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Seconda stella a destra

Con il lancio della beta si sono moltiplicate le informazioni relative ad Elite: Dangerous, evoluzione diretta di uno dei primi sandbox spaziali il cui sviluppo è ancora una volta diretto dal leggendario David Braben

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   23/06/2014

Elite: Dangerous si è ripresentato in occasione dell'E3 con una build decisamente più rifinita e con un trailer che sprizza ispirazione da tutti i pori. Dalle zone istanziate della prima versione siamo passati a un vero proprio universo che include 150 mila stelle prese dall'universo conosciuto e l'obnubilante cifra di 400 miliardi di sistemi planetari. E assieme alla Via Lattea è arrivata anche la fondamentale mappa galattica che fornisce al giocatore informazioni economiche e sociali sui sistemi. In sostanza è finalmente possibile sapere in anticipo se c'è il rischio di essere attaccati in forze ed è possibile sapere quali sono i prodotti da importare in un dato sistema volendo magnificare il proprio margine di guadagno. Ciononostante è sempre bene ricordare che i pirati non avvertono in anticipo della loro presenza ed è bene essere pronti a reagire se chi ci sta esaminando con i suoi sensori non è una nave della Federazione bensì un potenziale predatore. Ma la possibilità di informazioni dettagliate consente comunque di pianificare i propri movimenti e scegliendo sistemi più sicuri è indubbiamente possibile ridurre il rischio di attacchi. Il problema è che non tutti le stelle sono già immagazzinate nel database della nave. La mappa galattica, infatti, mostra solo i sistemi scoperti e quindi raggiungibili con l'ipervelocità. Ed è qui che si inserisce la componente esplorativa. Elite: Dangerous consente infatti esplorare ogni singola stella visibile a patto, ovviamente, di aprire nuove rotte galattiche attraverso l'esplorazione progressiva. Detto questo è comunque probabile che le zone presidiate da una delle fazioni principali restino sempre quelle più trafficate grazie alla presenza di forze dell'ordine, potenzialmente nemiche in caso di una brutta reputazione con chi abita in quella parte di universo, e di un mercato già avviato.

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Ma la vera sfida sarà combattuta nello spazio sconosciuto tra minacce, ricchezze e misteri tutti da scoprire. L'universo di Elite: Dangerous è infatti destinato ad evolversi, sia in single che in multiplayer, attraverso i movimenti dei giocatori, l'equilibrio del mercato e l'influenza dei pirati sulle rotte commerciali. Questi ultimi danno tra l'altro senso alla figura del bounty hunter, una classe ribelle, in quanto estranea alle forze dell'ordine ufficiali, eppure rivestita dell'importantissimo incarico di mantenere l'equilibrio nell'universo. In sostanza tutto è collegato in Elite: Dangerout e anche se le ambizioni non sembrano essere ancora all'altezza di quelle di Star Citizen c'è da dire che nel caso del titolo targato Frontier Developments una buona parte dell'esperienza è già pubblica e funzionante. Manca ancora una linea guida che contestualizzi il ruolo giocatore e i pareri sull'intelligenza artificiale non sono esaltanti, ma il lancio è ancora lontano e stando alle dichiarazioni degli sviluppatori espansioni e aggiornamenti amplieranno costantemente l'esperienza. Tra l'altro il rinvio del volo atmosferico e della componente esplorativa sono proprio i fattori hanno permesso di lavorare più velocemente della concorrenza consegnandoci un'esperienza già fruibile che vanta un sistema di volto agile, non troppo difficile da padroneggiare e, a quanto pare, piuttosto gradito ai fan. Braben, tra l'altro, ha affermato che non sarebbe stato un problema rendere le navi ancora più veloci ma questa possibilità è stata accantonata per non creare problemi relativi al netcode. Aumentare la velocità di spostamento incrementa proporzionalmente la necessità di aggiornamento dei dati e questo può creare problemi di connettività nelle battaglie più grandi anche se queste sono isolate grazie al sistema dinamico di istanze creato da Frontier Developments.

