Il punto di avvistamento della Forestale è un'alta struttura in legno che domina la Hidden Valley e Clearcut, raggiungibile dopo una lunga salita tra rocce e neve. Data la posizione e la forma sembrerebbe un luogo sicuro, ma gli ululati troppo vicini fanno pensare che anche qui la sicurezza sia solo un'illusione. D'altra parte non è questo il problema principale: quel "freezing" che campeggia sullo schermo non ammette divagazioni, imponendo di trovare un posto al coperto dove passare la notte. Chiusa la porta alle spalle, il rifugio appare quasi accogliente, pur nell'immancabile disordine che imperversa, dal quale emergono comunque ottime sorprese come una cassetta del pronto soccorso, giornali, un apriscatole e uno splendido barattolo di pesche sciroppate. Con un po' di carta, legno e fortuna il fuoco nella stufa potrebbe farci guadagnare qualche ora lontani dal rischio di congelamento, e quando le scintille si trasformano in fiamme il crepitio del modesto focolare riesce davvero a rinfrancarci, nonostante nella realtà fuori dallo schermo il caldo sia opprimente. Mentre il tramonto lascia spazio alle sfumature del crepuscolo, proviamo a dare un'occhiata fuori dalle finestre miracolosamente intatte: le cime solenni del West Peak dominano un panorama mozzafiato e, per qualche attimo, non possiamo fare a meno di ammirare la natura selvaggia contro cui da giorni combattiamo una guerra impari. Viene addirittura da pensare che questa maledetta e misteriosa tempesta elettromagnetica sia stata semplicemente un modo per riequilibrare questo mondo e far tornare la natura al posto che le compete. È tempo di dormire per qualche ora, presto dovremo ricominciare a lottare per resistere almeno un'altra giornata. Avanzando pesantemente nella neve, nascondendosi in capanne semi-distrutte e cercando provviste dove possibile, quello che colpisce in The Long Dark è il silenzio generale, inteso come assenza di fabula, di sostrato narrativo, finanche di messaggi scritti, che quantomeno avrebbero ricordato un elemento tipico della classica forma-videogioco. Ma tutto questo passa in secondo piano quando ci si rende conto che, anzi, proprio tale assordante silenzio lascia spazio alla costruzione di una propria storia, un'autobiografia costante e progressiva che si attua in ogni singola scelta portata avanti in questo mondo bianco e inospitale.
Soli in una landa innevata dopo l'apocalisse elettromagnetica: ecco The Long Dark
Sopravvivere all'inverno
Il gioco, nella sua forma attuale, è un vasto sandbox nel quale ci troviamo ad esplorare liberamente le terre selvagge del Canada settentrionale, cercando essenzialmente di sopravvivere. Tutto quello che sappiamo è che il protagonista è un pilota, costretto a un atterraggio d'emergenza in terre inospitali in seguito ad una tempesta elettromagnetica che ha messo fuori uso il velivolo, nonché ogni altra forma di tecnologia nel giro di chilometri.
È possibile affrontare il tutto attraverso tre diversi stili con difficoltà progressiva, che vanno dall'esploratore cauto all'avventuriero più agguerrito, ma lo scopo rimane comunque lo stesso: esplorare l'ambiente circostante cercando provviste e fonti di calore, tentando in ogni modo di mantenere i parametri vitali sotto controllo ed evitando di cadere vittima di fame, sete, assideramento o altri inconvenienti fisiologici, al contempo difendendosi degli attacchi della fauna locale, in particolare lupi e orsi decisamente agguerriti. Come azioni basilari è dunque possibile raccogliere in giro cibo in scatola o conservato, bevande, medicinali e vestiti da utilizzare direttamente, mentre avanzando nel gioco e trovando i giusti materiali si innesca la possibilità di effettuare il crafting di oggetti più complessi (una canna da pesca o un arco con frecce, ad esempio) che sbloccano maggiori possibilità di interazione, come il fatto di poter cacciare la selvaggina da usare poi come approvvigionamento di cibo o ulteriori materiali o difendersi dagli attacchi dei predatori. Non si tratta semplicemente di raccogliere più oggetti possibile per assicurarci la sopravvivenza: ben presto ci rendiamo conto che per mantenersi in vita il più a lungo possibile è necessario dosare precisamente le forze, imparare a fare un fuoco e mantenerlo, rimanere al chiuso di notte e durante le tempeste di neve e costituire dei punti di riparo nella mappa per esplorare gradualmente le zone e non rischiare di strafare ed esporsi eccessivamente al freddo e a possibili incidenti. Sopravvivere anche solo per qualche giorno richiede dunque un'attenta pianificazione strategica che non ammette cali di tensione o errori di calcolo.
