L'attesissimo Doomfist è finalmente arrivato sui Public Test Realm di Overwatch, dove si sta preparando a debuttare sui server live: di solito tra l'esordio e la pubblicazione effettiva trascorrono almeno un paio di settimane, ma non potevamo più aspettare e così abbiamo installato il client di prova e giocato qualche ora nei suoi panni. In questo speciale sul nuovo "eroe" di Overwatch potete leggere le nostre impressioni sul quarto personaggio che Blizzard ha aggiunto al suo sparatutto: Doomfist, infatti, segue a ruota Orisa, Sombra e Ana, ma si tratta di un nome che i fan del gioco conoscevano già da tempo e al quale non vedevano l'ora di dare un volto. In questo senso, la compagnia di Irvine ci ha sorpreso ancora una volta con la sua capacità di scrivere una storia interessante semplicemente per giustificare l'introduzione di un nuovo combattente nel già nutrito cast di Overwatch: Doomfist esordisce con un cortometraggio a cartoni animati che ha già alimentato voci di corridoio - ma soprattutto speranze - su una possibile serializzazione animata di Overwatch. Considerando che in questi giorni su Netflix è arrivato Castlevania, chi dice che non possa succedere veramente?
Chi è Doomfist?
All'anagrafe Akande Ogundimu, Doomfist non è il primo a fregiarsi di questo titolo. Chi ha approfondito la sua conoscenza di Overwatch saprà infatti che ci sono stati altri due Doomfist prima di lui: del primo, Adhabu Ngumi, detto il Salvatore, non si sa molto, mentre il secondo, Akinjide Adeyemi, detto il Flagello, era un mercenario dell'associazione criminale Talon. Come loro, anche Akande è nigeriano, ma discende da una famiglia al vertice nella tecnologia prostetica: geniale e carismatico, il nostro non è solo uno scienziato, ma anche un esperto di arti marziali africane, per la precisione Dambe e Gidigbo. Akande ha combattuto nei più prestigiosi tornei internazionali, finché la Crisi degli Omnic non ha messo fine alla sua carriera di lottatore professionista: perduto il braccio destro, Akande lo ha sostituito con una protesi all'avanguardia che, però, lo ha fatto squalificare dalle competizioni. È stato allora, nel momento più buio della sua vita, che lo ha avvicinato Akinjide Adeyemi. Il Flagello di Numbani reclutò Akande come mercenario, dandogli la possibilità di combattere liberamente e mettere a frutto le sue conoscenze scientifiche e marziali, e poi lo introdusse alla Talon, un'organizzazione che credeva nell'importanza del conflitto tanto quanto Akande: quest'ultimo, infatti, aveva maturato col tempo la convinzione che l'umanità si sarebbe evoluta solo attraverso la guerra e il combattimento.
Alla fine, Akande uccise il suo mentore Adeyemi e scalò i ranghi della Talon, prendendo per sé il titolo di Doomfist, insieme al suo guanto bionico, e un posto nel consiglio amministrativo dell'associazione criminale. Nel cortometraggio pubblicato da Blizzard, tuttavia, assistiamo effettivamente ad altri due momenti fondamentali nella storia del terzo Doomfist: Akande, infatti, fu affrontato e sconfitto dall'Overwatch proprio a Numbani e più precisamente da una squadra composta da Tracer, Genji e Winston. Quest'ultimo lo mise effettivamente fuori gioco e lo arrestò, facendolo poi rinchiudere in una cella di massima sicurezza della Helix. Akande, tuttavia, stava ancora delineando i suoi piani per il futuro del mondo, seguendo attentamente lo scioglimento dell'Overwatch e le mosse dei suoi nemici, finché un bel giorno Reaper e gli altri agenti speciali della Talon non lo hanno aiutato a evadere. A quel punto, Akande si è recato a Numbani per recuperare il suo guanto, in rotta verso il museo della capitale per essere esposto nello Unity Day, e si è scontrato con le sentinelle OR15, distruggendole tutte. Il resto è storia: Efi Oladele costruì Orisa e Akande, ora veramente Doomfist, è tornato in azione sul campo di battaglia.
Che cosa fa Doomfist?
