Sarebbe forse troppo ambizioso dire che Microsoft stia indirettamente - ma furbescamente - utilizzando l'Xbox Elite Controller Serie 2, che approfondiremo in questa recensione dopo un po' di ore passate in sua compagnia, come ponte qualitativo per cominciare a traghettare l'utenza affezionata verso Xbox Scarlett, eppure il pensiero c'è e avrebbe assolutamente senso. Un'altra chiave di lettura, seppur più debole, è sondare la tendenza della community a spendere: oggi sono 180€ per un pad di qualità, domani potrebbero essere molti di più per una nuova, potente console. Una cosa è certa: se Microsoft distribuisce a questo prezzo un prodotto di tale livello, si alzano le speranze per i pad che tra meno di dodici mesi saranno inclusi nella prossima gen, sia essa di Redmond o Sony, in quanto non potranno (e non dovranno) sfigurare più di tanto. Diciamo questo perché con l'Elite Serie 1 Microsoft aveva già impostato un benchmark ancora oggi francamente difficile da spodestare. Quattro anni fa i mondi Xbox e PC ricevevano una periferica che avrebbe spaccato l'opinione e il mercato: da una parte i dibattiti sull'importanza o meno di avere un pad pro si accesero con ancora più forza, dall'altra competitor avrebbero cominciato - o accelerato - a sviluppare alternative che ancora oggi tentano di dire la loro.
L' Xbox Elite Controller Serie 2 - che d'ora in avanti chiameremo Serie 2 - è senza ombra di dubbio il miglior pad mai creato da Microsoft, ma su questo punto i dubbi erano già pochissimi. Eravamo invece indecisi se osare oltre, ma così facendo ci si addentra ancora di più nella sfera del soggettivo, dove le affermazioni assolute diventano sbagliate per definizione. Quello che con questo prodotto appare palese è la forza con la quale Redmond stia personalizzando, con l'abilità di un artigiano, un ecosistema gaming dal fascino unico: tra pad premium compatibili su console e pc, servizio game pass mensile condiviso, piattaforma cloud in arrivo e pedale schiacciato sul fronte acquisizioni e portfolio studi di prime parti, il brand Xbox sta uscendo dal profondo limbo dell'era Mattrick ed entrando finalmente nella maturazione dell'era Spencer.
Alimentazione incorporata
Questo pad è la quintessenza hardware di questa transizione verde-crociata. Venendo da un prodotto già eccezionale come la Serie 1, Microsoft ha scelto di non proseguire del tutto sulla strada battuta, prendendo tutto il buono già proposto e aggiungendo nuovi tocchi di classe, chicche, perfezionamenti e ripensamenti. Partiamo dall'estetica del case: a prima vista, quelli della serie 1 e 2 sono identici, eppure è solo impressione. La Serie 2 opta per un nero più accentuato e una forma leggermente più contenuta, quasi meno tonda. Stessa rigidità ma peso differente poiché la più grande novità della parte accessoria è l'architettura di carica inclusa nella confezione. Microsoft ha fatto veramente un lavoro pieno di stile e intelligente: accessibile e alimentabile tramite ingresso direttamente dal retro (in caso vogliate chiudere il case per non far entrare la polvere), Redmond ha inserito un piatto magnetico al quale tenere ancorato un caricatore dotato di magnete, così da fornire due soluzioni in una, entrambe USB Type C (cavo incluso). Da una parte viene fornito il case, alimentabile esternamente, all'interno del quale inserire il pad e chiudere, lasciandolo a caricarsi; dall'altra abbiamo il caricatore interno sganciabile e trasportabile, compatto, solido collegabile sempre tramite USB a una qualsiasi alimentazione e capace di ancorarsi perfettamente al pad caricandolo (un led fisso mostra la carica completata), esattamente come una qualsiasi soluzione hardware di terze parti. Forse l'evoluzione più marcata che è stata comunicata in questi mesi, in fase di preorder, è stata proprio l'assenza del vano stilo e la presenza di soluzione interna ricaricabile: possiamo confermarvi che un primo unboxing la sottolinea e valorizza immediatamente.
