I videogiochi non si giocano e basta, a volte si ascoltano, e qualcuno riesce suonare meglio degli altri. La componente sonora è un elemento importante della produzione, in quanto - se ispirata - è in grado di veicolare le emozioni dell'utente o semplicemente finisce per rafforzare la personalità di un titolo. Ricordiamo inoltre che tutto ciò che coinvolge il comparto audio non si limita a una bella composizione, coinvolge anche la ricerca e il lavoro sugli effetti sonori e tutti quei particolari non percepibili nell'immediato. Il 2015 è stato un anno ricco di grandi uscite, molte dotate di colonne sonore con firme prestigiose. La qualità è generalmente sempre piuttosto alta, ma in questo speciale abbiamo voluto premiare cinque titoli davvero speciali, che sono riusciti a comunicare quel qualcosa in più al nostro impianto audio e alle nostre orecchie. Ecco le nostre scelte.
Scopriamo le composizioni che ci hanno maggiormente colpito nel 2015
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain (Harry Gregson Williams, artisti vari)
Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è stato l'addio di Hideo Kojima alla saga da lui stesso creata e, come in tutte le sue produzioni, l'amore e la cura riposta nel codice arriva ad abbracciare anche il comparto audio. La colonna sonora di Metal Gear Solid V è un vero, nostalgico omaggio di Kojima al giocatore stagionato, quello che per intendersi ha vissuto nel vivo gli anni ottanta e che non può rimanere impassibile ascoltando la cover di The Man Who Sold the World di Midge Ure, brano del compianto David Bowie. Ma la scelta della cover non sorprende, è solo un tassello dell'apologia di un'epoca indimenticabile, che si esprime attraverso le audio cassette recuperabili nel gioco, dalle quali scaturisce una playlist da brividi: A-ha, Dead or Alive, Billy Idol, Europe, Joy Division, Spandau Ballet e gli stessi Ultravox di Midge Ure. Impossibile non emozionarsi di fronte a questi colorati dinosauri pop. Ma ovviamente questa è solo una parte di un'opera mastodontica, che si avvale del contributo di Harry Gregson Williams per portare adeguati toni epici, ma anche l'immancabile cantante Donna Burke, che interpreta uno dei brani più rappresentativi dell'opera: il tema di Quiet. Il brano è diventato talmente simbolico che è stato cantato in svariate occasioni dall'attrice che interpreta l'affascinante cecchina, Stefanie Joosten. Metal Gear Solid V: The Phantom Pain è indubbiamente uno dei grandi protagonisti del 2015, anche nelle musiche.
Splatoon (Toru Minegishi e Shiho Fujii)
La colonna sonora di Splatoon è quasi un manifesto su come realizzare un comparto sonoro in grado di aumentare il carisma di un prodotto. Composta - con grande divertimento, si sente - da mostri come Toru Minegishi e Shiho Fujii, possiede una freschezza semplicemente invidiabile e un carattere davvero unico nel suo genere. I pezzi sono coloratissime schegge animate da uno spirito punk, ma con una forte interpretazione giapponese che vuole rievocare le sensazioni tipiche di un concerto live. Composizioni vivaci e ritmate, apparentemente sbarazzine ma strutturalmente complesse, che esplorano svariati generi: surf rock, metal, ska e reggae, totalmente asservite alle dinamiche di gioco, ma anche estremamente piacevoli da ascoltare fuori dal contesto per cui sono state concepite. Linee vocali filtrate e assolutamente incomprensibili accompagnano come strumenti i vari brani, realizzati avvalendosi anche di alcune parti di elettronica che contribuiscono a rendere il tutto ancora più bizzarro. È incredibile che musicisti precedentemente impegnati con lavori come The Legend of Zelda si trovino così a loro agio nei confini strampalati e anarchici di Splatoon, ma questo è quello che contraddistingue i grandi artisti, riuscire ad acquisire lo spirito di una produzione e trasformarsi nella sua cassa di risonanza. La colonna sonora dello spassoso shooter Nintendo è un adorabile e irresistibile "macello", con un impatto non troppo distante da icone come Jet Set Radio e Space Channel 5. C'è poco da fare, i giapponesi sembrano sempre avere una marcia in più quando si cimentano in questo tipo di produzioni.
