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Quando i dipinti prendono vita

Provato il progetto più ambizioso di Daedalic: il romanzo di Ken Follet diventa un videogame

PROVATO di Tommaso Valentini   —   11/05/2017

La storia di Daedalic è costellata di molti successi e di qualche scivolone. Lo studio di sviluppo con sede ad Amburgo negli ultimi anni si è dedicato quasi completamente alle avventure grafiche, producendo titoli del calibro di Deponia e The Whispered World ma non si è nemmeno fatto sfuggire la possibilità di fare da editore per produzioni altisonanti. Il 2017 è un anno importante per la compagnia dato che arriverà sul mercato uno dei giochi più impegnativi a cui lo studio si sia mai dedicato, un gioco che ha richiesto anni di preparazione e impegno e che vedrà il suo arco vitale concludersi tra diversi mesi, quando tutte e tre le parti che compongono quest'opera magna saranno giunte sugli scaffali (virtuali e non) dei negozi. Stiamo ovviamente parlando della trasposizione videoludica di Ken Follet's The Pillars of The Earth, un romanzo storico degli anni ottanta capace di trattare temi molto seriosi, di rapire il lettore con una trama fatta di personaggi credibili e oscuri, un quadro particolarmente tetro rappresentativo dell'Inghilterra del dodicesimo secolo dove intrighi politici e povertà erano all'ordine del giorno.

The Pillars of the Earth è un racconto cupo e serioso, un'avventura immancabile per gli amanti del libro

Un orfano, un monaco e tanto sangue

Durante i Daedalic Days abbiamo avuto modo di provare la parte iniziale del secondo capitolo di The Pillars of the Earth e ad essere sinceri siamo rimasti sbalorditi e sorpresi nello scoprire un titolo dai ritmi estremamente pacati ma con una forza visiva incontenibile. Ogni singola schermata di gioco è un quadro curato nei minimi dettagli e ci si perde a seguire le animazioni del protagonista, incatenato a schermate 2D dai colori tenui e soffocati, intenti a seguire le impronte di un'avventura che sin dai primi istanti vuole farci capire che non lascerà spazio alle buone emozioni.

Quando i dipinti prendono vita
Quando i dipinti prendono vita
Quando i dipinti prendono vita

Il secondo capitolo ci narra le gesta di Jack Jackson, un fanciullo cresciuto in una caverna con la madre obbligato da sempre a subire i morsi della fame e a procacciarsi il cibo cacciando per superare i rigidi inverni inglesi. È un ragazzo povero, che a malapena riesce a seguire le parole scritte su un libro, ma è anche un giovane determinato e deciso a sopravvivere. È così che la prima scena di caccia nella foresta ci ha mostrato tutta la violenza di cui è capace The Pillars of the Earth, chiedendoci di uccidere a sassate un daino mentre questo si abbeverava ad uno stagno. Ci è voluto un attimo per capire cosa fare, abbiamo selezionato la nostra fionda dal semplice menu a comparsa, e aspettato il momento più opportuno per colpire letalmente l'animale alla testa, un istante sufficiente a calarci completamente nella parte. Daedalic lo sapeva bene e forse ha scelto proprio questa piccola parte di racconto per la presentazione alla stampa dato il suo forte impatto emotivo, una chiave di lettura intelligente per far parlare di The Pillars of the Earth, un titolo comunque capace di reggersi con le proprie gambe grazie a qualità che per ora sembrano indiscusse. L'audio è ottimo, impreziosito da una voce narrante profonda e calma, e il racconto fila via liscio senza intoppi. Leggiamo gli indizi nella foresta cliccando avidamente con il mouse e fagocitiamo e memorizziamo ogni informazione utile a superare i semplici indovinelli per proseguire, come fosse la cosa più naturale da fare. The Pillars of the Earth non è una consueta avventura grafica ma tenta di avvicinarsi maggiormente ai racconti Telltale dove, per l'appunto, è la storia ad essere protagonista piuttosto che il gameplay vero e proprio. I puzzle e le scelte morali, infatti, arricchiscono il prodotto dal punto di vista ludico ma hanno la funzione principale di avvolgere il giocatore e farlo sentire parte integrante di ciò che accade a schermo. È immediato sentirsi parte della storia mentre Jack mentre cerca la madre dispersa nel bosco, mentre scopre un monaco intento a salvare un neonato abbandonato sulla tomba della donna che gli ha da poco donato la vita e mentre incontra tutti gli altri protagonisti dell'avventura che, seguendo fedelmente le orme del libro, daranno vita ad eventi particolarmente toccanti. Da qui in poi la storia evolverà completamente mettendovi a capo di un progetto di costruzione di una cattedrale monumentale nella città di Kingsbridge. Il vostro compito sarà ovviamente ostacolato da decine di insidie, scontri e colpi di scena, che vi accompagneranno per tutta la lunga durata della produzione. Non c'è spazio per l'azione in The Pillars of the Earth, né tanto meno per l'umorismo o le trovate divertenti. I menu sono essenziali, l'inventario piuttosto ridotto e la ruota per le opzioni di dialogo è quanto di più classico si sia visto nelle ultime avventure grafiche, eppure dietro a tanta linearità si nasconde un lavoro incredibile dal punto di vista artistico. Essendo un racconto fondato su basi storiche molte delle ambientazioni e degli edifici riprodotte sono state realizzate con la massima cura per il dettaglio, richiedendo anche due settimane per un singolo interno. Tra pochi mesi potremo mettere finalmente le mani sul primo capitolo per saggiare le effettive qualità del gioco completo ma se le premesse sono queste, il rischio è quello di trovarsi davanti ad un'avventura grafica di ottima qualità. Tenete le orecchie ben tese!

CERTEZZE

  • Ottimo stile artistico
  • Storia dark e matura

DUBBI

  • Gameplay sin troppo essenziale
  • La diluizione degli episodi potrebbe allentare il coinvolgimento