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The Rise of the Golden Idol: la recensione di un nuovo gioiello investigativo

The Rise of the Golden Idol è il seguito dell'investigativo di Color Grey Games che ha potenziato ogni singolo aspetto del primo capitolo. Come? Scopritelo nella nostra recensione.

RECENSIONE di Lorenzo Mancosu   —   12/11/2024
Uno scenario di The Rise of the Golden Idol
The Rise of The Golden Idol
The Rise of The Golden Idol
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A volte capita di interrogarsi per capire quale sia il segreto alle spalle dei grandi videogiochi, cercando di decifrare il valore corretto da attribuire a segmenti come la dimensione artistica, la scrittura, la pura e semplice capacità di intrattenere o magari la volontà di incapsulare un messaggio importante. Ma se c'è una grande lezione che si può trarre semplicemente osservando la storia del medium, quella sta nel fatto che la forza delle idee regna sovrana sopra ogni altro elemento: se già nel corso delle prime generazioni capitava d'imbattersi in veri e propri capolavori costruiti interamente attorno a una singola intuizione legata al gameplay, la moderna esplosione del mercato indipendente ha portato una primavera di esperienze fondate sulla sola creatività.

Perché costruendo attorno alle radici delle grandi idee il resto finisce per passare in secondo piano, consentendo anche agli sviluppatori che non possono contare su investimenti multimilionari o su competenze specifiche di raggiungere il grande palcoscenico internazionale. E questo è proprio ciò che è accaduto ai Color Grey Games e al loro The Case of the Golden Idol, meraviglioso videogioco investigativo punta e clicca che è stato in grado di comporre uno straordinario mosaico narrativo attraverso una semplice sequenza di casi da risolvere, mescolando il racconto di una lunghissima epopea con l'intrattenimento a base di intuizione e deduzione. Nel caso in cui siate interessati, abbiamo recensito The Case of the Golden Idol qualche mese fa.

Dal momento che l'opera si è trasformata in un piccolo culto era inevitabile aspettarsi l'emersione di un seguito e adesso quel sequel sta per presentarsi ai cancelli del mercato: nella recensione di The Rise of the Golden Idol raccontiamo come il secondo episodio riesce a migliorare quasi ogni elemento del predecessore.

La storia dell'Idolo Dorato

The Rise of the Golden Idol è prima di tutto un sequel diretto di The Case of the Golden Idol, pertanto - nonostante la vicenda risulti generalmente comprensibile anche per neofiti assoluti - offre continue strizzate d'occhio ai giocatori che hanno vissuto le peripezie della famiglia Cloudlsey e l'epopea del magico Idolo Dorato dei Lemuriani. Mentre il primo capitolo prendeva il largo attorno al 1750 il secondo è ambientato nel 1970, dunque la lavagna è stata quasi totalmente cancellata per sgombrare il palco in favore di una nuova epoca, di nuovi personaggi e di nuove ambientazioni, mantenendo intatte solamente la costruzione del mondo e, ovviamente, l'ingombrante silhouette dell'Idolo, che rimane il principale motore nascosto dietro ogni singolo caso da risolvere.

Tutto ha inizio da un delitto, come sempre
Tutto ha inizio da un delitto, come sempre

Le atmosfere in puro stile Barry Lindon hanno quindi ceduto il passo a un'interpretazione vicina al noir, a fondali nei quali i cavalli sono ormai stati sostituiti dalle automobili, le famiglie di nobili in lotta per il potere da politici e imprese senza scrupoli, mentre i Cloudsley e i loro compagni di viaggio da nuove maschere pronte a cader preda del fascino esercitato dalla reliquia di Lemuria. Si tratta anche di un periodo storico in cui l'omicidio non è più un'evenienza all'ordine del giorno, le stesse armi sono divenute merce piuttosto rara, di conseguenza il cambiamento ha investito anche i casi specifici che vengono posti di fronte al giocatore, e questa caratteristica - la carenza di vittime - in determinate situazioni potrebbe far storcere il naso ai puristi del genere.