Costruisci il tuo Elite
Proseguiamo con il corredo di analogici magnetici: a differenza della Serie 1 e delle sue 3 coppie di analogici (concavi bassi, convessi medi e concavi alti), questa evoluzione mischia le carte in tavola, fornendo un set inaspettato. Siamo di fronte a una coppia di convessi stretti, zigrinati bassi, una coppia di convessi larghi lisci medi, un singolo convesso a righe concentriche e un convesso stretto, zigrinato alto. Una scelta singolare, in controtendenza rispetto al passato, che opta per un'offerta più camaleontica rispetto alle necessità e staccandosi in parte dalla logica a specchio tra analogici. Qui purtroppo dobbiamo segnalare quello che, più che una pecca, è una mancanza di stile: per via di una modifica all'incastro metallico alla base dei connettori analogici del pad, è impossibile utilizzare correttamente gli analogici magnetici della Serie 1. Potete ovviamente inserirli, ma non avverrà l'incastro magnetico, lasciandoli ballerini e quindi imprecisi. Peccato, dare la possibilità di personalizzare ulteriormente il pad omaggiando gli early adopter sarebbe stato un ammiccamento veramente signorile da parte di Microsoft e invece, per questa volta, niente. La croce direzionale e a cerchio convesso rimane identica, a completare invece la dotazione una chiave simil-metallica da utilizzare per aumentare o diminuire - fino a 3 livelli - la resistenza di risposta dell'inclinazione analogica e un accorciamento delle levette posteriori, ora più semplici da agganciare, circoscrivere nella presa e pertanto più precise nella pressione.
Tra le mani
Arriviamo al pad in sé: grazie all'aggiunta della gomma anche nella parte anteriore, Microsoft ha migliorato ulteriormente la presa complessiva. Siamo di fronte a una superficie di impugnatura leggermente minore a fronte di una larghezza leggermente superiore, con i suoi 365 grammi più equilibrata nel peso anche grazie all'assenza delle pile. Abbiamo trovato una presa solida, comoda, perfetta anche a fronte della pressione di analogici e raggiungimento di ogni angolo del pad. C'è un ulteriore set di novità: tre profili memorizzabili al posto di due con led a indicare, trigger posteriori arricchiti di gomma zigrinata e con tre scatti al posto dei due della Serie 1, tasto Xbox cliccabile con corsa di un millimetro (quindi praticamente istantanea), niente scocca metallica nella parte alta, identico posizionamento di ingresso jack 3.5 mm e adattatore cuffie Stereo di Xbox One. Un altro, piccolo aspetto sul quale avrebbe senso indagare o chiedere agli ingegneri di Redmond è l'assestamento di pressione degli analogici, una sorta di ponte per arrivare all'attuazione effettiva delle classiche nomenclature L3 ed R3. Esattamente come nella Serie 1, Microsoft ha mantenuto un primo, leggero punto di rimbalzo nel momento della pressione il che porta l'input effettivo a necessitare di una maggiore forza del pollice. L'esperienza rimane in qualche modo divisiva: siamo convinti che, essendo un'eredità di prodotto confermata e mantenuta, ci sia una precisa scelta dietro ma la prova su strada continua a non convincerci completamente. A parte una questione di manualità e abitudine, il dover vincere una prima e poi una seconda resistenza per cliccare l'analogico è un'azione che si sembra ridondante e straniante, ma parliamo di una piccolezza che alcuni possono preferire. Rimane presente la possibilità di mappare i tasti e usarli come scorciatoie per operare altre funzioni nell'ecosistema Xbox. Chiude il cerchio la possibilità di personalizzare completamente l'esperienza tramite app dedicata: sensibilità, angoli, curve ed esperienza può essere personalizzata, a patto di studiare e spendere un po' di ore di gameplay per affinare il tutto. Ma se scegliete di spendere 180€ per un pad, siamo sicuro che il tempo per giocare con personalizzazioni ce lo investirete con piacere.
Conclusioni
Multiplayer.it
9.0
Microsoft aveva un paio di cose da fare per migliorare la Serie 1 di quello che a conti fatti è diventata una linea di pad premium a tutti gli effetti e le ha fatte entrambe. Maggior praticità e batteria incorporata; ha aggiunto poi un caricatore portatile magnetico incluso, la possibilità di decidere la resistenza di inclinazione degli analogici, tre profili, tre step di azione per i trigger e tanto altro. Oltre a fornire un'esperienza forte ed elegante, Redmond ha scelto di non mantenere il prezzo e addirittura aumentarlo, segno che la sua offerta vuole rimanere - non a caso - elitaria, una sorta di prodotto per pochissimi affezionati. Difficile tornare indietro dopo aver provato un pad del genere.
PRO
- Ergonomico, massiccio, pieno di stile
- Il caricatore magnetico portatile è un utile tocco di classe
- Perfetto sia su Xbox One, su PC e probabilmente su Scarlett
- Personalizzazione massima grazie ad accessori e app
CONTRO
- Prezzo non banale
- Vecchi analogici non utilizzabili