WWE 2K19 è l'ultimo episodio di un franchise controverso, che purtroppo da diversi anni si trascina senza introdurre novità sostanziali, dando agli utenti la sensazione di trovarsi di fronte a meri aggiornamenti di una formula che oggi come oggi appare particolarmente stanca e appesantita. Non c'è alcun dubbio che i ragazzi di Yuke's, che si occupano della serie da ormai quasi vent'anni, siano mossi da una grande passione verso il mondo del wrestling e le sue sfaccettature, letteralmente ossessionati dal rappresentare nel modo più verosimile possibile le fattezze e i movimenti di un numero sempre maggiore di lottatori, nonché dal mettere a disposizione dei giocatori quante più opzioni possibile per plasmare l'esperienza in modo differente a seconda dei gusti e delle esigenze. Il problema sta nel fulcro del gameplay, nell'ostinazione di portare avanti un approccio simulativo che risulta ai nostri occhi sempre meno attraente, legato a meccanismi lenti e legnosi che poco hanno a che spartire con l'idea di uno show dinamico e spettacolare, nato per divertire ed entusiasmare il pubblico. In che modo la nuova edizione cerca di scrollarsi di dosso questa pesante eredità? E cosa fa in concreto per arricchire una struttura che ultimamente aveva anche perso i propri contenuti più rappresentativi? Scopriamolo insieme.
Modalità
Il primo impatto con WWE 2K19 è positivo: gli sviluppatori hanno ridisegnato l'interfaccia dei menu, utilizzando soluzioni moderne e accattivanti, capaci di riempire letteralmente lo schermo. L'unica cosa che non abbiamo apprezzato è l'elenco a scorrimento per la selezione del personaggio: il gioco vanta un roster enorme ed è uno strazio di volta in volta dover passare in rassegna tutti i nomi per arrivare a quello che abbiamo intenzione di selezionare. Il vecchio tabellone, insomma, funzionava molto meglio da questo punto di vista. A proposito di roster, relegare due superstar di rilievo come Ronda Rousey e Rey Mysterio a bonus preorder rappresenta purtroppo una scelta discutibile per chiunque decida di acquistare il titolo dopo il lancio, con tutta la calma che un ottobre così pieno impone.
Continuiamo però con gli aspetti positivi, perché sul fronte dei contenuti non mancano. È stata infatti reintrodotta la modalità Showcase, lo story mode che in questo episodio ci vedrà ripercorrere la tormentata carriera di Daniel Bryan: una superstar atipica, che ha dovuto affrontare mille ostacoli e farsi le ossa nelle indies prima di poter dimostrare il proprio valore nella WWE, fino a conquistare il titolo mondiale, doversi ritirare in seguito a un infortunio e infine tornare in tempi recenti con il benestare dei medici. Accompagnati dal commento dello stesso Bryan, spesso irriverente nei confronti di determinate situazioni, dovremo cimentarci con i suoi match più importanti e seguire dunque l'andamento non sempre positivo di quella che si pone come una vera e propria epopea.
L'unico problema, non di poco conto, è che per superare le varie fasi non bisogna semplicemente vincere gli incontri, bensì completare una serie di specifici obiettivi che tendono a ripetersi ("danneggia l'avversario", "esegui una presa sulla testa", "esegui un colpo frontale", ecc.) e che lasciano davvero un grande amaro in bocca: se gli sviluppatori avessero reso tali azioni opzionali, come un extra per ottenere più crediti, sarebbe stato infinitamente meglio. Peccato. La modalità Carriera ha subito un'interessante revisione narrativa: anziché partire dal solito centro di Orlando, ci troveremo a vestire i panni di un wrestler squattrinato, che vive in un vecchio furgone e lotta davanti a poche persone per una federazione sull'orlo del fallimento. Un giorno, però, riesce a ottenere un provino per un contratto di sviluppo con la WWE, e dovrà fare del suo meglio per conquistare la fiducia di Triple H e della compagnia.
La storia è interessante, i dialoghi riescono a coinvolgere ed è presente un pur spartano sistema di crescita innescato dai punti esperienza guadagnati sul campo. Ciò fa chiudere un occhio sulla realizzazione decisamente old-gen di tanti asset, ma anche qui purtroppo sono stati inseriti gli obiettivi obbligatori che lasciano poca libertà d'azione durante i match e anzi costringono a prendere un bel po' di rischi nel tentativo di mettere a segno questa o quella manovra specifica. È stata infine aggiunta l'inedita modalità Torri, con una serie mini-campagne tematiche dal grado di difficoltà crescente, e l'intero pacchetto può ora contare su di una localizzazione in italiano dei testi (non a caso lo Showcase è diventato "Presentazione"...).
Naturalmente non mancano i contenuti tradizionali della serie: un editor molto completo per la realizzazione di personaggi, mosse, entrate e quant'altro (con anche la possibilità di condividere le proprie creazioni con la community e scaricare superstar personalizzate), la modalità Universe, il multiplayer in locale oppure online (con tanto di lega ed eventi speciali) e qualsiasi tipologia di match per le esibizioni: dagli incontri uno-contro-uno alla Royal Rumble, passando per infinite varianti con regole differenti, inclusa una nuova versione di Hell in a Cell. Il gioco include l'ormai consolidato sistema di crediti che si ottengono vincendo i match e che possono essere utilizzati per sbloccare star del passato come Ultimate Warrior, Mr. Perfect, "Macho Man" Randy Savage, Big Boss Man, Lex Luger, The Rock, Bret "Hitman" Hart, Goldberg e diversi altri. Sono presenti anche casse premio con personalizzazioni extra da usare con l'editor, sbloccabili in-game oppure acquistabili con denaro reale.