The Witcher 3: Wild Hunt (Marcin Przybyłowicz e Mikolai Stroinski)
Senza ombra di dubbio una delle migliori colonne sonore del 2015, quella di The Witcher 3: Wild Hunt ha traghettato il genere fantasy occidentali verso nuovi lidi. Marcin Przybyłowicz e Mikolai Stroinski hanno interpretato alla perfezione lo spirito della serie di CD Projekt RED e l'opera di Andrzej Sapkowski. Un mondo medievale minaccioso, magico ma inaspettatamente realistico, disperato nel suo essere ancorato a una terra coltivata col sangue, ma allo stesso modo proiettato verso il soprannaturale attraverso le sue leggende oscure. Questo è l'universo in cui si muove Geralt di Rivia e le composizioni dei due musicisti polacchi, che mescolano abilmente i toni epici con sfumature selvagge e nomadi, che ci rimandano a terre lontane e sconosciute. Nelle sue accelerazioni frenetiche e momenti maggiormente contemplativi, si fanno strada voci femminili sofferte, in un calderone di agonia e tripudio tribale che veicola violentemente le emozioni dell'ascoltatore. Mikolai Stroinski ha già grande esperienza nel settore: il suo contributo è stato fondamentale per costruire il mito di The Witcher 3: Wild Hunt, a pieno merito il titolo più amato del 2015 e con una delle colonne sonore più belle dell'anno.
Halo 5: Guardians (Kazuma Jinnouchi)
Il compito di Kazuma Jinnouchi con Halo 5: Guardians era semplicemente improbo: dare la voce al debutto della celebre saga su Xbox One, tra l'altro per uno dei suoi capitoli più attesi. Come se non bastasse, c'era da colmare la voragine lasciata dal grande Martin O' Donnell, che ha dato un marchio indelebile alla serie creata da Bungie. Il musicista giapponese aveva già contribuito parzialmente alla colonna sonora di Halo 4, un'esperienza che gli è sicuramente servita per rompere il ghiaccio, e al suo primo appuntamento di ruolo non ha deluso le aspettative. La colonna sonora di Halo 5 è un maestoso affresco dai toni epici, che come lo stesso gioco concilia vecchi sapori con nuove esplorazioni. Non solo, Jinnouchi ha sostanzialmente diviso lo spirito della composizione in due parti distinte, raccontando le vicende degli Spartan di Master Chief e il Fireteam Osiris. Nonostante i primi si avvalgano di brani con riferimenti concreti alle composizioni storiche di O' Donnell, tra i quali spicca The Trials (sostanzialmente un remake del classico tema di Halo), i brani dedicati agli Osiris cantano un lato diverso della serie, maggiormente moderno e che si riallaccia perfettamente all'opera ossequiosa ma aperta al nuovo di 343 Industries. Fanno capolino anche accenni di elettronica nelle linee di basso, completamente inedite per la serie. Ecco quindi che Light is Green si ritaglia istantaneamente uno spazio tutto suo, l'introduzione di un discorso raccontato con molta calma da Jinnouchi nella successiva Osiris Suite, divisa in quattro parti. La qualità è veramente ai massimi livelli, con l'utilizzo di una vera orchestra per conferire la giusta potenza espressiva alle composizioni. Halo 5: Guardians trova quindi il perfetto equilibrio tra espressione artistica e l'esigenza di incontrare i gusti dei fan, con un lavoro dai toni epici che coinvolge non solo le musiche, ma anche tutti i suoni e gli effetti che caratterizzano questo grande capitolo.
Xenoblade Chronicles X (Hiroyuki Sawano)
Hiroyuki Sawano non è certo un novellino, avendo composto musiche fin dal 2006 ma risultando più che altro attivo nella produzione TV. Lo conosciamo già molto bene per lavori come Team Medical Dragon, Mobile Suit Gundam: Unicorn e Attack on Titan. Xenoblade Chronicles X è stata la sua prima produzione videoludica e se questi sono i risultati, prevediamo un roseo futuro nel campo dei videogiochi. Il compositore giapponese ha saputo imprimere un timbro, appunto, da anime alle musiche del gioco, peraltro assolutamente compatibile con lo stile e i temi trattati nella creatura di Monolith. Quello che però stupisce è la complessità e l'eclettismo delle sue composizioni, che riescono a unire uno spirito da musica pop con quello più propriamente strumentale/epico. La qualità degli strumenti è eccezionale. Come spesso accade nelle colonne sonore nipponiche, c'è uno spirito dissacrante nell'interpretazione del kolossal, che non ha timore di assumere forme sempre nuove e inaspettate, contaminando il classico con l'esperimento e fregandosene altamente della logica dei generi. Nei brani di Sawano accade di tutto: parti orchestrali si sposano con il funk, il rock e la frenesia techno, creando un oceano di antichità ancestrale e tecnologia assolutamente in linea con lo stile del prodotto. Il cantato è sempre molto presente, in svariate forme: non è inusuale riconoscere anche linee vocali in lingua tedesca tra i fiati, i sintetizzatori e le chitarre elettriche, rendendo quasi omaggio ideale a Neon Genesis Evangelion, la cui ombra aleggia un po' ovunque nella produzione. La colonna sonora di Xenoblade Chronicles X è un'opera assolutamente mastodontica che accompagna adeguatamente il titolo, dimostrando al contempo un carattere tutto suo.