Perché Counter-Strike: Global Offensive è diventato un covo di scommesse clandestine degno di un vecchio saloon del west o una fumeria d'oppio cinese? Come mai qualcuno sta cercando di organizzare una class action contro Valve? Cos'è la compravendita di skin? Cosa c'entrano gli youtuber?
La situazione è complessa, le responsabilità non chiare, ma cerchiamo di fare luce sugli ultimi avvenimenti. Le nuove tecnologie hanno spesso l'effetto virtuoso di aprire nuovi mercati là dove nessuno avrebbe mai pensato di trovarne. Pensiamo ad esempio a Uber, a PayPal, a Car2Go e anche solo al giro di soldi che coinvolge influencer di vario tipo. Se dieci anni fa vi avessero detto che si potevano fare soldi facendo video su YouTube o con un Tweet probabilmente avreste scosso la testa, ma ora è la normalità. Il problema di questi nuovi business è che in alcuni casi si scontrano con leggi vecchie, che non contemplano l'esistenza di forme di business differenti, in altri invece ciò che ne viene fuori è un cosiddetto "gray market", ovvero qualcosa che si muove ai margini della legalità e che spesso e volentieri questo margine lo valica senza troppi problemi, sfruttando l'ignoranza generalizzata. Ciò che sta succedendo in questo periodo all'interno di Counter-Strike: Global Offensive rientra esattamente in questa classificazione e coinvolge a vario titolo alcuni YouTuber e Valve stessa, tuttavia è molto difficile stabilire le colpe, visto il continuo rimpallarsi delle accuse, la natura virtuale delle transazioni e la quasi totale mancanza di leggi sulla vicenda.
Come mai Counter-Strike: Global Offensive è diventato un covo di scommesse illegali? Facciamo il punto
Un mercato dal nulla
Forse non tutti sanno che Counter-Strike: Global Offensive permette l'acquisto di pacchetti contenti skin per le armi più o meno rare. Queste skin non cambiano assolutamente le statistiche dell'arma, così come una maglietta da 100 euro non vi rende più forti o invulnerabili ai proiettili, è tutta una questione di "status", dunque una questione tremendamente futile e allo stesso tempo fondamentale per mostrare a tutti la propria appartenenza alla community.
Ci sono infatti skin più o meno rare e alcune lo sono così tanto da valere una discreta somma, soprattutto se consideriamo che sono oggetti che non esistono. Ovviamente le skin possono essere scambiate e vendute attraverso Steam, ma da qualche tempo i giocatori hanno escogitato un sistema per scommettere sulle skin e utilizzarle come vere e proprie fiches del casinò. Esistono infatti siti nei quali è possibile piazzare delle puntate sulle partite, un po' come i piloti di corse clandestine che scommettono la propria macchina. Il vincitore si prende tutto. E visto che le skin si comprano con i soldi veri e possono essere scambiate nuovamente per denaro sonante, ecco che abbiamo a tutti gli effetti un mercato sommerso, praticamente non tassato e probabilmente neanche troppo legale. Un mercato che Valve conosce benissimo e che tutto sommato le va anche bene, visto che alla fine sono tutti soldi puliti che entrano senza dover muovere un muscolo. A rendere la situazione grave c'è non solo il banale dettaglio che in alcuni paesi il gioco d'azzardo è illegale, non solo che nessuno vigila sulla trasparenza dei match, che possono tranquillamente venire "aggiustati", ma soprattutto il fatto che anche i minorenni possono partecipare senza alcun problema.
Big Money
Il mercato sommerso delle scommesse su Counter-Strike: Global Offensive ha un valore che nel 2015 si aggirava intorno ai 2,3 miliardi di dollari, coinvolgendo circa 3 milioni di persone. Il valore medio delle scommesse all'interno di CSGOLounge, uno dei siti più famosi per questo genere di scommesse, nonché uno dei 700 siti più visitati al mondo, è di circa 134.000 dollari. Non male considerando che ogni transazione che avviene sui vari siti di gambling deve ricadere per il 15% nelle tasche di Valve. Ovviamente tutti questi soldi fanno gola soprattutto a chi si è costruito un nome nella community del gioco, ovvero parecchi YouTuber che in alcuni casi sono ben felici di sponsorizzare i siti, in altri hanno pensato bene di mettersi in proprio e crearne uno. È il caso di ProSyndicate e TmarTn, ovvero Thomas Cassel e Trevor Martin, due Youtuber molto conosciuti e seguiti che di recente si sono ritrovati al centro di uno scandalo legato proprio alle scommesse sulle skin e a CSGOLotto.com.
