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Bentornato, vecchio Tim

Il primo atto di Broken Age è arrivato nelle librerie Steam dei backer: Tim Schafer torna così nel mondo delle avventure grafiche

SPECIALE di Rosario Salatiello   —   17/01/2014
Broken Age
Broken Age
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In principio era Double Fine Adventure. Il gioco approdato nel febbraio 2012 sull'allora semi sconosciuto Kickstarter non aveva neanche un nome definitivo ma era già destinato a contribuire in modo determinante alla rivoluzione che l'intera industria videoludica avrebbe vissuto nei mesi a venire.

Bentornato, vecchio Tim

Erano 400.000 i dollari richiesti da Tim Schafer, maestro delle avventure grafiche, per tornare a operare all'interno di un genere ormai snobbato dalle logiche di mercato ma mai dimenticato dai giocatori con qualche primavera in più sul groppone. Grazie al curriculum di tutto rispetto di Schafer, all'interno del quale è possibile trovare capolavori come Day of the Tentacle e Grim Fandango, e alla collaborazione di Ron Gilbert, papà di Monkey Island, il progetto sulla piattaforma di crowdfunding decollò immediatamente, raccogliendo alla fine uno stratosferico totale di 3.336.371 dollari. L'inizio di una nuova era che ha visto arrivare centinaia di altri titoli tramite la stessa piattaforma, compreso The Banner Saga che abbiamo avuto modo di elogiare di recente. Per tutti questi motivi la considerazione di Broken Age ha raggiunto livelli altissimi nell'intera industria, attirandosi le attenzioni sia da parte degli entusiasti della rinnovata libertà, sia dai detrattori, pronti a dubitare della riuscita dell'intera opera quando lo sviluppo del gioco ha dovuto affrontare le vicissitudini legate proprio a paradossali problemi di budget. Alla fine, Double Fine ha deciso di dividere l'opera in due atti, il primo dei quali è stato messo proprio in questi giorni a disposizione dei backer di Kickstarter, per arrivare poi per tutti su Steam il prossimo 28 gennaio. Tra gli oltre 87.000 che due anni fa hanno aperto il proprio portafogli a occhi chiusi, c'eravamo anche noi...

Broken Age ci fa tornare indietro di quasi 20 anni, per la gioia di tutti i nostalgici delle avventure

Due storie in una

Broken Age ci racconta le vicende legate a Shay e Vella, personaggi che vivono in due mondi diversi, senza alcun apparente legame tra loro. Shay è confinato a bordo di un'astronave guidata da un'intelligenza artificiale, che gli fa da "mamma" a tutti gli effetti, preservandolo costantemente dai pericoli e intrattenendolo con missioni-gioco che si ripetono giorno dopo giorno, dando vita a una snervante routine messa a punto per non permettere al ragazzo di crescere. Per Vella, invece, il triste destino è già segnato:

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la sua storia inizia infatti in un apparente giorno di festa, durante il quale la ragazza è però costretta a sacrificare sé stessa per salvare i propri cari e placare Mog Chothra, gigantesca creatura che terrorizza il suo villaggio e tutti quelli vicini. Due situazioni completamente diverse, con un unico punto in comune: la volontà per entrambi i protagonisti di fuggire dalla loro condizione per scoprire l'universo reale, nel caso di Shay, e combattere contro il mostro, nel caso di Vella. Trattandosi di un'avventura grafica, non riveleremo assolutamente nient'altro sulla trama: tutto quello che possiamo dire è che lo script di Tim Schafer merita di essere vissuto attimo dopo attimo dal giocatore, accompagnato in un crescendo attraverso una serie di eventi curati fin nei minimi particolari. L'inconfondibile stile del padre di Full Throttle e di tanti altri capolavori dimostra di non essersi affatto arrugginito, strappando più di una risata al giocatore in un'atmosfera spesso surreale, nella quale il divertimento riesce a mescolarsi perfettamente con alcuni temi dai toni un po' più seri, per rappresentare una storia affatto superficiale.

