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Seconda chance

Dopo Heroes of Newerth, S2Games ci riprova con un occhio di riguardo verso i nuovi giocatori

PROVATO di Mattia Comba   —   29/04/2015

Quello che si sono prefissi i ragazzi di S2Games è un obiettivo molto molto ambizioso: buttarsi nuovamente nel mondo dei MOBA per sparare una seconda cartuccia nel tentativo di riuscire in qualche modo a far compiere un salto in avanti al genere, differenziandosi positivamente dalla concorrenza. S2Games, infatti, è la stessa software house che ha dato i natali ad Heroes of Newerth, titolo uscito nel 2010 che però non ha ottenuto i risultati sperati. O meglio, che ha coltivato una sua utenza ma è rimasto, nel bene o nel male, distante dai successi clamorosi dei vari LoL e DotA 2. Dire la propria in un panorama in cui si è in competizione diretta con League of Legends non è facile per nessuno, soprattutto se parliamo di cinque anni fa quando l'interesse attorno ai multiplayer online battle arena non era ancora esploso rivelando il suo reale potenziale. Riprovarci adesso, dopo che Valve ha fatto man bassa di giocatori con DotA 2, Riot Games continua a macinare numeri da primato e un altro importantissimo esponente del settore come Blizzard si prepara a scendere in campo con Heroes of the Storm potrebbe essere ancora più difficile, nonostante i numeri siano cresciuti esponenzialmente rispetto agli albori di Heores of Newerth. La croce e delizia del mondo dei MOBA è proprio questa: tantissimi giocatori ma fortemente polarizzati e affezionati al loro titolo preferito, sul quale hanno investito centinaia di ore per migliorare da soli o con un gruppo di amici, e che proprio a fronte di questa dedizione sono poco propensi a cambiare lidi e a provare cose nuove, sopratutto se, in fin dei conti, si tratta "della solita minestra riscaldata".

Strife cerca di introdurre i neofiti all'inospitale mondo dei MOBA: scelta sensata?

I primi passi

Senza andare troppo per il sottile, Strife cerca di spiccare dalla mischia offrendo un approccio più guidato e graduale al mondo dei MOBA, perfetto per chi ne ha sempre sentito parlare ma non ha mai voluto cimentarvisi in prima persona per paura, soprattutto, della generale ostilità delle community verso i nuovi arrivati. Appena installato il client, Strife ci accoglie con un amichevole tutorial strutturato similmente a una piccola campagna single player che in una manciata di missioni introduce tutte le meccaniche e le caratteristiche del MOBA S2Games. Nei panni della piratessa Caprice, un'assassina dalla lunga distanza, i neofiti impareranno ad utilizzare le magie, il negozio, come accumulare oro e in che modo farsi strada nella mappa per arrivare alla base avversaria, il tutto intervallato da cut scene animate che fanno da blando collante a tutto il tutorial.

Seconda chance
Seconda chance

D'altronde è lecito non chiedere nulla di più in tal senso vista la natura stessa di un MOBA, ma con questa introduzione Strife si posiziona subito come una scelta preferibile per i neofiti. A ben vedere però il titolo non si discosta tantissimo dalla concorrenza, quanto piuttosto si limita a semplificane alcuni aspetti, senza mettere pesantemente mano alle meccaniche del genere come fatto da Blizzard con il suo Heroes of the Storm. Dopo aver passato alcuni giorni in compagnia di Strife infatti, la sensazione è che l'obbiettivi degli sviluppatori non sia tanto quello di discostarsi dai capostipiti del genere quanto piuttosto di renderne più amichevole l'approccio con lo scopo di puntare a un pubblico più casual. Non mancano infatti meccaniche difficili da padroneggiare quali il last hit, l'accumulo di esperienza individuale per ogni giocatore e il negozio pieno di oggetti ed equipaggiamenti con i quale modellare il proprio personaggio preferito per renderlo più efficace e meglio adatto al nostro stile di gioco. In tal senso, in Strife ogni oggetto è fatto da più componenti che bisogna combinare nel modo corretto per ottenere l'item desiderato. Per questo c'è l'obbligo di una ricetta. Tuttavia nell'attesa di avere abbastanza oro per comprare anche la ricetta e forgiare finalmente l'oggetto desiderato, i singoli componenti una volta che vengono acquistati apportano dei miglioramenti alle statistiche del nostro eroe, anche se ovviamente molto marginali rispetto alla potenza sprigionata con l'oggetto completato. Anche in questo caso si hanno sei slot oggetti, e il sistema funziona a tier. È bene quindi focalizzarsi su una manciata di equipaggiamenti e spingerli al massimo della loro evoluzione al posto di riempirsi l'inventario il prima possibile con oggetti deboli che in late game risulterebbero del tutto penalizzanti. Come in DotA 2, anche in questo caso si ha accesso al negozio e all'acquisto degli oggetti in qualsiasi momento utilizzando il corriere per farseli recapitare in qualunque punto della mappa e poterli equipaggiare al volo, senza bisogno di tornare in base.

