Multiplayer è un sito che si occupa esclusivamente di videogiochi, questa è cosa nota. Ogni tanto però capita che la nostra attenzione venga diretta verso altre forme di intrattenimento, magari nel caso di film strettamente collegati al mondo dei videogame, o ancora dei sempre più numerosi giochi da tavolo che sfruttano licenze note delle varie case di sviluppo. Logica vuole dunque che i droni di rado catturino la nostra attenzione, nonostante la possibilità di controllare dei velivoli in miniatura risulti innegabilmente ricca di fascino: la situazione è cambiata quando Propel ci ha invitato - ormai quasi un mese fa - a un evento in pompa magna a Bruxelles, con l'intento di lanciare il suo trittico di droni dedicati al mondo di Guerre Stellari. Misteriosamente, i modelli mostrati erano in realtà già in commercio al momento della presentazione e l'evento risultava pertanto dedicato a una sorta di rilancio complessivo dei tre modelli, forse con l'intenzione di dare una spinta ulteriore al tutto e di sfruttare il vento in poppa offerto dal misto di Force Friday e ottavo film in arrivo. Quale che fosse la ragione, comunque, non ci importa; ciò che conta sono i droni stessi, e li abbiamo provati abbastanza da poterne parlare nel dettaglio. Ecco cosa aspettarsi dall'Advanced TIE Fighter, dal T-65 X-Wing e dalla Speeder Bike di Propel.
Tecnologia in miniatura
Dire che l'evento ci ha permesso di analizzare nel dettaglio i droni è probabilmente riduttivo. Abbiamo passato un intero pomeriggio davanti a presentazioni completissime riguardanti ogni singolo aspetto dei modelli, dalla forma alla tecnologia interna, passando persino per la app recentemente resa disponibile per i novelli piloti. Insomma, Propel ha dimostrato con assoluta chiarezza di credere al 100% nel progetto, e di volerlo sviscerare davanti alla stampa in modo da ottenere una copertura totale. D'altronde il concetto di fondo che l'azienda desidera trasmettere è cristallino: i droni di Guerre Stellari presentati non sono dei giocattoli, e Propel non è una compagnia dedita alla produzione di semplici passatempi; per quanto minuti e all'apparenza semplici da usare, insomma, questi tre modelli sono un ammasso di tecnologie avanzate, capaci di offrire numerose chicche.
Meglio andare un po' più a fondo: i droni Propel hanno i rotori nella parte bassa (contrariamente alla maggior parte degli altri droni); in termini di controllo la risposta non è inferiore a quella di macchine dalle specifiche simili, ma in quanto a estetica questi tre modelli guadagnano parecchi punti, specialmente il TIE Fighter. Ogni singolo modello è di dimensioni modeste, come già accennato, ed estremamente leggero - plausibilmente per stare sotto i 25 chili di peso che creerebbero problemi di regolamentazione - tuttavia è anche dipinto a mano e notevolmente curato in ogni dettaglio. Si parla in parole povere dei droni più belli e funzionali in circolazione dedicati a Guerre Stellari, che grazie al prezzo di circa 200 euro (varia in base al rivenditore ma siamo spesso attorno a quella cifra) si posizionano tra i modelli più avanzati ma estremamente costosi e le patacche da due lire, con l'intenzione però di offrire prestazioni paragonabili proprio a quelle dei droni evoluti.
Do a barrel roll
Restando sulle specifiche, dopotutto, i droni viaggiano a circa 50 chilometri all'ora di velocità massima, la loro batteria dura per una decina di minuti - con trenta minuti circa necessari per la ricarica - e vantano una resistenza agli impatti impressionante (vi assicuriamo che li abbiamo visti in ogni genere di incidente e schianto durante i test, e al di fuori di un singolo rotore partito verso luoghi migliori non ci sono state vittime). Più che queste caratteristiche, ad ogni modo, durante la presentazione è stato enfatizzato con forza l'uso della tecnologia LiFi, ovvero la possibilità di trasmettere dati tramite "luce" (in questo caso laser) utilizzabile per varie attività. La principale? Ovviamente della battaglie aeree, perché i droni di Propel "percepiscono" i colpi ricevuti, ed è pertanto possibile utilizzarli per organizzare dei veri e propri deathmatch volanti. Noi, ovviamente, questo tipo di competizione l'abbiamo provata e vista in azione, e il suo fascino è notevole.
Non che i controlli siano perfetti (il mezzo vira con una certa precisione, ma spesso tende a spostarsi più del dovuto e non è propriamente facilissimo da riprendere in accelerazione), eppure svolgono egregiamente il loro lavoro, laddove gli scontri vengono spettacolarizzati dalla possibilità di eseguire delle acrobazie con uno dei trigger laterali e da effetti sonori presi di peso dalla serie di Lucas che fuoriescono dai controller. Chiaramente noi eravamo principianti assoluti nell'uso dei droni, ma questi presentano vari settaggi di velocità regolabili (e pure un "beginner mode" che sembra limitare persino l'altitudine) e c'è quindi molto margine di miglioramento nel loro utilizzo. Ad aiutare, non bastasse, ci pensa la app dedicata, ricca di features quasi quanto i modelli su cui si basa.
La app ha due caratteristiche principali: funge da tutorial "virtuale" e permette di ordinare i pezzi distrutti/perduti con un semplice tocco. Una volta installata troverete infatti al suo interno varie missioni di addestramento, pensate per offrire una fisica simile a quella reale dei droni e farvi impratichire quel tanto che basta da poterli guidare senza difficoltà. Nel complesso, si tratta di uno strumento di ottima fattura e molto utile, su cui peraltro Propel sembra avere ambizioni notevoli. Il piano, d'altro canto, sembrerebbe esser quello di creare una community globale, con eventi rintracciabili grazie alla app: si tratta di un progetto di difficile attuazione - che richiederebbe una diffusione a macchia d'olio dei droni - ma evidentemente l'azienda è convinta della notevole presa sul pubblico di Guerre Stellari e della qualità dei suoi prodotti. Noi, nel complesso, siamo stati impressionati positivamente da questo trio di navicelle volanti; ora resta da vedere quanto prenderanno piede nel bel paese.