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Echi di guerra

Spesso la formula "more of the same" ha connotati negativi ma non sembra proprio questo il caso di Mount & Blade II: Bannerlord

ANTEPRIMA di Mattia Armani   —   14/05/2016

Mount & Blade ha preso forma nel tempo libero di una coppia turca trasformandosi, grazie al supporto della community, in un fenomeno della scena indipendente capace di vendere milioni di copie tra spin-off ed espansioni. I giocatori, ispirati dalla possibilità di guidare centinaia di truppe sul campo o di mescolarsi nella folla durante un sanguinoso assalto, si sono lanciati alla conquista di regni, mari, donzelle e di nuove frontiere rinnovando ad ogni occasione il proprio voto nei confronti di un riuscito mix di strategia sul campo, combattimenti realistici, gioco di ruolo e atmosfera medievaleggiante ancora capace di farci dimenticare una cosmesi a dir poco spartana. E il pieno supporto per la comunità dei modder, coinvolta anche nella creazione di mod ufficiali estremamente complesse come Viking Conquest, ha aperto la strata all'immaginazione regalandoci evoluzioni del comparto multiplayer, battaglie ambientate nell'universo di Star Wars, la Cina della Seconda Guerra Mondiale, gli Ussari, i tamburini della guerra di secessione americana, il selvaggio west e persino meccaniche gestionali articolate. Ma anche di fronte a un'offerta così variegata, il bisogno di un seguito si fa sentire sempre di più. Per fortuna dopo un lungo silenzio l'atteso sequel è finalmente riapparso sui nostri radar, ma prima di parlare delle ultime novità ripercorriamo quelle principali emerse in precedenza.

Mount & Blade II: Bannerlord è tornato a mostrarsi in pubblico e sembra proprio in gran forma

Calradia 2.0

Forte del successo di Mount & Blade, Bannerlord ha la forza per puntare più in alto in ogni campo partire dal supporto contemporaneo per più modifiche per arrivare al gameplay più articolato e al background narrativo più profondo che, tra le varie novità, include anche un gioco da tavolo per ogni razza. Ma i punti cardine sono gli stessi dell'originale a partire dall'ambientazione medievaleggiante di Calradia, che ci vedrà impegnati ad affrontare intrighi e guerre durante la caduta dell'impero, duecento anni prima rispetto alle vicende narrate in Warband.

Echi di guerra
Echi di guerra

Per cavarcela dovremo decidere in quali armi specializzarci, imparare a gestire il combattimento simulato, condurre centinaia di guerrieri sul campo di battaglia, sfruttare eventuali rinforzi, affiliarci a signorotti e fazioni, potenziare abilità capaci di influenzare diversi aspetti del gioco, catturare prigionieri, addestrare truppe, scatenare guerre, lanciare sfide, assediare castelli, depredare cittadine, conquistare donzelle e scalare le gerarchie, sempre che questo sia il nostro obiettivo. La scelta, infatti, resta importante e i cardini sono gli stessi del primo capitolo anche se le novità, evidenti nel caso della grafica, promettono un'esperienza più coerente, coinvolgente e rifinita, a partire dall'interfaccia. In merito a quest'ultima le novità sono parecchie ma una delle più interessanti riguarda un indicatore che ci informerà dell'atteggiamento nei nostri confronti di compagni e altri personaggi non giocanti. In Mount & Blade II: Bannerlord potremo valutare le possibilità di successo durante le interazioni con nemici, alleati, commercianti, regnanti, donzelle e vassalli. Ma simpatie e antipatie non saranno ovviamente gli unici fattori importanti nei rapporti sociali che, come nell'originale, saranno condizionanti anche dal contesto politico, dalla reputazione, dalle nostre abilità sociali e da quelle di comando. Inoltre questa volta avremo dalla nostra la possibilità di far valere eventuali finanze accumulate, poiché quasi ogni obiettivo potrà essere perseguito mettendo mano al portafogli anche se la cifra, stabilita in modo dinamico dal gioco, potrà crescere a dismisura in base al grado di implausibilità della nostra richiesta. Si tratta di una novità importante per le meccaniche di gioco seppur sia meno visibile di quelle che dipendono dall'evoluzione tecnologica che, come abbiamo già visto, comporta un netto aumento di dettaglio, condizioni climatiche dinamiche, cittadine più complesse, vie popolose, taverne gremite e assalti alle mura resi più articolati dall'implementazione di diverse armi da assedio. Di queste si è visto poco, ma gli sviluppatori hanno promesso dinamiche tali da giustificare la creazione di un sistema di replay e quel poco che è stato mostrato include castelli realistici che si abbarbicano su costoni di roccia e si estendono a perdita d'occhio mantenendo un ottimo dettaglio anche sulla distanza. Le premesse anche in questo caso sono buone anche se è presto per festeggiare. Per ora è meglio concentrare l'attenzione sulle nuove informazioni e sul video emerso da una recente sessione di prova che si è tenuta nel mese marzo.

