57

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Abbiamo scelto dieci tra i giochi più belli originariamente rilasciati su Super Nintendo che vorremmo rivedere sulla sua "controparte" Mini

SPECIALE di Massimo Reina   —   28/04/2017

Dopo il successo del Nintendo Classic Mini, Nintendo punta a fare il bis con un nuovo progetto analogo: quello legato alla sua piattaforma a 16-bit, il Super Nintendo. La console forse più amata di sempre, di certo quella con una delle softeche più ricche in assoluto in termini di qualità, dovrebbe tornare a breve in una nuova veste da collezione e con almeno una trentina di giochi classici inseriti in memoria. Noi, un po' per gioco, un po' speranzosi di vedere esauditi i nostri desideri, abbiamo già stilato una prima lista di titoli che vorremmo vedere integrati nella piattaforma. Una scelta indubbiamente difficile, considerando come scritto sopra i grandi titoli disponibili. Noi però abbiamo voluto provarci lo stesso, e anzi, pensato di fare il bis scegliendo e proponendo altri dieci titoli, lasciando fuori purtroppo nostro malgrado giochi di grande livello e appeal sul pubblico, che magari torneremo a trattare in qualche altro speciale simile.

Abbiamo selezionato altri 10 giochi che vorremmo assolutamente vedere sul Super Nintendo Classic Mini

Batman Return

Iniziamo subito con uno dei più grandi giochi sull'Uomo Pipistrello mai realizzato: Batman Returns di Konami. Rilasciato nel 1993, è considerato ancora oggi dagli appassionati uno dei capolavori assoluti dedicati al giustiziere di Gotham oltre che del genere. Il titolo, basato sul film Batman: Il ritorno di Tim Burton, venne sviluppato per diverse piattaforme da team differenti, e pubblicato da SEGA e Konami in varie edizioni, che cambiavano l'una dall'altra perfino nelle meccaniche e nei livelli. Per esempio la versione PC MS-DOS era una curiosa avventura grafica punta-e-clicca, mentre su Sega Master System e Game Gear era un normale platform. La versione per Super Nintendo, fu quella di maggiore successo, con la sua grafica dettagliata, gli sprite grossi e l'ottima giocabilità tipicamente da picchiaduro a scorrimento laterale alla Final Fight di Capcom. Fu l'unica, tra l'altro, assieme a quella per Nintendo 8-bit a essere anche sviluppata da Konami oltre a essere pubblicata dalla stessa società. Batman Returns fu premiato nel 1993 come Miglior Adattamento Cinematografico in Videogioco dalla rivista americana EGM. Il Joker, il Pinguino, Catwoman... nel gioco c'erano praticamente tutti.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Battletoads in Battlemaniacs

Negli anni '90 esplose, perlomeno si impose maggiormente, la moda dei supereroi antropomorfi che agivano in squadra per lottare contro il crimine o qualche minaccia all'umanità. Tra topini motociclisti marziani molto cresciuti (Biker Mice of Mars), dinosauri esperti di arti marziali (Kung Fu Dino Posse) e affini, il modello da imitare per coloro che volevano creare un cartone animato, un fumetto o un videogioco e un franchise vincente era quello delle Tartarughe Ninja. Proprio a queste ultime si ispirarono Rare e il publisher Tradewest per realizzare in digitale una sorta di loro variante/imitazione che vedeva però per protagoniste delle rane umanoidi, le Battletoads. E vista la natura dei personaggi, questi non potevano che trovare spazio in un gioco picchiaduro e avventuroso. Battletoads in Battlemaniacs per Super Nintendo era in tal senso un action-platform con elementi beat 'em up che vedeva impegnati questi simpatici eroi, ognuno dotato di particolari mosse e tecniche di combattimento, in sei livelli, ciascuno dei quali era caratterizzato da meccaniche completamente differenti dagli altri. Per esempio ce n'era uno in stile platform, uno picchiaduro e perfino un altro basato sulle corse.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Dragon Quest V

