La storia di Justice League è davvero singolare, perciò vogliamo ripercorrerla brevemente, ripassando i punti salienti. Quando il Marvel Cinematic Universe dei Marvel Studios e Disney era già un successo, anche Warner Bros. decide di tentare un approccio simile coi supereroi DC Comics, vittime di mille reboot e film stand-alone. Affida il compito a Zack Snyder, già regista di Man of Steel e Batman v Superman: a questo punto l'universo cinematografico DC manca di coesione, ma lui sembra avere una visione concreta del suo futuro. Il suo compito sarà dirigere la prima formazione della Justice League, introducendo in un singolo film personaggi come Cyborg e Flash, che fino a quel momento erano solo comparsi di sfuggita, mentre Wonder Woman aveva già avuto il suo primo lungometraggio grazie a Patty Jenkins. Succede però una tragedia familiare che costringe Snyder a lasciare la produzione: Warner Bros. la consegna quindi a Joss Whedon, celeberrimo creatore di Buffy l'ammazzavampiri e già regista del film che aveva veramente lanciato la concorrenza nel 2010, Marvel's Avengers.
Sembrerebbe un colpaccio, e invece c'è un problema: Joss Whedon e Zack Snyder hanno registri stilistici quasi completamente diversi. Entrambi controversi, il primo tende a essere eccessivamente burlesco, mentre il secondo viene spesso accusato di prendersi troppo sul serio. Whedon taglia tantissimo materiale di Snyder, gira e rigira vecchie e nuove scene, e il risultato è un mostro di Frankenstein che non piace a nessuno, floppa al botteghino e mette un freno alla parabola cinematografica della Justice League. Saranno i fan di Snyder, qualche tempo dopo, a... "vendicare" il regista, chiedendo a gran voce sui social la sui famigerata Snyder Cut. Iniziata come una petizione, proseguita con un martellamento a suon di hashtag, i fan sono riusciti a convincere Warner Bros. a stanziare altri 70 milioni di dollari per consentire al regista di rimettere insieme il cast, girare nuove scene e completare la lavorazione di una miniserie in quattro parti per HBO Max, poi diventato un film di quattro ore che è ora disponibile anche in italiano su Sky e Now TV. Vediamo come è andata nella recensione di Zack Snyder's Justice League.
I miglioramenti della Snyder Cut
In questo articolo cercheremo di evitare spoiler, casomai lo stia leggendo qualcuno che non ha ancora visto il film del 2017, ma purtroppo dovremo inevitabilmente menzionare alcuni snodi narrativi salienti per spiegare in che modo Zack Snyder sia riuscito a migliorare un lungometraggio lacunoso come Justice League di Joss Whedon. La prima cosa che bisogna capire è che i due film, nonostante la diversa durata, sono essenzialmente identici nella struttura e nel canovaccio. Per chi non lo sapesse, Justice League è un seguito diretto di Batman v Superman e comincia proprio pochi mesi dopo la morte dell'Uomo d'Acciaio, con Bruce Wayne (Ben Affleck) e Diana Prince (Gal Gadot) che stanno cercando di mettere insieme una squadra di metaumani per fronteggiare l'attacco predetto da Lex Luthor (Jesse Eisenberg). Batman e Wonder Woman cercheranno l'aiuto di Flash (Ezra Miller), Aquaman (Jason Momoa) e Cyborg (Ray Fisher) ma ci vorrà una vera minaccia per riunire la squadra: Steppenwolf, il sicario di un tiranno spaziale chiamato Darkseid che sta cercando le Scatole Madri, manufatti di incredibile potenza che consentiranno l'invasione.
Nella pellicola diretta da Whedon, l'alleanza dei cinque supereroi era abbastanza forzata, se non altro perché i 120 minuti circa di durata non permettevano chissà quale approfondimento o caratterizzazione né del villain, praticamente una macchietta in computer grafica, né dei nuovi personaggi che, a differenza di Wonder Woman, non avevano avuto occasione di presentarsi al grande pubblico nei loro film personali. La Snyder Cut, tanto per cominciare, ribalta completamente questa situazione, dedicando a Flash, Aquaman e Cyborg, e in misura più contenuta anche a Steppenwolf - ridisegnato in modo molto più convincente - vere e proprie backstory e sottotrame introduttive. Il personaggio interpretato da Ray Fisher, in particolare, diventa il cuore pulsante della storia, tant'è che Zack Snyder's Justice League è praticamente il suo film, oltre che una origin story, e Joe Morton, nei panni di suo padre Silas Stone, ha un'importanza molto più rilevante. Ciascuno dei personaggi, comunque, attraversa un percorso ben preciso nel corso delle sei parti che compongono il film per una durata colossale di ben 242 minuti.
