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Le scuole horror

Orrore e scuola possono essere un connubio perfetto

SPECIALE di Giorgio Melani   —   30/05/2016

Il terrore è spesso protagonista a scuola, ma solitamente non nei termini metafisici e realmente inquietanti dell'horror, quanto piuttosto come semplice strizza da interrogazione o, peggio ancora, esame. Non è di questo che vogliamo parlare, anche se indubbiamente il clima che si viene a creare normalmente tra le mura scolastiche influenza l'immaginario horror di certi prodotti, che vedono appunto la scuola come teatro di orrori variegati.

Le scuole horror

Con l'anno scolastico ormai agli sgoccioli, i patemi tra i banchi dovrebbero essere ormai superati (tranne appunto per coloro che hanno gli esami), pertanto potrebbe essere il momento giusto per provare a immergersi in questo particolare mondo fatto di orrore e cancelleria, connubio non molto esplorato a dire il vero in ambito videoludico, anche se apre diverse prospettive interessanti. L'horror scolastico è una sorta di vero e proprio sotto-genere di culto nel cinema, che arriva a esponenti recenti come l'imminente Friend Request e può contare su un filone ricco e dalle origini che affondano negli anni '70 e '80, ma stranamente la stessa attenzione per un'ambientazione del genere non si è riflessa nei videogiochi, nonostante il pubblico potenziale sia sostanzialmente sovrapponibile, e la scuola sia chiaramente vicina alla maggior parte dei fruitori di tali prodotti. Cosa rende la scuola così potenzialmente affine all'orrore? Al di là dell'ovvia immedesimazione che un'ambientazione del genere provoca nei ragazzi, ci sono degli elementi psicologici alla base del connubio, che possono riferirsi al clima di soggezione che si può sviluppare tra le mura dell'istituzione e che può diventare oppressione e vessazione estrema in una rielaborazione (si spera) fantasiosa dai caratteri inquietanti, oppure proprio dal contrasto tra la sicurezza della normale routine scolastica e l'incubo improvviso. L'horror può allora scaturire dal trascendere del luogo in cui si consumano tipici rapporti di potere, oppure al contrario dall'effetto che provoca l'apparizione di elementi inquietanti in un contesto normalmente caratterizzato da una quotidianità tranquilla e rassicurante.

Scuola e horror: i collegamenti possono andare ben oltre il rapporto conflittuale con lo studio

La scuola orientale

Gli sviluppatori orientali (nipponici o coreani, per quanto riguarda nello specifico uno dei titoli di cui parliamo qua sotto) sembrano essere più portati a scegliere la scuola come ambientazione principale per i propri giochi, cosa che rientra anche in un certo gusto di matrice nipponica per l'horror in generale. Probabilmente, la centralità ricoperta dall'attività scolastica nella vita quotidiana dei giovani contribuisce a renderla un elemento di grande impatto culturale, e la sua distorsione in chiave orrorifica risulta amplificata.

Strane presenze per i corridoi della scuola di White Day
Strane presenze per i corridoi della scuola di White Day
No, quell'espressione non è perché si è ricordata improvvisamente del compito di matematica
No, quell'espressione non è perché si è ricordata improvvisamente del compito di matematica

White Day: A Labyrinth Named School rientra precisamente in questa categoria ed è di particolare interesse in quanto è di uscita imminente una sua riedizione da parte di ROI Games appositamente studiata per PlayStation VR, mentre è già disponibile una versione mobile. Si tratta di un'avventura in soggettiva sviluppata dal team coreano Sonnori Corp uscita originariamente nel 2001 e diventata un vero e proprio cult, tanto da essere stato giocata da molti utenti PC in lingua originale. Una normale scuola si trasforma in un luogo d'incubo nella notte, con presenze inquietanti che si annidano nell'oscurità e mettono costantemente a rischio la sopravvivenza del protagonista, che si trova a dover fuggire dalla struttura senza usare armi ma risolvendo enigmi e puzzle, sfuggendo al contempo all'avvicinarsi delle varie minacce. Il ribaltamento dell'atmosfera, con la scuola che da normale ambientazione della routine quotidiana si trasforma in inquietante teatro di eventi terrificanti lo troviamo anche in Corpse Party, disponibile su PC e in arrivo anche su Nintendo 3DS. Si tratta di un'avventura con elementi visual novel dallo stile puramente nipponico, nella quale un gruppo di studenti al termine di un incauto rituale provato per gioco si ritrova proiettato all'interno di una sorta di dimensione parallela, in un fatiscente edificio scolastico popolato da spiriti vendicativi di bambini. L'unica speranza per i ragazzi è allora collezionare documenti e ricordi su coloro che sono stati intrappolati in precedenza nella medesima situazione. Elementi simili si riscontrano anche nella celebre serie Persona, anche se in questo caso la definizione di horror classico va un po' stretta al titolo Atlus: l'RPG nipponico, di cui attendiamo l'arrivo del quinto capitolo su PlayStation 4, utilizza spesso l'ambientazione scolastica proprio per creare quella sutura tra gli eventi del gioco e il mondo reale, vicino a quello dei giocatori, amplificando l'effetto sconcertante dell'introduzione degli elementi metafisici che caratterizzano la serie. La normale vita tra i banchi di scuola si trasforma in qualcosa di profondamente diverso quando i protagonisti entrano in contatto con creature sovrannaturali e spiriti guida, mettendo in scena un mondo costantemente in bilico tra il realismo romanzato della vita adolescenziale e una storia dai contorni bizzarri e oscuri.