E dopo due beat 'em up, parliamo finalmente di un titolo appartenente a tutt'altro genere, cioè a dire i giochi di ruolo alla giapponese. E che gioco! Dragon Quest V è forse il più bell'episodio della famosa saga di GDR all'epoca targata Enix e considerata la rivale numero uno di Final Fantasy. Un titolo imprescindibile per chiunque abbia anche solo un vago interesse nel genere. Inedito sui Super Nintendo occidentali a causa della scelta del publisher di non spendere soldi sulla localizzazione del prodotto in inglese visto lo scarso successo di vendite dei predecessori al di fuori dei confini giapponesi, nel gioco l'utente impersonava un Eroe che doveva salvare il mondo, ma lo faceva dall'infanzia fino all'età adulta, quando metteva su famiglia. In mezzo a tutto ciò episodi, dettagli, vicende, svolte, colpi di scena, personaggi credibili. E poi, come in tutti i Dragon Quest, a disegnare e dare un'anima al tutto c'erano nientemeno che Akira Toriyama, il cui tratto non si perdeva nonostante un'inquadratura a volo d'uccello in 2D, un ottimo gameplay più dinamico rispetto ai capitoli precedenti che introduceva la possibilità di reclutare nel party i mostri che si combattevano, e una bella colonna sonora che poteva vantare anche lo storico Main Theme della saga.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Final Fight (Serie)

La serie Final Fight di Capcom è una di quelle che non può mancare in una raccolta simile, a maggior ragione perché fa parte ed è uno dei simboli di quella categoria di videogiochi, i famosi picchiaduro a scorrimento laterale, tanto in voga negli anni '80 e '90, e tanto amati dal pubblico casalingo e che frequentava i bar e le prime sale giochi dell'epoca. Sul Super Nintendo si trovavano i primi tre episodi della serie, col terzo in particolare appositamente sviluppato nel 1995 per il mercato delle console domestiche. Noi comunque, nonostante li vorremmo tutti all'interno del Super Nes Classic Mini, ci accontenteremmo anche solo del primo: Final Fight era suddiviso in sei stage e alcune aree bonus, alla fine delle quali bisognava affrontare il classico boss di fine livello. L'obiettivo del gioco era quello di salvare Jessica, la figlia del Sindaco ed ex lottatore di Wrestling, Mike Haggar, rapita da una gang di criminali chiamata Mad Gear, e riportare l'ordine a Metro City. Haggar poteva contare sul supporto del fidanzato della figlia, Cody, e sul suo amico fraterno Guy, entrambi esperti di arti marziali. Tutti i e tre i personaggi erano selezionabili e ognuno di loro aveva ovviamente delle caratteristiche fisiche, di attacco e di difesa uniche, utilizzare armi e oggetti raccolte per i vari stage ma solo per un periodo limitato, e rigenerare la propria energia usando cibi e bevande.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

The King of Dragons

Da un picchiaduro a scorrimento laterale passiamo al genere gemello, tanto il passo è breve. The King of Dragons, anch'esso di Capcom, era il classico "side-scrolling hack and slash videogame", un titolo che rispetto ai vari Final Fight vedeva l'utilizzo da parte dei personaggi di armi per il corpo a corpo, come spade, lance, archi e così via. Il titolo era infatti ambientato in un mondo fantasy medievale suddiviso in sedici livelli, con orchi, arpie e altre creature mitologiche, oltre che i tradizionali cavalieri. Per chi scrive, questo, come del resto un altro capolavoro del genere, vale a dire Knight of the Round Table, rappresentava all'epoca uno dei sogni proibiti, un titolo giocato e rigiocato nel cabinato da avere a tutti i costi a casa. Il gioco uscì sulla console Nintendo nel 1994, ma solo in Giappone e Stati Uniti, come porting della versione, appunto, arcade. L'edizione domestica riduceva il numero di giocatori simultanei da cinque a due, le dimensioni degli sprite dei personaggi e qualche lieve ritocco alla grafica, ma aggiungeva l'interessante possibilità di assegnare l'attacco magico e alcuni supporti difensivi ai diversi pulsanti del joypad del Super Nintendo. Tra l'altro uccidendo mostri e raccogliendo l'oro che si trovava sparso per gli scenari all'interno di forzieri, gli eroi guadagnavano punti esperienza e salivano di livello a intervalli regolari.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Super Star Wars (Trilogia)

