A quattro anni dal lancio di PlayStation 4 e Xbox One l'attuale generazione di console si è trasformata, con i rapporti di forza ribaltati dall'arrivo degli upgrade delle macchine da gioco attualmente in circolazione. Due dispositivi (PlayStation 4 Pro e Xbox One X) intergenerazionali che, oltre a stabilire un precedente importante, puntano a soddisfare le esigenze di chi vuole di più in termini di resa grafica e definizione mantenendo la totale compatibilità con le versioni base. Ed è con queste che, mentre Nintendo ha trovato il modo di superare l'affaire Wii U senza necessariamente entrare in competizione con gli altri, Microsoft e Sony hanno intensificato un conflitto a suon di teraflop, HDR e 60 frame al secondo, con due console che guardano entrambe al 4K sebbene da altezze decisamente differenti.
Capovolgimento di fronte
Lanciata nel novembre del 2016, PlayStation 4 Pro è la prima console intergenerazionale, un update significativo della PlayStation 4 standard con un balzo da 1.8 a 4.12 teraflop di potenza, ed è anche la prima console ad aver preso di mira il 4K, seppur con qualche trucco per aggirare le limitazioni di potenza. Grazie al checkerboarding infatti, riesce a simulare con efficacia il 4K in upscaling, proponendoci un'immagine di qualità sorprendente anche a partire dal 1080p. Su un pannello di buona qualità e grandi dimensioni le differenze rispetto al 4K nativo si vedono, ma la console Sony ha ottenuto ottimi risultati uscendo prima e, cosa ancora più importante, con prezzo sensibilmente inferiore rispetto a Xbox One X. Quest'ultima, però, arrivando un anno dopo ha dalla sua una potenza decisamente maggiore. Se PlayStation 4 Pro è oltre due volte più potente della versione standard, con 6 teraflop Xbox One X arriva quasi a quintuplicare la potenza di Xbox One ribaltando i ruoli rispetto ai modelli base. La nuova console Microsoft, infatti, è di oltre 40 punti percentuali più potente dell'upgrade Sony, almeno parlando di meri teraflop che possono fare una grossa differenza quando l'obiettivo è quello di gestire una risoluzione quattro volte più pesante del 1080p. Risoluzione che in alcuni casi Xbox One X riesce a spingere addirittura a 60fps come con DOOM e Forza Motorsport 7.
Inoltre, come nel caso PlayStation 4 Pro, la potenza aggiuntiva non deve essere sacrificata necessariamente sull'altare del 4K e garantisce la possibilità di utilizzare texture più definite, effetti grafici avanzati e migliorie di vario genere. Non è il caso, tra l'altro, di trascurare le specifiche nel dettaglio che nel caso di Xbox One X garantiscono la possibilità di convertire un gioco da PC in tempi brevissimi e con una spesa decisamente contenuta. Tutte opzioni che vedono Xbox One X in teoria avvantaggiata sulla console Sony, il cui punto di forza principale restano le innumerevoli esclusive uscite in questi quattro anni. Ed è un vantaggio da non sottovalutare.
Il pensiero di poter rigiocare titoli già acquistati in versione migliorata, sfruttando una promozione sul ritiro dell'usato per spendere il minimo possibile sulla console, potrebbe dare una grossa mano a PlayStation Pro, a meno di non voler assolutamente sfruttare un televisore 4K, al pari del fatto che molti titoli multipiattaforma siano principalmente giocati sulla versione base della console. A questo punto però, dobbiamo parlare del fatto che Xbox One X sia un vero e proprio PC, a partire dalla CPU per arrivare al sistema operativo, e questo sembra dare una grossa mano anche alla retrocompatibilità che si estende fino alla prima Xbox. Un fattore, quest'ultimo, su cui Microsoft ha puntato parecchio, sviluppando anche un emulatore estremamente ottimizzato per Xbox 360 e creando un algoritmo per incrementare la risoluzione anche dei giochi più datati senza toccare il codice di un gioco. Tutto impacchettato in un guscio che pur essendo più spesso di PlayStation 4 Pro, con 2.4 pollici contro 2.1, riesce a essere più compatto con 11.8 pollici di larghezza per 9.4 di profondità.
