DICE e Infinity Ward non si scontrano solo sui server di PC, Xbox e PlayStation, ma anche attraverso le applicazioni dedicate ai loro ultimi due giochi, ovvero Call of Duty: Ghosts e Battlefield 4. La filosofia alla base dei due software è la stessa, offrire un supporto asincrono all'esperienza di gioco, espandendosi però in una direzione "più giocosa", più interattiva, grazie a due funzionalità distinte e separate come Clan Wars in Call of Duty: Ghosts e il Commander in Battlefield. Oltre a venire sommersi da tonnellate di statistiche e informazioni varie, vediamo quindi cosa possiamo fare in punta di dita con le due applicazioni.
Lo speciale sulle app di Battlefield 4 e Call of Duty: Ghosts
Battlelog
Il punto di partenza su cui DICE ha impostato il nuovo progetto Battlelog è quello dell'integrazione totale tra la parte "giocata" e quella "companion", cosa questa particolarmente evidente visto il modo farraginoso in cui Battlelog è stato implementato in Battlefield 3. Ora Battlelog è sempre presente in partita, e da mobile abbiamo accesso ad una serie di informazioni e di possibilità che ampliano il modo in cui interagiamo col gioco, ma anche con gli altri giocatori.
Il grado zero delle feature di Battlelog è certamente la possibilità di personalizzare da remoto, ma anche ovviamente in partita, il proprio loadout. Nulla di nuovo in tal senso, ma comunque una feature efficace. Si crea il proprio soldato e in tempo reale lo troviamo caricato nella schermata di selezione delle classe. Le cose più interessanti si scoprono andando a spulciare per bene l'applicazione. Intanto possiamo sfogliare la lista server, impostare tutti i filtri del caso, e da qui saltare da una partita all'altra, senza quindi richiamare il menu in game, ma soprattutto, possiamo accedere al Battle Screen, lo schermo della battaglia, grazie al quale la mappa è sempre presente, senza contorsioni con le dita per attivarlo e anti estetiche sovra impressioni. Questa possibilità è tanto utile quanto spiazzante: innanzitutto dobbiamo abituarci ad un secondo schermo, ma una volta preso confidenza con questo strumento tattico è impossibile non farne a meno. Ovviamente valgono le regole e le limitazioni della normale visione della mappa su schermo, ma cosa molto interessante, se si è il capo squadra possiamo impartire ordini ai nostri commilitoni con un semplice tap. Una feature, questa, davvero interessante, ma che richiede un buon grado di allenamento per non perdere di vista quanto avviene in partita. Il Battle Screen ci da la possibilità di parlare del Commander, ovvero il grande ritorno di una feature classica di Battlefield, assente nel terzo episodio. Una volta raggiunto il decimo livello è possibile lasciare il campo di battaglia (attenzione, solo con il tablet, non da telefono) per concentrarsi nel ruolo del comandante. DICE ha voluto intendere questo ruolo come una vera e propria classe, con tanto di progressione e nuovi sblocchi in partita legati a quanto il lavoro di squadra è efficace. Le dinamiche sono semplici: più la squadra sul campo combatterà meglio di concerto col Commander, migliori e più frequenti saranno gli aiuti. A livello tattile ogni funzione avviene tramite trascinamento, si cliccano le "abilità" e le si attivano sulle porzione di mappa scelta.
Davvero semplice e intuitivo, e con poche regole che ci permettono di dare ordini alla squadra, di chiamare importantissimi scan del campo di battaglia, di paracadutare mezzi e soprattutto di passare all'attacco facendo alzare in volo una cannoniera volante AC-130 o di lanciare un Tomahawk. Se poi ci comportiamo da pessimi comandanti i nostri soldati, aizzati dal caposquadra, possono ammutinarsi e metterci fuori gioco. Ovviamente il plus maggior del Commander è che ci permette di assumere questo ruolo anche quando non siamo fisicamente presenti davanti alla TV. Basta avere connessione e il gioco è fatto. L'altra feature "giocosa" del Battlelog è Missioni, ovvero la possibilità di creare delle piccole "assegnazioni" e condividerle con gli amici, scegliendo cosa fare, dove farlo, quanti tentativi e per quanto tempo. Ovviamente non una modalità imprescindibile, ma senza dubbio azzeccata nell'ottica della condivisione totale dei propri risultati. E rimanendo in tema di risultati le normali classifiche hanno subito un boost notevole. DICE ha introdotto le Geo Lederboards, grazie alle quali è possibile applicare filtri locali molto dettagliati, fino alla città di appartenenza, per spulciare la progressione di Battlefield 4 in ogni caratteristica, non solo il semplice rapporto di uccisioni. In definitiva Battlelog/Commander sono due applicazioni decisamente potenti e versatili. Non si fermano alla solita mole di statistiche che ci dicono tutto su di noi, sul nostro loadout e sulla progressione, ma ci permettono di interagire in modo interessante, asincrono o no, da casa, o perché no in autobus, col gioco. Il tutto poi senza appesantire l'usabilità e l'immediatezza.
Call of Duty: Ghosts
L'applicazione di Call of Duty: Ghosts condivide col Battlelog molte delle feature relative tanto alla possibilità di customizzazione in tempo reale del proprio alter ego, quanto di informazioni pre e post partita, che ci informano dell'avanzamento della nostra progressione e di quella degli altri giocatori. Con tanto di extra badge nel profilo che riporta il nostro grado di partecipazione alla saga e di fondatore Elite.
La mole di dati con cui l'applicazione investe il giocatore è presente soprattutto abilitando il tablet come secondo schermo, con informazioni aggiuntive riguardo il match appena giocato, che espandono quelle solite, relative tanto a noi quanto al resto della squadra. Inoltre è possibile con un semplice tap mettere in coda un loadout scelto in modo da trovarlo subito "indossato" al prossimo respawn. Fin qui tutto da manuale, siamo di fronte ad un applicazione che rende chiaro il termine companion, ma con Clan Wars Infinity Ward ha inserito, se non un parte "giocosa" a tutti gli effetti, un vero e proprio gioco nel gioco. Una volta messo in piedi il proprio clan e magari disegnato l'emblema con un piccolo software intuitivo non dissimile da quello visto in Elite, scendiamo in battaglia contro altre sette squadre per il controllo del territorio, ovvero differenti luoghi in diverse città (si inzia con Los Angeles) ognuno con una modalità di gioco diversa. Chi riesce ad ottenere un certa quota vittorie, ovvero più Capture Points per un dato lasso di tempo sarà il vincitore, con bonus prettamente estetici come fondali per la propria targhetta ma anche boost al guadagno di esperienza. La portata di Clan Wars non è certamente paragonabile a quella del Commander, ma nell'ottica competitiva è certamente qualcosa di molto gradito e azzeccato, perché lega le normali partite giornaliere ad una sorta di calendario da seguire, andando quindi a stuzzicare la frenesia da vittoria dei clan, con territori e bonus che passano di mano partita dopo partita. Insomma un bell'incentivo per impegnarsi a fondo, col plus poi anche qui di una mole di informazioni dopo ogni match. In definitiva le due applicazioni sono senza dubbio funzionali e ben implementate e fanno bene il loro lavoro di companion, espandendo e rendendo decisamente più comodo il processo di personalizzazione e di acquisizione delle informazioni pre e post partita. Ovviamente il non utilizzare i due software non pregiudica l'esperienza di gioco ne tanto meno la sbilancia, ma sono possibilità in più da non sottovalutare, soprattutto nell'ottica della portabilità che ci permette di tenere sotto controllo l'ecosistema alla base dei due titoli.