Negli ultimi anni, contemporaneamente al rivitalizzarsi dell'interesse attorno alla scena videoludica su PC, è stato tutto un fiorire di nuove e vecchie glorie saldamente ancorate a generi che mancavano di far parlare di sé da tempo. I giochi di ruolo tattici come Heroes of Might and Magic e King's Bounty rientrano senza dubbio in questo novero, ma anche andando oltre i nomi più celebri e riconoscibili ci sono diverse realtà che stanno tentando un ritorno ad esperienze fino a poco tempo fa considerate morte.
Triumph Studios, dopo anni spesi a cercare di rivolgersi al vasto pubblico delle console con Overlord, ha deciso di rispolverare Age of Wonders. Una licenza considerabile secondaria in termini di popolarità ma capace in passato di esprimere eccellenti valori ludici. L'ultimo capitolo, datato una decina di anni or sono, deve aver lasciato un bel ricordo nella testa di molti se è vero com'è che Age of Wonders III ha attirato attenzioni e fondi di un personaggio come Markus Persson. Il team olandese spera di rilasciarlo entro l'anno e alla GDC 2013 si è presentato con una versione dimostrativa ancora piuttosto acerba seppur dotata di tutte le caratteristiche fondanti del progetto.
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Il gioco è grossomodo quello di sempre: la mappa, un po' come fosse una versione fantasy di Civilization, prevede di esplorare e conquistare, stringere alleanze e garantirsi le risorse necessarie a costruire un esercito degno di questo nome. La parte gestionale, se così la vogliamo chiamare, non è centrale come nella serie Firaxis, soprattutto perché il focus dell'esperienza deve rimanere la componente ruolistica e tattica. Le battaglie si svolgono sul campo di battaglia classico per questo genere di titoli, a 'la moda di Heroes of Might and Magic, con scacchiere composte da tasselli esagonali e l'usuale alternarsi dei turni. La prima grossa differenza rispetto al passato è la scelta di allontanare l'alter ego del giocatore dal solo archetipo del mago, dandogli modo di scegliere un protagonista selezionando una tra sei razze e soprattutto una tra sei classi diverse. Selezionando un Druid piuttosto che un Warrior si ha accesso ad un set di abilità e tratti differenti che modificano ovviamente sia le magie a disposizioni sia le prestazioni delle unità.
Ad esempio durante la dimostrazione a cui abbiamo assistito gli sviluppatori hanno scelto di prendere il Theocrat, un classe dotata di magie curative, che nel corso di uno scontro è riuscita a convertire il nemico, potendo da quel momento in avanti schierare la creatura al proprio fianco. Il sistema di combattimento è stato rivisto innanzitutto per creare battaglie più rapide ma dotate di maggior varietà, con assedi ed ostacoli ambientali o condizioni di vittoria differenti. Non sappiamo quanto valido sia il bilanciamento del combat system, ma a quanto pare le meccaniche degli scontri saranno tarate in modo da rendere meno imprevedibile l'esito del lancio dei dadi virtuali, così da dare al giocatore un feedback più preciso alle sue intenzioni. Inoltre il motore tridimensionale libera la visuale e permette l'implementazione di piccole scene cinematiche utili a sottolineare i momenti più drammatici degli scontri. Nulla di importante in termini di gameplay, è chiaro, ma è la dotazione standard per un titolo che oggi come oggi desidera parlare ad un pubblico a cui verranno probabilmente richiesti una quarantina di euro.
La partita dimostrativa continuava con gli sviluppatori impegnati a distruggere e riconvertire un paio di città controllate da un giocatore nemico, prima di trovarsi bloccati sulla mappa della campagna da un imponente drago. Incontri come questo, con potenti creature che occupano piccoli ma strategici angoli di territorio giocabile, sono l'equivalente delle Città Stato di Civilization: nemici difficili da distruggere che quasi sempre conviene far diventare alleati, anche se spesso il prezzo da pagare è doversene inimicare degli altri.
Sono in lavorazione anche una quarantina di missioni secondarie, implementate soprattutto sotto forma di piccoli scenari che ci troviamo di fronte di tanto in tanto. Un nido di mostri, ad esempio, va distrutto il prima possibile per evitare che la nostra città nei pressi venga lentamente corrotta dalle creature. La demo terminava senza mostrare la conclusione di una partita, ma il gioco avrà una campagna, che chiederà di scegliere tra la fazione degli Elfi e quella degli Umani proseguendo la storia raccontata in precedenza dalla serie, e le usuali opzioni per creare partite personalizzate. In multiplayer, invece, ci sarà spazio per un massimo di otto giocatori contemporaneamente. Da una parte è chiaro che Triumph Studios sta cercando di restare fedele alla visione originale, dall'altra ci sono gli sforzi necessari a rendere Age of Wonders III un titolo accessibile e moderno. Trovare la quadratura del cerchio per questo delicato equilibrio farà la differenza quando si tratterà di valutare il risultato finale.
CERTEZZE
- Un mix di generi già noto ma sempre gradito
- Nuovo motore 3D
- Aggiustamenti per renderlo più moderno...
DUBBI
- ... augurandoci che resti fedeli all'esperienza originale
- Guardando una partita di venti minuti è difficile cogliere molti dettagli