Una panoramica su Elite: Dangerous, avversario di Star Citizen e atteso ritorno di una serie storica

Nello spazio profondo

Boe di navigazione, eventi casuali e stazioni spaziali rendono l'universo di Elite: Dangerous già piuttosto strutturato e vivo. E con la possibilità di entrare nell'atmosfera e atterrare manualmente sulla superficie dei pianeti potremo finalmente festeggiare per il ritorno di Elite. Ma l'online, l'economia dinamica, l'esistenza di creditori e il sistema di gestione della morte sono elementi che danno alla serie una profondità decisamente maggiore. Nel caso della distruzione della nave, per esempio, si ritorna all'ultima stazione spaziale con il mezzo nuovamente integro ma privo del carico che trasportava al momento della sconfitta. La merce potrebbe essere rimasta nello spazio e in modalità multigiocatore potrebbe essere stata rubato da qualcuno che, magari trovandosi nei sistemi esterni meno popolati, non si sia fatto condizionare dallo spauracchio di essere segnalato come criminale. Ma non è detto che il carico sia sopravvissuto allo scontro. In caso di danni ingenti c'è una percentuale, infatti, che i beni trasportati si distruggano. Inoltre c'è una classe di materiali indicata come fragile che finisce sempre per danneggiarsi irreparabilmente in caso di sconfitta. Infine non è detto che l'assicurazione garantisca che non ci sia da pagare un extra per riavere indietro la propria nave.

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In alcune situazioni ci sono delle tariffe aggiuntive da corrispondere per riavere il proprio prezioso vascello e nel caso in cui non si abbia il denaro è necessario reperirlo dai creditori in cambio di percentuali sulle vendite e missioni di risarcimento. Incombenze corpose che danno indubbiamente un senso alla vittoria e alla sconfitta e lo fanno, cosa molto importante, arricchendo il gameplay. Ma chi volesse osare ancora di più può addirittura creare un personaggio in modalità Ironman con il rischio di incorrere nella morte permanente nel caso in cui la capsula di fuga venisse danneggiata durante un combattimento o nel caso in cui il giocatore non riuscisse ad attivare manualmente l'eiezione prima della detonazione finale. L'Ironman è, insomma, una modalità da cardiopalma che per fortuna non costringe chi la sceglie a essere esiliato in un server a parte. Il sistema di istanze dinamiche permette infatti ai giocatori Ironman di combattere esclusivamente gli uni con gli altri mantenendo intatto il bilanciamento dell'esperienza. Tra l'altro le istanze dinamiche, evitando che una battaglia interferisca con l'attività di un giocatore impegnato a badare ai fatti propri, impediscono che le richieste hardware si facciano troppo pressanti e permettono agli sviluppatori di usare le risorse per esaltare il comparto estetico. Sotto il profilo tecnico Elite si è presentato in buona forma con effetti luce a profusione, astronavi convincenti, scritte e dettagli che differenziano bene tra loro sistemi e stazioni spaziali. Ma l'elemento più sorprendente è il panorama fatto di mille galassie e di fenomeni spaziali credibili. Una profondità palpabile che invita a volare dritti verso le luci più vivide in uno spazio immenso, tutto esplorabile e soggetto a leggi ben precise. Ma cosa significa dover tenere conto del fatto che ogni massa genera una forza gravitazionale? Beh, significa che c'è un fattore in più da considerare durante la navigazione e che una nave dotata di propulsori standard potrebbe essere impossibilitata a compiere un salto nell'iperspazio mentre staziona in un pozzo gravitazionale. Non si tratta di una rivoluzione ma è un elemento importante che in Elite è già implementato così come sono già implementati effetti grafici complessi che danno un look letteralmente spaziale a nebulose, soli e pianeti. Ed in tutto questo è molto importante sottolineare che, almeno secondo i report pervenuti dall'E3, il supporto per il visore Oculus Rift, strumento che si adatta in modo particolarmente efficace proprio al genere spaziale, è già di ottimo livello. Non resta che attendere!

CERTEZZE

  • Un universo immenso, suggestivo e decisamente ispirato
  • Il ritorno di Elite in chiave MMO non è cosa da poco

DUBBI

  • In caso di mancato o moderato successo vedremo comunque arrivare il modulo di esplorazione planetaria?
  • La concorrenza è a dir poco agguerrita