Guerre Stellari è una saga cinematografica ultra decennale che, come quasi tutte le grandi saghe su pellicola, è stata trasposta più volte anche in videogioco con alterne fortune. Tra le più riuscite c'è senza ombra di dubbio la trilogia sviluppata da Sculptured Software per Super Nintendo. Il trio di giochi Super Star Wars voleva essere una specie di Contra ambientato nella galassia di Guerre Stellari, e infatti assomigliava alla serie Konami sotto molti aspetti: di base si trattava di un platform d'azione, ma lo schermo si riempiva di nemici e power-up e il giocatore doveva districarsi tra colpi di blaster, esplosioni, missili e quant'altro cercando di sopravvivere fino alla fine dello stage. The Empire Strikes Back è il secondo titolo della trilogia e sicuramente il migliore, dato che perfezionava la formula sperimentata col primo episodio e aveva un sistema di controllo decisamente migliore e più reattivo rispetto al successivo Return of the Jedi. Il giocatore poteva controllare Luke, Han Solo o Chewbacca: ciascuno di loro poteva utilizzare due armi e compiere salti mortali mentre crivellava di colpi nemici e boss. Un po' esagerato nelle situazioni, graficamente bellissimo, The Empire Strikes Back è uno dei migliori platform dell'epoca 16-bit in generale, così come, in tono lievemente minore, gli altri due episodi.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Super Ghouls 'n Ghosts

Nella nostra raccolta non poteva certamente mancare uno dei giochi più venduti di sempre di Capcom, col suo milione di copie vendute proprio su Super Nintendo. Super Ghouls 'n Ghosts era il terzo capitolo della popolare serie di platform Ghost and Goblins, molto nota alle'poca per diversi motivi, comprese la simpatia del suo protagonista, l'ambientazione fantasy-medievale a sfondo cartoonesco, e per il livello di difficoltà davvero elevato. Roba degna dei vari Dark Souls vista l'osticità dei nemici e la facilità con cui si moriva. Il giocatore interpretava il barbuto cavaliere Arthur, impegnato a cercare di liberare la sua Principessa rapita dai demoni e dall'Imperatore Sardius. Arthur iniziava il gioco con una normale armatura grigia, ma poteva poi potenziarsi recuperando tesori nascosti dentro a dei forzieri, dove potevano essere trovate armi, nuove armature, punti bonus ma talvolta anche delle trappole o un mago malvagio che trasformava Arthur. Riguardo alle armature, a seconda del colore, bronzo o oro, cambiavano anche determinati parametri magici, così come a seconda delle armi recuperate le tipologie di attacco, ma bastava un semplice contatto con un nemico per perdere tutto e restare letteralmente in mutande! E lì cominciavano i guai.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Super Mario RPG: : Legend of the Seven Stars

