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Destiny, quale futuro?

Uno sguardo alla situazione dello shooter Bungie e al suo incerto futuro

SPECIALE di Mattia Comba   —   05/02/2016
Destiny
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Destiny sta affrontando una profonda crisi da quando ha debuttato sul mercato poco più di un anno fa, soprattutto se si tengono in considerazione le dichiarazioni iniziali di Bungie in merito alla portata del progetto. Più di una volta si era parlato di un'operazione ad ampio respiro, un titolo elaborato, complesso e concepito con una visione d'insieme da sviluppare nel medio-lungo termine con il chiaro intento, sebbene mai espresso esplicitamente, di fare del titolo una sorta di MMO con un suo mondo, una sua community ben strutturata e riconoscibile e, ovviamente, tanti contenuti per offrire ai giocatori decine e decine di ore di gioco.

Destiny, quale futuro?

Ed è proprio la community ad essersi scagliata contro gli sviluppatori in quest'ultimo periodo particolarmente turbolento, evidenziando in primis un'atavica mancanza di novità e i numerosi problemi legati al netcode, martoriato dal lag e da un sistema di matchmaking da rivedere su più fronti, che in parte compromette sia l'aspetto PvE che quello PvP del titolo. Fa quindi quasi ridere la decisione della software house di inviare una serie di email ai giocatori ultimamente inattivi sui server, per chiedergli quale sia effettivamente la causa primaria dell'abbandono di Destiny. Sia che si tratti di giocatori del day one, sia di nuove leve saltate sul carrozzone dopo l'ultima espansione, le motivazioni saranno analoghe: dopo aver spremuto tutto quello che c'era da spremere, non ci sono più motivazioni per girovagare sui pianeti del sistema solare ad affrontare ripetutamente lo stesso raid. Per mantenere vivo un progetto di tale portata da godersi in cooperativo e in competitivo, la community ha bisogno di costanti iniezioni di novità con le quali confrontarsi: incursioni, incarichi, missioni secondarie... basta che ci sia da giocare, ma non giocare solamente per raggiungere il fatidico level cap, giocare per la sfida di affrontare e sconfiggere nuovi fortissimi nemici che, quando abbiamo iniziato a fare i primi passi, mai ci saremo immaginati di riuscire a scalfire. Purtroppo invece, dopo l'overdose arrivata lo scorso settembre con l'espansione Il Re dei Corrotti, Bungie si è lasciata andare, abbandonando la barca in balia di una corrente che la spinge stanca sempre più lontano dalla sua community di riferimento.

Dopo Il Re dei Corrotti Destiny è andato incontro a un continuo calo di interesse da parte dei giocatori

L'Anno Due che non c'è

La situazione all'orizzonte è particolarmente grigia considerando che la software house di Bellevue ha deciso di far scivolare il sequel non ancora annunciato fuori dalla finestra di lancio del 2016, rinviando tutto all'anno prossimo. Questo significa che l'ipotetica tabella di marcia dello sviluppatore è saltata completamente per aria, ritrovandosi ora ad avere la quasi totalità del team al lavoro sul sequel e nessun contenuto di rilievo in arrivo nel breve periodo.

Destiny, quale futuro?
Destiny, quale futuro?

Ci saranno perlopiù piccoli eventi di gioco legati a brevi celebrazioni: prima le gare con gli Astori, poi i Giorni Cremisi, ma si tratta in entrambi i casi di eventi temporanei che non aggiungono nulla di nuovo se non un effimero diversivo di cui tutto si può dire, tranne che siano stai creati con l'obiettivo di creare valore sul lungo termine. Arrivano con il loro bel carico di esose microtransazioni e una volta passate si lasceranno dietro il nulla cosmico che è l'Anno Due di Destiny. Perché di questo si tratta: del nulla. Se si confronta l'offerta attuale con quella dell'anno precedente, non c'è confronto. Per quanto avesse tutta una serie di problematiche figlie soprattutto dell'esordio sul mercato, l'Anno Uno sviluppato da Bungie è stato pensato per lasciare qualcosa di duraturo ai giocatori attraverso contenuti a pagamento, è vero, ma di un certo spessore, che un anno fa a quest'ora ci facevano giocare il secondo raid al posto di lasciarci con le mani in mano a chiederci cosa ne sarà effettivamente di questa stagione di Destiny. Ad oggi, la nuova incursione deve ancora essere annunciata, e non abbiamo idea di quando tale annuncio possa avvenire vista la totale mancanza di comunicazione da parte di Bungie che, nonostante la pressione sempre più insistente dei giocatori, continua a guadagnare tempo lasciando campo libero a rumor e speculazioni. Il fatto è che l'Anno Due con Il Re dei Corrotti ha riservato una partenza con il botto: la storyline di Oryx, tre nuove sottoclassi, tante imprese e taglie, nuove armi, equipaggiamenti, un Crogiolo ancora più ricco di attività, l'innalzamento del level cap, ma soprattutto ci ha ridato quella bella sensazione della scoperta di nuovi pianeti che avevamo provato solamente in occasione del lancio della versione iniziale. Di fatto però l'end game è imprigionato in un loop dalla monotonia imbarazzante dove tutto ciò che rimane da fare è portare a termine La caduta di un Re e le prove settimanali per avere il bottino di livello 320, vista la scellerata decisione di rendere reperibile il materiale necessario al raggiungimento del level cap solo nel nuovo raid e con una frequenza del drop talvolta scoraggiante. Inoltre mantenere i raid dell'Anno Uno e la Prigione degli Anziani inalterati senza aggiornarli al lancio de Il Re dei Corrotti, le ha rese attività inutili e prive di mordente vista la facilità con cui si portano a termine e le ricompense ininfluenti che regalano. Non rimane quindi che affrontare e riaffrontare gli stessi nemici spinti dalla ricerca di quell'arma esotica che manca nell'inventario oppure dalla voglia di portare al livello massimo tutti e tre i guardiani, oltre ovviamente alla bellezza di giocare in team con un gruppo di amici.

