizio 2020 quota sei milioni di copie vendute. Ma i giocatori che si sono avventurati nei mari alieni del gioco sono in verità molti di più: Subnautica è stato uno dei giochi regalati dall'Epic Store più apprezzati, e uno dei più scaricati attraverso il programma Play At Home di PlayStation. Il gioco in questione sfrutta tutti i trend più amati tra gli indie: c'è moltissima esplorazione, bisogna sopravvivere cercando materiali e cibo per costruire equipaggiamenti sempre più complessi e risolutivi, e per chi ama un approccio più stanziale è anche possibile edificare più o meno complesse basi sottomarine. La particolarità, appunto, è che tutto avviene sott'acqua, ma non è l'unica: Subnautica è anche un grandissimo gioco di fantascienza dotato di una trama misteriosa, avvincente.
Bentornati su 4546B
Dal 2018 ad oggi, Unknown Worlds Entertainment ha lavorato su tre diversi fronti: perfezionando e rifinendo lo stesso Subnautica, costruendo le fondamenta per il nuovo progetto conosciuto col titolo di Future Perfect e sviluppando questo Subnautica: Below Zero. Non ci troviamo davanti a un vero e proprio seguito, bensì a quella che oggi potremmo definire un'espansione standalone. Per godervi Below Zero, non è quindi necessario possedere o avere installato il primo Subnautica né averlo giocato, sebbene l'esperienza pregressa facilita di molto le cose. In ogni caso, questa nuova avventura ambientata nella regione artica dello stesso pianeta di Subnautica, il misterioso quanto affascinante 4546B, è di quelle che lasciano il segno.
Una base mobile
L'esperienza è più circoscritta rispetto al classico Subnautica: la mappa è meno vasta anche se ci vorrà del tempo per arrivare ai suoi bordi, mentre la rinnovata verticalità prova riuscendoci a riequilibrare gli spazi per la nuova formula. Anche l'avanzamento, tecnologico e narrativo, si è fatto più serrato e meno dispersivo che in precedenza, sebbene anche in Subnautica: Below Zero permane quell'esplorazione indispensabile per farci sentire soli e in pericolo in un pianeta alieno. Ci vuole molto meno tempo per costruire i primi prodigi elettronici che renderanno la nostra sopravvivenza più comoda, permettendoci allo stesso di allargare il nostro raggio d'azione. Il punto di svolta avverrà quando avremo finalmente costruito il Seatruck: la novità più ghiotta di Below Zero è a tutti gli effetti una base mobile da cui è possibile sganciare la cabina di guida per un'esplorazione più sicura ed efficace.
Freddo glaciale
Subnautica: Below Zero introduce anche un altro fattore da tenere costantemente sott'occhio: la temperatura corporea, che si andrà ad affiancare ai soliti indicatori che mostrano il livello di fame, di sete e di ossigeno a disposizione della protagonista. In acqua la temperatura non è quasi mai un problema, lo diventerà però quando dovremo avventurarci sui territori innevati che questa regione del pianeta offre e su cui, prima o poi, dovremo estendere l'esplorazione. Per ovviare a tale problema, dovremo assicurarci di rimanere al coperto quanto basta per toglierci di dosso il freddo, sfruttare l'ecosistema a nostro vantaggio scoprendo e imparando a sfruttare le diverse fonti di calore presenti su 4546B.
Come nel primo gioco, Subnautica: Below Zero non ha delle vere e proprie missioni da seguire: la direzione ci verrà suggerita da file audio, messaggi radio e documenti che ci indicheranno silenziosamente la strada da seguire che il più delle volte ci porterà sempre più in profondità, dell'oceano come dell'avvincente plot narrativo. E man mano che ci avventureremo nei flutti gelidi di Below Zero, anche il suo stupefacente ecosistema si farà più emozionante, introducendo creature più strane, grandi e terrificanti di quanto ci si aspetterebbe. Venature horror che andranno affrontate più con intelligenza che con la forza bruta, vista l'assenza di un vero e proprio arsenale da guerra.
Poligoni e onde
L'avventura non sarebbe così emozionante se Subnautica, l'originale e ancor di più questo Subnautica: Below Zero non fossero così affascinante anche dal punto di vista artistico. Il lavoro svolto nel creare lo spazio di gioco è ancora una volta eccezionale, per buona pace di chi pensa ancora che i giochi indipendenti siano creati con cinque colori e altrettanti poligoni. Un difetto, in verità, entrambi i Subnautica ce lo hanno: un pop-up che spesso farà comparire elementi dello scenario con una certa fastidiosa mancanza di grazia. Ma si tratta di un'unica sbavatura in un mare di costante meraviglia.
Conclusioni
Anche se più piccolo del precedente, Below Zero non nasconde meno sorprese. Le migliorie sono tante e coinvolgono ogni aspetto del gioco, e per certi versi il suo essere più serrato e meno dispersivo potrebbe affascinare chi per i motivi opposti si è tenuto alla larga dal gioco originale. In ogni caso, ci troviamo davanti a un prodotto emozionante come pochi altri, impossibile da non consigliare. Se poi avete paura degli abissi, è ancora meglio... ma quando vi ricapita di andare oltre lo snorkling a due metri da riva?
PRO
- Artisticamente stupefacente
- Ottimizzato per Ps5 e Xbox Series
- Ottima trama e progressione
CONTRO
- Permane un po' di fastidioso pop-up
- A volte dispersivo (per chi non ha un grande orientamento)
- Il crafting richiede che gli ingredienti siano nello zaino e non pesca direttamente dalle scorte