Tatsumi Kimishima, classe 1950, è il quinto presidente Nintendo. Il secondo non appartenente alla famiglia Yamauchi, il terzo dell'era moderna, il primo a succedere a un uomo più giovane di lui. Sono passati due mesi dalla morte di Iwata, un lungo periodo che però, ormai è evidente, non è trascorso invano: il riassestamento interno ha portato molti cambiamenti, di cui il presidente è solo il vertice. In questo articolo ci eravamo chiesti a chi sarebbe stato affidato il ruolo e, oltre a non aver escluso Kimishima, avevamo sottolineato due aspetti centrali: l'erede di Iwata sarebbe stato giapponese, e molto probabilmente selezionato tra i membri del consiglio d'amministrazione Nintendo. Così è stato, in modo da preservare quell'identità aziendale che, piaccia o meno, costituisce ormai un unicum nell'intero mondo dell'intrattenimento elettronico. Avevamo ipotizzato due scenari principali, uno di totale rinnovamento e uno di transizione (Nintendo ha optato per quest'ultimo), individuando in Shinya Takahashi l'uomo chiave per il futuro della società: quanto accaduto, lo vedremo tra poco, corrobora le nostre ipotesi. Perché annunciare adesso il nuovo presidente? Be', per sua stessa ammissione a Nikkei, perché ce n'era bisogno: Nintendo non avrebbe potuto affrontare il mercato natalizio, in cui ottiene circa la metà delle vendite annuali, senza un CEO. Kimishima per ora - come ogni carica amministrativa della società - è stato eletto per un solo anno. Visto che gli argomenti da trattare sono tanti e lo spazio non infinito, suddividiamo la restante parte dello speciale in due sezioni: nella prima vedremo chi è il nuovo presidente, nella seconda analizzeremo la riorganizzazione aziendale che prenderà atto dal 16 settembre.
Kimishima è il quinto presidente, il terzo dell'era moderna, ma i cambiamenti non finiscono qui...
Tatsumi Ki...?
Il commento più diffuso in rete in queste ultime ore è: "oh no, un bancario". Eh sì, Kimishima per ventisette lunghi anni ha lavorato, con ruoli dirigenziali di assoluto prestigio e di vario genere, alla banca giapponese Sanwa: si è spostato da Tokyo a New York, per arrivare poi a San Francisco, Los Angeles e perfino all'America Centrale. A suggellare il suo atipico legame con l'occidente, una delle due figlie vive a Tokyo, e l'altra a New York: quasi scontato parli fluentemente in inglese, probabile sia in grado di conversare anche in spagnolo.
Insomma, una persona sicuramente dotata e, nel suo ambito, talentuosa. Come entra in contatto con Nintendo un uomo del genere? Be', in modo più semplice di quanto alcuni possano ipotizzare: Hiroshi Yamauchi ha spesso contatti con Sanwa, e quindi con Kimishima. Da straordinario uomo d'affari probabilmente ne nota le qualità - qui andiamo a intuito, anche se non ci sorprenderemmo se fosse andata davvero così - e gli propone di occuparsi degli ingenti dobloni incassati dall'emergente Pokémon Company. È il 2000, e il rapporto tra Kimishima e Nintendo da lì in poi si fa sempre più stretto: nel 2001 è il nuovo presidente di Pokémon USA, dal 2002 addirittura presidente di Nintendo of America. Yamauchi si fida di lui, e con Iwata il legame si sviluppa in modo ancor più stretto: nel 2006 Reggie Fils-Aime è promosso a nuovo presidente Nintendo of America, ma è ancora Kimishima a gestirne principalmente la parte finanziaria (ed è, stando ai resoconti, anche colui che probabilmente preme per avere uno Zelda più "dark"). Nel 2013 entra infine nel consiglio di amministrazione di Nintendo Co., LTD. Per volontà di Iwata. Quindi sì, un bancario: un bancario che però negli ultimi quindici anni ha lavorato a braccetto con Yamauchi e Iwata, e che comprende le dinamiche del mercato videoludico: tanto da sconsigliare il progetto Wii U, tanto da dichiarare che "non si può guidare Nintendo basandosi soltanto sui numeri". A nostro parere non c'è alcun motivo di temere che Kimishima possa snaturare l'azienda: sia perché la conosce da molto tempo, sia perché, di fatto, il suo compito non è quello di cambiarla, ma quello di consegnarla vigorosa e illesa alla prossima generazione. E qui inizia la seconda parte del nostro speciale.