Sandbox estremo
The Long Dark porta alle estreme conseguenze il concetto videoludico di survival, presentando un'azione priva di qualsiasi orpello o soluzione ad effetto tipica di questo medium. Non ci sono zombie, creature bizzarre o elementi particolarmente scenografici, salvo ovviamente la desolazione portata dalla misteriosa tempesta elettromagnetica che ha messo fuori causa ogni segno di civiltà all'interno del selvaggio Canada settentrionale. Il gioco non fornisce spiegazioni, non vi deve risposte e nonostante l'aggraziato stile grafico non è per niente gentile con voi: vi prende e vi sbatte in mezzo a un vasto mondo, affascinante quanto letale, chiedendovi semplicemente di rimandare il più possibile la morte del protagonista, che è comunque inevitabile.
Triste e forse un po' limitata, l'esperienza è comunque perfettamente in linea con l'idea della sopravvivenza simulata, pertanto all'interno del suo genere funziona molto bene, con il particolare aspetto grafico minimalista ad addolcire l'avventura attraverso visioni quasi trasognate della natura circostante. Per la versione definitiva di The Long Dark è prevista una modalità Storia, che dovrebbe proporre dunque uno sviluppo più ortodosso degli eventi seguendo soluzioni narrative più canoniche, ma viene da pensare che buona parte del carattere del gioco derivi invece proprio da questa sua assenza di obiettivi precisi, di tutorial esaustivi e di racconti preconfezionati. C'è della magia tra quelle montagne e in quei boschi pitturati, ma The Long Dark non ce la vuole raccontare, almeno non in maniera esplicita. Ce la dobbiamo ricavare, costruendola di fatto con la nostra azione nel gioco. Questo può essere un compromesso non accettabile da tutti, in effetti, e uno scoglio notevole per la fruizione del titolo, non c'è dubbio, perché senza uno scopo preciso non è facile accettare la durezza delle condizioni a cui il gioco ci sottopone, men che meno continuare a tornare in quel mondo per provare e riprovare a sopravvivere per qualche ora in più. Su questo punto, tuttavia, il discorso rimane aperto in attesa di scoprire il funzionamento della modalità Storia che dovrebbe essere aggiunta in seguito, portando con sé (almeno inizialmente) un percorso narrativo a episodi e suddiviso in varie stagioni, ma di cui non si sa ancora nulla di preciso.
Meraviglioso mondo crudele
È curioso che un mondo così letale sia stato rappresentato con uno stile aggraziato, quasi trasognato. Il realismo crudo della simulazione dei parametri vitali, del calcolo delle calorie e delle conseguenze sull'organismo del protagonista di ogni scelta effettuata contrasta in maniera netta con la stilizzazione adottata per la creazione del mondo di gioco, che appare invece decisamente lontano dal realismo.
Tuttavia l'aspetto estetico di The Long Dark assurge a elemento caratterizzante al livello globale, perché nonostante questo contrasto è impossibile scinderlo dall'esperienza di gioco. L'atmosfera, le luci, i suoni, i frammenti musicali posizionati in maniera perfetta in alcuni momenti dell'azione e ovviamente la neve imperante, le forme geometriche semplici e nette che costruiscono il mondo esplorabile sono parte integrante del gameplay, perché il semplice fascino dei luoghi spinge a proseguire la difficile ricognizione della mappa intera fino a scoprirne ogni singolo anfratto. Il rovescio della medaglia è dato dalla mancanza di spinta ad andare avanti una volta che si sono viste tutte le aree e la magia della scoperta è dunque dissipata, anche perché la mappa nel complesso non è enorme, ma considerando che le sue dimensioni potrebbero crescere ulteriormente, come già accaduto in passato attraverso aggiornamenti alla versione ad accesso anticipato, anche questo aspetto è aperto a nuove valutazioni. In ogni caso, per raggiungere tutto quello che c'è da vedere saranno necessarie ore di gioco, dopo le quali la conoscenza raggiunta delle meccaniche di sopravvivenza aprirà la strada ad una fruizione ancora più profonda di The Long Dark, sempre che la sua idea di survival estremo sia riuscita a piacervi. La versione in accesso anticipato su Xbox One soffre in alcuni casi di cali di frame rate piuttosto vistosi, non letali visto il ritmo compassato del gioco, ma sicuramente visibili, che rientrano comunque nei problemi tipici di un progetto ancora in via di sviluppo.
Conclusioni
PRO
- Belle ambientazioni e grande atmosfera
- Meccaniche survival rigorose
- Esperienza originale, aperta a ulteriori sviluppi
CONTRO
- La mancanza di storia e obiettivi può essere limitante
- Una volta esplorato tutto, solo i più appassionati proseguiranno
- Qualche calo di framerate ben visibile