Two Point Hospital ci chiede di costruire e gestire un ospedale, rispondendo alle esigenze sanitarie della popolazione della contea di Two Point. In realtà gli ospedali da costruire sono più di uno e sono distribuiti nelle varie zone della contea secondo una logica di difficoltà progressiva e di sblocco graduale delle caratteristiche di gioco. Il genere dei gestionali ha da sempre una doppia natura: da una parte c'è il lato costruttivo, che richiede al giocatore di creare il parco a tema / fabbrica /ospedale / inferno (o quello che volete), piazzando strutture e infrastrutture su di una mappa. Dall'altra parte c'è la simulazione economica, con il giocatore che deve equilibrare i costi d'impresa con i ricavi, in modo da far tornare i conti e rendere l'attività redditizia, pena il fallimento. Normalmente a determinare la sfida offerta dal genere è proprio il modello economico, che più è accurato, più pone limiti precisi al giocatore nella fase costruttiva, imponendogli scelte razionali che tengano conto dei diversi fattori simulati.
Negli ultimi anni però i gestionali hanno subito quella che potremmo chiamare "casualizzazione": la simulazione economica ha perso forza, mentre il lato sandbox ha guadagnato sempre più spazio, al punto da aver avuto titoli come Planet Coaster o Jurassic World: Evolution nei quali la sfida è sostanzialmente inesistente e i parchi possono essere costruiti senza alcun criterio, perché tanto non andranno mai in passivo.
Meccaniche di gioco
Two Point Hospital si posiziona in un punto intermedio tra le due tendenze, cercando di ricordare al giocatore cosa significa gestire qualcosa, ma senza appesantirlo troppo con crolli economici o fallimenti improvvisi. Come dicevamo, il gioco non offre un solo territorio su cui costruire, ma diversi, non tutti accessibili immediatamente, che vanno sbloccati facendo crescere di valore gli ospedali precedenti per ottenere stelle (da una a tre, in perfetto stile mobile). Gli ospedali vanno costruiti all'interno di zone predisposte, che variano a seconda del livello di difficoltà della mappa.
Ad esempio il primo, che funge da tutorial, richiede di gestire una mappa ristretta, con uno scarso afflusso di pazienti, e senza la possibilità di acquistare altri lotti per espanderla; mentre, per fare un altro esempio, costruire un ospedale cittadino richiederà di acquistare molti lotti per aumentare l'offerta sanitaria, così da smaltire più agilmente l'enorme afflusso di pazienti. Da questo punto di vista il titolo di Two Point Studios, formato da ex-Bullfrog, lo studio che realizzò Theme Hospital e inventò il genere con Theme Park, è impeccabile e offre un senso di progressione ineccepibile, ben gestito anche a livello di costruzione delle singole stanze. Le prime cose da fare sono mettere in piedi una reception, per indirizzare i pazienti, e una stanza per il medico di base, che eseguirà le prime diagnosi, ma si tratta davvero del minimo; presto bisognerà dotarsi di stanze diagnostiche, di corsie per ricoverare i pazienti e di stanze per le terapie, senza dimenticarsi di bagni, sale per il personale, sale per le terapie delle diverse malattie e altre strutture avanzate, come le sale per tenere i corsi di specializzazione del personale o quella del marketing, quest'ultima da usare per migliorare la reputazione della struttura o per attirare pazienti specifici, legati a volte a degli obiettivi richiesti per ottenere le agognate stelle. Ovviamente una struttura ospedaliera non può funzionare senza il personale.
In Two Point Hospital si possono assumere quattro categorie di lavoratori: i medici e gli infermieri, che si occupano del lato sanitario (diagnosi e terapie); gli assistenti, ossia degli impiegati che si occupano del ricevimento dei pazienti, delle vendite nei vari chioschi, del marketing e, in generale, di tutte le funzioni amministrative dell'ospedale; infine ci sono gli inservienti, che tengono pulita la struttura, migliorano i macchinari, fanno manutenzione e cacciano i fantasmi (spiriti di pazienti morti a causa di cure sbagliate o terapie inefficaci). Ogni lavoratore può avere da nessuna a cinque specializzazioni, a seconda del suo livello, con altre che possono essere acquisite tramite corsi di perfezionamento. Ovviamente lavori specifici richiedono competenze adeguate: ad esempio un medico dovrà essere specializzato in psicologia per fare lo psichiatra, così come un inserviente dovrà essere istruito in meccanica per migliorare i macchinari. Da sottolineare che all'inizio non si dispone di tutte le stanze: alcune andranno sbloccate insieme ai nuovi ospedali, mentre altre andranno ricercate e poi migliorate.
