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The Elder Scrolls Online: Elsweyr, recensione

Il nuovo capitolo del MMORPG ambientato nell'universo di The Elder Scrolls ci porta nella terra dei Khajiit

RECENSIONE di Christian Colli   —   23/06/2019

The Elder Scrolls Online è diventato una strana bestia: il MMORPG targato ZeniMax Online e Bethesda sembrerebbe aver abbandonato ogni pretesa tradizionale, ritagliandosi un posticino nello spazio tra i MMO theme park in stile World of Warcraft e i giochi di ruolo single player come, appunto, The Elder Scrolls. L'esperimento dei "capitoli" ha funzionato, in effetti: ogni nuovo aggiornamento permette di cominciare tutto daccapo, grazie anche alla formula One Tamriel che consente di affrontare tutta l'avventura, o quasi, senza seguire rotte preimpostate, ma soltanto i propri ritmi. Sono micro espansioni stand-alone che abbracciano i nuovi giocatori come pochi altri MMORPG riescono a fare, stabilendo un buon compromesso che soddisfa sia i novellini, sia i veterani che amano il franchise. In questo senso, Elsweyr rappresenta un ulteriore esperimento che, però, non ci ha convinti completamente: nelle prossime righe vi spiegheremo perché, rimandandovi alla nostra recensione originale di The Elder Scrolls Online per quanto concerne le meccaniche fondamentali di gioco.

La terra dei Khajiit

Se il capitolo incentrato su Morrowind voleva fare leva soprattutto sui giocatori nostalgici, richiamando le atmosfere dell'indimenticabile The Elder Scrolls III, questo Elsweyr sembra invece pensato per attirare soprattutto una nuova generazione di giocatori, magari meno abituati a un genere che, diciamocelo, ormai è agonizzante. Oggigiorno è impensabile improntare un intero MMORPG sull'esperienza multigiocatore, tant'è che quelle due M che stanno per Massive Multiplayer cominciano ad avere sempre meno senso, e l'introduzione dei Delve e dei Public Dungeon, contenuti per uno o due giocatori al massimo rispettivamente, chiarisce fermamente le intenzioni dello sviluppatore: puntare più sul lato "The Elder Scrolls" che su quello MMO. E in questo senso, Elsweyr un po' ci riesce e un po' no. ZeniMax Online questa volta si è concentrata sui Khajiit, l'affascinante specie felina che popola Tamriel.

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Elsweyr ci permette di conoscere meglio questi uomini gatto e le loro varianti, la bizzarra cultura che mescola diverse influenze orientali in un solo stile architettonico che esplode soprattutto nell'enorme città di Rimmen, potenzialmente il nuovo hub dei giocatori di alto livello. La vita dei Khajiit è curiosa e bizzarra, il loro mondo molto meno. Dimenticatevi l'eteree isole di Summerset o le strampalate paludi di Morrowind: Elsweyr è una landa brulla e desertica forse anche un po' troppo realistica. Seppur ben costruita, questa nuova regione non ci ha impressionato particolarmente; anzi ci è sembrata un po' banale e senza grandi acuti. Fortunatamente le missioni che arricchiscono la lore di The Elder Scrolls sono di tutt'altra pasta, anche se non centrano sempre il bersaglio. È stata in particolare la storyline principale a deluderci non poco: troppo frammentaria e scontata, perde mordente e si alterna a missioni secondarie molto più articolate e appassionanti.

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La colpa è senza dubbio dell'approccio scelto da ZeniMax per questo capitolo: la storyline sarà suddivisa in una serie di aggiornamenti che, insieme, scandiranno il cosiddetto anno del drago. Così, però, si avverte subito l'inconcludenza di questa storyline in divenire, ed è un peccato perché se c'è una cosa che distingue The Elder Scrolls Online dagli altri MMORPG è proprio la scrittura, peraltro impreziosita dal completo doppiaggio in lingua inglese di ogni dialogo. Abbiamo vissuto avventure esilaranti in compagnia di gatti magici coi postumi di una sbornia che ci hanno divertito molto più della solita impresa epica, anche se la possibilità di giocare ogni missione da soli, senza dover necessariamente cercare gruppo come nei MMORPG più classici, ci ha ricordato le sensazioni provate nei The Elder Scrolls tradizionali. Tuttavia, chi ama l'aspetto più collaborativo, troverà nella nuova Trial da dodici giocatori, Sunspire, il proverbiale pane per i suoi denti.

