Annunciato in pompa magna durante l'epocale evento Final Fantasy XV Uncovered di alcuni mesi fa, Kingsglaive rappresenta il tassello più ambizioso della mastodontica opera multimediale che, finalmente, tra un paio di mesi ancora, culminerà nell'attesissimo titolo firmato Square Enix: un gioco in sviluppo da dieci anni che ne ha viste di cotte e di crude e che a più riprese ha rischiato di non uscire mai, gettando una cupa ombra sul curriculum del prestigioso sviluppatore nipponico. Alla base di Kingsglaive c'era tanta voglia di fare pubblicità, di dimostrare che Square Enix aveva ancora il coraggio di osare in un campo in cui, in passato, ha quasi finito per tracollare. Soprattutto, c'era la voglia di far respirare scenari e temi che in Final Fantasy XV non vedremo mai, per motivi di spazio o di game design: la famosa presa di Lucis, la festa prima del giorno fatidico, lo scontro tra gli uomini del re e le forze invasori. Tuttavia, valeva la pena investire tante risorse in quello che è sostanzialmente un prologo cinematografico di quasi due ore? Nelle prossime righe vi racconteremo la nostra opinione ma tenete presente che, se non sapete assolutamente nulla di Final Fantasy XV, anche soltanto un accenno alla storia di Kingsglaive potrebbe anticiparvi parecchie cosucce...
Kingsglaive è l'ambizioso prologo cinematografico di Final Fantasy XV: è solo fanservice o c'è di più?
La caduta di Lucis
Kingsglaive comincia con un flashback: ci racconta l'attentato alla vita di re Regis, la morte della regina di Tenebrae e la cattura dei suoi figli Lunafreya e Ravus. Dodici anni dopo, l'impero di Nifhleim e il regno di Lucis sono ancora in guerra, e a difendere la capitale ci pensano i poteri magici di Regis - esercitati attraverso il potente anello dei Lucii che canalizza le forze dei re antichi - e gli uomini che attingono ad essi per compiere imprese straordinarie, i cosiddetti Glaive. Il nostro protagonista, in questo film, non è lo stesso del gioco che uscirà a novembre, ma un impetuoso Glaive di nome Nyx Ulric disposto a disubbidire agli ordini dei suoi superiori pur di aiutare i compagni in difficoltà.
È l'eroe a tutto tondo di turno, insomma, ma le motivazioni che spingono i Glaive a battersi per Lucis non sono così semplici: i Glaive sono perlopiù immigrati, profughi scampati alle conquiste di Nifhleim che si battono per Lucis nella speranza di rivedere le loro case o vendicare i loro defunti. Nel frattempo, re Regis decide di firmare un trattato di pace con l'imperatore Aldercapt di Niflheim: ovviamente qualcosa non quadra, così il reggente decide di inviare il principe Noctis dalla sua promessa sposa, Lunafreya. Peccato che quest'ultima sia effettivamente a Lucis, ancora ostaggio nelle grinfie dell'impero. L'elaborata trappola culmina nel furto del cristallo che alimenta Lucis e nell'invasione della città con conseguenze catastrofiche: per caso o per fortuna, Nyx si ritrova a fare da guardia del corpo a Lunafreya nel tentativo di portarla in salvo. Fin qui, Kingsglaive racconta quello che sappiamo essere successo all'inizio di Final Fantasy XV: mentre Noctis e i suoi tre amici sono in viaggio, la capitale viene conquistata e dà il via all'avventura del principe che giocheremo a novembre. Il film ci racconta nel dettaglio quello che è accaduto e, dopo qualche "spiegone", lo fa anche in modo abbastanza avvincente. La prima metà del lungometraggio è appassionante, descrive in maniera soddisfacente i personaggi principali - con un occhio di riguardo per il carismatico re Regis - e alimenta una certa tensione, specialmente nel caso in cui si conoscano i retroscena di Final Fantasy XV. Purtroppo la seconda metà del film scivola via con molta più difficoltà, traducendosi in un susseguirsi di combattimenti frenetici, inseguimenti confusi e interventi soprannaturali. A quel punto, inoltre, il regista Takeshi Nozue ha già schierato in campo molti personaggi senza essere riuscito a farci interessare davvero a nessuno di essi, eccezion fatta per il trio formato dal re Regis, da Nyx e da una Lunafreya che, onestamente, ci ha lasciato perplessi in più di un'occasione. La giovane protagonista dovrebbe essere un personaggio forte e deciso, ma in realtà sembra lasciarsi investire dagli eventi con aria trasognata, compiendo scelte - soprattutto sul finale - assolutamente senza senso. Suo fratello Ravus ha un ruolo marginale nella storia che, però, speriamo sia esplorato a fondo nel gioco, mentre i compagni di Nyx, in particolare Libertus e Crowe, avrebbero potuto dare molto di più ma non ne hanno avuto né il tempo, né la possibilità. La carrellata di personaggi, che includono anche il cancelliere Ardyn Izunia e il misterioso generale Glauca di Nifhleim, confonde soltanto le idee e i colpi di scena, alla fine, appaiono inverosimili persino per un'opera fantasy di questo calibro. Il doppiaggio in inglese ci ha soddisfatto: ottima la prova di Aaron Paul (Nyx) e Sean Bean (re Regis), discreta quella di Lena Headey nel ruolo di Lunafreya. La voce della Cersei Lannister de Il Trono di Spade ci è sembrata poco azzeccata all'età della giovane principessa di Tenebrae. Mediocri invece gli altri doppiatori, in particolare quello di Libertus che abbassa di una tacca la qualità del personaggio in generale, specie in virtù del suo ruolo confuso nelle battute finali del lungometraggio.
