Nella nostra recensione di The Legend of Zelda: Breath of Wild abbiamo scritto che, in un'opera già leggiadra di per sé, due elementi hanno reso l'esperienza ancor più aggraziata: la rappresentazione della fauna e la colonna sonora.
Abbiamo definito quest'ultima come molto estrema e coraggiosa, sia se confrontata a quelle precedenti della serie, sia se rapportata ad altre produzioni simili (in termini di budget e, volendo, genere). Siamo rimasti abbastanza sorpresi che alcuni critici non abbiano contestato la scelta compiuta da Nintendo: alcuni l'hanno approvata, altri hanno sorvolato sulla questione, ma nessuno l'ha bocciata. Cosa che invece è avvenuta, qui sì come preventivato, nei forum online: alcuni hanno definito la colonna sonora di Breath of the Wild come la peggiore della serie, come l'unico grande difetto del gioco, altri ancora a malapena ne hanno notato l'esistenza. In effetti lasciare così tanto spazio agli effetti sonori significa prendere, almeno nel mondo dei videogiochi, una posizione estetica davvero forte: anche perché, perfino quando entrano in scena le melodie, sono sempre celate e mai grandemente esposte, non cercano mai la magniloquenza o, come spesso si sente dire negli ultimi anni (in modo abbastanza inappropriato), "l'epicità". Visto che di solito le colonne sonore vengono analizzate (e purtroppo non solo, almeno in questo caso, nel mondo dei videogiochi) da chi non ha alcuna competenza tecnica, ma che magari è bravo a comunicarne il valore simbolico o emozionale, noi abbiamo pensato di parlare dell'accompagnamento sonoro di Breath of the Wild con Giovanni Amighetti. Una persona, come vi dirà tra poco, che non solo è appassionata di videogiochi, ma che da anni abbraccia la musica a livello professionale, e tra l'altro da tante prospettive diverse.
Oggi, con Giovanni Amighetti, analizziamo la bella - e atipica - colonna sonora di Breath of the Wild
Intervista sulla colonna sonora
Ciao Giovanni, benvenuto su Multiplayer.it. Ti chiederemmo come prima cosa di presentarti sia come professionista che come videogiocatore.
Sì, sono originariamente un pianista-tastierista, e successivamente anche produttore musicale. Lavoro dall'inizio degli anni '90, specialmente con la world music e la musica contemporanea attraverso Real World, che è la casa discografica di Peter Gabriel. Come produttore ho anche affrontato altri generi, dal rock al folk con - tra gli altri - Fred Frith, Tzadik, Wu Fei, Ecm.
Al momento sto lavorando ad una declinazione musicale del progetto ARALE con mflabs, è un progetto sul controllo tramite le onde cerebrali, nel mio caso di strumenti musicali ma ha anche diverse applicazioni ludiche e mediche. Sono anche occupato con The Fermi Paradox con David Rhodes, in collaborazione con astrofisici del JPL della NASA: cerchiamo di esporre in modo spettacolare e non pesante le ultime ricerche in ambito extrasolare, le problematiche dei viaggi interstellari e quanto si è scoperto sinora su umanità e vicinato non così vicino. È invece appena uscito, a marzo 2017, "Re-Birth" di Pier Bernardi con Ace degli Skunk Anansie, me e Michael Urbano, un disco strumentale che ci sta dando grosse soddisfazioni. In un brano suoniamo anche con i Fermi Paradox al completo. Per quanto riguarda i videogiochi, da piccolo non ne avevo, se non un Game & Watch (e cloni assortiti...), di conseguenza frequentavo le sale giochi, ad esempio ricordo Moon Patrol, nonché i laser game a casa degli amici con Intellivision (e simili). La prima console che ho comprato è stata PlayStation, a causa di Resident Evil.
Visto che parleremo nello specifico della colonna sonora di Breath of the Wild, e visto che, da quanto hai detto, non hai approcciato la serie ai tempi dell'arrivo sul mercato: qual è stato il tuo primo The Legend of Zelda, e qual è il tuo preferito?
Il primo è stato Ocarina of Time: avevo comprato un Nintendo 64 apposta per Natale - se ben ricordo - mentre il gioco me lo aveva regalato mio fratello. Il mio favorito credo sia proprio Breath of the Wild. I miei titoli preferiti in generale sono gli strategici a turni, ma Zelda aveva qualcosa nell'interazione e nell'ambientazione che, in qualche modo, emanava magia. Quest'ultimo essendo un gioco attuale ovviamente amplifica la sensazione.