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Non chiamateli draghi

La storyline di Elsweyr ruota intorno ad alcune figure chiave nella mitologia di The Elder Scrolls Online, a un misterioso esercito di non morti e, naturalmente, al tanto pubblicizzato ritorno dei draghi. Queste gigantesche creature infestano la terra dei Khajiit e, neanche a dirlo, rappresentano una delle feature principali di questo capitolo, ma il modo in cui ZeniMax li ha implementati non ci ha convinto per niente. Dimenticatevi le epiche battaglie uno contro uno vissute nei panni del Sangue di Drago in The Elder Scrolls: Skyrim, perché i draghi di Elsweyr sono "world boss" che si rigenerano ciclicamente, eventi pubblici che in buona sostanza vanno a sostituire le Dark Anchor e gli Abyssal Geyser già in gioco da tempo. Completamente anonimi, questi draghi svolazzano sopra le terre desolate di Elsweyr e ogni tanto atterrano in luoghi predeterminati dove sciamano orde di giocatori a combatterli. Questi scontri sono discretamente impegnativi perché i draghi sono fortissimi e possono abbattere con pochi colpi anche il più equipaggiato dei giocatori, ma non richiedono grande strategia: nel giro di poche ore sono diventati un continuo "zerg" coi gruppi di giocatori che si spostano come un treno da un incontro all'altro, macinando punti esperienza e ottimi bottini.

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Nel complesso, i draghi sono diventati un content anche più banale delle Dark Anchor, e sicuramente molto meno intenso e spettacolare dei world boss che abbiamo combattuto, per esempio, in Guild Wars 2. Probabilmente la loro forza micidiale serve anche a dare un maggior risalto alla nuova classe del Necromancer, selezionabile fin dall'inizio e decisamente versatile. Il Negromante può infatti attingere ai cadaveri dei nemici e dei giocatori sconfitti per potenziare le proprie abilità e i tre rami che contraddistinguono i suoi incantesimi - Bone Tyrant, Grave Lord e Living Death - consentono una varietà di build pensate per tankare, infliggere danni e persino curare. Dobbiamo ammettere, però, che dopo aver giocato alcune ore e aver sbloccato un buon numero di abilità, il Negromante ha cominciato a somigliare a una classe come tante altre. Le manca qualcosa, quel guizzo di originalità e individualità che avrebbe dovuto renderla speciale, forse dovuto anche a una certa ristrettezza in termini di effettistica visiva. Resta comunque un'alternativa molto divertente, specialmente se si comincia un nuovo personaggio solo per affrontare Elsweyr, ma come ogni altra feature di questa espansione esaurisce troppo presto la sua innovatività.

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Conclusioni

Multiplayer.it
7.0
Lettori (7)
7.6
Il tuo voto

Il nuovo capitolo a pagamento di The Elder Scrolls Online affonda gli artigli nella terra dei Khajiit e racconta qualche storia molto coinvolgente, anche se purtroppo non si può dire lo stesso della main quest che dovrebbe trascinarci fino alla fine dell'avventura. Sempre più rivolto ai casual player, Elsweyr spreca i tanto attesi draghi trasformandoli in un banale content pubblico, cercando di compensare questa mancanza con la classe del Negromante che, seppur non troppo spettacolare, garantisce una certa varietà ai giocatori vecchi e nuovi. L'anno del drago, comunque, è appena cominciato, e potrebbe sempre migliorare.

PRO

  • Le divertenti sottotrame dei Khajiit
  • La versatilità del Negromante

CONTRO

  • I draghi sono world boss banalissimi
  • La storyline principale non ci ha convinto