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Dal profondo più profondo

Facciamo il punto della situazione sul nuovo adventure targato Capcom per PlayStation 4

ANTEPRIMA di Christian Colli   —   10/02/2014

Deep Down è una specie di anomalia, un titolo di cui sappiamo ancora pochissimo (gira voce che il titolo non sia neppure quello definitivo!) e che rappresenta, per Capcom, un duplice taglio netto con il passato. Anzi, triplice.

Dal profondo più profondo

Punto primo: dirige l'orchestra Yoshinori Ono, famoso più che altro per aver lavorato ad alcuni tra i più celebri picchiaduro della società giapponese, Street Fighter IV in primis. Avete presente il tipo ossessionato dal pupazzetto di Blanka? È lui. Secondo: il motore grafico di Deep Down è il Panta Rhei, lo stesso engine mostrato per la prima volta da Capcom durante il PlayStation Meeting in cui debuttò PlayStation 4. Panta Rhei sostituisce ufficialmente il precedente engine che Capcom usava per praticamente ogni titolo, il MT Framework, e da Deep Down in poi sarà la prima scelta per i suoi titoli next gen. Infine, Deep Down sarà un titolo free to play: questa notizia ha lasciato tutti di stucco, e significa che, a quanto pare, si potrà scaricare gratuitamente dal servizio PlayStation Network, senza neppure dover sottoscrivere un abbonamento a PlayStation Plus. Troppo bello per essere vero?

Deep Down è il sorprendente progetto free to play di Capcom per PlayStation 4

Tutto scorre

Assemblando il complesso mosaico di interviste, trailer, foto e dichiarazioni ufficiali, possiamo dipingere un quadro piuttosto chiaro di quello che potrebbe essere Deep Down, anche se per scoprirne nel dettaglio le meccaniche e la portata dovremo necessariamente attendere quantomeno la Beta che dovrebbe uscire (il gioco è stato appena posticipato a dopo l'estate) nelle prossime settimane, poco dopo il lancio giapponese di PlayStation 4. Deep Down sarà un gioco d'avventura, e su questo non ci piove: Capcom ha appositamente deciso di cominciare ad esplorare l'architettura della console di nuova generazione con una proprietà intellettuale completamente nuova proprio per non sentirsi vincolata dalle aspettative dei giocatori.

Dal profondo più profondo

Ecco perché Ono ha pensato a un'avventura in terza persona, genere tra i più popolari e giocati in assoluto. I primi trailer e le prime foto ci avevano tratto in inganno, però, mostrandoci all'opera dei personaggi che sembravano usciti da un fantasy medievale: un cavaliere corazzato, orchi e draghi, in quella che pareva un'ambientazione antica, fatta di grotte e castelli in rovina. In seguito, tuttavia, abbiamo scoperto che la storia di Deep Down sarà molto più complicata, anche se tutt'ora non ci è comunque molto chiara. Il gioco avrà inizio nella New York del 2094: il giocatore farà parte della società segreta dei Raven e sarà in grado di usare la psicometria per "leggere" le emozioni e i pensieri rimasti "aggrappati" agli oggetti, un potere che gli consente di guadagnarsi la pagnotta scoprendo la storia dei reperti archeologici appartenuti a civiltà scomparse. I guai iniziano quando vengono portate alla luce delle rovine del quindicesimo secolo nella repubblica Ceca: si tratta di una città misteriosa e sconosciuta che custodisce i ricordi di un'antica cultura che potrebbe nascondere dei tesori e dei segreti inimmaginabili. Dovremo quindi esplorare queste rovine e localizzare dei manufatti ai quali sono associati dei ricordi che si traducono in dungeon e sfide da affrontare per mettere le mani sulle ricompense del caso. Come funzioni esattamente il ritrovamento di queste reliquie non è chiaro, sappiamo però che i dungeon saranno generati casualmente proponendo ad ogni giocare una sfida potenzialmente diversa, e che gli utenti potranno collaborare per superarle attraverso un nutrito comparto multigiocatore.

Chiedetelo a Proust

"È inutile cercare di rievocare il passato, tutti gli sforzi della nostra intelligenza sono vani. Esso si nasconde fuori del suo campo e del suo raggio d'azione in qualche oggetto materiale che noi non supponiamo". Lo scriveva Marcel Proust nel suo Alla ricerca del tempo perduto, e Yoshinori Ono ha scelto questo aforismo per introdurre il trailer pubblicato durante il Tokyo Game Show dello scorso anno.

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Una scelta colta, si potrebbe dire, nonché azzeccata se si considera il tema del gioco. Lo stesso trailer ci ha rivelato qualcosa in più sulla natura di Deep Down, che parrebbe avere non pochi punti in contatto con un altro hit della scorsa generazione: Dark Souls. Il titolo From Software ha ispirato pesantemente il progetto di Capcom, anche se Yoshinori Ono ha ammesso di aver strizzato maggiormente l'occhio ai casual: Dark Souls è famoso per il suo livello di difficoltà decisamente hardcore, capace di alienare molti tra i giocatori meno pazienti, e con Deep Down Capcom vuole assicurarsi di fare colpo anche sui neofiti del genere. Ciò nonostante, anche in Deep Down sarà molto importante imparare a conoscere i nemici - tra i quali figurano creature tutt'altro che normali - e prevedere i loro attacchi dopo aver studiato attentamente il loro modus operandi. Parare al momento giusto o lanciare gli incantesimi appropriati diventerà fondamentale, così come sarà decisiva la scelta delle armi da impugnare. Alla combinazione di spada e scudo e alla lancia mostrate in precedenza si è aggiunto ora lo spadone a due mani, un'arma lenta quanto devastante che amplia le possibilità offerte al giocatore.

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Probabilmente ci saranno altre armi, anche perché al momento non si è visto molto per quanto riguarda il combattimento a distanza. Una cosa è sicura: i dungeon, generati proceduralmente, saranno pieni di trappole e trabocchetti che richiederanno una gran bella prontezza di riflessi, e saranno accessibili da un mondo di gioco condiviso da tutti gli utenti piuttosto simile a quanto visto nei titoli From Software. In questo caso, però, ci imbatteremo nei cadaveri degli altri giocatori, e potremo raccogliere il loro equipaggiamento. Questo dettaglio ci ha sollevato qualche perplessità, perché non è chiaro cosa comporti: il giocatore a cui apparteneva quel cadavere perderà gli oggetti raccolti da un altro avventuriero, forse? Sarebbe un controsenso, se ripensiamo alle affermazioni di Ono riguardo alla difficoltà del gioco. Dovremo aspettare qualche settimana per saperne di più e per scoprire anche in che modo le "emozioni" legate ai manufatti trovati nel gioco influenzeranno l'equipaggiamento del giocatore e le ambientazioni stesse. A metà tra Dark Souls e Dragon's Dogma, Deep Down è sicuramente un titolo da tenere d'occhio: non solo perché è gratis, ma anche perché potrebbe rivelarsi una delle esperienze più interessanti dell'anno.

CERTEZZE

  • Concept decisamente originale
  • Yoshinori Ono è un game designer in gamba

DUBBI

  • Free to play... possibile mai?
  • Componente multigiocatore da approfondire