Entrando più nel dettaglio, tempo fa è uscita una notizia curiosa, e cioè che, fino a pochi giorni prima dell'uscita giapponese, il main theme del primo The Legend of Zelda sarebbe dovuto essere il Bolero di Ravel. La cosa non andò in porto per semplici questioni di copyright. Pensi che sarebbe stato appropriato? E, in generale, a che tipo di musica e periodo pensi si ispiri maggiormente la serie?
Non sapevo di questa cosa e mi sembra strana. La serie in generale è una visione giapponese di musica classica, folk occidentale (britannico e nordico in genere) con qualche punta sul progressive rock e sull'Oriente. In particolare in questo Breath of the Wild hanno ampliato la palette dei generi andando su strumentazione e temi cinesi con i draghi e il villaggio Sheikah (per quanto riguarda la strumentazione cinese si sentono il guzheng e i flauti di bambù, tra cui il Ba Hu). Il gioco tende a una musica contemporanea più spinta in alcune parti di pianoforte solo, ad esempio mentre si cavalca. Questa è una cosa che mi ha fatto un po' ridere, perché è una direzione in cui stiamo andando anche noi e ci fa odiare alcuni festival jazz che cercano approcci più sofferti. In Breath of the Wild troviamo anche riferimenti al Tirolo e a un certo folk smaccatamente europeo/austroungarico con il fisarmonicista, che a noi potrà pure sembrare Casadei, ma questo succede perché la stessa musica di Casadei deriva da Vienna.
Nella recensione del gioco abbiamo scritto che la musica è piuttosto diversa dal passato, o quantomeno lo è la sua gestione, visto il largo spazio che lascia agli effetti sonori. Sei d'accordo con questa interpretazione e, in caso, ti è piaciuta come scelta?
Sì, avete ragione: la musica per me è la migliore della serie, se si facesse un disco con la colonna sonora selezionata sarebbe in assoluto un ottimo disco di musica contemporanea. Però quello che si ricorda maggiormente dell'avventura sono i suoni ambientali, non la musica, proprio perché interviene solo in alcuni momenti e, utilizzando spesso il solo pianoforte, lascia comunque molti spazi. Spesso non è presente, e quando lo è si fonde coi suoni ambientali. Infatti c'è un forte stacco quando si entra nel castello, dove parte invece una soundtrack orchestrale epica (seppur sempre con una vena di malinconia). Secondo me hanno utilizzato molto bene questo contrasto e la musica negli spazi in generale. Anche gli ambienti sono ben caratterizzati, più che in passato. Tra l'altro anche il castello come sonorità varia istantaneamente tra esterni (orchestrale) e interni (organo), in un modo che si era già sentito in Skyward Sword nella foresta allagata. Hanno anche tenuto la variazione giorno/notte di Xenoblade Chronicles nei villaggi.
A questo proposito aggiungerei, perché non necessariamente tutti se ne saranno accorti giocando, che la musica all'interno dei colossi cambia ad ogni attivazione di un terminale. In generale ci è sembrata una colonna sonora molto dinamica. In questo senso, ascoltando la semplice OST del gioco con una decina di temi, quanto pensi si possa percepire dell'effettiva esperienza sonora del titolo?
Sì, ci sono peculiarità nella composizione di colonne sonore per i videogiochi che le differenziano dalle colonne sonore dei film. Nei videogiochi quello che puoi fare come compositore è tenere una base di tempo e armonia, quindi aggiungere o togliere tracce in modo dinamico che possono anche fortemente variare la ricezione emozionale di quel brano. Credo che uno dei primi titoli ad utilizzare in modo chiaro questo sistema sia stato Abe's Odyssee. In Breath of the Wild è molto evidente nella musica degli stallaggi, che non viene percepita inizialmente come quella del vecchio Lon Lon Ranch/canzone di Epona, ma nel momento in cui entra sopra la fisarmonica si nota che, appunto, è una variazione piuttosto estrema dello stesso brano. Viene messa la musica del Lon Lon Ranch sopra ma, di fatto, era già la musica del Lon Lon Ranch. Era lo stesso sistema utilizzato da Kondo e Co. in Wii Music, sistema di cui ormai sono maestri. In definitiva, mentre la colonna sonora di un film è statica e quindi riassumibile in un disco, per i videogiochi - o meglio, per questi videogiochi, perché altri sono indietro e piuttosto ingessati - non è così, servirebbero diverse versioni degli stessi brani, con le tracce aggiunte o sottratte, per ascoltare i diversi modi in cui lo stesso pezzo viene percepito nel gioco.