Nel vasto universo delle produzioni che hanno visto protagonista Mario non poteva mancare anche il gioco di ruolo. E che GDR! Super Mario RPG: Legend of the Seven Stars, infatti, è considerato tutt'ora uno dei migliori esponenti del genere dell'era a 16-bit e non solo. Realizzato nel 1996 da Square con la supervisione di Shigeru Miyamoto, il papà di Mario, il titolo vantava una bellissima grafica 3D con visuale isometrica, e combinava il gameplay tipico della serie Super Mario con quello più prettamente RPG ispirato ai vari Final Fantasy. Nello specifico, le fasi esplorative vedevano il baffuto eroe impegnato a fare molte delle classiche azioni dei suoi giochi platform, e a evitare quando possibile i nemici visibili sullo schermo, mentre durante le battaglie i combattimenti diventavano a turno con tanto di menu e ordini da impartire agli altri membri del party (Mallow, Geno, Bowser e la Principessa Toadstool, ognuno con attacchi e mosse speciali uniche). Da segnalare come il titolo introducesse delle caratteristiche poi riprese in futuro da altri giochi, come per esempio l'allora innovativo sistema che permetteva al videogiocatore, dopo aver lanciato un attacco, di premere ancora il relativo tasto una volta o più, oppure ruotare il pad, per causare il maggior danno possibile.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Super Soccer

Ed eccoci a quella che è una presenza immancabile per noi italiani quando si stila un elenco simile: un gioco di calcio. Anche di questo sport il Super Nintendo poteva vantare decine di titoli nella sua libreria, molti dei quali, con le loro caratteristiche anche non sempre simulative, tra l'altro di ottima fattura, almeno per l'epoca. Uno di questi era Super Soccer, conosciuto in Giappone come Super Formation Soccer. Sviluppato nel 1991 da Human Entertainment, il primo capitolo della serie arrivò l'anno dopo anche dalle nostre parti. Il gioco, che vedeva protagoniste le principali nazionali di calcio del periodo e vantava un gameplay parecchio divertente e fluido, con la telecamera che inquadrava il campo da una posizione particolare, da dietro il portiere, però quasi dall'alto e dinamica, visto che seguiva l'azione verso l'alto e verso il basso, prevedeva una serie di modalità la cui più importante era quella denominata torneo, dove l'utente doveva affrontare tutte le squadre del gioco fino alla finale, vincendo la quale poteva vedersela con una squadra segreta, quella di Nintendo. Piccola curiosità, nel 1995 uscì solo per il mercato nipponico Super Formation Soccer '95: della Serie A, edizione dedicata proprio al nostro torneo dicalcio per club con tanto di licenze ufficiali di squadre e giocatori.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II

Super Mario World 2: Yoshi's Island

Dulcis in fundo, chiudiamo la nostra lista di giochi per il Super Nintendo Classic Mini con uno dei più grandi platform a scorrimento laterale di sempre, vale a dire Super Mario World 2: Yoshi's Island, prequel di Super Mario World e della saga di Super Mario Bros. Il titolo raccontava infatti di come il mago Kamek cercasse di catturare la cicogna che stava trasportando i prossimi nascituri Mario e Luigi. In realtà il magikoopa riusciva a bloccare solo il volatile e Luigi, mentre il futuro eroe baffuto precipitava su un'isola abitata dai simpaticissimi Yoshi, sorta di dinosauri miti e dolci. Saranno proprio loro, portando in groppa il piccolo Mario e passandoselo di livello in livello come in una staffetta, ad aiutarlo nel tentativo di ricongiungersi al fratello e riprendere il loro viaggio verso la casa dei genitori. Caratterizzato da una delle più belle grafiche del periodo e da uno stile visivo unico che ricordava dei disegni a pastello fatto da bambini, a livello di meccaniche il gioco era decisamente divertente, con Yoshi che era capace di mangiare di tutto, specie i nemici, che poi risputava via o trasformava in uova che da utilizzare per colpire altri avversari. Yoshi poteva saltare, correre e compiere altre evoluzioni per arrivare alla fine del livello e raccogliere oggetti segreti, ma doveva fare attenzione a non venire colpito, perché nel caso Baby Mario scendeva dalla sua groppa ed iniziava a volteggiare per il livello dentro a un'enorme bolla di sapone da recuperare entro pochi secondi, altrimenti finiva nelle mani degli scagnozzi di Kamek che lo rapivano, facendo perdere una vita al videogiocatore.

Quali titoli vorremmo sul Super Nintendo Classic Mini – Parte II