In attesa del 2017

Cosa fare allora per rimettersi di nuovo in marcia? Visto che il team è impegnato a lavorare sul sequel di Destiny, che però come detto pare essere già slittato al prossimo anno, la cosa più semplice senza impiegare troppe persone nello sviluppo di nuovi contenuti sarebbe riprendere tutto ciò che è stato aggiunto - a pagamento - nell'Anno Uno e aggiornarlo con le novità introdotte con l'espansione Il Re dei Corrotti, riportando quindi in auge armi ed equipaggiamento delle incursioni precedenti.

Destiny, quale futuro?
Destiny, quale futuro?

Non si tratta della scelta migliore visto che un nuovo raid a questo punto sarebbe d'obbligo, ma rimarrebbe una buona pezza, utile almeno a concedere un minimo di varietà all'endgame per i vecchi e i nuovi giocatori. Anche perché vedere un'ottima incursione come la Volta di Vetro lasciata indietro a prender polvere, un po' lascia amareggiati pensando che basterebbe ripopolarla di Corrotti per ridarle nuova vita. Anche i difetti tecnici e di infrastruttura online andrebbero corretti il prima possibile, risolvendo i problemi di lag e cercando il giusto compromesso tra la qualità della connessione e il livello dei giocatori ai quali si viene associati. Inoltre quello che probabilmente serve più di tutto in questo momento è che Bungie faccia chiarezza sul futuro immediato di Destiny, cambiando rotta a una strategia di comunicazione non efficace e informando i giocatori a proposito della gestione dell'Anno Due. Arriveranno ancora dei DLC corposi oppure ci toccherà accontentarci degli eventi temporanei come quello in arrivo per San Valentino o la Corsa degli Astori, con il loro bel carico di microtransazioni? Queste storicamente non piacciono ai giocatori, specialmente dopo aver già speso abbastanza per acquistare l'anno scorso L'oscurità dal Profondo, Il Casato dei Lupi e Il Re dei Corrotti. Il modello economico sarà quindi un argomento centrale sul quale Bungie e Activision si giocheranno una partita importantissima per il prossimo capitolo. Soprattutto a livello di pubblico, che su console oggi più che mai sarebbe riluttante a spendere per un abbonamento mensile addizionale oltre a quello necessario per accedere ai servizi online di Sony e Microsoft. Tuttavia i piani del publisher punteranno molto probabilmente nella direzione di una divisione delle uscite sia che si tratti di singoli capitoli o corpose espansioni, nella speranza di riuscire a replicare il modello di World of Warcraft, magari mescolandolo a Call of Duty.

Destiny, quale futuro?

Si potrebbero ipotizzare un'uscita principale ogni due anni come nel caso dell'MMO Blizzard, intervallate da pacchetti di contenuti rilasciati magari tramite season pass che ricalchino quelli soliti degli sparatutto aggiungendo armi, equipaggiamenti e nuove mappe. Il problema principale rimane comunque la tenuta della community sul lungo periodo, che priva di stimoli potrebbe decidere di abbandonare definitivamente Destiny senza che un nuovo capitolo o espansione possa più convincerli a tornare indietro. D'altronde non stiamo parlando di un colosso apparentemente inattaccabile come World of Warcraft - che può permettersi di assorbire le continue oscillazioni di pubblico - ma di una proprietà intellettuale giovanissima che ha bisogno di crearsi uno zoccolo duro di sostenitori innanzitutto per garantirsi la sussistenza finanziaria e, secondariamente, per evitare che nuovi titoli la incalzino sottraendole pubblico. Un nome su tutti, Tom Clancy's The Division, che sebbene non sia ancora uscito e dovrà affrontare le stesse sfide di Destiny riguardo l'end game e il supporto posto lancio, vista la sua struttura cooperativa potrebbe almeno inizialmente essere visto come una valida alternativa allo shooter di Bungie.