Prima hai detto che il piano solo è una novità per The Legend of Zelda. Ma, anche fossero stati eseguiti con un altro strumento, non pensi che quei brani sarebbero comunque sembrati diversi da quelli canonici della serie? Più rarefatti, forse. Ti saremmo grati se potessi darci delle coordinate culturali per capire a cosa possano essersi ispirati per pezzi del genere.
La musica è suono, sono suoni messi in un determinato ordine per cui è fondamentale come vengono eseguiti e con quali sonorità. Se consideriamo i temi classici del gioco a 8-bit, quindi il tema principale - che poi è anche quello dell'overworld di A Link to the Past - è sì molto bello, ma questo in parte è determinato dai limiti tecnologici dell'epoca. Ovvero se hai dei suoni limitati (ok, ora c'é la moda della bit music retro, però all'epoca si cercava di essere il più orchestrali possibile e non si poteva) per rendere ben riconoscibile la musica devi lavorare strenuamente sui temi... che devono essere belli con qualsiasi sonorità, anche "con la tastierina Casio del Dixan", come diciamo noi.
È uno dei motivi per cui i temi dei giochi a 8 e 16-bit sono spesso "migliori" e più riconoscibili anche nelle iterazioni orchestrali successive, quelle dei giochi posteriori a PlayStation One per intenderci. In questo The Legend of Zelda quindi non si sono troppo impegnati a cercare nuovi temi mi sembra, hanno spesso inserito, in diverse maniere, il richiamo ai temi classici quando cercavano "il bello", mentre in generale hanno lavorato molto sugli arrangiamenti e sulle ambientazioni. I riferimenti sono anch'essi vari, a Calbarico si sente una musica orientale con chiare allusioni alla Cina, e non più solo al Giappone (e la stessa cosa accade quando si incontrano i draghi). Mentre la musica con il pianoforte sulla piana, che forse si sente solo cavalcando, oltre ad essere molto diversa dai maestosi temi dei precedenti "Hyrule Field", è classica contemporanea, non è jazz. È più vicina a John Cage. Gli Zora invece riprendono la musica e in parte le sonorità dei giochi precedenti. Vappesca chiaramente rimanda a temi isolani con marimba, mentre il villaggio dei Goron si basa molto sui fiati, e anche questo ricorda i vecchi Zelda. Poi c'è qualche accenno di elettronica più strana quando si avvicinano le antiche macchine, e in vari momenti. I Rito riprendono tale quale il bel tema dell'Isola del Drago di The Wind Waker, mentre purtroppo manca il tema della Gerudo Valley di Ocarina of Time. Qui la musica delle Gerudo è chiaramente ispirata a nord Africa e Medio Oriente, mentre il loro saluto è Tuareg. Ma lo stacco principale col passato direi che è rappresentato dai riferimenti alla Cina e a John Cage.
Bene, direi di chiudere con qualche considerazione personale. Qual è, musicalmente parlando, la parte che ti è sembrata più interessante dell'avventura? E a quale dettaglio sonoro - magari secondario - consiglieresti ai nostri lettori di fare attenzione?
La parte che mi è piaciuta di più è anche quella più banale, ovvero quella nel castello; o meglio, il passaggio dal silenzio estremo a quella musica. È un'idea semplice, che parte dalle dinamiche delle sinfonie classiche, ma funziona molto bene. Allo stesso modo, anche se più sottile, il diverso stato all'interno dei colossi. C'è un crescendo che si amalgama molto bene col giocato, così da divenire quasi scontato, e non so quanto venga recepito consciamente. Come brani indipendenti, ho apprezzato il tema di Calbarico e il sempreverde Villaggio Rito. A cosa consiglierei di far caso... al multitraccia: aggiungendo alla medesima base qualche traccia, la musica come resa emotiva cambia radicalmente.
Perfetto Giovanni, grazie per il tempo che ci hai concesso.
Grazie a voi.