Wind of Change
Nell'unica intervista rilasciata finora, quella riportata da Nikkei, Kimishima ha detto di non essere l'erede designato da Iwata (suggerendo implicitamente che - forse - un "pupillo" è stato effettivamente selezionato). Ha anche aggiunto di aver accettato l'incarico perché non c'era nessun giovane con abbastanza esperienza per occuparsene. A questo punto aggiungiamo altri due dettagli fondamentali e tiriamo le somme: Kimishima ha annunciato che non ci sarà alcun significativo cambio di strategia rispetto ai piani elaborati con Iwata. Takeda dal canto suo ha rimarcato che l'obbiettivo principale di questa gestione sarà costruire una nuova classe dirigente (tra i giovani) che possa perpetuare il DNA Nintendo.
Basta fare due più due: da un lato Kimishima darà stabilità all'era NX e mobile (già delineata, ma ancora in attesa d'attuazione), dall'altro affiderà il comando "progettuale" ai giovani, che presto (o tardi) saranno chiamati a dirigere l'azienda. Non sono nostre ipotesi, ma certezze: Nintendo infatti, oltre al presidente, ha comunicato la nuova organizzazione aziendale. A partire dai vertici: Miyamoto e Takeda sono stati nominati rispettivamente Creative e Technology Fellow, e andranno a comporre un ideale triumvirato insieme a Kimishima, così da dare stabilità e, al contempo, lasciare liberi dei ruoli - maggiormente operativi - per le nuove leve. Ma chi sono questi successori? Come anticipato all'inizio, l'erede al trono pare proprio essere Shinya Takahashi. Vi spieghiamo in breve perché. Dal prossimo 16 settembre non esisterà più EAD: SPD ed EAD infatti sono state fuse sotto l'unica egida EPD, un'unione che sancisce la conclusione della storica rivalità tra EAD ed R&D. A capo della nuova EPD c'è proprio Shinya Takahashi. Ma non finisce qui: gli è stata affidata anche la direzione dell'appena introdotta divisione Bussiness, la "Bussiness Development Division": sono due tra i ruoli operativi più importanti (nonché notevolmente diversi), e sono ricoperti dalla stessa persona. Sulla nuova strutturazione dovremo fare un altro speciale quando avremo più informazioni, ma ci sono altre modifiche che non possiamo non sottolineare adesso. Yoshiaki Koizumi, il papà di Super Mario Galaxy, è divenuto il deputy general manager della divisione di Tokyo di EPD (un ruolo molto simile a quello che aveva Miyamoto quindici-venti anni fa). Il suo corrispettivo di Kyoto è Eguchi. Ci sono state altre fusioni in ambito hardware che affronteremo con calma (vi anticipiamo che Ko Shiota ha preso il posto di Takeda come responsabile della sezione), quello che ci preme evidenziare adesso è che il piano Nintendo appare limpido: il triumvirato di veterani è lì ad affrontare le intemperie e dirigere la nave verso la rotta designata insieme a Iwata, i giovani sono stati promossi e sono chiamati ad imparare in fretta. La sensazione è che col duo Takahashi/Koizumi si voglia ricreare una coppia in stile Iwata/Miyamoto. Dal successo (o meno...) dell'operazione probabilmente dipenderà anche la durata dell'interregno Kimishima.