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L'ultima legione

A tre anni dalla prima apparizione in pubblico, il nuovo action di Crytek si ripresenta come un gioco completamente nuovo, in terza persona e senza il supporto a Kinect

PROVATO di Vincenzo Lettera   —   11/06/2013

Che Roma non sia stata costruita in un giorno Crytek dovrebbe saperlo bene. Con quel Codename Kingdoms che venne presentato all'E3 del 2010, questo nuovo Ryse: Son of Rome ha davvero poco in comune. Il progetto, nato come action in soggettiva interamente basato sull'utilizzo di Kinect, si è presentato all'E3 di quest'anno come un gioco in terza persona, in esclusiva su Xbox One e con un accento particolare sui Quick Time Events. Ma soprattutto, il sistema di controllo tramite Kinect è stato completamente rimpiazzato dal tradizionale pad. In occasione di un party organizzato da Microsoft abbiamo avuto modo, oltre a provare una breve demo di Ryse, di fare due chiacchiere con gli sviluppatori presenti per capire quali sono i punti di forza del titolo e le motivazioni che hanno spinto il team tedesco a stravolgere completamente il concept presentato al pubblico due tre anni fa.

Romani de Roma

Seguendo la tendenza di marketing a disconoscere e demolire il lavoro precedente per rafforzare i pregi di quello nuovo, i ragazzi di Crytek ci hanno detto come un action in prima persona giocato tramite Kinect sarebbe stato troppo limitante per molti utenti, e gli stessi sviluppatori non erano convinti fosse una soluzione adatta a un'esperienza di questo tipo. In realtà la genesi di Ryse ha attraversato un brusco passaggio di testimone dal team di Budapest a quello di Francoforte, e l'impressione, sotto sotto, è che le enormi ambizioni siano state ridimensionate e convertite in un prodotto più appetibile a una base d'utenza potenzialmente più ampia.

L'ultima legione

La stessa trama e la caratterizzazione dei personaggi sono resi più, citiamo testualmente, "badass" per incontrare i gusti di un certo pubblico. Cliché tra i cliché, Ryse: Son of Rome metterà il giocatore nei panni di Marcus Titus, un soldato romano che, dopo aver assistito allo sterminio della sua famiglia, decide di vendicarsi partendo per la Britannia con il suo esercito. L'avventura è quindi un susseguirsi di intense battaglie e scontri corpo a corpo, armati di spada, lancia e scudo. La demo che abbiamo potuto provare è la stessa presentata durante la conferenza Microsoft, con Marcus Titus che, al comando di una testuggine romana, prova ad assediare una cittadella e a distruggerne il torrione centrale. Il sistema di combattimento si rifà vistosamente ad altri action moderni come Batman e Assassin's Creed, col giocatore che alterna attacchi, schivate e parate con lo scudo per neutralizzare l'offensiva di un gruppo di nemici che attaccano uno per volta. Come in God of War, una manciata di colpi ben assestati fanno comparire a schermo un QTE che, se attivato, permette al giocatore di eseguire un'esecuzione spettacolare. Di questi colpi mortali ce n'era giusto qualcuna nella versione che abbiamo provato, ma gli sviluppatori assicurano che il gioco completo ne avrà oltre un centinaio. Parte di queste abilità sarà sbloccabile accumulando punti esperienza tra le varie missioni, così come personalizzabili saranno anche le armi che si potranno utilizzare in combattimento. Inoltre, il protagonista sarà in grado di sfruttare tutta una serie di perk grazie ai quali ottenere dei bonus durante ciascun livello, come la possibilità di guadagnare più esperienza o più punti salute dopo ogni esecuzione. Complici anche una serie di eventi scriptati che si attivano all'interno dello scenario, gli scontri si dimostrano estremamente cinematografici, eppure nel complesso il feeling ci è parso lento e legnoso, sebbene in grado di comunicare a chi gioca la potenza di ogni singolo colpo.

L'ultima legione

Da un punto di vista puramente tecnico, Crytek gioca in casa e si vede: la versione più recente del CryEngine ha permesso al team di Francoforte di raggiungere un ottimo impatto grafico, con eventi ambientali e battaglie composte da oltre cento soldati a schermo, ognuno caratterizzato da una propria intelligenza artificiale e ottime animazioni. Il timore è che ci si limiterà sempre e comunque a scontri frammentati contro piccoli gruppi per volta, nonostante gli sviluppatori provino a rassicurarci: "il bello dobbiamo ancora mostrarlo". In effetti sono ancora diversi gli interrogativi rimasti senza risposta dopo il nostro provato: Crytek ha già accennato a un'opzione cooperativa in cui più giocatori combatteranno fianco a fianco nei panni di gladiatori all'interno del Colosseo, nel tentativo di affrontare e fermare ondate di nemici sempre diversi. L'ultima parte della nostra chiacchierata è stata dedicata a una serie di funzioni extra più o meno interessanti, a partire dalla compatibilità con SmartGlass. Microsoft vuole puntare molto nell'integrazione tra console, tablet e smartphone, e il nuovo gioco di Crytek sembra proprio voler perseguire questa filosofia: attraverso SmartGlass sarà infatti possibile lanciare in un istante la campagna su Xbox One, registrare e condividere filmati oppure, e questo è più interessante, gestire l'equipaggiamento, il personaggio e i vari potenziamenti raccolti. Infine, nonostante il dietrofront di cui abbiamo parlato prima, è rimasto qualche strascico della compatibilità con Kinect, con la quale si potranno impartire ordini ai propri compagni attraverso il comando vocale.

CERTEZZE

  • Tecnicamente notevole
  • Interessante supporto a SmartGlass e Kinect

DUBBI

  • Meno originalità col passaggio alla terza persona
  • Combattimenti lenti e legnosi