Gameplay
L'elemento che rende controversa l'esperienza di WWE 2K19, come detto in apertura, resta senza dubbio la vocazione simulativa del franchise, che prende in maniera netta le distanze dall'approccio arcade che pure ha reso indimenticabili alcuni classici del passato. In soldoni, ciò si traduce in un'esperienza completamente basata sul tempismo dei reversal: quando vanno a vuoto, eseguiti troppo presto o troppo tardi, ci si ritrova a restare incollati al tappeto per molto tempo nell'attesa che l'avversario faccia un'altra mossa, magari un pin che ci condanni a un'immeritata sconfitta.
L'assegnazione di una manovra così importante e delicata ai trigger è un altro aspetto che non abbiamo mai compreso e che viene riproposta nel nuovo episodio, insieme tuttavia ad alcune importanti novità che riguardano la mole e l'organizzazione dei controlli. La sensazione di frustrante impotenza che la serie notoriamente produce quando ci si ritrova a controllare un atleta, magari un highflyer, che però si muove come un carro armato e necessita di complicate combinazioni di tasti per eseguire azioni anche banali, è stata fortunatamente smussata nei suoi spigoli più aguzzi. Pur muovendosi nel solco dei precedenti capitoli, il nuovo sistema si rivela dunque più semplice e immediato, specie nelle azioni contestuali, mantenendo però la stessa quantità di mosse e attacchi che è possibile sferrare nel corso di un match.
Intendiamoci: la strada è ancora molto lunga ed è difficile definire WWE 2K19 come un titolo divertente anche per gli utenti che non ne apprezzano la vena simulativa, ma quantomeno è stato fatto qualche passo nella direzione giusta. A proposito di progressi, non si può che apprezzare l'introduzione dei payback: si tratta di abilità speciali che consentono di ottenere un boost energetico, una finisher extra, un recupero istantaneo o persino eseguire un doloroso low blow contro l'avversario, sperando che in quel momento l'arbitro non stia guardando. Ogni lottatore dispone di due payback specifici, che però è possibile editare prima dell'incontro e che si caricano combattendo, dandoci la possibilità di sfruttare subito quello meno efficace dei due oppure di tenere duro e pazientare per utilizzare l'abilità più potente e capovolgere le sorti dell'incontro: un elemento tattico interessante, che aggiunge senza dubbio qualcosa all'esperienza.
Trofei PlayStation 4
I quarantasette Trofei di WWE 2K19 possono essere ottenuti utilizzando tutte le abilità Payback, eseguendo azioni spettacolari durante determinati match (sfondare il tetto della gabbia in Hell in a Cell, incassare il Money in the Bank), completando tutti i capitoli della Carriera e le altre modalità in single player.
Grafica e sonoro
WWE 2K19 continua a fare grandi progressi sul fronte della realizzazione tecnica, con quasi tutti gli sforzi concentrati nel rendere in maniera più realistica possibile il maggior numero di superstar presenti nel roster. Anche in questa edizione spiccano alcune eccezioni: se da un lato i lottatori più celebri sembrano uscire direttamente da una puntata di Raw o Smackdown, dall'altro ci sono esempi anche abbastanza clamorosi di personaggi realizzati in maniera più sbrigativa e superficiale, utilizzando con ogni probabilità lo stesso editor che gli autori mettono a disposizione degli utenti per le loro creazioni. Parliamo in ogni caso dell'episodio con il maggior numero di "atleti premium" visto finora, e considerando il totale dei wrestler utilizzabili non è cosa da poco.
È migliorato anche il pubblico, che ora quantomeno non si muove come un'unica entità, e sono stati ampliati gli scenari per i match che si svolgono nel backstage o all'esterno. Delle entrate è quasi superfluo parlare: si tratta di uno degli aspetti in assoluto più curati della serie, e in questa edizione è possibile apprezzare anche un miglioramento dell'effettistica, vedi ad esempio i "soffi" di Triple H o il fumo in generale. Per quanto riguarda il comparto sonoro, il già citato pubblico appare parecchio partecipe e ci sono ambienti ricreati in maniera molto fedele, come ad esempio l'arena di NXT con i suoi spettatori limitati e i frequenti "silenzi" fra un'azione e l'altra sul ring. Non particolarmente brillante il commento del team presieduto da Michael Cole, con solo qualche nuova frase e una certa incapacità di entusiasmare.
Conclusioni
WWE 2K19 ha l'indubbio merito di rappresentare un'inversione di tendenza rispetto agli ultimi episodi della serie prodotta da 2K Games. Questa edizione vede infatti il ritorno della modalità Showcase, l'introduzione della modalità Torri, una Carriera interessante sotto il profilo narrativo e qualche indovinata novità per quanto concerne il gameplay, finalmente un po' più semplice e immediato. Aspetti positivi che vengono in parte neutralizzati da alcune scelte infelici (vedi gli obiettivi obbligatori nei principali contenuti single player) e che purtroppo non cambiano la natura di un prodotto che per la propria vocazione simulativa rimane controverso.
PRO
- Molti lottatori identici alle controparti reali
- Nuove modalità, torna lo Showcase
- Gameplay migliorato...
CONTRO
- ...ma la strada è ancora lunga
- Qualche scelta discutibile
- Diversi elementi appaiono datati