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Van Buren: il Fallout 3 che non è stato

Scopriamo quello che doveva essere il vero Fallout 3, ma che fu cancellato per problemi finanziari

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   08/01/2016

La storia dei videogiochi non è fatta solo di titoli arrivati regolarmente sul mercato. Ogni studio di sviluppo ha nel suo portfolio qualche progetto che non ce l'ha fatta. In alcuni casi si parla di opere mai andate oltre il concept iniziale, in altri di piccoli prototipi che non hanno convinto gli autori stessi, portandoli a cassare quella che fino a quel momento consideravano un'idea vincente.

Van Buren: il Fallout 3 che non è stato

Ci sono anche casi in cui un videogioco è stato cancellato dopo anni di sviluppo, come ad esempio StarCraft: Ghost e Project Titan di Blizzard, o Agent di Rockstar o, ancora, Fallout 3. Come dite? Voi a Fallout 3 ci avete giocato? Chiaro, state parlando di quello pubblicato da Bethesda nel 2008. Noi invece facciamo riferimento a un altro Fallout 3, quello di Black Isle Studios, lo sviluppatore cui dobbiamo i primi due Fallout e di cui, dopo il fallimento, alcuni membri chiave hanno poi fondato Obsidian Interactive (Fallout: New Vegas, Pillars of Eternity). Il nome di lavorazione del gioco era Van Buren, ispirato all'ottavo presidente degli Stati Uniti d'America, mentre il motore grafico che sarebbe stato utilizzato era il Jefferson Engine (da notare che Jefferson è un altro presidente USA), una tecnologia proprietaria di Black Isle e Interplay pensata per realizzare giochi di ruolo simili a quelli dell'Infinity Engine (tra gli altri Baldur's Gate, Planescape: Torment), ma con il pieno supporto per il 3D. Tanto per dire, l'altro progetto che doveva sfruttare il Jefferson, anch'esso mai andato in porto, era Baldur's Gate 3. L'impostazione del Fallout 3 che non è mai nato sarebbe stata simile a quella dei primi due episodi, ossia avrebbe garantito la possibilità di scegliere se combattere in tempo reale e se farlo con il sistema a turni. Insomma, la continuità in termini di visione del gameplay sarebbe stata totale, nonostante i miglioramenti tecnologici. Purtroppo fu cancellato nel 2003 a causa delle difficoltà finanziarie di Interplay, che fu costretta a vendere alcuni dei suoi pezzi più pregiati per cercare di rimanere a galla. Tra questi proprio la serie Fallout, finita nelle mani di Bethesda.

Conoscete Van Buren, il Fallout 3 di Black Isle Studios che non ha mai visto la luce?

L'America più profonda

Nel corso degli anni sono emerse moltissime informazioni su Van Buren, compresa una tech demo che dal 2007 è liberamente scaricabile (la potete trovare su ModDB) e che include materiale che non sarebbe confluito nella trama principale, ma che teoricamente sarebbe stato usato come tutorial.

Van Buren: il Fallout 3 che non è stato

Il gioco sarebbe stato ambientato nell'area sud occidentale degli Stati Uniti, anno 2253, su una mappa comprendente territori dell'Arizona, del Nevada, del Colorado e dello Utah. A differenza di come si è poi trasformata la serie in mano a Bethesda, il mondo di Van Buren non sarebbe stato aperto. Come in Fallout 1 e 2 il giocatore avrebbe dovuto scoprire vari luoghi, che poi avrebbe potuto visitare. Nel 2005 sono finiti online, su un sito dedicato al mondo di Fallout (No Mutant Allowed) alcuni documenti di design completi e firmati dai membri del team di sviluppo, comprendenti ampie descrizioni delle mappe esplorabili. Paradossalmente Van Buren è tra tutti il Fallout di cui si sono potuti leggere più documenti di design, nonostante non sia mai stato realizzato. Figuratevi che molti dopo averli letti hanno sperato che Bethesda si attenesse esattamente a quel progetto per Fallout 3, ma non è andata così. Comunque sull'argomento Bethesda fu chiarissima e per voce di Pete Hines fece sapere che non intendeva pubblicare prodotti non finiti di altre case di sviluppo. Tornando ai documenti, leggendoli si apprende che nel corso dell'avventura avremmo visitato luoghi quali la città di Denver, ribattezzata Dog Town, la diga di Hoover, il Grand Canyon, il Vault 29 e molti altri. Importante notare che alcune delle idee che ci sono contenute saranno poi riprese da Obsidian, che come abbiamo già scritto è nata da Black Isle, e inserite in Fallout: New Vegas. Ad esempio La Caesar's Legion fondata da Edward Sallow, ossia il gruppo di schiavisti ultra conservatori ispirati a una visione distorta della storia della Roma antica, fa la sua prima comparsa qui, nonostante la sua base operativa fosse stata apparentemente cancellata dalla versione finale del design.

