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Un mondo senza console

Playstation Now sbarca su PC, le esclusive Xbox One ci sono già... cosa ci riserva il futuro?

SPECIALE di Lorenzo Fantoni   —   26/08/2016

I periodi di cambiamento sono sempre situazioni interessanti, non è detto che il nuovo sia automaticamente meglio del vecchio, ma chi ama la tecnologia dovrebbe sempre guardare con un certo interesse a quei momenti in cui il mondo sembra prendere una direzione differente. L'abbiamo predetto per anni, forse con fin troppo anticipo sui tempi, ma dopo le dichiarazioni di Aaron Greenberg e l'arrivo di PlayStation Now su PC, parlare di "fine delle console" non è più giocare a fare i profeti, ma semplicemente valutare ciò che vediamo all'orizzonte.

Un mondo senza console

D'altronde diciamocelo, nonostante l'incredibile successo di PlayStation 4, questa generazione è stata quella dei figli di mezzo. Al momento del suo debutto era troppo acerba tecnicamente per proporre novità assolute, come la realtà virtuale, necessarie per dare una scossa a un settore stagnante. È stata mandata sul palco come un gruppo di medio livello che deve esibirsi prima e dopo le vere star. Dopo l'incredibile successo di PlayStation 3 e Xbox 360, che avevano realmente portato nel settore qualcosa di nuovo, sia dal punto di vista visivo che dei contenuti, chi ha raccolto il testimone di questi due grandi sistemi di gioco ha infatti faticato a proporre lo stesso salto quantico. Anzi, se c'è una cosa per cui ricorderemo questa generazione sarà l'aver vivacchiato inizialmente con "versioni HD", riedizioni, remaster e così via. Inizialmente pensavamo fosse una moda passeggera, ma la voglia di farci rigiocare vecchi titoli dopo avergli rifatto il trucco è rimasta, affiancando le novità, che nella maggior parte dei casi sono stati dei seguiti. Nel frattempo Nintendo riusciva a fare persino peggio, rimanendo sullo stesso concetto di un successore assolutamente non all'altezza del sistema di gioco precedente. Insomma, nonostante i soldi spesi dal pubblico e gli ottimi numeri Sony, l'impressione è che i produttori non vedessero l'ora di lasciarsi alle spalle una generazione deludente. La prima in cui effettivamente le console altro non erano che PC dentro scatole differenti e con un sistema operativo unico. A quel punto qualcuno deve essersi guardato in giro, ha visto che in molti sono disposti a spendere ogni uno o due anni per uno smartphone nuovo o per aggiornare la propria scheda video e si è chiesto: "Perché non dovrei farlo anche io?"

Dopo le dichiarazioni di Microsoft e le mosse di Sony come cambierà il mercato console?

Viviamo tempi interessanti

Facciamo un attimo il punto della situazione: per prima cosa abbiamo assistito alla mossa di Microsoft di rendere tutte le esclusive Xbox One automaticamente disponibili anche su PC, di fatto annullando l'obbligo di comprarsi una console per poterle giocare. Si è molto discusso su questa decisione, per alcuni è una mossa disperata per cercare di aumentare il pubblico potenziale per i giochi della console e renderla più appetibile, per altri è stata una scelta saggia per rendere il sistema ancora più aperto e ingolosire potenziali giocatori con l'opportunità di poter sfruttare i propri giochi su più piattaforme. E mentre noi discutiamo, l'effettivo valore di questa decisione potremo averlo solo fra qualche mese. Nel frattempo sono spuntate fuori all'improvviso e in netto anticipo con i tempi le indiscrezioni su Neo e Scorpio, che hanno fatto presagire un abbandono di questa generazione decisamente più rapido rispetto al passato. Il pubblico si è giustamente incazzato come una biscia, perché non è che i soldi per le console si regalano e quando la si compra si spera di non dover mettere mano al portafoglio per un periodo mediamente lungo. Di solito si comprano le console proprio per avere un sistema stabile, fisso e sicuro, anche a costo di una grafica che non è in grado di arrivare al livello dei PC di fascia più alta, che costano molto di più e che sono pensati per una nicchia che è disposta ad aggiornare più spesso (anche se ormai con un buon PC si vive di rendita per un bel po' di anni). A questo punto i produttori di console hanno messo mano ai secchi d'acqua per calmare la situazione. Sony ha spiegato che Neo non avrà niente di più rispetto PlayStation 4, solo un numero di FPS più alti, giochi con qualche dettaglio in più e probabilmente sarà più efficiente nella gestione di PlayStation VR, il tutto senza far sentire i possessori dell'attuale console dei giocatori di serie B. Microsoft invece ha detto a chiare lettere che Scorpio è qualcosa di incredibilmente più potente, che sfrutterà a pieno la VR ma che permetterà di giocare anche ai titoli Xbox One e ne sfrutterà le periferiche. L'idea è quella di un sistema serenamente retrocompatibile ma più potente, insomma, come quando si passa da un nuovo a un vecchio computer. Poi, in queste ore, è arrivata la botta finale: PlayStation Now sarà disponibile su PC, quindi se fino ad oggi avete solo sbavato su The Last of Us potete finalmente giocarci (ovviamente non in Italia, perché investiamo nell'infrastruttura di rete come in Antartide si spende in ghiacciaie) senza avere un sistema PlayStation. Certo, il catalogo non è aggiornatissimo, ma è comunque un passo avanti verso una sorta di grande convergenza globale, al centro della quale ci sono i PC, che ovviamente guardano tutti dall'alto, nonostante il mito della Master Race ogni tanto venga intaccato da ottimizzazioni non eccelse e da un mercato che, forse, non rende agli sviluppatori come quello console.