Le dinamiche di costruzione sono semplicissime: le stanze si disegnano con un sistema a tessere, mentre gli oggetti possono essere posizionati solo dove non intersecano con le pareti, con altri oggetti o con le porte, in modo da garantirne il funzionamento. Ogni stanza ha una dimensione minima, dovuta agli oggetti obbligatori che deve contenere, ma può essere espansa per aumentare il prestigio e con esso il valore dell'intero ospedale. A parte quelli base, ogni stanza può essere decorata con diversi oggetti, alcuni disponibili da subito, altri da sbloccare spendendo dei punti che si accumulano superando gli obiettivi assegnati (di cui riparleremo). Tranquilli, perché non ci sono microtransazioni (anche se qualche oggetto in più male non avrebbe fatto). Decorare le stanze serve per aumentarne il prestigio e, in alcuni casi, a migliorarne la funzionalità. Ad esempio mettere delle librerie nelle stanze di specializzazione aumenta la velocità di apprendimento.
Gameplay
Cosa sarebbe un ospedale senza i suoi pazienti? La sanità è un business immenso e in Two Point Hospital non c'è mai carenza di malati e malattie. Ad esempio ci sono persone che si sono ritrovate delle lampadine al posto della testa, o altre che sono affette da "clownite", ossia che vanno in giro tutto il giorno vestite da clown. Ci sono anche molti che si sentono Freddie Mercury, o altri che sono pieni di parassiti.
Come avrete capito Two Point Hospital ha dei toni davvero scanzonati, come del resto li aveva Theme Hospital. Nonostante ciò, il gioco prevede che i pazienti seguano un iter abbastanza realistico per arrivare alla guarigione: prima devono affidarsi al parere del medico di base, quindi, in caso siano richiesti, devono fare degli accertamenti (analisi e quant'altro). Solo quando la diagnosi sarà chiara potranno iniziare una terapia specifica (anche se a volte le analisi non danno risultati certi al 100%). Qui, se vogliamo, inizia la parte gestionale vera e propria, che come dicevamo non è penalizzante come nei gestionali classici, ma riesce comunque a regalare qualche soddisfazione. Diciamo che l'obiettivo è quello classico di equilibrare la domanda e l'offerta, evitando disagi ai pazienti: così non bisogna assumere personale inutile, ma allo stesso tempo non si può lesinare su certi servizi.
Ad esempio le file dei medici di base tendono a congestionarsi facilmente, quindi bisogna costruire più stanze, magari piazzando delle panche all'esterno per far sedere i pazienti in attesa. In alcuni territori può essere utile costruire anche più stanze dello stesso tipo per rispondere alle diverse esigenze. Ad esempio in una località di montagna, piena di vacanzieri, le fratture abbonderanno, mentre l'ospedale universitario andrà equipaggiato di più stanze per i corsi di formazione per garantire agli specializzandi un percorso formativo completo. In generale è davvero difficile che i costi diventino eccessivi, anche a fronte di investimenti iniziali "allegri", per così dire. Del resto le singole terapie costano un occhio (in particolare quelle chirurgiche, che si sbloccano verso la fine del gioco) e si può monetizzare in diversi modi, vendendo giornali, costruendo coin op o distributori automatici di cibo e bevande, quindi le fonti di guadagno non mancano mai. Insomma, per andare in rosso bisogna proprio fare degli errori marchiani, assumendo personale anche quando non serve, alzando gli stipendi senza criterio, chiedendo prestiti inutili o costruendo stanze senza che ci sia richiesta di quel tipo di cure.
