Proseguiamo il revival di Holly e Benji con la recensione di Tsubasa+, nuovo gioco mobile dedicato alla celebre serie che trasporta l'universo calcistico creato da Yoichi Takahashi in un particolare contesto che richiama la struttura di Pokémon GO e derivati. Dopo Captain Tsubasa: Rise of new Champions ci troviamo di fronte a una reinterpretazione particolare del manga/anime, con innesti multiplayer e social e l'accento posto soprattutto sul collezionismo di personaggi e calciatori vari. Non è un'idea tanto assurda, a pensarci bene: il mondo del calcio si presta da sempre a questo meccanismo ormai storico grazie alla vecchia abitudine delle figurine e in questo senso possiamo vedere Tsubasa+ come una sorta di estensione videludica di questo gioco. Ovviamente con spese annesse, considerando la quantità di micro-transazioni che sorregge tutto il sistema.
C'è comunque anche un certo gameplay dietro alla ricerca spasmodica di calciatori da conquistare, che va dai match stessi, elemento centrale in tutto il gioco, alla gestione e organizzazione della squadra, con una notevole quantità di attività stratificate. Da notare che il gioco possiede la licenza FIFPRO, cosa che determina una strana fusione di personaggi tratti dal manga con calciatori reali che possono essere conquistati via via: in Tsubasa+ non ci troviamo a giocare solo contro i personaggi della serie, cercando di completare le varie squadre storiche dell'anime, ma anche contro una grande quantità di calciatori reali appartenenti a campionati e leghe internazionali, riprodotti in questo caso con uno stile grafico diverso ma comunque caricaturale.
La struttura generale è quella tipica dei titoli tipo Pokémon GO o Minecraft Earth: il gioco si basa sulle mappe di Google per ricreare l'area circostante il giocatore in una mappa semplificata, dove possiamo trovare stadi creati da altri giocatori o posizionati in prossimità di luoghi d'interesse pubblico. All'inizio dobbiamo creare il nostro personaggio attraverso un editor impostato secondo lo stile grafico dell'anime di Captain Tsubasa e poi costruire uno stadio in prossimità della propria casa, in modo da potervi accedere facilmente ogni volta che effettuiamo il login, ma buona parte del gameplay risiede nell'esplorazione della mappa e la ricerca di altri stadi, unico sistema per accedere a una maggiore quantità e varietà di giocatori da sconfiggere e conquistare.
Qui incontriamo il primo problema di Tsubasa+: al di là di una risposta non proprio reattiva alla rilevazione GPS dei movimenti dell'utente, la copertura delle mappe in Italia è ancora decisamente lacunosa e in molte zone è impossibile trovare luoghi d'interesse segnalati, per cui spesso le aree sono deserte rendendo di fatto impossibile giocare. Siamo ancora all'inizio del servizio e si tratta di vedere se il team Miraire abbia intenzione di evolvere il supporto da questo punto di vista, oltre che aspettare che l'utenza si ampli e costruisca stadi con cui interagire, dunque su questo frangente il giudizio è sospeso, per il momento.
Dentro e fuori dal campo
C'è una buona quantità di attività diverse su cui impegnarsi tra scontri diretti, allenamenti, gestione della squadra e potenziamenti vari, ma tutto passa attraverso gli oggetti consumabili che sono alla base di qualsiasi azione. Si tratta soprattutto di sfere di energia da utilizzare per prendere parte ai match, ma anche modificatori, bonus e altri oggetti che sono necessari per prendere parte agli allenamenti o ricevere power-up indispensabili per affrontare gli incontri più impegnativi e su questo aspetto grava la struttura di micro-transazioni che sostiene il free-to-play di Tsubasa+: è la stessa situazione che abbiamo visto con caramelle e Pokéball di Pokémon GO, ma qui è ulteriormente complicata da una maggiore quantità di parametri da tenere d'occhio e dall'enorme consumo di oggetti determinato da ogni singolo scontro. Il risultato è che, per poter essere competitivi e giocare in sessioni più lunghe, gli acquisti in-app diventano preponderanti.
Il meccanismo è facilmente comprensibile prendendo in esame un semplice match uno contro uno, ovvero la base del gameplay per quanto riguarda la conquista di nuovi giocatori e l'evoluzione del proprio personaggio: Tsubasa+ non mette in scena delle vere e proprie partite di calcio quanto piuttosto delle sorte di esibizioni di street football dove due giocatori si scontrano in un testa a testa fatto di trick e tiri a effetto. Non c'è controllo diretto sul personaggio perché l'azione è limitata al fatto di associare tra loro la maggiore quantità possibile di sfere di uno stesso colore (fino a un massimo di cinque) nel minor tempo possibile, per poi tenere premuto con perfetto tempismo in modo da inquadrare il bersaglio che compare sullo schermo e sferrare il tiro con la massima potenza e precisione prima che lo faccia l'avversario. Per giocare, di fatto, è dunque necessario avere a disposizione una buona quantità di sfere, considerando il consumo che se ne fa ad ogni partita e questo è già un aspetto rilevante nella dinamica di raccolta e gestione delle risorse. Inoltre, non è sempre comprensibile l'esito dello scontro, visto che spesso questo viene deciso da delle frazioni di secondo e risulta visibile solo alla fine, dando l'impressione che sia fortemente dominato anche da parametri poco trasparenti o direttamente dal caso.
L'esito di ogni match è legato solo parzialmente alla velocità del giocatore, perché c'è da considerare anche il livello di potenza raggiunto dai personaggi, ed è spesso necessario compensare gli enormi squilibri che possono verificarsi con i calciatori più importanti e ambiti con l'applicazione di bonus e abilità speciali. Questo introduce la necessità di acquisire ulteriori oggetti, che dalla semplice distribuzione regolare su base quotidiana (al login, all'entrata nei vari stadi che si incontrano sulla mappa o completando gli obiettivi) non risultano spesso sufficienti e dunque puntano anche questi sulle micro-transazioni. C'è una grande quantità di attività a cui prendere parte, ma tutte in qualche modo dipendono comunque dalla presenza dei consumabili, dunque questo problema dell'approvvigionamento di sfere di energia risulta sempre presente, anche se ci si vuole dedicare all'allenamento, alla progressione dei propri calciatori o alla gestione della squadra, che rappresentano elementi di gioco alternativi di un certo interesse.
Conclusioni
Per quanto possa sembrare strana, l'idea di associare la dinamica di Pokémon GO a un gioco calcistico ha un certo senso e con il suo spirito del collezionismo si riallaccia all'antica tradizione delle figurine. Da questo punto di vista anche l'associazione con i calciatori reali assume un certo spessore, anche se questa commistione tra i celebri personaggi dell'anime e i giocatori reali riproposti in forma caricaturale sembra scontentare sia i fan di Captain Tsubasa che i calciofili puri (categorie che non necessariamente si sovrappongono, peraltro). Il concetto di Tsubasa+ funziona, insomma, il problema non da poco sta proprio nella struttura del gioco, tra un gameplay semplicistico ma di difficile interpretazione e una grande quantità di azioni da portare avanti ma tutte strettamente legate ai consumabili, cosa che non fa che spingere verso le micro-transazioni.
PRO
- Captain Tsubasa incontra il mondo reale, un connubio interessante sulla carta
- Tante attività da portare avanti tra match e gestione di giocatori e squadra
- Il gameplay negli scontri diretti richiede una certa velocità
CONTRO
- L'associazione delle sfere colorate stanca molto presto
- I personaggi dell'anime e i giocatori reali fanno fatica ad amalgamarsi
- Tutto troppo incentrato su un alto consumo di oggetti da conquistare o acquistare