La fine è vicina?

Calmi, non è il momento di indossare una veste bianca e iniziare a vagare per le strade con dei cartelli e vestiti come santoni, le console non sono morte e non moriranno domattina, ma qualcosa sta cambiando. Come avviene in geologia, c'è stato un lento e costante spostamento che col tempo si è fatto sempre più veloce ed evidente. Oggi quella che prima era solo una piccola crepa è diventata una spaccatura abbastanza grande da inghiottire una macchina, ma ce ne siamo accorti solo quando ormai era troppo grande. La storia delle console e dei loro modelli di business è cambiata enormemente negli ultimi anni. Prima erano macchine semplici e immutabili, poi è arrivato la rete, il multiplayer (a pagamento), le patch, gli aggiornamenti, la possibilità di acquistare film, musica e videogiochi. Adesso si apprestano a cambiare nuovamente pelle, o almeno ci provano, per inseguire un progresso tecnologico che si fa sempre più veloce e il bisogno dei giocatori di avere esperienze sempre più nuove, sempre più fluide, senza però abbandonare parte della propria collezione titoli e senza avere tutti gli inconvenienti che il gaming su PC si porta dietro: sistemi eterogenei, ottimizzazione scarsa, pirateria. I lanci di Batman e di No Man's Sky sono là a dimostrarci che la Master Race a volte si trova a inseguire. Dunque il mondo delle console non è finito, e non sarà PlayStation Now su PC a ucciderlo, ma forse sta finendo per come lo conosciamo oggi e in un futuro abbastanza lontano potrebbe sparire del tutto il concetto di "sistema di gioco" per approdare a qualcosa di più simile all'attuale settore del video on demand.

Quattro passi nel futuro

Ragioniamo per assurdo, perché questo alla fine possiamo fare, per ora: Project Scorpio arriva sul mercato, Microsoft dichiara che sarà un progetto modulare, in grado di evolversi col tempo e sarà sempre retrocompatibile. Il suo vantaggio rispetto al PC è un sistema ottimizzato per giocare, in grado di garantire un'esperienza senza rischi e stress, magari pure con qualche esclusiva temporale rispetto al mondo PC. Sony dal canto opta per una strategia simile, con console di vario prezzo e potenza, ma che tutto sommato condividono i giochi e le periferiche. Passeremo quindi da un sistema di console statiche a una sorta di offerta multipla. Un po' come gli utenti Apple che possono scegliere tra vari modelli di iPhone in cui cambiano alcune caratteristiche ma l'esperienza rimane più o meno simile.

Un mondo senza console

In tutto questo c'è anche Nintendo, non sappiamo cosa sarà NX, ma potrebbe essere una versione potenziata di un tablet Android che farà mercato a sé, ma che probabilmente si inserirà in un settore diverso rispetto alle console classiche, quindi per il momento lasciamo tutto sospeso. Mettiamo che nel frattempo il cloud gaming inizia potenziarsi sempre di più e le reti globali con esso. Col tempo potremmo sentire sempre meno bisogno di un sistema potente in casa e magari avremo più sistemi di cloud gaming con relativo parco titoli. Immaginate qualcosa di molto simile a Netflix, Hulu, Amazon e Sky Now, ma con i videogiochi. A quel punto non spenderemo più 400 euro per una console e relativi giochi, ma un abbonamento mensile al sistema che più ci piace. L'idea vista così non è poi tanto male, l'utente potrebbe avere ciò che vuole senza problemi e gli sviluppatori azzererebbero la pirateria e si eviterebbero le spese di gestione della merce, ma siamo ancora troppo lontani da questo futuro ideale. Il cloud gaming per adesso è come la realtà virtuale negli anni '90, l'idea è buona, ma l'infrastruttura è troppo arretrata rispetto al concetto. Dunque, per adesso state tranquilli e godetevi le vostre console, non spariranno domattina, nonostante gli annunci settembrini di Sony e il futuro prospettato da Microsoft, anche se viviamo un periodo di rapidi cambiamenti alla fine il mercato è (anche) in mano all'utenza e sarà lei a decidere se vuole un mondo di console differenti oppure no.