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Dungeon Crawler Carl, un romanzo gioco di ruolo a metà tra un reality show e un battle royale

Un vero fenomeno editoriale negli Stati Uniti, Dungeon Crawler Carl arriva anche in Italia con il suo sadico gioco post apocalittico.

SPECIALE di Fabio Di Felice   —   06/12/2025
Carl è il protagonista di una serie di romanzi che inizia con Dungeon Crawler Carl

Fuori dalla gabbia c'è un uomo alto, con un sorriso gentile e occhi piccoli come fessure. Dentro la gabbia c'è una gatta persiana, tartarugata, che non stacca le pupille dai suoi occhi. Restano così per qualche tempo, mentre un pensiero fugace attraversa la mente di Matt Dinniman. Che dei due sarebbe l'essere umano. Dinniman è un artista grafico, specializzato proprio nel disegno di gatti. È per questo che si trova a quella mostra felina. Mentre osserva negli occhi la persiana, ripensa alla sua carriera fallita da scrittore e realizza che, se potesse, scriverebbe volentieri una storia con un gatto protagonista. È così che nasce Princess Donut, uno dei due personaggi principali del suo Dungeon Crawler Carl.

Quella di Dungeon Crawler Carl è una storia di successo molto americana. Sarebbe quasi difficile immaginarla altrove nel mondo. È il tipico esempio di self made man forgiato dalla perseveranza, con date e date di fallimenti che si rincorrono prima della gloria. Il primo libro scritto da Dinniman è del 2003: un libro di fantascienza intitolato The Shivered Sky. Le copie vendute sono così poche che non ci si crede. L'autore non perde le speranze, continua a pubblicare con altri editori, ma non è un grande affare. E così decide che il suo libro successivo sarà autopubblicato: salterà a piè pari il lungo processo di lavorazione in mano all'editore e magari riuscirà a mettersi in tasca qualche soldo in più. Anche perché ha avuto una bella idea: nel 2015 infatti, Dinniman conosce la litRPG, ovvero la RPG Literature, un tipo di narrativa ambientata in mondi che rispondono alle regole dei videogiochi e dei giochi di ruolo. Nel 2017 il suo primo romanzo di questo genere è pronto. Preme il tasto per pubblicarlo e in un giorno vende più copie di quante non ne abbia mai vendute prima.

Matt Dinniman ha iniziato autopubblicandosi
Matt Dinniman ha iniziato autopubblicandosi

Si sa, in queste storie il tempismo è fondamentale, e quello di Dinniman è impeccabile. Nel 2020 scoppia la pandemia, la gente torna ad appassionarsi ai giochi di ruolo e lui, contestualmente, apre un Patreon per finanziare il progetto dei suoi altri romanzi, che nel frattempo sono diventati un piccolo caso editoriale. Nel Patreon dà la possibilità agli utenti di scegliere piccoli dettagli della storia. Il fenomeno è talmente potente che nemmeno l'editoria classica può ignorarlo. Così Dinniman riceve una proposta da Penguin Random House. Per capirci, è lo stesso editore di autori come John Grisham, Lee Child e James Patterson. Ecco come nasce Dungeon Crawler Carl, che in America è già arrivato a sette volumi pubblicati (con l'ottavo in arrivo nel 2026) e che in Italia è appena uscito per la casa editrice Mercurio, in una bella traduzione di Federico Nejrotti.

Dentro il dungeon terrestre

Le premesse narrative di Dungeon Crawler Carl sono oscure, nonostante nascondano un'anima che cita, anche in maniera piuttosto evidente, capisaldi dell'umorismo letterario come Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. Carl è un trentenne senza arte né parte che sta affrontando una lenta separazione dalla sua fidanzata, Beatrice. È notte, e lui è solo in casa, fatta eccezione per la gatta di Beatrice: Princess Donut, una persiana da competizione, che senza preavviso esce di casa e costringe Carl a seguirla. In mutande. Destino vuole che, proprio in quel momento, il mondo finisca. Un evento catastrofico uccide miliardi di persone, tutte quelle che si trovano al chiuso. Carl invece è vivo. In mutande, ma vivo.

Quello che è successo è che una razza di alieni ha appena dato il via all'operazione di invasione del pianeta Terra. Forse è scorretto parlarne in questi termini: in primis perché gli alieni si trovano sul pianeta da decine di anni, e ne studiano con attenzione tutti i risvolti culturali; in secondo luogo perché non si tratta di un'invasione, come si apprende dall'annuncio che viene dato ai milioni di persone che sono sopravvissute: chiunque voglia avere una possibilità di salvezza può scendere nel dungeon che si estende sotto al pianeta Terra. Parteciperà così a un reality show galattico, a metà tra uno spettacolo televisivo e un videogioco di ruolo.

LitRPG al suo meglio

Servono poche pagine per catapultare Donut e Carl nel dungeon. I nostri finiscono per diventare partecipanti di uno strambo show intergalattico. Appena mettono piede nello spazio televisivo del programma, vengono premiati con una serie di loot box e hanno accesso alle loro statistiche, venendo a patti con tutta una serie di cambiamenti che improvvisamente plasmano la realtà che hanno sempre conosciuto in una sorta di videogioco. È un po' come se la distanza tra il reale e il virtuale si fosse azzerata: Dinniman pesca a piene mani da un genere molto in voga negli ultimi anni, specialmente online, e che risponde al nome di LitRPG.