In due è meglio

Dal punto di vista del gameplay una delle variazioni più significative rispetto ai titoli Riot e Valve è la rigenerazione di vita e mana che non richiede l'impiego di oggetti o particolari equipaggiamenti, ma aumenta sensibilmente in automatico dopo qualche secondo che si è fuori dal combattimento.Questo permette di recuperare le due barre dell'energia senza bisogno di utilizzare pozioni, recarsi nei pressi degli altari o quant'altro. Se a questo come detto aggiungiamo la possibilità di fare acquisti in ogni momento e farseli recapitare dal corriere, di fatto utilizzare il richiamo per tornare alla base diventa pratica superflua.

Seconda chance
Seconda chance

Anche la giungla ha subito sostanziali cambiamenti: da una parte le creature che la popolano non sono molto incisive, tanto da rendere praticamene superflua la presenza dei jungler, e dall'altra abbiamo l'introduzione di Krytos una grossa sentinella dalle sembianza di un gorilla albino che si schiera tra le fila del team che ne uccide il guardiano. In pratica si tratta di una sorta di superminion in grado di infliggere ingenti danni agli eroi e alle strutture avversarie, ma di subirne altrettanto velocemente visto che ogni volta che attacca si danneggia. Un'altra particolarità di Strife sono i pet che accompagnano l'eroe in partita dandogli di fatto un'abilità aggiuntiva. All'inizio di ogni match, dopo aver selezionato l'eroe e la rispettiva skin, il giocatore dovrà scegliere quale pet portarsi sul campo di battaglia, con l'obiettivo di sfruttarne al massimo le abilità che meglio si confanno al suo stile di gioco. I primi tre disponibili, tra i quali se ne può scegliere solo uno, hanno dei poteri tutti piuttosto standard: Mystik attiva la rigenerazione di mana, Tortus cura il suo eroe e infine Pincer rimuove tutti gli effetti di stato quali stordimenti e rallentamenti. Si tratta di abilità attive da utilizzare nei momenti più importanti e con un cooldown piuttosto lungo, ma rappresentano un'introduzione significativa nell'esperienza dei MOBA che va ad amplifica ulteriormente il fattore personalizzazione. Attualmente a fronte dei trenta eroi del roaster sono disponibili undici pet, ma a differenza dei primi questi vanno acquistati sullo store Valve spendendo soldi reali oppure la moneta in game guadagnata vincendo le partite. Nonostante le facilitazioni, come tutti i MOBA basati sul last hit, gold ed equipaggiamento anche in Strife il farming è una pratica fondamentale che richiede comunque una certa dose di allenamento per essere padroneggiata al meglio posizionando di fatto il titolo a giusto un gradino sotto League of Legends e DotA 2, con Heroes of the Storm che si conferma attualmente la scelta più immediata e meno stratificata in termini di meccaniche di gameplay. Francamente chi gioca a LOL e DotA 2 non avrà alcun motivo di installare Strife e lasciare gli altri due, con il pericolo di rilegare il titolo S2Games al mero ruolo di comparsa.

CERTEZZE

  • Curva di apprendimento più dolce
  • I pet sono una bella introduzione

DUBBI

  • Manca di personalità
  • Non offre niente di realmente originale