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Dai deserti agli abissi

Da alcuni ex membri di thatgamecompany, un titolo evocativo e molto interessante

PROVATO di Andrea Palmisano   —   17/06/2016
Dai deserti agli abissi

Anche senza sapere assolutamente nulla di ABZÛ, chiunque abbia giocato a Journey potrebbe capire molto rapidamente da dove provengano i membri del team dietro al progetto pubblicato da 505 Games. ABZÛ è infatti l'opera prima di Giant Squid, con sede a Santa Monica, che può contare al suo interno nomi come quelli di Matt Nava e Austin Wintory, rispettivamente Creative Director e compositore, entrambi con un passato recente ad occupare le medesime posizioni in thatgamecompany con a curriculum proprio lo stesso Journey. Sebbene le ambientazioni dei due titoli siano praticamente all'opposto l'una dell'altra, le similitudini nel gameplay e nelle meccaniche di gioco sono assolutamente evidenti fin dai primi istanti. E questo, sia ben chiaro, è tutt'altro che un male.

ABZÛ, in estrema sintesi, è praticamente Journey in versione subacquea: non certo un male...

Pesce mangia pesce

Laddove Journey si svolgeva in un torrido e inospitale deserto, al contrario ABZÛ si sviluppa interamente sott'acqua, nell'oceano brulicante di vita e di colori. Il protagonista è infatti un subacqueo di cui in realtà non si sa nulla, una figura appena tratteggiata che funge semplicemente da tramite tra il giocatore e l'ambiente. Il ritmo della progressione è in buona parte lento, meditativo, per consentire di approfondire l'elemento esplorativo e apprezzare il lavoro svolto da Giant Squid sotto questo punto di vista. I primi passaggi della demo che abbiamo provato introducono infatti ad un mondo che come nella realtà, pur essendo soltanto pochi metri sotto la superficie dell'acqua, appare più simile ad un altro universo, con creature affascinanti che agiscono secondo dinamiche differenti da quelle della terraferma.

Dai deserti agli abissi
Dai deserti agli abissi

Il team sotto questo punto di vista ha fatto un grande lavoro, riproducendo un grande numero di specie di pesci e animali marini differenti, i quali si comportano rispettando le leggi della natura e la catena alimentare: sedendosi su una statua si può passare ad una modalità totalmente contemplativa, una specie di acquario virtuale, in cui il pesce grande mangia quello piccolo e i banchi si muovono in maniera realistica e credibile. Qualora si voglia abbandonare temporaneamente la storia per godere dell'esplorazione degli ambienti, si potranno anche trovare dei coralli con cui interagire per sbloccare nuove specie destinate a popolare la zona. Ancora, premendo il tasto L2 ci si può "agganciare" ai pesci più grandi facendosi trasportare, così da seguirne il comportamento da vicino. In ogni caso, la trama esiste così come la progressione, ma esattamente come in Journey il testo è praticamente inesistente lasciando molte cose sottintese, celate e misteriose. D'altra parte è lo stesso oceano ad essere ricco di misteri, e infatti la discesa negli abissi ci ha portato ad attraversare caverne, barriere coralline, rovine di edifici e altri segni di civiltà sconosciute, e gigantesche porte metalliche a separare le varie macro sezioni. Una parte importante viene svolta da delle specie di droni da riattivare, capaci di fornire indicazioni e in buona sostanza di "accompagnare" il giocatore alle fasi successive. I designer di Giant Squid sono riusciti a rendere la progressione piacevole e coinvolgente nonostante i ritmi più lenti e la navigabilità a 360 gradi delle aree, fattore che avrebbe potuto generare dei problemi vista la maggiore libertà di movimento e la relativa dispersività. Anche per quanto riguarda la componente artistica, ABZÛ ricorda Journey per quanto riguarda l'uso di uno stile minimale, rarefatto, quasi stilizzato, ma molto affascinante ed evocativo. Gli sviluppatori hanno tenuto a sottolineare il lavoro fatto dal punto di vista dell'illuminazione volumetrica, capace di restituire il senso della densità dell'acqua e della profondità in cui ci si trova: se vicino alla superficie le tinte sono chiare e si possono vedere i raggi di luce penetrare nel mare, scendendo più in fondo tutto si fa più buio, le forme di vita cambiano e gli incontri con esse diventano meno frequenti. Merita un discorso a parte poi l'accompagnamento musicale orchestrato, opera - come detto in apertura - di quel Austin Wintory che con il lavoro su Journey è riuscito ad ottenere una nomination ai Grammy, primo caso per una colonna sonora di un videogioco. Brani meravigliosi ed evocativi che diventano un tutt'uno con il gameplay, rappresentando un elemento imprescindibile per poter apprezzare appieno l'esperienza. ABZÛ ci ha quindi lasciato sensazioni positive, al punto che attendiamo con grande curiosità la sua uscita prevista per il prossimo 2 agosto.

CERTEZZE

  • Sembra essere Journey sott'acqua
  • Colonna sonora splendida
  • Atmosfere evocative e rilassanti

DUBBI

  • La trama è un punto interrogativo
  • Durata tutta da valutare