Squadra che vince non si cambia, si migliora

Come Mount & Blade, anche Bannerlord punta su battaglie combattute da decine di soldati che comportano qualche inevitabile compromesso nel caso di texture e dettagli. Ma quella ci troviamo di fronte è comunque una cosmesi di ottimo livello, visibilmente migliorata anche rispetto a quanto mostrato dai primi video. Uno degli elementi di spicco è l'ottima illuminazione: tra l'altro luci e ombre di ottima qualità nascondono con efficacia i dettagli meno riusciti delle città, ma anche in questo caso c'è poco di cui lamentarsi considerando l'enorme salto in avanti che include vie piene di abitanti, mercati in fermento e la versione migliorata di tutte le strutture che ci aspettiamo di trovare in un Mount & Blade. A questo punto facciamo un passo indietro per parlare del sistema di creazione del personaggio che ci permette di valutare da vicino la netta evoluzione dei modelli. Nonostante le voci da modificare siano in numero inferiore rispetto all'originale, il nuovo editor è decisamente più potente tanto da permettere la creazione degli avatar di Einstein e Kylo Ren, purtroppo senza maschera.

Echi di guerra
Echi di guerra

La complessità poligonale, soprattutto nel caso dei personaggi non giocanti, non è elevatissima ma anche in questo caso il sistema di illuminazione e gli effetti giocano un ruolo fondamentale valorizzando modelli solidi e dotati di animazioni, realizzate in motion capture, finalmente degne di questo nome. Inoltre il salto tecnologico ha permesso agli sviluppatori di imprimere all'opera uno stile preciso, cosa impossibile da fare con lo spartano engine del primo Mount & Blade, migliorando ulteriormente la resa complessiva benché alcuni dettagli non ci convincano ancora pienamente. Le taverne sembrano meno curate degli altri ambienti, l'intelligenza artificiale dei popolani appare piuttosto limitata e alcune animazioni di attacco dei personaggi non giocanti sono ancora da rivedere. Ma la data di lancio è fissata per un generico autunno 2016 e dalle prove sul campo di PC Gamer non traspare alcun difetto capace di compromettere la resa complessiva dell'esperienza e la godibilità delle meccaniche di gioco. Le basi del combattimento non sono cambiate. Attacchi e parate direzionali puntano a simulare scontri realistici esaltando l'abilità del giocatore, ma anche in questo caso le cose si sono fatte più articolate e complesse. La posizione del corpo e il peso delle armi, le cui caratteristiche potranno essere alterate grazie all'introduzione del crafting, hanno un'influenza evidente sull'azione che include scambi serrati e mosse speciali con le quali potremo personalizzare ulteriormente il nostro personaggio. I miglioramenti visibili includono anche le collisioni la cui importanza si estende al combattimento a cavallo, altro punto nevralgico di un titolo che sembra avere una marcia in più rispetto all'originale da ogni punto vista. L'unico punto debole sembra essere la mappa strategica che risulta migliorata dal punto di vista tecnico ed è arricchita da qualche informazione in più sugli insediamenti ma non è ancora capace di convincere pienamente. Al contrario l'interfaccia risulta più comprensibile ed elegante nonostante il gran numero di informazioni a schermo. In questo caso il cambiamento più evidente riguarda l'organizzazione a schermo dei comandi impartibili durante gli scontri, ora raggruppati in modo più sensato e resi immediatamente riconoscibili grazie all'aggiunta di icone in bianco e nero che permettono di selezionare in modo rapido e intuitivo specifici contingenti. Le premesse, insomma, sono a dir poco incoraggianti e nella versione finale potrebbe esserci spazio anche per una modalità cooperativa che farebbe la felicità di innumerevoli fan.

CERTEZZE

  • Meccaniche rodate e ancora fresche
  • Più completo, rifinito e accessibile
  • Miglioramenti da ogni punto di vista
  • Modding sfrenato

DUBBI

  • Mappa strategica piuttosto rozza
  • Restano da vedere le dinamiche degli assedi
  • Ancora nessun dettaglio sul multiplayer