Come molti loro colleghi, anche questi due ragazzi hanno fatto dei video in cui mostrano quanto sia facile fare un botto di soldi sia scommettendo sul risultato delle partite sia giocando una sorta di Testa o Croce in cui il vincitore si prende tutto. Peccato che questi grandi vittorie vengono registrare su CSGOLotto.com che, guarda caso, è stato creato proprio da Martin e Cassel. Insomma, sarebbe un po' come vedere il padrone del Bellagio, che vince ripetutamente al tavolo verde del suo casinò. L'inghippo è stato svelato da un altro youtuber chiamato HonorTheCall a sua volta affiliato a un gruppo nato con l'obiettivo di vigilare sul mondo delle scommesse nei videogiochi. I due adesso stanno ovviamente cercando di gestire alla meno peggio una discreta tempesta di guano, anche perché YouTube obbliga a dichiarare eventuali conflitti d'interesse e molte persone sostengono che i video delle vincite altro non sarebbero che recite, truffe con cui si fa credere alle persone che il gioco d'azzardo su Counter-Strike: Global Offensive è facile e redditizio. Per adesso la difesa dei due è stata abbastanza goffa: prima hanno dichiarato che non facevano parte dello staff di CSGOLotto.com quando sono stati girati i video, affermazione prontamente sbugiardata da HonorTheCall, salvo poi ammettere che il legame col sito non era un mistero e che comunque non ci sono state manipolazioni di sorta nei video. Di sicuro si sono giocati buona parte della loro credibilità, ma il danno potrebbe essere ancora più grande perché dopo la scoperta circa settanta incazzatissimi utenti del sito sarebbero pronti a lanciare una class action contro CSGOLotto.com, questo senza contare le eventuali responsabilità penali. Tuttavia il sito è ancora tranquillamente in piedi, senza neppure un avviso sui rischi.
La zona grigia
Finora è stato fatto ben poco per arginare questo sistema che arricchisce youtuber, siti di scommesse, Valve e alcuni utenti fortunati. In parte questo è da imputare al fatto che stiamo parlando di un sottobosco di presunte illegalità che sono in gran parte sconosciute dalla maggior parte delle autorità legali. La situazione è per certi versi simile al periodo in cui cominciò a prosperare Napster o all'arrivo dei torrent. Non ci sono leggi chiare al riguardo, la situazione cambia molto rapidamente e chi dovrebbe occuparsene non ha assolutamente idea di quello che sta succedendo. Tuttavia, secondo Bloomberg, l'opinione degli avvocati specializzati in cause legate al mondo dei videogiochi è che Valve potrebbe essere perseguibile. In alcuni casi i giudici hanno dichiarato che le attività basate interamente su beni virtuali non dovrebbero essere considerate gioco d'azzardo. Per la legge dunque c'è ancora una nettissima distinzione tra mondo reale e virtuale, soprattutto se le aziende del gaming fanno di tutto per mantenere separate le monete virtuali da quelle reali. Riot, Zynga e Blizzard permettono di usare i proprio soldi per acquistare beni virtuali, ma tutto rimane chiuso all'interno di un recinto ben definito. L'unica zona grigia è stata l'asta di Diablo, finché è durata, ma per il resto nessuna gaming company cerca di far arricchire i proprio utenti col gioco d'azzardo, esclusa Valve. In questo caso la connessione tra soldi e skin è netta ed evidente.
Per adesso sul fronte legale la situazione è divisa in due tronconi: da una parte abbiamo la causa contro i due youtuber, dall'altra quella contro Valve, mossa da un ragazzo che dichiara di aver perso molti soldi sia quando era minorenne sia una volta raggiunta la maggiore età, alla quale si stanno sommando altre probabili class action nelle ultime ore. Se l'idea di fare causa a un sito di scommesse dopo aver perso vi sembra strana, sappiate che c'è chi ha vinto una causa contro i produttori di sigarette dopo essersi ammalato di cancro. Dunque sì, potremmo obiettare che fare causa dopo aver perso è fin troppo facile e che l'accusante sapeva benissimo a cosa andava incontro con le scommesse, ma a decidere le responsabilità di Valve sarà il giudice, non il buonsenso. Inoltre, dobbiamo considerare che la causa è senza dubbio molto interessante dal punto di vista giuridico. È un caso unico nel suo genere, sono coinvolti dei minori e girano un sacco di soldi, siamo sicuri che parecchi avvocati stanno affilando gli artigli proprio mentre scriviamo. Nel frattempo Valve si è trincerata dietro un silenzio assoluto che, secondo Jasper Ward, uno degli avvocati che sta curando la causa, è assolutamente incosciente e privo di senso. "Valve è come il padrone di un locale che permette la creazione di tavoli da gioco nel retrobottega, vende fiches ai ragazzini quando entrano e fa incassare i soldi al banco dei pegni all'angolo. Un padrone che possiede il gioco su cui i ragazzini scommettono e che permette gli allibratori di prendere scommesse nella cabina telefonica dietro l'angolo", ha dichiarato Ward. "Il fatto che al posto di un bar ci siano software e server, che ci siano delle API al posto della roulette, che siti come OpSkins facciano la parte del banco dei pegni è che CSGOLounge faccia l'allibratore non cambia la sostanza delle cose. Valve ha creato un ecosistema per la proliferazione di scommesse dal nulla e il risultato è che i suoi clienti vengono truffati e perdono soldi. Tuttavia siamo convinti che Valve debba raccontare la sua versione della storia, e siamo ansiosi di sentire le sue spiegazioni".