L'investigazione conserva comunque un ruolo centrale, anzi, rimane l'anima stessa dell'opera, e a guadagnarne più d'ogni altra cosa è stata indubbiamente la varietà, dal momento che si viene costantemente posti di fronte a situazioni e dinamiche inedite, tanto sul fronte del gameplay quanto su quello della scrittura, che sceglie di spremere fino all'ultima goccia espedienti come l'esposizione non lineare, il flashback, la narrazione inaffidabile e qualsiasi altro strumento utile per sovvertire continuamente le aspettative dei detective più preparati.

Il cambiamento dell'epoca ha consentito di moltiplicare le situazioni legate alle scene del crimine
Il cambiamento dell'epoca ha consentito di moltiplicare le situazioni legate alle scene del crimine

Probabilmente il più grande traguardo raggiunto dal sequel sta proprio nella capacità di costruire ancora una volta una grande vicenda narrata capace di legare tutti i singoli casi come un sottile filo rosso, caratteristica che già aveva segnato il primo lavoro di Color Grey Games e che proprio per questa ragione sarebbe stata estremamente difficile da replicare in un nuovo contesto. In questa istanza, tuttavia, la caratterizzazione dei personaggi risulta un pizzico più debole e quindi anche determinati risvolti narrativi perdono un po'dell'enorme impatto del passato, ma in linea generale la scrittura continua a raggiungere picchi piuttosto elevati.

L'evoluzione di The Case of the Golden Idol

The Case of the Golden Idol era uno di quei rarissimi titoli i cui ingranaggi del gameplay scorrono alla perfezione, quindi non è stata assolutamente una sorpresa scoprire che gli sviluppatori hanno scelto di mantenerne totalmente invariata la spina dorsale, potenziando al tempo stesso ogni elemento della formula. L'opera rimane un punta e clicca investigativo che presenta di fronte al giocatore una serie di scene del delitto, dopodiché gli richiede di decifrarle analizzando le ambientazioni e individuando i collegamenti fondamentali - per esempio l'associazione dei volti e dei nomi di tutti i presenti sul posto - per poi utilizzare le prove raccolte e la deduzione al fine di produrre una ricostruzione perfetta dei fatti.

Le meccaniche di gameplay di base sono rimaste pressoché invariate
Le meccaniche di gameplay di base sono rimaste pressoché invariate

Il ciclo di gameplay è quindi estremamente riconoscibile: si esamina ogni oggetto d'interesse presente nella scenografia, ci si sposta liberamente fra le stanze, si archiviano nomi e informazioni in una sorta di grande taccuino mentale, infine bisogna utilizzare tutte le "parole" raccolte per compilare un resoconto soddisfacente e magari rispondere anche a una serie di richieste speciali particolarmente complesse per dimostrare una comprensione pressoché totale della scena del crimine. Ma, accanto a questo scheletro, Color Grey Games ha eretto una quantità talmente esagerata di situazioni e meccaniche uniche da raddoppiare effettivamente la durata dell'esperienza, portandola a sfiorare le dodici ore di gioco attraverso venti scenari unici.

Ci sono scene del delitto che si devono visitare in momenti diversi della stessa giornata cliccando sull'apposito orologio, ci sono cifrari audiovisivi da risolvere in tempo reale, ci si imbatte nel classico pannello da detective tipico del cinema thriller in cui associare fotografie, nomi e avvenimenti per districare vicende particolarmente complesse, bisogna costantemente giostrarsi fra tutti i casi precedenti per recuperare informazioni vitali che inizialmente potrebbero passare sottotraccia, e in più di un occasione ci si schianta contro colpi di scena che riescono a stravolgere completamente la percezione delle ultime quattro indagini affrontate.

Ogni volta che si riesce a risolvere un caso, specialmente quelli legati ai capitoli, si sente l'emozione della vittoria
Ogni volta che si riesce a risolvere un caso, specialmente quelli legati ai capitoli, si sente l'emozione della vittoria

Insomma, non c'è elemento della formula investigativa che non sia stato potenziato, ma ciò che ha maggiormente beneficiato dei miglioramenti è la nuova schermata di risoluzione dell'intero capitolo che eleva il ruolo del detective su un livello superiore, domandandogli non solo di completare ogni singolo caso, ma di dimostrare di aver individuato e compreso "la verità che si nasconde oltre la verità", quel fil rouge che lega indissolubilmente tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti lungo le tavole appena completate.