Niente Early Access

Contrariamente a quanto annunciato in precedenza, il primo atto di Broken Age verrà a breve messo a disposizione su Steam anche per chi non ha finanziato il progetto tramite Kickstarter, saltando l'Early Access inizialmente preventivato da Double Fine. L'acquisto di questa prima parte costituisce una sorta di Season Pass, che permetterà di scaricare gratuitamente il secondo episodio, la cui data di pubblicazione è ancora da stabilire.

Classico moderno

Broken Age è un'avventura come quelle che adoravamo anni addietro, ma corrisponde allo stesso tempo a ciò che ci si può aspettare da un titolo del genere uscito nel 2014. I sedici anni trascorsi da Grim Fandango non hanno fatto dimenticare a Tim Schafer come si fa un'avventura grafica: l'interfaccia è rigorosamente di tipo punta e clicca, nella sua forma evoluta che prevede un'unica azione associata automaticamente al clic su di un oggetto col puntatore.

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L'assenza di "caccia al pixel" lascia al giocatore tutto il piacere di esplorare le varie ambientazioni senza eccessive preoccupazioni, per raccogliere gli oggetti necessari e lasciarsi guidare dal sistema di dialoghi a scelta multipla, anch'esso un classico all'interno del quale Schafer dimostra - se ancora dovesse essercene bisogno - di essere un assoluto maestro. Alla visione del genere del boss di Double Fine, destinata a privilegiare l'avanzamento del giocatore, si deve anche la presenza di enigmi che conservano per tutta la durata (tra le tre e le quattro ore) la loro linearità, in modo forse anche un po' eccessivo: l'unico difetto di Broken Age è infatti quello di non provare mai ad alzare l'asticella della difficoltà, permettendo così ai giocatori più smaliziati di completare la storia senza intoppi. Qualora si dovesse rimanere bloccati, comunque, può aiutare la possibilità di passare immediatamente da Shay a Vella e viceversa, vivendo le due avventure come se fossero completamente distinte: un modo utile ed elegante per occuparsi di altro, per poi tornare a mente sgombra sull'ostacolo.

Un'opera d'arte

Dopo aver elogiato pochi giorni fa The Banner Saga per il suo stile, non possiamo che fare lo stesso con Broken Age, a testimonianza che la libertà offerta dal crowdfunding fa sicuramente bene all'estro creativo dei game designer.

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Oltre a poter girare anche in questo caso su PC poco potenti, la grafica di Broken Age ha le sembianze di un vero e proprio dipinto: l'impressione è quella di sfogliare un libro di fiabe illustrato. Impressionante anche la caratterizzazione dei personaggi, per primi naturalmente Shay e Vella, anche grazie al lavoro svolto da Elijah "Frodo" Wood e Masasa Moyo per dare loro voce. Decisamente sopra gli standard anche tutto il resto del cast, sia per merito di quelle che sono evidenti ore spese per il design, compresi gli elementi di secondo piano, sia per la presenza di altri doppiatori di assoluto rispetto, tra i quali troviamo nomi eccellenti come quelli dell'attore Jack Black e di Jennifer Hale, la cui voce è ormai una sorta di leggenda all'interno dell'industria videoludica. I fondi aggiuntivi hanno inoltre permesso a Double Fine di tradurre l'intera avventura anche in italiano, con l'uso di sottotitoli che permettono di non perdere nessun passaggio della storia e dei dialoghi. Broken Age, in definitiva, riesce a riportarci indietro nel tempo fino a venti anni fa, quando le avventure grafiche ci permettevano di sognare a occhi aperti. Se il tempo trascorso da allora ci ha progressivamente privato di questo genere, Double Fine non tradisce le grandi attese riposte per vari motivi in questo titolo, sfornando un primo episodio che rappresenta a regola d'arte tutta la genialità del suo autore. La necessità di dover aspettare per vedere il secondo è quasi una tortura, ma ci darà probabilmente modo di assaporare a dovere quello che è un gioco consigliatissimo tanto ai nostalgici quanto ai nuovi arrivati.