In quasi quattro ore di film, Snyder riesce a sistemare quelli che nella sceneggiatura di Whedon erano veri e propri buchi logici, e trova anche il tempo di definire il cattivone dietro le quinte, Darkseid, attraverso uno spettacolare flashback che mette insieme Amazzoni, divinità greche, Atlantidei, persino una Lanterna Verde. Allo stesso modo, Snyder dedica ai nuovi membri della squadra il tempo necessario a entrare in empatia, ricorrendo a dialoghi nient'affatto banali per spiegarli a chi non li conosce o non ha visto gli altri film della serie. Aquaman è l'esempio più illuminante, visto che il suo film personale è uscito dopo Justice League di Joss Whedon: in questa versione, però, Snyder richiama attori come Willem Dafoe (Nuidis Vulko) e Amber Heard (Mera) e imbastisce già una sottotrama sufficientemente interessante, marcando la maggiore tridimensionalità del personaggio che, nelle mani del creatore di Buffy, appariva sotto forma di uno stereotipo ambulante. Se è vero che la Justice League di Zack Snyder sacrifica la commedia per un tono generalmente più alto ed epico, è anche vero che lo mantiene dall'inizio alla fine, concedendosi soltanto qualche gag contenuta e mai fuori posto.
Dedicato ai fan e anche agli altri
Ciò non toglie che Zack Snyder's Justice League sia un film meno... artistico, per così dire, rispetto al noto curriculum del regista di 300 e Watchmen, tra gli altri. Il suo Justice League, pur essendo meno caotico e umoristico di quello di Whedon, è comunque più blockbuster dei suoi film precedenti, persino di Man of Steel e Batman v Superman. La regia è più moderata e ordinaria, la scelta dei colori più accesa rispetto ai soliti toni scuri ma sempre molto pittorica; la coreografia delle scene d'azione non rinuncia allo slow motion tanto caro al regista, che però lo dosa con una maggiore attenzione, riuscendo a rendere le scene chiave ancora più memorabili. Il formato in 4:3 può sembrare strano, all'inizio, ma contribuisce a rendere la pellicola decisamente unica nel suo genere, un'anomalia anche sotto questo aspetto, che la rende quasi più preziosa: sembra di guardare una produzione fuori dal suo tempo, che poi in un certo senso è anche vero. Peccato solo per le musiche di Tom Holkenborg, che già non sono così memorabili, ma che spesso sono interrotte sul più bello da una specie di coro delle Amazzoni ogni volta che Wonder Woman entra in scena. Strambo all'inizio e stucchevole già a metà visione.
Purtroppo Snyder fa anche qualche scivolone importante che lascia con l'amaro in bocca. È chiaro che a un certo punto l'occasione di fare questo Justice League è diventata anche una chance, per Snyder, di fare... lo Snyder, perdonateci il gioco di parole. Per quasi tutta la durata del film, che riesce a non essere mai noioso neppure quando il ritmo rallenta per concedere alla storia un respiro maggiormente introspettivo, Snyder frena sul fanservice, mettendolo al servizio della storia più che facendone una strizzatina d'occhio agli spettatori cresciuti sulle pagine dei fumetti DC. Sul finale, però, il regista perde la bussola e comincia a sciorinare una serie di scene che sarebbe stato meglio omettere. Pur essendo il suo ultimo film sui supereroi DC, Zack Snyder's Justice League finisce in cliffhanger con Deathstroke (Joe Manganiello) e Luthor in combutta, Darkseid che si prepara ad attaccare la Terra insieme alle sue armate e un bruttissimo Martian Manhunter in computer grafica che sbuca dal nulla per offrire il suo aiuto a Batman. Preso da questa specie di raptus mistico, Snyder ci butta dentro anche una potenziale timeline alternativa catastrofica in cui compare un convincente Joker di Jared Leto, molto diverso da quella robaccia vista in Suicide Squad.
Tutta carne al fuoco che, per il momento, non sembra che troverà riscontro, una strizzatina d'occhio gigantesca ai fan dell'universo DC e dei film, una specie di provocazione: ecco quello che sarebbe potuto essere, ecco quello che avreste potuto vedere se le cose fossero andate diversamente. I piani della Warner Bros. sono ancora insondabili; la serie dovrebbe ancora proseguire coi nuovi film incentrati sulla summenzionata Suicide Squad, Aquaman, Flash, Shazam! e Black Adam, ma dopo lo scarso successo di Wonder Woman 1984 e i danni causati al settore dalla pandemia, chi può dire come andranno le cose? Per certi versi, è già incredibile essere riusciti a vedere questa versione di Justice League, e siamo curiosi di scoprire se sarà la prima e ultima volta o se in futuro altri film controversi riusciranno a trovare un modo per riscattarsi agli occhi dei fan e del pubblico.
Conclusioni
Multiplayer.it
8.0
Se non avete mai visto Justice League, è giunta l'ora di rimediare, e credeteci: non avremmo mai pensato di scrivere queste parole. La versione di Zack Snyder è un ottimo cinecomic, forse un po' troppo lungo nonostante tutto, ma sicuramente rende giustizia al travagliato percorso cominciato proprio da Snyder con Man of Steel. È comunque un caso così straordinario che merita la vostra attenzione solo per questo, e se poi amate gli eroi DC, e l'interpretazione in chiave Snyder di Superman, Batman e compagnia bella, allora il film avrà doppiamente il sapore di un kolossal.
PRO
- Dura ben quattro ore ma non è mai noioso
- La narrativa è molto più coesa e sensata
- Concede il giusto spazio ai vari personaggi, specialmente a Cyborg
CONTRO
- Alcuni effetti speciali non convincono pienamente
- Finale cliffhanger e fanservice che lasciano il tempo che trovano
- La colonna sonora non è all'altezza degli altri film