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What Happened, la recensione

La recensione di What Happened, un thriller psicologico in prima persona che indaga ansia e depressione dal punto di vista di un liceale americano.

RECENSIONE di Alessandra Borgonovo   —   04/08/2020
What Happened
What Happened
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Cosa succede quando vuoi mescolare le tematiche di Life is Strange e lo stile di Silent Hill? Se l'accoppiata vi sembra strana è comprensibile ma la recensione di What Happened parla di un titolo che si può riassumere proprio così. Il thriller psicologico sviluppato dallo studio indipendente Genius Slackers ci mette nei panni di Stiles, un liceale la cui vita è tutto un enorme casino: traumi famigliari, bullismo, amori giovanili e droghe si mescolano in questo viaggio psichedelico attraverso il subconscio del ragazzo, che lotta contro se stesso per riuscire a superare la depressione in cui sta affogando a seguito di eventi che sono sfuggiti rapidamente dal suo controllo. Presentata così, l'idea ha un certo fascino soprattutto perché i temi non sono dei più leggeri e serve il giusto tatto per affrontarlo, in particolare quando la messa in scena - verbale o visiva che sia - non lesina sul grottesco e sulla violenza.

Discesa nella follia

Il problema fondamentale di What Happened è che ha calcato troppo sulla follia e sul surreale dimenticandosi della presenza, dall'altra parte, di un giocatore che deve trovare un senso a cosa sta facendo, una ragione che lo spinga a proseguire e non sia l'inerzia, un gancio capace di tenerlo ancorato a un viaggio interiore visivamente ben costruito ma troppo confusionario. Il gioco ruota attorno agli stessi problemi e alle paranoie di Stiles in maniera quasi ossessiva; non sarebbe un male se consideriamo l'insieme del protagonista e dei complessi che lo affliggono ma la sensazione è quella di essere coinvolti in un eterno girotondo che sembra non voler portare da nessuna parte. Non importa se a conseguenze positive o negative per Stiles, il cui destino è legato alla comprensione che mostreremo nei suoi confronti.

L'ossessione è esacerbata attraverso una serie di sequenze visivamente accattivanti, a tratti persino horror, ma prive di un vero gameplay e nei casi più "articolati" senza un'indicazione su cosa fare o come procedere. Intendiamoci, non parliamo di volere la pappa pronta ma di essere dotati degli strumenti per capire cosa stia succedendo e come poter proseguire. Invece, aver calcato la mano sull'inferno interiore di Stiles e sull'uso di droghe che non lo aiuta nel fare ordine tra i suoi pensieri e le sue emozioni rende difficile trovare una direzione verso la quale muoversi; la soluzione a volte sembra essere girare in tondo fino a quando non si innesca la scena successiva, in un continuo alternarsi di situazioni che se all'inizio possono sembrare d'impatto, andando avanti risultano solo un peso e un fastidio.

What Happened 01

Un tunnel senza uscita

Ne deriva l'idea che si sia cercato di allungare il brodo in un gioco che purtroppo, data la quasi totale mancanza di interazione, si limita a farci passare da una scena all'altra condendola di follia e offrendo pezzi frammentari di quel puzzle che è la vita di Stiles. Facendo tuttavia talmente tanta pressione che non sono mancate situazioni di vero e proprio fastidio nei confronti del protagonista. What Happened è ostacolato non tanto dalla sua natura di walking simulator, perché ci sono stati giochi come What Remains of Edith Finch in grado di raccontare un dramma in maniera toccante e sorprendente a dispetto della brevità, riuscendo a coinvolgere il giocatore nonostante il gameplay ridotto ai minimi termini, quanto dall'aver voluto tirare troppo per il lungo una storia che poteva risolversi molto più velocemente senza perdere nulla della sua caleidoscopica follia.

Oltre a un'estetica ispirata, il gioco gode anche del conflitto tra Stiles e la sua stessa mente, che lo istiga a lasciar andare tutto e spingersi al suicidio continuando a parlargli per tutto il tempo con un doppiaggio convincente, in grado di calcare i toni al momento giusto - sulla falsa riga dei sussurri di Hellblade: Senua's Sacrifice. Siamo noi il nostro nemico e sotto questo aspetto è stato fatto un buon lavoro, con la mente di Stiles che diventa un suo alter ego crudele e non ci sarebbe spiaciuto affrontare in maniera più diretta. Per il resto, purtroppo, What Happened si perde in un loop di scenari quasi del tutto privi di interazione, da un lato ottimo riflesso di una mente alla deriva come la sua ma dall'altro infilati a forza giù per la gola del giocatore, che si arrende alle sue regole nella vana speranza di trovare una motivazione a proseguire, una luce in fondo a un tunnel fin troppo lungo.

What Happened 02


In tutto ciò non aiutano i personaggi alla base della sofferenza di Stiles: laddove le ambientazioni e l'alter ego del ragazzo risultano molto curati, loro sono evidentemente un passo indietro sia sotto il profilo grafico sia della caratterizzazione. Le loro battute risultano fiacche, poco convincenti e pur essendo una parte centrale della storia non riescono a convincere quando, sull'altro piatto della bilancia, abbiamo un'attenzione ben diversa per altri elementi di gioco. Non c'è dubbio che What Happened avrebbe avuto bisogno di una maggiore limatura e pulizia complessiva ma il suo limite maggiore risulta nell'eccessiva lunghezza, fatta di situazioni spesso trascinate che in un eterno girotondo ruotano attorno al problema senza mai andare fino in fondo. Se non quando ormai è tardi. Per il momento non c'è la localizzazione italiana ma il team ha assicurato che verrà inserita.

Conclusioni

Digital Delivery Steam
Prezzo 18,89 €
Multiplayer.it
5.0
Lettori (7)
8.1
Il tuo voto

What Happened si perde nel suo stesso universo psichedelico, senza mai arrivare al cuore del problema e risultando fin troppo frammentario nella ricostruzione della storia di Stiles. Laddove le ambientazioni rappresentano un punto forte dell'esperienza, che ben riflette la mente alla deriva del protagonista, la quasi totale assenza di gameplay e la frustrazione derivante da quel poco presente, nonché comprimari blandi e poco caratterizzati, rendono tutto un esperimento riuscito solo in parte. Sviluppare un'esperienza più contenuta e focalizzata, supportandola con una narrazione un po' meno criptica e pesante non per i temi ma per l'insistenza nel riproporre certe situazioni, avrebbe potuto renderlo più interessante e piacevole da affrontare. Il fine ultimo del team di sviluppo sarebbe sensibilizzare sulla depressione e le sue peggiori conseguenze, facendo una sorta di morale al giocatore nel caso si vada incontro al finale tragico, ma gli intenti e l'esperienza di gioco non collimano, fallendo nel passare a dovere il messaggio.

PRO

  • Atmosfere surreali
  • Ambienti molto curati
  • Alter ego ben sviluppato

CONTRO

  • Poco intuitivo
  • Comprimari non all'altezza
  • Gameplay quasi inesistente e frustrante
  • Narrazione confusionaria e troppo allungata