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Colossi mai visti prima

Abbiamo provato la remaster per PlayStation 4 del secondo titolo di Fumito Ueda

PROVATO di Antonio Fucito   —   01/11/2017

Del trittico di titoli per piattaforme PlayStation creati da Fumito Ueda, Shadow of the Colossus è quello a cui siamo legati maggiormente dal punto di vista affettivo. Sarà per una questione di ambientazione, sarà per la colonna sonora meravigliosa oppure per l'idea di spostarsi liberamente a cavallo e scalare colossi giganti, ma il titolo uscito originariamente su PlayStation 2 ha un posto speciale nel nostro cuore, anche se si sarebbe potuto osare di più in termini di contenuti tra un colosso e l'altro e nonostante il comparto tecnico soffrisse terribilmente in termini di fluidità. Idealmente da quest'ultima problematica nasce la versione remaster (per convenzione adottiamo la dicitura remake solo se cambia anche l'offerta narrativa o di gameplay) che arriverà il 7 febbraio su PlayStation 4, ad opera dei veterani - per questo genere di operazioni - Bluepoint. Scordatevi nuovi contenuti, dato che la versione per l'ammiraglia Sony sarà fedele all'idea originale, limitandosi ad aggiornare dal punto di vista visivo e dei controlli anche l'edizione uscita assieme ad ICO su PlayStation 3. Noi abbiamo provato un codice quasi definitivo del titolo - già disponibile in lingua italiana - che metteva a disposizione il primo colosso, il terzo e il tredicesimo, per appurare l'ottimo lavoro svolto da Bluepoint nell'esaltare l'eccezionale comparto artistico che caratterizzava Shadow of the Colossus fin dalla sua release originale.

Da quanto ci è stato detto gli asset grafici sono stati rifatti quasi completamente, e infatti abbiamo ravvisato un colpo d'occhio che assolutamente non sfigura rispetto a The Last Guardian, non tanto per la mole poligonale, ma per gli effetti ambientali e la risoluzione. Il supporto HDR esalta i contrasti, i colori, il sistema di illuminazione in toto, donando nuova vita agli scorci presenti: siamo rimasti felicemente impressionati cavalcando sotto luce diretta del sole o nella foresta, con la foschia a donare grande atmosfera. L'incontro col primo Colosso è da modalità fotografica immediata, il motion blur rende l'immagine più morbida ma serve anche per mascherare qualche lieve incertezza in alcuni passaggi: evidentemente è destino per Shadow of the Colossus avere un rapporto tormentato con il frame rate. Per il resto siamo su davvero su alti livelli considerando la natura del titolo, e se a questo aggiungiamo una colonna sonora (campionata nuovamente) sempre incredibile, abbiamo diversi motivi per consigliare il gioco a chi non ha mai vissuto il titolo originale: non si lamenterà di trovarsi dinnanzi ad un titolo "vecchio" a livello di presentazione.

Colossi mai visti prima

Per quanto riguarda il gameplay, dicevamo, nessun cambiamento in termini di contenuti, solo qualche aggiustamento in merito a telecamera e controlli. Nel primo caso quella automatica sembra muoversi in maniera meno nervosa e pare gestire meglio i "blocchi" rappresentati da oggetti su schermo, nel secondo la risposta ai comandi risulta più immediata pur preservando le caratteristiche originali. Con la pressione costante di R2, infatti, ci si aggrappa al pelo dei colossi oppure alle sporgenze, ed è necessario mantenere pigiato il trigger per evitare di cadere. Tale meccanica è legata ad una barra di resistenza che nel momento in cui si esaurisce fa mollare la presa, rappresentando una dinamica fondamentale nella ricerca del punto da colpire mentre si affrontano i colossi. Anche perché le fasi platform di avvicinamento e quelle di scalata rappresentano il cuore pulsante del gameplay, e dopo la dovuta pratica vanno assorbite per bene risultando necessarie soprattutto nelle fasi avanzate.

Colossi mai visti prima

Chiaramente Shadow of the Colossus sente in parte il peso degli anni, rimane però un'esperienza unica nel panorama videoludico e sicuramente merita attenzione da chi non conosce il titolo originale, ma anche da quelli che vogliono riviverlo in una rinnovata veste tecnica. A febbraio il giudizio definitivo!

CERTEZZE

  • Grande lavoro di miglioramento tecnico
  • Ancora oggi rimane un'esperienza unica da provare

DUBBI

  • È la seconda riedizione e non ci sono nuovi contenuti a giustificarla del tutto