Un divario importante
In quanto a esclusive Sony ha costruito una solida base mentre Microsoft si è lasciata sfuggire qualche pezzo importante ritrovandosi un po' a corto di assi da giocare. Certo, i titoli di spessore non mancano, ma si sente la mancanza di nuovi franchise e il fatto che sia possibile giocare quasi tutti quelli classici anche su PC toglie un po' di peso alla console. Microsoft, comunque, si è detta poco preoccupata dallo strumento scelto dai suoi utenti per giocare alle esclusive. Per la compagnia si tratta di un unico ecosistema che tra l'altro ha il vantaggio del Play Anywhere che porta i titoli Xbox su una valanga di dispositivi Windows, anche portatili. Inoltre Xbox One X è la prima console davvero capace di misurarsi, seppur con qualche compromesso, con la risoluzione 4K e pur costando più di PlayStation 4 Pro, ha un prezzo inferiore di un PC dalla resa equivalente. Se Pro si aggira intorno alla potenza di una GTX 1060, infatti, la console Microsoft si avvicina a una ben più potente GTX 1070 con i 6 teraflop di potenza che, valorizzati dall'ottimizzazione e da impostazioni ad hoc per i videogiochi, permettono di giocare a un titolo spettacolare come Forza Motorsport 7 in Ultra HD a 60fps. Gears of War 4, va detto, si ferma a 30fps in modalità campagna, ma il quadro complessivo è decisamente positivo. I 60fps di Call of Duty: WWII spesso costringono anche Xbox One X a cedere qualche pixel, ma la console Microsoft si mantiene piuttosto vicina al 4K di PlayStation 4 Pro che spesso scivola in zona 1920x2160. E lo stesso accade con Assassin's Creed Origins, che su Xbox One tocca quota 3584x2016 mentre su PlayStation Pro si ferma a un massimo 2816x1584, e con Diablo III con i 3648x2052 pixel messi in campo dalla console Microsoft contro i 2560x1440 di quella Sony.
Per quanto in parte compensato dall'ottimo upscaling di PlayStation 4 Pro, il quadro che ne deriva evidenzia un divario importante che però non sorprende più di tanto vista la differenza in termini di data d'uscita, prezzo e potenza tra le due macchine. Quello che ci stupisce è l'entità effettiva del divario, con Xbox One X che spesso riesce a mantenere una risoluzione superiore al 50% in più di Pro, a parità di framerate. E questo perché i vantaggi tecnici della console Microsoft non sono limitati ai soli teraflop, basti pensare ai 12GB di memoria di Xbox One X, quasi nove dei quali, ovvero più del quantitativo complessivo di RAM a disposizione di PlayStation Pro, sono interamente dedicati ai giochi. Il tutto condito da una CPU più potente e da 326GB/sec di banda contro i 218GB/sec della console Sony. Per questo, se l'obiettivo è quello di sfruttare fino all'ultimo pixel un televisore di ultima generazione, Xbox One X è senza dubbio la scelta preferibile. Più potente di quanto non dicano i meri teraflop, la nuova console Microsoft riesce ad avvicinarsi sufficientemente al 4K, almeno con i motori grafici attualmente in circolazione, ed è un media player eccellente. Inoltre vanta una retrocompatibilità in continua crescita che arriva fino alle radici di Xbox, regalandoci migliorie tecniche decisamente apprezzabili. Se invece l'obiettivo è quello di restare semplicemente in pista, godendo di comunque svariati upgrade ma a un prezzo inferiore, PlayStation 4 Pro resta un'opzione valida, forte di un upscaling di ottima qualità, di parecchie esclusive robuste e di team interni di grande talento. Non basta però l'abilità a colmare la mancanza dell'Dolby Atmos e del lettore Blu Ray 4K che, pur non essenziale, ha ancora la sua importanza, tra l'altro valorizzata su Xbox One X dalla resa praticamente perfetta dell'immagine, in un mondo in cui la connettività non è uniforme e i collezionisti abbondano. Ma c'è qualcosa in cui la console Sony si distingue mettendo in campo un visore virtuale proprietario che tra l'altro inizia a mostrare i muscoli. Xbox One X, al contrario, non ha alcuna tecnologia del genere ed è un paradosso visto che gode della potenza necessaria a sfruttarla adeguatamente. Sia chiaro, ci aspettiamo che prima o poi l'accordo con Oculus, il cui visore consente di visualizzare in streaming i titoli Xbox One in una sala virtuale, arrivi a un dispositivo virtuale per la console Microsoft, ma l'assenza di annunci in merito e la cautela di Phil Spencer potrebbero suggerire un'attesa piuttosto lunga.