La trama

Van Buren: il Fallout 3 che non è stato

IVan Buren sarebbe iniziato in modo differente rispetto agli altri Fallout. Niente Vault, ma una prigione vera e propria. l giocatore si sarebbe svegliato nei panni di un presunto criminale e avrebbe potuto scegliere se essere effettivamente tale, o se essere un innocente finito in galera per sbaglio. Il problema è che il luogo del risveglio non sarebbe stato lo stesso in cui si era addormentato. Capire cos'era successo era uno degli obiettivi del gioco, ma solo dopo essere fuggito dalla cella sfruttando un'esplosione propiziatoria che gli avrebbe aperto una via di fuga. Da lì sarebbe iniziata l'avventura vera e propria, con il giocatore inizialmente spaesato che avrebbe dovuto esplorare il mondo cercando di capire perché qualcuno era così determinato a riportarlo in prigione mandandogli contro un esercito di robot. Durante la sua fuga avrebbe scoperto i fatti che lo riguardavano ma anche i problemi della cosiddetta New California Republic e delle fazioni in lotta per prenderne il controllo, tipo l'immancabile Confraternita dell'Acciaio. Infine il suo destino avrebbe finito per incrociarsi con quello dello scienziato pazzo Victor Presper, desideroso di ripulire il mondo dalla feccia che lo ha occupato dopo il disastro nucleare. Da bravo invasato, Presper avrebbe tentato di creare un ambiente sano per un'umanità purificata dalle impurità distruggendo tutto e tutti.

Van Buren: il Fallout 3 che non è stato

Innovazione e conservazione

Van Buren: il Fallout 3 che non è stato

Le meccaniche di Van Buren sarebbero state incentrate su una versione leggermente corretta del sistema SPECIAL, ossia il sistema di creazione del personaggio visto nei primi due Fallout. Il giocatore avrebbe comunque avuto la libertà assoluta di azione e, come nei capitoli precedenti, avrebbe potuto scegliere se essere più combattivo o se affrontare le situazioni sfruttando altre caratteristiche e capacità. Alcune abilità sarebbe state accorpate, tipo quelle di combattimento, mentre altre ancora sarebbero state divise. Ad esempio ci sarebbe stata una distinzione netta tra la persuasione e l'inganno. Altra novità di rilievo, in questo caso riguardante lo scenario, era il minore sfruttamento dei Vault. Certo, ci sarebbero stati e sarebbero stati visitabili, ma non sarebbero più stati il motore della trama. Non è una caratteristica di poco conto perché denota un certo coraggio e la voglia di distanziarsi dai cliché che Black Isle stessa aveva contribuito a creare, cliché da cui Bethesda non è ancora riuscita ad affrancarsi, probabilmente per non scontentare i fan più intransigenti, e che anzi ha riproposto in modo pedissequo e un po' furbetto in Fallout 4. Leggendo i documenti di Van Buren emerge fortissima la volontà dei designer di raccontare qualcosa di nuovo, o quantomeno di diverso dell'universo di Fallout, arricchendolo oltre quanto fatto con i primi due episodi. Peccato che non abbiano avuto modo di portare a termine il lavoro.