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Rozzi, infantili e maschilisti?

Un certo pubblico videoludico non è ancora così maturo come vorrebbe far credere...

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   30/05/2015

Come tutte le "cose nuove" anche i videogiochi hanno subito e subiscono lo scotto di dover finire sul banco degli imputati per la degenerazione delle giovani menti. Per certi versi fa parte del gioco, per altri è una scocciatura continua, fatta di crociate, imprecisioni, malafede, personaggi dubbi e ricerca di click. Ogni volta che qualche giornalista più o meno informato scrive un pezzo o gira un servizio in cui vediamo GTA usato impunemente dai bambini, dove vengono mostrati i rischi dell'abuso di League of Legends o dove banalmente si fa capire che "i videogiochi fanno male" tutta la stampa specializzata e gli appassionati si riversano sui internet e sui social network per spiegare che le cose forse non stanno proprio così, che i videogiochi possono essere una forma di espressione adulta e consapevole, che è assurdo fare di tutta l'erba un fascio e che in fondo l'abuso di qualunque cosa, anche dell'acqua, è dannoso, quindi i principi del discorso sono assurdi. Tutti noi insomma ci battiamo in prima persona per difendere la nostra passione e i videogiocatori come noi. Ma siamo sicuri che lo meritino veramente? Leggendo i commenti sui social network il dubbio ogni tanto ci assale.

L'annuncio delle nazionali femminili in FIFA 16 ha aperto il fianco a reazioni non sempre civili

Piccola precisazione: sappiamo bene che là fuori ci sono moltissimi giocatori che sono persone splendide e che non rappresentano il campione che prendiamo in esame, ma certe battutone sono comunque un indicatore interessante per evidenziare un certo tipo di mentalità. D'altronde siamo italiani, toccateci tutto ma non il calcio, il cibo e la mamma se non volete vederci sulle barricate! Proprio l'altro giorno EA Sports ha annunciato che nel prossimo capitolo di FIFA 16 sarà possibile giocare anche con alcune nazionali femminili. Queste squadre potranno essere usate per amichevoli online e offline e tornei offline. Per realizzare le squadre la compagnia non si è limitata a cambiare le skin, ma ha utilizzato ex novo i dati delle sessioni di motion capture svolte insieme ad alcune giocatrici della nazionale statunitense.

Rozzi, infantili e maschilisti?

Viste le continue polemiche nel settore, visto il GamerGate e visto il ruolo spesso di secondo piano che le donne hanno nei videogiochi, aprire al calcio femminile è senza dubbio una mossa non solo giusta, ma anche furba. Nessuno fino ad oggi lo aveva fatto e così facendo EA Sports si è assicurata un posto di rilievo in tutti i principali siti di videogiochi e non, inoltre, anche se in Italia è visto con un certo snobismo, il calcio femminile gode di un discreto seguito negli Stati Uniti e in tutti quei paesi in cui la cultura calcistica è meno sviluppata. Con l'introduzione del calcio femminile EA Sports potrebbe dunque andare a interessare nuove fasce di pubblico che andranno a sommarsi ai milioni di appassionati che ogni anno acquistano il gioco. Tutto bene dunque? Non troppo, almeno a giudicare dai commenti su internet. È infatti impossibile notare come ovunque sia già partita la gara al commentone brillante e vagamente sessista. D'altronde una donna che si avvicina al calcio è interessante solo per determinate categorie: velina o presentatrice. Lungi da noi l'essere bacchettoni, alcune uscite sono anche divertenti, ma esiste un limite al numero di volte in cui un uomo può leggere battute su mestruazioni, parto, lesbismo, varianti del grande classico "Chissà se esulteranno togliendosi le magliette" o dell'altra gettonatissima "Chissà se ci saranno telecamere negli spogliatoi" prima di aver voglia di vomitare.

Per non parlare di quelli che profetizzano eccessi nell'integrazione femminile e avrebbero preferito poter disputare Pro Vercelli - Frosinone o giocare nel campionato brasiliano perché chi se ne frega delle donne che giocano a calcio e delle persone a cui potrebbe interessare. Questo senza contare il fatto che molti ignorano come funzionano i diritti nel mondo del calcio e che certe cose semplicemente non si possono fare, perché non si sono potuti stipulare accordi in merito. FIFA è un gioco che ha bisogno di essere rivisto? Senza dubbio, soprattutto nella modalità Carriera, ma non sarà certo colpa del tempo speso per creare alcune nazionali femminili se questo non avverrà nel modo che preferiamo.

Rozzi, infantili e maschilisti?
Rozzi, infantili e maschilisti?

Questo gioco, come il 99% dei giochi, è fatto per guadagnare, quindi state pur certi che a EA Sports sanno bene ciò che devono fare per far felice lo zoccolo duro dell'utenza. Se basta un annuncio come questo per gettare gli appassionati nella disperazione riguardo al prossimo capitolo della serie forse siete fra quelli che giudicano un film solo dal trailer. È un punto di vista assurdo, sarebbe come se gli appassionati di NFL si lamentassero del fatto che EA Sports, facendo un gioco sul calcio, toglie fondi che potrebbero essere usati per rendere ancora più bello il loro passatempo. Insomma, leggendo questi commenti, senza dubbio frutto di una parte circoscritta del vasto e variegato mondo dei giocatori italiani, non viene molta voglia di schierarsi in difesa dei videogiochi, perché forse una fetta più o meno ampia del pubblico è esattamente come la dipingono certi media generalisti: rozzi, infantili e maschilisti. Badate bene, non stiamo cercando di fare i "social justice warriors", le polemiche sterili sul femminismo non ci piacciono, così come non pensiamo che i videogiochi siano la causa di sessismo, comportamenti violenti e maleducazione, certe cose nascono per una serie di concause molto più complesse. Però, porca miseria, è come trovarsi nel bel mezzo di una manifestazione importante e vedere i black block che devastano tutto, distogliendo l'attenzione dei media dalla vera notizia. Verrebbe da chiedersi come si sentirebbero certe persone leggendo eventuali battute sui calciatori di colore, ma forse è meglio non sapere. Una cosa è certa, noi siamo sicuri di non essere così e che là fuori ci sono moltissime persone che non sono così. Non rinunceremmo mai al piacere di una battuta, anche cinica e cattiva, se sapessimo che dietro c'è comunque una persona capace di ragionare, ma troppo spesso certe uscite nascono dall'ignoranza. È vero che esiste la libertà di opinione, ma è anche vero che esiste il diritto di giudicare certe opinioni e ritenerle sbagliate. Comunque, i battitori dell'ultim'ora e i sostenitori della supremazia calcistica del maschio non si preoccupino, lotteremo per rendere il mondo dei videogiochi un posto migliore anche per loro.