Questo impoverisce un po' il gameplay, che per certi versi risulta molto tranquillo, nel senso che non si sente mai l'urgenza di intervenire in qualche modo per sistemare situazioni critiche, magari perché si è sbagliato a costruire o per emergenze improvvise. Gli ultimi tre ospedali, offrono sicuramente una complessità maggiore, ma niente di paragonabile ai classici del genere, come i già citati Theme di Bullfrog, o ad Afterlife (per fare un altro esempio), dove la gestione imponeva la sua logica anche sulla costruzione. In Two Point Hospital i pazienti sono influenzati da pochissimi fattori: a parte le malattie, possono andare via dall'ospedale per noia (attese troppo lunghe) o perché mancano i servizi di base come i bagni. Fattori come l'igiene, la bellezza dell'ospedale, il posizionamento delle stanze, la loro grandezza e così via, sembrano ininfluenti o, quantomeno, sono così facili da affrontare che non ci si accorge praticamente della loro presenza. Alcuni di questi emergono soprattutto quando legati ad obiettivi assegnati da membri dello staff o dal gioco. Ad esempio in caso di visita dell'ispettore sanitario, è consigliabile fargli trovare tutto pulito, mentre a un vip è meglio mostrare un ambiente ben decorato, se si vuole buona pubblicità.
Parlando proprio di obiettivi, ce ne sono di tre tipi: quelli di scenario, che determinano l'assegnazione delle stelle (es. far aumentare il valore dell'ospedale, curare un certo numero di malati, ricercare alcune terapie e così via); le sfide dello staff, che ad esempio possono chiederci di realizzare una sala riposo di grande prestigio; gli obiettivi istituzionali, come le già citate visite di politici e vip, ma anche il dover rispondere ad alcune emergenze (curare tot malati di una malattia specifica per la chiusura di un altro ospedale). Purtroppo manca una modalità sandbox vera e propria, anche se gli ultimi ospedali sono così grossi che ci si può letteralmente sbizzarrire.
Tecnica e problemi
Tecnicamente Two Point Hospital è un titolo riuscito, ovviamente in relazione al genere cui appartiene. Pazienti e personale sono molto vari e, quando affollano l'ospedale, creano un mix variopinto, arricchito anche dalle molte animazioni di cui sono dotati (simpatiche quelle delle varie terapie). La fluidità generale del titolo si è dimostrata ottima, anche a dettaglio massimo, ma non sono mancati alcuni piccoli problemi. Ad esempio quando l'ospedale è pieno di persone, selezionandone una per seguirla abbiamo sperimentato bruschi cali del framerate.
Di glitch e bug, invece, ne abbiamo incontrati davvero pochi: solo in un'occasione un personaggio si è bloccato e non rispondeva ai nostri comandi. Lo abbiamo licenziato e assunto un suo più volenteroso collega. Ricercato anche lo stile dei menù e delle schermate riepilogative (quelle che consentono di tenere traccia dell'andamento dell'ospedale e dei dipendenti), tutte ben leggibili, pur essendo piene di informazioni utili. Meno riuscita la gestione del personale, che tende all'entropia, con medici che si mettono a fare il lavoro di altri medici o infermieri che lasciano il loro posto per mettersi a fare chissà cosa. In un ospedale piccolo non è un grosso problema, visto che riassegnare tutti i a mano è un'operazione abbastanza veloce, ma quando si hanno molti lotti da gestire, con decine tra medici e infermieri, fare tutto a mano diventa impossibile e si lascia che l'anarchia dilaghi (tanto le ripercussioni economiche praticamente non ci sono).
Conclusioni
Two Point Hospital è un gestionale del 2018, in senso positivo e negativo: l'interfaccia è comodissima, graficamente è ottimo (relativamente al genere), costruire ospedali è un piacere, ma allo stesso tempo la parte gestionale, ossia la simulazione economica, emerge solo nelle fasi finali e non è mai davvero penalizzante, quindi la sfida è molto bassa. Insomma, è il classico titolo adatto a tutti, che soffre se confrontato con i capialdi del genere per via di un eccesso di semplificazione. Certo, non è blando come un Jurassic World: Evolution, anche in virtù del maggior numero di cose da fare, e alla fine la buona quantità di scenari consente di passare delle ottime ore di gioco, quindi non possiamo che giudicarlo in modo positivo, ma il brivido del rischio di fallire sinceramente inizia a mancarci un po'.
PRO
- Ottimo l'editor degli ospedali
- Molti scenari per molte ore di gioco
- È il degno erede di Theme Hospital
CONTRO
- La simulazione economica è riuscita a metà
- Non c'è una modalità sandbox vera e propria