Un paio di anni fa, il team indie Tarsier è salito alle luci della ribalta con Little Nightmares, con uno strano adventure caratterizzato da un'atmosfera oscura sullo stile di una fiaba horror. Riuscendo a proporre un buon mix tra elementi stealth ed enigmi da risolvere, il gioco è diventato un successo globale, probabilmente grazie soprattutto al suo particolare stile. Very Little Nightmares, ci cui ci occupiamo in questa recensione, recupera qualcosa di quelle atmosfere e di quell'impostazione di gioco, purtroppo riuscendo solo in parte nel suo intento. Quando un gioco per PC e console viene trasferito in un contesto mobile con la creazione di un progetto ad hoc, sviluppato appositamente per il sistema di controllo via touch screen e senza lasciarsi andare alle derive del free-to-play acchiappa-soldi, attira sempre un certo interesse e ci predispone già in senso positivo. Con queste premesse viene dunque da accogliere con piacere questo Very Little Nightmares, memori anche delle ottime impressioni lasciate dal predecessore.
Il gioco si pone come una sorta di versione alternativa dell'avventura originale, uno spin-off che ha per protagonista sempre la stessa ragazzina spaurita di Little Nightmares, ovvero Six, con il suo indimenticabile impermeabile giallo con cappuccio. La storia sarebbe una sorta di prequel ma condivide molte caratteristiche con il gioco precedente: anche in questo caso la ragazzina si trova perduta all'interno di un ambiente ostile, sul quale possiamo solo fare congetture visto che non esiste una narrazione esplicita degli eventi, non essendoci né dialoghi né testo scritto. Il Nido è un luogo oscuro tanto quanto le Fauci e anche questo sembra basarsi sullo sfruttamento di bambini e piccole creature per qualche scopo, all'interno di una sorta di meccanismo perverso dal quale dobbiamo fuggire, braccati costantemente da strane e malvagie figure. Insomma, più che aggiungere qualcosa di diverso rispetto al gioco originale, Very Little Nightmares si propone come una versione alternativa di quella stessa esperienza, cosa che di per sé rappresenta una buona idea.
Imprigionati
La struttura e l'impostazione del gioco cambiano in maniera piuttosto netta rispetto all'originale: essendo basato sul controllo via touch screen, con la possibilità di impartire la direzione a Six semplicemente toccando il punto in cui vogliamo che vada, Very Little Nightmare si configura in maniera necessariamente diversa da quel misto di platform e adventure che abbiamo visto su console. Siamo dunque di fronte a un puzzle game più tradizionale, messo in scena con un'inquadratura isometrica che sfrutta, stranamente, solo la visualizzazione con lo schermo in verticale. Questa bizzarra scelta, quantunque affascinante, sacrifica la visibilità, anche perché i livelli non sfruttano più di tanto il movimento in verticale e l'impossibilità di regolare lo zoom tende a nascondere parti di scenario importanti, problema aggravato dall'impostazione trial and error che caratterizza parecchie fasi. Si ha spesso l'impressione che la sfida non sia tanto improntata sulla profondità degli enigmi quanto piuttosto sull'utilizzo degli ostacoli in maniera un po' subdola, considerando anche che il pathfinding che caratterizza il movimento di Six, una volta impostata la meta da raggiungere, sembra incappare in qualche problema logico costringendoci spesso a una continua correzione della rotta.
Le buone idee messe in campo nei primi minuti di gameplay si esauriscono in fretta e per la maggior parte del tempo il gioco ripete le medesime soluzioni e pattern per affrontare i livelli, ricorrendo spesso al backtracking a causa delle difficoltà di visualizzazione dei percorsi e della disposizione degli ostacoli. I problemi del sistema di controllo e del pathfinding di Six inoltre si amplificano nelle sezioni in cui è richiesta massima precisione, come nelle fasi stealth o quando siamo inseguiti da nemici o minacce varie, nel qual caso la frustrazione può emergere con forza. Tutte queste imprecisioni appesantiscono un gameplay che di per sé è reso già poco stimolante da enigmi non propriamente impegnativi o brillanti ed è un grande peccato se si guarda anche all'aspetto estetico di Very Little Nightmares. Grafica, animazioni, musiche e caratterizzazione del gioco si attestano su alti livelli e dimostrano come la direzione artistica abbia fatto un grande lavoro di adattamento dell'idea originale di Little Nightmares per il contesto mobile, traslando le medesime atmosfere decadenti, inquietanti e grottesche ma insieme malinconiche e anche tenere con notevole maestria. Alla fine è proprio lo strano mondo del Nido a spingerci ad andare avanti, con la curiosità di vedere in quali ambientazioni ci possiamo trovare di livello in livello che si rivela essere alla fine l'unica forza motrice di tutto il gioco.
Conclusioni
Very Little Nightmare è un progetto solo parzialmente riuscito, purtroppo: riesce a ricreare in maniera convincente le atmosfere caratteristiche del gioco originale grazie a un bello stile grafico e un'ottima direzione artistica ma fallisce in buona parte la prova del gameplay a causa di problemi tecnici e di progettazione stessa della struttura di gioco. Resta un interessante complemento allo strano universo di Six, mettendo in scena un'ambientazione fascinosa come il Nido, ma è un po' poco per renderlo un gioco completo ed equilibrato.
PRO
- Riprende bene l'atmosfera oscura e malinconica di Little Nightmares
- Il Nido è un luogo affascinante
CONTRO
- Sistema di controllo e gestione del personaggio problematici
- Enigmi piatti e ripetitivi per la maggior parte
- Inquadratura che complica le cose