Quando quattro anni fa passavamo ore ininterrote giocando a Plants vs Zombies non avremmo mai pensato che l'annuncio di un seguito sarebbe stato accolto da un clima di parziale scetticismo. In tutto questo tempo sono cambiate parecchie cose in casa PopCap, a partire dall'acquisizione da parte di Electronic Arts per la non troppo modica cifra di 750 milioni di dollari. Il timore di molti è che Plants vs Zombies 2: It's About Time possa seguire il destino di Real Racing, altro franchise importante fortemente compromesso dal modello di distribuzione free-to-play dopo che Firemint è entrata sotto l'ala di EA Mobile. All'E3 2013 ci siamo così diretti in uno degli alberghi vicini al Convention Center, dove la divisione mobile di Electronic Arts stava mostrando alcuni dei più interessanti giochi della sua line-up. Ci saranno abbastanza contenuti da giustificare un capitolo nuovo di zecca e non un'espansione? Riusciranno a realizzare un gioco free-to-play che sia talmente bilanciato da non far rimpiangere il primo capitolo? A un mese dall'uscita su App Store, la chiacchierata con gli sviluppatori e la corposa prova del gioco hanno risposto in parte ai nostri dubbi.
Marty McFlower
La formula da tower-defense alla base di Plants vs Zombies 2 è la stessa che ha permesso al primo capitolo di raggiungere l'impressionante cifra di 140 milioni di copie vendute, ma le novità sopra e sotto la superficie sono innumerevoli. In maniera simile all'ultimo capitolo di Cut the Rope, il tema che sta alla base di questo seguito è quello dei viaggi nel tempo. I fan del primo Plants vs Zombies ricorderanno quando il bizzarro Crazy Dave comprò un taco per 1000$ e lo divorò in un sol boccone.
Ebbene, questo nuovo episodio parte proprio da quel momento, con Crazy Dave che ha adorato così tanto quel taco da usare una macchina del tempo per tornare indietro di cinque minuti e gustarlo ancora una volta. Ovviamente qualcosa va storto, e il nostro barbuto amico si ritrova catapultato un migliaio di anni prima, rimbalzando dall'epoca dei pirati all'Antico Egitto, fino al Vecchio West. Questo si traduce in tre mondi di gioco differenti, in cui i livelli principali e i vari minigiochi sono accessibili attraverso una gradevole mappa. Come ci si aspetterebbe, ogni universo è popolato da zombi completamente unici, sia nell'estetica che nel comportamento: nei livelli egiziani abbiamo visto zombi che provano a cammuffarsi da cammelli, oppure una mummia mascherata da dio Ra, in grado di rubare i soli al giocatore attirandoli con il suo scettro. Nel mondo dei pirati ci sono nemici che vanno all'arrembaggio saltando qualche casella, o cannoni che sparano piccoli imp direttamente in prossimità delle piante. E infine il Vecchio West ci vede alle prese con zombi-gallina che cominciano a scattare in avanti quando vengono attaccati, oppure zombi pianisti che grazie alla musica spostano i nemici da una corsia all'altra. Questi sono solo alcuni dei nemici introdotti in Plants vs Zombies 2, ma le novità non mancano neppure dal lato delle piante che è possibile sbloccare e disporre sulla griglia di gioco: tra quelle più divertenti c'è il Bloomerang, i cui petali raggiungono la fine della corsia e tornano indietro colpendo due volte gli avversari; oppure c'è lo Snapdragon, un fiore dalla testa di dragone in grado di sputare fuoco; o ancora, se uno zombi mangia un Chili Bean, lascia dietro di sé una scia di gas paralizzante. Queste nuove unità basterebbero già da sole a creare dinamiche inedite e strategie di gioco interessanti, ma due ulteriori aggiunte sono rappresentate dal concime per piante e dalle mosse speciali, due novità che danno una mano ai meno esperti e rendono ogni partita molto più dinamica. Il primo può essere raccolto eliminando rari zombi di colore verde, e se utilizzato su una delle proprie unità permette di attivare un'abilità secondaria. Qualsiasi pianta ha una sua mossa speciale: lo Snapdragon, ad esempio, spicca il volo e sputa un soffio di fuoco devastante, mentre il Bloomerang spara una raffica di petali in quattro direzioni differenti.
Oltre al concime ci sono poi tre tecniche speciali attivabili spendendo parte delle monete raccolte: con un rapido tocco verso l'alto si lancia uno zombie per aria, pizzicandolo gli si taglia di netto la testa e tenendo un dito sullo schermo è possibile elettrificarlo assieme ai suoi compari nelle vicinanze. Sia il concime che le abilità speciali possono essere ricaricate (anche) pagando denaro reale attraverso microtransazioni, ma fortunatamente l'ombra del pay-to-win sembra scacciata dall'ottimo bilanciamento del gioco. Abbiamo provato livelli molto avanzati e, nonostante fosse evidente un leggero aumento di difficoltà e frenesia rispetto al primo Plants vs Zombies, fatta eccezione per un'unica partita giocata molto male non abbiamo mai sentito l'esigenza di usare i vari power-up. Gli sviluppatori ci hanno voluto rassicurare sul fatto che ogni livello non è pensato per spingere all'utilizzo di concime o di abilità speciali, e a giudicare da quello che abbiamo potuto provare è evidente il lavoro di bilanciamento che è stato fatto dal team. Sempre attraverso microtransazioni è possibile acquistare alcune piante esclusive oppure dei perk per ottenere dei vantaggi (ad esempio più soli o più monete), ma anche in questo caso si tratta di contenuti non necessari a completare il gioco. Una chiacchierata con Keith Zentner, brand director di PopCap, ci ha fatto capire quanto la compagnia di Seattle sia consapevole dell'enorme responsabilità che ha con Plants vs Zombies 2, probabilmente il progetto più delicato e importante che abbia mai sviluppato finora: PopCap sta mettendo in gioco il suo brand più forte, amato sia da giocatori tradizionali che dall'utenza casual, e se da un lato deve dimostrare agli utenti che è possibile realizzare un gioco free-to-play bilanciato e corretto, dall'altra deve comunque incassare abbastanza denaro da giustificare il mega-investimento di EA.
CERTEZZE
- Tanti nuovi zombi e piante
- Ritmo più dinamico e movimentato
- Nuove idee e strategie di gioco
- BRaAaaInz!
DUBBI
- Addio livelli notturni
- Bilanciamento da valutare meglio in fase di recensione