Steven Spielberg ha tratto un film da Ready Player One, un famoso LitRPG
Steven Spielberg ha tratto un film da Ready Player One, un famoso LitRPG

L'acronimo è autoesplicativo: Literary Role Playing Game. Non si tratta solo di raccontare storie all'interno di un mondo che proviene da un videogioco o da un gioco da tavolo (come fanno, per esempio, i romanzi di Dungeons & Dragons o di Mass Effect), e nemmeno dei veri e propri libri game come quelli di Lupo Solitario, che andavano molto di moda negli anni '90. No: nei LitRPG l'esperienza di lettura è passiva, non si prendono decisioni, non si combatte; sono i personaggi che hanno consapevolezza di trovarsi all'interno di un sistema con certe regole precise che si basano su livelli, statistiche ed equipaggiamenti.

Un ottimo esempio di LitRPG è Ready Player One, ovviamente limitandoci alle parti in cui i protagonisti agiscono dentro Oasis, il mondo di gioco immaginato da Ernest Cline nel 2011. Nella narrativa giapponese - che è sempre molto attenta al mondo dei videogiochi - si tratta di un espediente già sfruttato da tempo, in serie crossmediali di enorme diffusione, come .hack e Sword Art Online, nel quale i protagonisti restano intrappolati all'interno dell'omonimo MMORPG, e che inizialmente è uscito proprio sotto forma di light novel.

Sword Art Online arriva proprio da una light novel che può essere considerata LitRPG
Sword Art Online arriva proprio da una light novel che può essere considerata LitRPG

Dinniman è molto furbo, perché evita la trappola nostalgica di glorificare un certo immaginario anni '80 in cui era caduto Ernest Cline (che se ne va in giro con una DeLorean, ed è quindi facile capire come mai abbia fatto questa scelta). Nonostante i diversi riferimenti alla cultura popolare terrestre - d'altronde gli alieni sono tra noi da moltissimi anni - e le citazioni a certe opere che hanno definito i venti anni che vanno dagli '80 ai primi anni 2000, come L'uomo in fuga di Stephen King (1982) e Battle Royale di Koushun Takami (1999), l'immaginario di Dungeon Crawler Carl è molto fresco, con un umorismo internettiano moderno, che si rifà ai meme senza però diventare stucchevole. Princess Donut, per esempio, la gatta persiana di Beatrice, acquisisce da subito l'uso della parola: è una creatura intelligente, elegante, ma anche smaccatamente felina nel suo essere distante e sarcastica. È un personaggio intriso di quello humor che va molto sulla rete, e non è un caso che abbia conquistato tutti i lettori di Dungeon Crawler Carl. E anche gli alieni che guardano lo show da casa.

Una parodia videoludica

Non bisogna dimenticare infatti che Dungeon Crawler World è un reality show alieno, organizzato da una spietata azienda interplanetaria che cura ogni edizione prendendo di mira un pianeta e sfruttando i sopravvissuti come concorrenti. Il gioco replica le dinamiche tipiche dei reality show, ma anche delle piattaforme social di internet: ogni crawler ha delle visualizzazioni, dei follower, degli sponsor che decidono di investire su di lui. Alla fine di ogni giornata, un recap televisivo mette in scena le azioni più sorprendenti dei sopravvissuti, esplicita il numero delle morti e sottolinea, attraverso le immagini, i momenti più crudeli del gioco, mostrando le creature più esotiche che i concorrenti hanno affrontato, i boss più pericolosi e anche il bottino più prezioso che è stato trovato. Un po' come fanno i creator di Twitch o di YouTube con i loro gameplay.

The Running Man (L'uomo in fuga) di Stephen King, da cui è stato tratto l'omonimo film, è una grande ispirazione di Dinniman
The Running Man (L'uomo in fuga) di Stephen King, da cui è stato tratto l'omonimo film, è una grande ispirazione di Dinniman

Ma Dungeon Crawler World è anche un videogioco e ne replica tutte le dinamiche: i nemici che vengono sconfitti conferiscono un certo valore di esperienza ai personaggi, che hanno statistiche che aumentano ed equipaggiamenti che migliorano di scontro in scontro. Ogni descrizione degli oggetti si colloca a metà tra il gergo dei videogiochi e l'umorismo dei meme, così come il sistema di achievement che premia i giocatori con delle box premio casuali di diversa rarità. Gli oggetti a volte forniscono informazioni su fazioni, mostri e situazioni che si affronteranno di lì a poco.

Dungeon Crawler Carl è, per chi non ha mai letto LitRPG, un'esperienza strana, a metà tra il leggere e il videogiocare. Dinniman è poi un abile cantastorie: ha un ritmo sempre sostenuto, non si prende mai troppo tempo e sa dosare perfettamente i diversi registri della storia. Ci sono momenti raccapriccianti e spaventosi, altri pregni di humor nero e di una violenza esagerata, ma non mancano parentesi leggere. A volte lo scambio di battute tra i personaggi, oppure i tentativi di manipolare il sistema di gioco sfruttando bug e limitazioni delle meccaniche, è talmente surreale da provocare una sincera risata.

La copertina del primo libro ritrae Carl e Princess Donut all'inizio dell'avventura
La copertina del primo libro ritrae Carl e Princess Donut all'inizio dell'avventura

Dungeon Crawler Carl rappresenta una parodia intelligente dell'intrattenimento della rete e delle dinamiche dei videogiochi. Dinniman è stato a lungo un videogiocatore e conosce perfettamente meccaniche e controversie, come quelle delle loot box, delle fetch quest o del grinding esagerato. Oltre a essere un ottimo intrattenimento, è anche una satira affilata e tagliente che vale assolutamente la pena scoprire. L'unica preoccupazione è la lunga coda editoriale del progetto: con sei romanzi in avanti negli USA e uno in uscita, quella di Dinniman è una saga che sembra profonda quanto e più del dungeon che si estende sotto al pianeta Terra.