Visioni distorte

Uscendo dall'ambito dei titoli esclusivamente ambientati all'interno della scuola, quest'ultima si ritrova a volte come scenario di passaggio all'interno dei videogiochi horror, andando a rappresentare spesso momenti particolarmente inquietanti nelle rispettive esperienze di gioco. Uno degli esempi più forti rimane la Midwich Elementary School del primo Silent Hill su PSone: la scuola è il primo edificio visitato dal protagonista Harry Mason e il suo impatto è dunque ancora maggiore, presentando anche per la prima volta la terribile transizione verso l'Otherworld.

Il banco isolato dagli altri di Alessa Gillespie si ritrova anche in Silent Hill 3
Il banco isolato dagli altri di Alessa Gillespie si ritrova anche in Silent Hill 3
Non proprio una normale recita scolastica di fine anno
Non proprio una normale recita scolastica di fine anno

Già nella sua versione standard, l'istituzione di Silent Hill presenta caratteristiche inquietanti e la triste storia di Alessa Gillespie, costantemente tormentata e discriminata da compagni e insegnanti, dipinge una realtà scolastica ben lontana dall'essere sana. La cosa riceve poi una sorta di apoteosi nella trasfigurazione dell'edificio con il passaggio nell'Otherworld e la delirante rappresentazione della scuola coperta di ruggine, sangue e cadaveri. La realtà alternativa di Silent Hill sembra svelare la sostanza oscura e marcescente che si cela sotto la superficie apparentemente normale e conformista della scuola, rimarcando anche in questo frangente l'anima corrotta della cittadina. Una rappresentazione simile, anche se molto meno fatiscente e distorta, si trova anche all'interno di Forbidden Siren, l'ottimo horror del Japan Studio di Sony uscito su PlayStation 2. Qui l'ambientazione ha un ruolo più marginale, facendo semplicemente da sfondo alla storia dell'insegnante Raiko Tokato e del suo alunno mentre cercano di uscire indenni dalla scuola elementare di Hanuda, infestata dai terribili shibito, i demoni ex-umani che popolano il luogo. In questo caso non ci sono trasfigurazioni metafisiche della struttura stessa, ma proprio la normalità dell'edificio catapultata all'interno del tremendo incubo che è diventato il villaggio genera un contrasto altrettanto efficace nell'incutere un senso di disagio e paura. Passando ad atmosfere nettamente diverse e ad un differente stile, un'altra memorabile rappresentazione scolastica in chiave horror è quella offerta da Dead Space 2, con il suo livello ambientato nella scuola elementare. Qui gli elementi inquietanti sono spinti al parossismo con la presenza dei piccoli necromorfi, ma la loro prima apparizione non può non restare impressa così come l'allucinante accostamento tra le sgargianti decorazioni scolastiche colorate, i giocattoli e il palcoscenico per le recite e l'orrore che imperversa nei locali. Su una nota più sottile, un disagio anche maggiore deriva dai diari e dai disegni che si trovano in giro, che svelano come Unitology e il Marchio si siano imposti progressivamente anche nelle giovani menti dei bambini.

Teen horror school

Nonostante il tema decisamente affine ai videogiochi, il classico teen horror ad ambientazione scolastica non sembra aver trovato particolare spazio in questa industria. Si tratta di un filone piuttosto florido in ambito cinematografico, che ha visto una ripresa notevole soprattutto negli anni 90 e primi 2000 per poi tornare nuovamente nel limbo, ma che a quanto pare non è riuscito a imporsi nei videogiochi. Nello stesso periodo si raffinava il survival horror nelle diverse interpretazioni, in effetti più nipponiche che occidentali, cosa che potrebbe spiegare tale assenza con la distanza tra le diverse culture dell'horror. Tra gli esempi più calzanti del genere emerge in particolare la serie Obscure, con il primo capitolo datato 2004 e uscito su PC, PlayStation 2 e Xbox, che racconta le peripezie di un gruppo di studenti alle prese con una misteriosa infezione che genera aberrazioni mutanti e assassine.

Le scuole horror

Trama e sceneggiatura sono in perfetto stile b-movie, ma tutto rientra perfettamente in un copione che gli appassionati di certi cult movie non potranno non apprezzare, con i classici ingredienti del genere: strani eventi che si verificano in città, cinque studenti intrappolati in un liceo di notte, un preside pazzo che nasconde un terribile segreto e presenze inquietanti e malvagie. Da manuale anche l'assortimento dei personaggi, dal timido secchione all'atleta, passando dalle immancabili cheerleader e dark ribelli, in una riproposizione decisamente fedele del canone. La rappresentazione della scuola di per sé è piuttosto asettica in questo caso, proprio perché il gioco punta su altri fattori per creare il clima horror, mantenendo quanto più possibile l'ambientazione fedele alla realtà, come se si trattasse di una normale scuola che nasconde un terribile segreto. Chiudiamo infine con un prodotto che sembra collocarsi proprio nello spazio lasciato libero nel genere videoludico "slasher scolastico": Last Year, un videogioco creato da James Matthew Wearing che ha già raggiunto il suo obiettivo su Kickstarter e ha ricevuto anche ulteriori finanziamenti, a indicare una produzione che si sta facendo sempre più consistente. Chiaramente ispirato al film I Know What You Did Last Summer, di Jim Gillespie con Jennifer Love Hewitt nel suo momento migliore, si tratta di un titolo caratterizzato da una struttura molto particolare, essendo basato su un multiplayer asimmetrico che mette 5 giocatori nel ruolo dei ragazzi/prede e uno in quello del maniaco omicida, mettendo in scena le classiche situazioni da slasher movie all'interno di ambientazioni canoniche, tra le quali non manca ovviamente la scuola superiore.