Quando parliamo di poliziotti nei videogiochi, tendenzialmente vengono in mente intensi inseguimenti in auto, sparatorie all'ultimo sangue o elaborati e misteriosi casi investigativi. Il piedipiatti in servizio è tendenzialmente un personaggio scomodo, un ostacolo da seminare sfrecciando a tutto gas, un comprimario da cui il detective privato ottiene le informazioni e nient'altro. Sviluppato dal piccolo team polacco Pixel Crow e pubblicato da 11Bit, team dietro This War of Mine, il particolare Beat Cop si sofferma invece sui doveri quotidiani di un poliziotto e sui rapporti che si creano con gli abitanti di un piccolo quartiere nella New York degli anni '80. Mentre all'E3 ci spiegano le meccaniche del gioco, gli autori non nascondono quella che è la loro evidente fonte di ispirazione. Beat Cop riprende infatti quel mix di avventura, ruote e e gestionale a tempo che caratterizza Papers, Please, ma anziché essere ambientato in una fittizia dittatura dell'Europa dell'est, catapulta il giocatore in uno scenario alla Miami Vice.
Un po' Papers, Please, un po' Miami Vice, Beat Cop è stato uno degli indie più interessanti dell'E3 2016
Piedipiatti a Manhattan
Essendo l'ultimo arrivato in una stazione di polizia di Manhattan, al protagonista viene assegnato il ruolo più tedioso e semplice di tutti: controllare i parchimetri ai lati della strada e multare le auto in divieto di sosta, cercando a tutti i costi di raggiungere la quota minima giornaliera di multe assegnate. Proprio come in Papers, Please comincia così una routine quotidiana, un continuo ripetersi delle stesse attività da cui il giocatore sarà presto portato a uscire. Pur di raggiungere la quota giornaliera, sarà possibile ad esempio multare anche le auto parcheggiate correttamente, col rischio però che il capo del proprio dipartimento se ne accorga e prenda seri provvedimenti.
Rimanere ligi al dovere sarà comunque difficile perché troppe cose accadono nel piccolo quartiere in cui è ambientato Beat Cop. Qualcuno potrebbe rapinare il negozio di liquori, il gestore della pizzeria potrebbe avere problemi con la mafia, magari nel vicolo accanto stanno spacciando droga, oppure potrebbero provare a corrompervi con una mazzetta. Che tipo di poliziotto deciderete di essere dipenderà solo da voi, ma come Papers, Please, Beat Cop è soprattutto un gioco sulle persone, dal momento che ciascun abitante del quartiere ha una storia personale che va avanti ed evolve anche in base alle azioni del giocatore. Ci si appassiona alle loro vicende e si è invogliati a fare visita ai loro negozi e locali ogni giorno per sentire cosa dicono, anche perché il gioco non aspetta e le loro storie continuano ad andare avanti a prescindere. Dall'acclamato gioco di Lucas Pope, gli sviluppatori di Varsavia hanno ripreso anche il tipo di progressione dell'esperienza e il sottile senso dell'humour dietro a una storia comunque seria. Nel corso dell'avventura, il poliziotto protagonista sopravvive a uno scontro a fuoco e scopre che qualcuno vuole farlo fuori, e così ogni giorno nuovi pezzi di puzzle si aggiungono alla storia. Storia che però potrebbe terminare nei più diversi modi: magari si viene licenziati dopo appena una settimana di servizio, si entra nelle grazie di un boss mafioso, si finisce sul lastrico per aver accumulato troppi debiti, si viene uccisi in una sparatoria, oppure si arriva fino alla fine della storia e si riceve una medaglia al valore (oppure no). Le possibilità sono enormi e il team di sviluppo passerà i mesi che mancano all'uscita del gioco per aggiungere altra carne al fuoco, realizzare piccole introduzioni all'inizio di ogni giornata e fare in modo che ogni esperienza sia differente, unica e imprevedibile. Per il momento, questo piccolo sviluppatore composto da quattro persone ha conquistato la nostra attenzione.
CERTEZZE
- Un quartiere vivo e in evoluzione
- Trama che potrà prendere percorsi inaspettati
DUBBI
- Quanto sarà tediosa la routine del protagonista?
- Livello di difficoltà tutto da verificare