Impatto

Dove The Rise of the Golden Idol ha alzato enormemente l'asticella rispetto al predecessore è nell'intero comparto artistico, nella cura dedicata ai disegni e ai fondali, nel livello di dettaglio delle scenografie, nelle colonne sonore - che hanno fatto davvero passi da gigante - e in ciascuno degli altri elementi che mirano esclusivamente ad arricchire l'esperienza di gioco, compreso l'adattamento, dal momento che è fruibile in italiano fin dal primo giorno. Il tocco di classe sta nel fatto che, seppur il colpo d'occhio si sia fatto ormai straordinario, l'atmosfera generale è riuscita a preservare le tinte dell'avventura originale, quasi a voler semplicemente sottolineare artisticamente il balzo fra l'ambientazione del 1700 a quella del 1900.

Sotto il profilo artistico questo sequel ha fatto passi da gigante
Sotto il profilo artistico questo sequel ha fatto passi da gigante

Al tempo stesso, quando sei la migliore serie investigativa dai tempi di Return of the Obra Dinn, è normale che si vada a cercare il pelo nell'uovo, e The Rise of the Golden Idol non è affatto esente da spigoli: se già di per sé la carenza di omicidi si fa sentire piuttosto forte nei confini di questo genere, la sensazione è che sia un prodotto del tentativo di complicare eccessivamente alcuni passaggi della vicenda narrata, forse per inseguire colpi di scena che si dimostrino effettivamente degni dell'antica tragedia dei Cloudsley.

Inoltre alcune semplificazioni apportate rischiano talvolta di appiattire l'esperienza, su tutti la raccolta automatica delle parole chiave: mentre nel primo episodio bisognava cliccare fisicamente su ciascuno dei termini importanti che emergevano dalle indagini - specialmente nomi, cognomi o potenziali armi del delitto - e ciò contribuiva a imprimere a fuoco nella memoria ogni singolo dettaglio, adesso è sufficiente aprire un documento per vedere una pioggia di termini cadere in un istante all'interno dell'inventario, correndo il rischio di generare solo confusione, specialmente in virtù della grezza quantità di parole disponibili e di alcune imprecisioni nelle soluzioni.

In linea generale The Rise of the Golden Idol è un'opera che sceglie d'imboccare il sentiero del seguito "più grande e migliore", scommettendo forte sulla quantità e facendo un ottimo sfruttamento dei nuovi valori produttivi a disposizione, ma perdendo un pizzico di fascino lungo la strada. Si tratta di un videogioco nettamente migliore del predecessore sotto praticamente tutti i punti di vista, in particolar modo per quel che riguarda le sfumature gameplay, ma di un'esperienza che si rivela leggermente più debole nel momento in cui scorrono i titoli di coda. Detto ciò, i Color Grey Games sono riusciti a confezionare un altro investigativo fuori dal comune e l'hanno fatto senza sacrificare la matrice creativa che li ha trainati al successo, pertanto chiunque abbia apprezzato l'epopea dell'Idolo Dorato dovrebbe gettarsi a occhi chiusi in questa nuova avventura.

Conclusioni

Versione testata PC Windows
Digital Delivery Steam, PlayStation Store, Xbox Store
Multiplayer.it
8.0
Lettori (13)
8.6
Il tuo voto

The Rise of the Golden Idol è il seguito diretto dello straordinario videogioco investigativo di Color Grey Games, uno scatolone capace di evolvere ogni singola situazione e meccanica incontrata dalle parti del suo predecessore. Dopo essersi assicurati di mantenere il livello della scrittura ancorato a uno standard molto elevato, gli sviluppatori hanno potenziato quasi tutti gli aspetti del gameplay punta e clicca, mettendo sul piatto una straordinaria varietà di situazioni e trasformando la soluzione di ciascuna indagine in una grande, sofferta vittoria. Ma se da una parte anche i comparti artistico e sonoro hanno seguito il medesimo percorso evolutivo verso l'eccellenza, dall'altra una caratterizzazione e un impatto generale della vicenda narrata un pizzico più deboli l'hanno trattenuto a pochi passi dal capolavoro.

PRO

  • Scrittura di alto livello
  • Grandissima varietà di situazioni
  • Arte e musica hanno fatto passi da gigante
  • Colpi di scena devastanti

CONTRO

  • Gli omicidi scarseggiano
  • Trama un pizzico più debole del predecessore
  • Qualche imprecisione nei testi da ricostruire