Il background di Akande "Doomfist" Ogundimu è sicuramente interessante, anche perché in questa era così "politically correct" Blizzard ha stupito un po' tutti, mettendo nel ruolo del cattivo un uomo di colore e nigeriano per giunta. In realtà, però, i fan più navigati del gioco non hanno gradito fino in fondo la scelta della compagnia di Irvine, più che altro perché la "malvagità" di Doomfist è stata nascosta dietro una specie di ideologia: lui non combatte per la Talon perché è cattivo, ma perché crede nel conflitto come trampolino di lancio evolutivo. Dunque Doomfist è l'ennesimo antagonista a metà degli eroi di Overwatch: Gabriel Reyes è diventato Reaper dopo essere impazzito, a Widowmaker hanno fatto il lavaggio del cervello, Sombra probabilmente fa il doppio gioco per i suoi secondi fini... Restano soltanto Junkrat e Roadhog, che però sembrano usciti più che altro da una puntata dei Looney Tunes e ricordano vagamente quel poveretto di Wily E. Coyote. In ogni caso, il Doomfist che giocheremo è un personaggio estremamente carismatico e, mentre i giocatori americani lamentano il fatto che non l'abbia doppiato Terry Crews come speravano, noi siamo stati decisamente fortunati perché a dargli voce in Italia è il bravissimo Massimo Corvo. Passando al gameplay nudo e crudo, ci ha stupiti un altro piccolo particolare: Doomfist non è un tank, ma un attaccante. In realtà era prevedibile perché l'ultimo eroe pubblicato, Orisa, era proprio un tank; cionondimeno, Jeff Kaplan ha descritto Doomfist come un fiancheggiatore per via della sua mobilità e della sua autonomia. Questo rende il nuovo "eroe" particolarmente adatto alla moda delle "dive comp" che sta dilagando nel meta attuale e che sostanzialmente predomina nella scena competitiva di alto livello.
In molti si aspettavano un eroe in grado di contrastare le "dive comp" ma invece Doomfist sembra giocare con loro di concerto e si è rivelato fin da subito un'ottima alternativa ai soliti Tracer e Genji. Sul fronte delle armi da fuoco, Doomfist può sparare delle potenti ma brevi raffiche dalle nocche del suo pugno sinistro: è una specie di mini-shotgun, efficace a corta/media distanza e che si ricarica automaticamente. Il tasto destro del mouse, invece, è il Pugno a reazione: Doomfist può caricare un cazzotto che lo scaglia direttamente verso il bersaglio. Maggiore è il tempo di caricamento, più ampia è la distanza coperta nello slancio e se il bersaglio si trova spalle al muro riceve anche più danni. Schianto sismico e Montante sono invece le altre abilità ordinarie. Con la prima, Doomfist salta in avanti e colpisce il terreno, infliggendo danni in un cono frontale e attirando a se tutti i nemici nel raggio d'azione. Si tratta essenzialmente di una versione ad area ma meno vincolante del Gancio di Roadhog, dunque un attacco che infligge danni ed esercita un discreto controllo della folla. Montante, invece, colpisce i nemici nel cono frontale e li scaglia in alto: questa abilità consente a Doomfist di distrarre e manipolare i bersagli, spesso smontando le loro eventuali strategie posizionali. La cosa più interessante è che tutti gli attacchi di Doomfist si possono concatenare come se stessimo giocando a un picchiaduro, dunque il nostro può effettivamente impiegare le loro capacità di movimento a sua discrezione. Impiegando Montante e poi Pugno a reazione o Schianto sismico, Doomfist può attaccare dall'alto i bersagli sottostanti e Montante gli permette comunque di raggiungere posizioni sopraelevate cui non arriverebbe con un comune salto, se non facendo il giro della mappa. Pugno a reazione, in particolare, gli consente di coprire grandi distanze in pochi istanti, un po' come la Carica di Reinhardt, l'Assalto rapido di Genji o la Traslazione di Tracer.
Ovviamente è importante gestire i tempi di ricarica poiché sono piuttosto alti e la lentezza della sua arma da fuoco, unita alle poche munizioni, può portare a nocivi tempi morti. Tutte le abilità di Doomfist, oltretutto, innescano una capacità passiva chiamata La miglior difesa... che genera degli scudi aggiuntivi in grado di proteggerlo da alcuni colpi: è proprio questa sua capacità di prolungare la propria permanenza sul campo di battaglia tuffandosi nella mischia e picchiando duro che lo rende un personaggio particolarmente efficace negli assalti diretti. Ovviamente Doomfist è sui PTR proprio per verificare se merita qualche aggiustatina prima della pubblicazione ufficiale, ma a noi non è sembrato un personaggio troppo potente o sbilanciato, eccezion fatta per la sua Ultra, Impatto devastante, che in effetti andrebbe ritoccata: quando Doomfist la usa, sparisce dal campo di battaglia per alcuni secondi, durante i quali è possibile spostare un reticolo di mira. Scelta la zona bersaglio - o esaurito il tempo concesso - Doomfist piomba su di essa e infligge enormi danni ad area. Si tratta di una Ultra davvero dannosa con un fattore di invulnerabilità che la rende doppiamente potente. Inutile dire che, in sinergia con Ultra come la Bomba gravitonica di Zarya, Impatto devastante diventa un attacco semplicemente letale. Al di là del suo aspetto (ce l'aspettavamo più massiccio!) e del suo ruolo, Doomfist finora ci ha convinto: è un personaggio dinamico, divertente e piuttosto inusuale da giocare che, siamo sicuri, farà discutere molto la community di Overwatch nelle settimane a venire.