È solo computer grafica?
Non è che ci aspettassimo chissà quali virtuosismi narrativi da questo Kingsglaive, anche se Square Enix aveva giurato che sarebbe stato un lungometraggio adatto anche a chi non aveva il benché minimo interesse nei confronti di Final Fantasy XV. Un'affermazione poco sensata, dato che il film non ha una vera e propria conclusione e, anzi, ci mostra l'inizio del gioco in uno stinger dopo i titoli di coda: la famosissima scena in cui la Regalia di Noctis e soci va in panne nel bel mezzo del loro viaggio. Semmai è vero il contrario.
Dopo aver guardato Kingsglaive, abbiamo molta più voglia di giocare Final Fantasy XV per scoprire in che modo si evolverà la storia di questo conflitto e, magari, per sapere che fine faranno alcuni personaggi che abbiamo conosciuto in queste due ore di computer grafica. Il lungometraggio riesce infatti a catturare benissimo lo spirito del gioco - specie nelle sequenze d'azione - e a trasmettere gli elementi cardine di un mondo, quello di Final Fantasy XV, che vuole essere una "fantasia ispirata alla realtà", una via di mezzo ancora più convincente e dettagliata di quanto già visto, per esempio, in Final Fantasy VII. Durante il film vediamo sale giochi, scuole, televisori che trasmettono cartoni animati, automobili, motociclette e altri particolari che contribuiscono a cristallizzare l'illusione di un mondo non troppo diverso dal nostro, dove i guerrieri possono teletrasportarsi o scagliare fuoco e fulmini con le mani. Tecnicamente, il lavoro svolto da Visual Works e Digic Pictures è perlopiù sensazionale, ma non mancano degli scivoloni specialmente per quanto riguarda la sincronizzazione labiale dei modelli in computer grafica o la legnosità di alcune animazioni nelle scene d'azione più complesse. In generale, sembra che su Nyx, in quanto protagonista, si siano concentrate tutte le attenzioni degli artisti: la sua espressività è assolutamente fotorealistica e i suoi lineamenti tradiscono emozioni e sensazioni coinvolgenti. Lo stesso si può dire per re Regis, mentre Lunafreya e gli altri hanno pescato le proverbiali pagliuzze corte: le comparse e i personaggi secondari, in particolar modo, sembrano usciti letteralmente da un videogioco, per quanto logica sia un'affermazione del genere in questo contesto. Come abbiamo anticipato, sono le sequenze d'azione quelle che forse soffrono di più dal punto di vista della regia e del ritmo. Non fraintendeteci, sono spettacolari, ma abbiamo avuto l'impressione che la frenesia dei tagli e la loro rapidità servissero più che altro a nascondere qualche magagna. Nulla da dire, invece, sulla colonna sonora composta da John R. Graham che comprende, oltretutto, alcuni brani che Yoko Shimomura ha scritto per Final Fantasy XV: è puntuale, a tratti commovente, e segue bene l'azione senza sbavature.
Conclusioni
Come era prevedibile aspettarsi, Kingsglaive è puro fanservice: un prologo di ben due ore che anticipa l'attesissimo Final Fantasy XV senza particolari pretese artistiche. Dal punto di vista tecnico è probabilmente il prodotto più ambizioso e sofisticato che Square Enix abbia mai realizzato e fa ben sperare per l'eventuale ritorno del colosso nipponico sul grande schermo. Peccato che la regia lasci parecchio a desiderare: Takeshi Nozue ha fatto il compitino di raccontarci gli antefatti di Final Fantasy XV senza soffermarsi sui personaggi che avrebbero potuto rendere la storia molto più coinvolgente.
PRO
- Imperdibile per i futuri giocatori di Final Fantasy XV
- Tantissimo fanservice
- La storia all'inizio promette benissimo...
CONTRO
- ...ma si perde in un carosello di combattimenti
- Alcuni personaggi avrebbero meritato più spazio
- Qualche sbavatura di tipo tecnico