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I vincitori dell'IGF 2015

Commentiamo i premiati e la premiazione

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   09/03/2015

Anche quest'anno la Game Developers Conference di San Francisco ha ospitato l'Independent Games Festival, con annessa l'ormai tradizionale premiazione dei giochi indipendenti dell'anno. Per l'elenco di tutti i concorrenti, leggete il nostro speciale pre-evento in cui abbiamo azzardato anche previsioni riguardanti i vincitori. Ne abbiamo azzeccate solo due su sei (non abbiamo fatto ipotesi sullo Student Showcase e sul premio del pubblico, che sono gestiti a parte), ma quantomeno abbiamo indovinato chi avrebbe vinto il premio più prestigioso, ossia il Seumas McNally Grand Prize. Quest'anno il poco conosciuto Outer Wilds ha sbancato gli IGF, ottenendo anche un altro riconoscimento, l'Excellence in Design. Non male per un titolo in sviluppo dal 2013 e con dietro un team davvero motivato. In generale la cerimonia si è svolta come al solito in un clima di grande allegria e leggerezza, anche se non sono mancati riferimenti ad alcuni dei temi più rilevanti emersi sulla scena videoludica mondiale nel corso dell'anno appena trascorso. Presentato da Nathan Vella, il cofondatore di Capybara Games nonché mente dietro al geniale Sword and Sworcery, l'IGF 2015 ha portato sul palco il #GamerGate, con un video della serie Hey Ash Whatcha Playin'? di Ashly & Anthony Burch e Justin Yngelmo. Se lo leghiamo alla gag di Tim Schafer durante i Game Developer's Choice Awards, in cui ha fatto il verso all'hashtag #NotYourShield, e anche alla presenza come conferenziere di alcune delle più note personalità femminili legate alla querelle, tipo Anita Sarkeesian, Brianna Wu e Zoe Quinn, fa ben capire da che parte penda il mondo dello sviluppo dei videogiochi. Parlando di questioni più frivole, non è mancato un riferimento a Notch, che da punta di diamante dello sviluppo indipendente viene ora visto come un ricco che non si schioda più dalla sua poltrona (probabilmente in pelle umana), nella sua casa da settanta milioni di dollari. Polemiche e ironie a parte, i protagonisti assoluti sono stati i giochi premiati, che fortunatamente sono sfuggiti alla logica delle ultime edizioni, in cui era trasparita la volontà di esaltare più i casi di successo che i titoli di maggiore qualità.

L’elenco dei premiati

  • Excellence in Visual Art (3.000$) - Metamorphabet (Patrick Smith di Vectorpark)
  • Nuovo Award (5.000$) - Tetrageddon Games (Nathalie Lawhead)
  • Excellence in Audio (3.000$) - Ephemerid: A Musical Adventure (SuperChop Games)
  • Excellence in Narrative (3.000$) - 80 Days (inkle)
  • Best Student Game (3.000$) - Close Your (Goodbye World Games - University of Southern California)
  • Audience Award (3.000$) - This War of Mine (11 bit studios)
  • Excellence in Design (3.000$) - Outer Wilds (Team Outer Wilds)
  • Seumas McNally Grand Prize (30.000$)- Outer Wilds (Team Outer Wilds)
I premi assegnati mostrano una doppia tendenza, non estranea alla scena indipendente. Da una parte abbiamo dei titoli molto noti, nonostante siano piccole produzioni, come 80 Days, particolare avventura per sistemi mobile che ha vinto l'Excellence in Narrative, celebrata da più di qualche pubblicazione in tempi non sospetti come uno dei migliori videogiochi usciti nel 2015. Anche il famosissimo This War of Mine ha ricevuto un riconoscimento, ma solo dal pubblico. Facile affermare che la sua formula abbia colpito più i videogiocatori che gli addetti ai lavori, con i primi che gli hanno riconosciuto una grande forza espressiva per il tema trattato, qualità che non è bastata però a fargli ricevere premi più tecnici. Dall'altra parte abbiamo invece delle grosse sorprese. Interessanti le scelte dei vincitori dell'Excellence in Audio ed Excellence in Visual Art. Il primo, Ephemerid: A Musical Adventure, è una piccola avventura con protagonista una fatina rock che ha anche un buon lato narrativo, mentre il secondo, Metamorphabet, è un alfabeto interattivo incentrato completamente sul suo accattivante stile visivo minimalista, arricchito da animazioni fantasiose realizzate egregiamente. Coraggioso anche il premio dato a Close Your, opera studentesca che affronta in modo originale il tema della perdita della memoria. Infine, da provare assolutamente Tetrageddon Games, il vincitore del Nuovo Awards, folle raccolta di minigiochi allucinanti ispirati a titoli classici, ma arricchiti da filmati ed effetti grafici surreali che creano un'esperienza di gioco completamente fuori di testa.

Commentiamo la premiazione dell'IGF 2015, parlando in particolare di Outer Wilds

Outer Wilds

Cerchiamo di conoscere il vincitore assoluto degli IGF 2015, quell'Outer Wilds che ha battuto rivali del calibro di Invisible, Inc., 80 Days, The Talos Principle, This War of Mine e Metamorphabet. Si tratta di un progetto nato in ambito universitario già in sviluppo da qualche anno, arrivato alla versione alpha 1.2 (la potete scaricare gratuitamente dal sito ufficiale).

I vincitori dell'IGF 2015

Il giocatore deve dedicarsi a esplorare l'universo, scoprendo le caratteristiche di ogni pianeta e ammirandone le stranezze e peculiarità. Si tratta di un titolo semplice nel gameplay, ma arricchito da varietà e fantasia, come difficilmente se ne trovano altrove. Vi basterà provare la versione vista all'Independent Games Festival per rendervene conto. In verità Outer Wilds è più complesso di quanto possa inizialmente sembrare e offre diversi segreti da scoprire, oltre che un background di una grande ricchezza, che fa ben capire a cosa sia stato dedicato maggiormente il lavoro del team di sviluppo. Pensate che l'intero universo di gioco viene generato proceduralmente. Non manca una simulazione della fisica dell'astronave, semplice da guidare ma non banale come potrebbe sembrare a uno sguardo superficiale. Comunque la navigazione dello spazio può essere condotta anche affidandosi al pilota automatico. Basta selezionare l'obiettivo, premere un tasto, e il gioco è fatto. Arrivati su un pianeta si può scendere sulla superficie e proseguire l'esplorazione a piedi. Nel tempo che gli abbiamo dedicato ci è capitato davvero di tutto. Ad esempio un pianeta era composto da creature gigantesche, tra le quali un immenso luccio di mare che ci ha divorati. Un altro era invece completamente cavo al suo interno, dove campeggiavano delle strane strutture tecnologiche. Scendendoci siamo finiti in una specie di buco nero. Di esempi fattibili ce ne sarebbero molti altri. Praticamente ogni pianeta offre qualcosa che merita la pena di essere vissuto. Dopo qualche ora di gioco possiamo affermare di non aver scalfito nemmeno la superficie di ciò che Outer Wilds ha da offrire, un evidente elemento che già da solo giustifica l'attribuzione del meritato premio.